mercoledì 16 settembre 2009

Comitato pol. nazionale - 13 Settembre 2009 - Intervento di Claudio Grassi

Condivido la relazione del segretario e credo che questo comitato politico nazionale sia un appuntamento molto importante, al punto che penso sarebbe un peccato non valorizzarne la portata e, spero, anche gli esiti e i risultati conclusivi.
Credo che ci siano due opportunità da cogliere in questi nostri lavori del Cpn. Abbiamo attraversato mesi difficilissimi dal congresso di Chianciano ad oggi, mesi durante i quali sono state avanzate molte critiche al gruppo dirigente. Non vorrei che ci dimenticassimo, però, che non è stato un anno normale per Rifondazione comunista. Abbiamo subito una scissione logorante, a tappe, speriamo finalmente conclusa; abbiamo affrontato una condizione del giornale difficilissima (al punto che se non avesimo messo mano tempestivamente ai guasti della gestione precedente il partito sarebbe stato semplicemente affossato dalla voragine economica); abbiamo, infine, proprio in questi giorni avviato il risanamento delle finanze del partito, che negli ultimi anni aveva conosciuto una crescita a dismisura dell’apparato centrale con costi non più sostenibili. E anche su questo ultimo punto, con il consenso di tutte le parti coinvolte, siamo in dirittura d’arrivo, speriamo martedì di firmare in Regione un accordo proficuo che ci consenta di reggere e di rilanciarci.
Quali sono le due opportunità di cui parlavo?
In questo Cpn si decide l’allargamento della segreteria, e cioè si dà gambe alla nostra proposta di una gestione unitaria del partito. Non vorrei che, dopo averci provato per tanto tempo, adesso che è il risultato è a un passo, sottovalutassimo l’importanza dell’obiettivo. Finalmente si chiude un’epoca devastante, quella della gestione maggioritaria, per la quale con il 51% si prendeva tutto svilendo il ruolo delle minoranze e la stessa dialettica interna; un’epoca che ha visto la moltiplicazione e la cristalizzazione delle correnti organizzate, che oggi invece cerchiamo di ridurre e diluire fino a farle scomparire, lasciando al loro posto una dialettica serena e costruttiva tra componenti e aree politico-culturali.
La chiusura di quell’epoca significa tornare a prima di Venezia, mettere in pratica i deliberati di Carrara, mettere il partito nelle condizioni di lavorare alla costruzione di un’ampia maggioranza allo scopo di continuare a esistere. La sfida dell’esistenza è ancora tutta da conquistare: io non so quale percezione abbiate voi, ma io ho l’impressione di un partito che ha bisogno di ossigeno, di unità massima, di risorse. Dobbiamo imparare a tenere insieme le differenze e io spero che questa maggioranza si consolidi e diventi maggioranza politica a tutti gli effetti.
Auspico anche che nessuno esca dalla maggioranza che a Chianciano ha retto il partito. E a quei compagni che lo stanno facendo voglio dire che non c’è nessuna svolta a destra, l’impianto di Chianciano è confermato e contemporaneamente arricchito. Oltre a questo mi chiedo: veramente qualcuno pensa che il nostro partito abbia un impianto troppo moderato rispetto alla fase che attraversiamo? Parlando con le persone normali, in carne ed ossa, ci viene detto che siamo troppo di destra o troppo moderati? Le critiche che io sento è che facciamo continue scissioni e che ogni due anni ci dividiamo! E allora cogliamola questa possibilità, questa opportunità e proviamo a tenere il partito più unito!
La seconda opportunità è la Federazione della sinistra d’alternativa. Perché è importante? Perché finalmente dopo tanto tempo lancia un messaggio di unità. In campagna elettorale non ho sentito un compagno o un elettore che abbia detto che l’unità era una cosa sbagliata. Tutti ci chiedevano di non dividerci! La federazione certo non risolve interamente il problema ma almeno determina un’inversione di tendenza netta rispetto agli ultimi anni, attiva un processo di riunificazione e di costruzione di una massa critica.
Anche perché i nostri competitori di Sinistra e libertà esistono e non vanno sottovalutati, anche se sono un cartello elettorale che non sta funzionando e perde pezzi e noi, viceversa, abbiamo attivato un processo di consolidamento e di allargamento. Ecco, anche in questo non capisco alcuni compagni. Patta non va bene perché non conta niente, la Rete dei comunisti non va bene. Ma cosa crediamo di essere? Noi abbiamo bisogno di tutti! Dobbiamo fare massa critica perché questo è il nostro vero problema, e il non riuscire a farlo mina la nostra credibilità perchè le persone capiscono che non siamo in grado di realizzare le cose che declamiamo perché siamo deboli!
Dobbiamo quindi valorizzare questi due risultati: la gestione unitaria del partito e la federazione, la quale, come dicevo, indica un’inversione di tendenza significativa. Con queste risorse dobbiamo dedicarci alle lotte sociali. Vorrà pur dire qualcosa se un anno e mezzo fa davanti ai cancelli della Fiat ci fischiavano e oggi invece facciamo il giro di tutte le fabbriche occupate e gli operai ci apprezzano!
Esiste il piano della lotta sociale ed esiste il piano della lotta politica. Per questo è importante il 19 settembre partecipare alla grande manifestazione contro Berlusconi e per la libertà di stampa. Ci sarà tantissima gente e noi dobbiamo farci vedere, con la nostra organizzazione, con le nostre bandiere. Così anche il 17 ottobre contro il pacchetto sicurezza. Dobbiamo stare in campo con una proposta politica: quella della legislatura costituente è una proposta ancora un po’ grezza che va precisata. Noi non proponiamo un governo, ma una legislazione costituente che faccia solo la legge elettorale proporzionale e la legge sul conflitto di interessi.
Infine, vi ricordo che è in corso la campagna del tesseramento. Come segreteria nazionale vi proponiamo di utilizzare questi mesi fino a dicembre per rafforzare il partito e sostenere il quotidiano Liberazione.

(per leggere il documento approvato al cpn vai su www.esserecomunisti.it)

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