martedì 6 ottobre 2009

Santa Marinella, Itaglia

Un nuovo inverno si avvicina per la nostra città. Un inverno fatto di inciuci e accordicchi tra giunta e imprenditori edili (che differenza c'è?).
Nuove lottizzazioni dalle quali ottenere qualche briciola di urbanizzazioni postume (che in paesi civili dovrebbero essere preventive...): giudici, quartaccia, perazzeta, via Calabria, Cementificio, ecc. ecc. In crescendo...
C'è da aver paura per una cittadina di 18.000 abitanti (quando je pare a Lorsignori) con case vuote per una capienza di 70.000. C'è da aver paura per noi, per chi ha la malaugurata idea di avventurarsi per via Valdambrini (in attesa, poi, della cambiale - uffici comunali) per spiccare il volo tra via Elcetina e la Fornacetta. Il volo, si, perché in auto non è aria...
C'è il Porto e il suo eterno-etereo ampliamento, il cui progetto come un'araba fenice risorge ad ogni primavera per poi affogare nel nulla delle nostre estati.
Ci siamo noi e le nostre coscienze. Addormentate in un paese, il nostro, metafora dell'Italia, con le scimmie cittadine che non vedono nono sentono e non parlano. Questuano.
Del resto chi corrompe guida il paese e se deve 750 milioni di euro si scende in piazza per difenderlo, non per farlo arrestare.
I grandi temi sono lo specchio delle nostre piccolezze.
C'è un filo conduttore che annebbia le menti di chi vede sprofondare Santa Marinella insieme all'Italia.
Diventare ricchi con le buone o le cattive, fottendo gli altri, l'ambiente e se stessi.
Perché come dicono in Inghilterra (in prima serata) se a Berlusconi gli dici fottiti, lui ci fa un pensierino.
Ma poi ci ripensa, ci sono ancora metà italiani non ancora appecoronati.
Sotto a chi tocca....

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