La priorità è individuata da tutti nel lungo elenco di opere pubbliche di cui S. Marinella ha bisogno, sia di urbanizzazione primaria (strade, fogne, marciapiedi….) che di urbanizzazione secondaria (scuole, asili nido, municipio, auditorium, verde pubblico, accessi al mare….); ma dove reperire le risorse se gli enti locali sono sempre più impoveriti? Ecco che il ricorso ai piani integrati o all’edilizia concordata viene presentato come inevitabile.
Il PRC ritiene invece che il Piano Integrato sia una scelta dolorosa perché esso significa, in ogni caso, aumenti di cubature rispetto al Piano Regolatore. Inoltre non si tratta sempre di un sacrificio utile. Domandiamoci infatti: è stata effettuata una verifica rispetto gli impegni già presi dai privati e mai onorati? Quali garanzie ha ottenuto il Comune di vederli ottemperati? Verranno altrimenti pagate delle penali? Tutti possono capire che se non si riesce ad ottenere dai privati quanto pattuito, viene meno qualsiasi ragione di ricorrere ai Piani integrati. Una verifica presso gli uffici tecnici sugli impegni presi è pregiudiziale a qualsiasi nuovo accordo con gli imprenditori, abituati a raggirare tempi e termini.
Secondariamente: prima di dichiarare che non ci sono risorse pubbliche, ha il Comune tentato di chiedere a Provincia e Regione fondi per la riqualificazione urbana (piani di recupero)? Ha presentato progetti di recupero ambientale allo Stato e alla Comunità Europea? Negli ultimi tre anni tutti i contributi dovuti al Comune dai cittadini per concessioni demaniali, occupazione suolo pubblico, oneri concessori per l’edificato, Bucalossi, sono stati riscossi? Ha, inoltre, il Comune adeguato tali contributi per compensare i tagli governativi agli Enti Locali?
Invece di verificare quanto sopra detto, c’è chi si affretta ad affermare che le opere pubbliche da richiedere al privato non debbano necessariamente ricadere nei terreni limitrofi all’intervento privato ma possano collocarsi anche distanti da essi. L’affermazione si motiva sulla constatazione oggettiva che in quartieri di S. Marinella degradati, saturi, già e definitivamente compromessi, lo spazio per ulteriori urbanizzazioni non esista più. Quindi si debba permettere al privato di costruire altrove.
Il Circolo del PRC ritiene che la conseguenza di una simile procedura sia la nascita di nuove realtà povere di servizi, moltiplicando la situazione di degrado. La finalità della pianificazione è invece il risanamento e la riqualificazione, non creare nuove realtà da risanare (magari con altri Piani Integrati, in un processo infinito).
Procedere alla variante generale al piano regolatore in prima istanza focalizzerebbe finalmente l’attenzione di tutti sulle infrastrutture che alla collettività servono davvero, secondariamente si dovrebbero cercare risorse pubbliche per non cedere ai ricatti dell’imprenditore di turno; in terzo luogo si dovrebbe pretendere dai privati i servizi che hanno promesso ma, come a Prato del Mare, non hanno ancora realizzato.
Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli” di S. Marinella
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