martedì 4 ottobre 2011

Bancarottieri fraudolenti

A seguito della verifica di bilancio per rientrare nel vincoli del patto di stabilità (D.L 267/2000, art. 193), il consiglio comunale del 30 settembre ha approvando la vendita di due importanti beni comunali: il parco ed il campetto di basket di Via Rucellai e la palazzina storica dell’ex anagrafe, in Via della Libertà, (zona Via Ulpiano).
Fino a pochi anni fa, a detta dello stesso Assessore Bianchi (relazione 29 maggio 2008), il nostro era uno dei comuni più ricchi del comprensorio: costituito da moltissime seconde case, con i servizi ai residenti ridotti all’osso, beneficiato da ben 7 milioni di euro da ENEL. Le uscite comunali sono per il 50% costituite da spese fisse e prevedibili (il personale, che ha usufruito di scatti di livello con la giunta Tidei e la Multiservizi, sempre fondata dall’ex sindaco), mentre i finanziamenti di Stato e Regione costituiscono solo il 10% delle entrate, che per il 90% sono comunali (ICI, tasse, concessioni demanio, cimitero…).
L’aumento dell’IRPEF nel 2008 avrebbe fatto affluire nelle casse del comune quel milione di euro ca. perso con l’ICI, devoluto interamente per il personale.
Come è stato possibile arrivare, in soli 4 anni al dissesto finanziario? Come è stato possibile impoverire l’intera comunità, decidendo di alienare parte dei suoi immobili?
I revisori dei conti, in questi tre anni, hanno puntualmente fatto notare come la spesa ordinaria non potesse basarsi sui milioni di compensazioni di ENEL, come l’evasione fiscale andasse combattuta con maggiore efficacia (i grandi evasori, non quelli che hanno sempre pagato, contro cui si sta accanendo Infotirrena, la società di recupero crediti del Comune), come le entrate non riscosse per anni (900mila euro di Bucalossi e i 600mila euro di diritto di superficie in zona 167) rischiassero di costituire una “gonfiatura” fittizia di entrata.
I revisori dei conti hanno anche puntato il dito sulle eccessive spese della Multiservizi . La delibera che obbliga la Srl a redigere piani industriali pubblici ed approvati dall’intero Consiglio è rimasta lettera morta. Altro mistero mai risolto è costituito dalle basse entrate della farmacia comunale.
Quanto poco sia stato tutelato l’interesse collettivo nei vari accordi urbanistici di programma, piani integrati, concessioni edilizie non sarà mai denunciato abbastanza: alla Portoromano è stata regalata la vecchia darsena (che gestita dal Comune poteva costituire una fonte interessante di entrate); ai grandi costruttori, in cambio di sblocchi edilizi imponenti, si chiede il minimo e nemmeno si verifica che portino a termine gli impegni presi. Spesso si tratta di milioni di euro sottratti alla collettività.
In questa situazione si è proceduto all’apertura dei cantieri per le “grandi opere”, finanziate dalla Regione Lazio. Alla chiusura dei rubinetti il tracollo: non potranno essere ultimate nemmeno le opere cominciate. Per poter pagare il lavoro che le imprese, anche locali, hanno già svolto, non si è trovato di meglio che alienare i beni pubblici. Il deficit di "spesa corrente" di "soli" 432mila euro verrà spalmato nei prossimi tre anni: 32mila euro fine 2011, 200mila 2012, 200mila 2013. Naturalmente ciò non basterà: sono infatti previsti aumenti di tasse, dei costi dei servizi, dei tributi…. una pioggia di rincari.
L’opposizione ha chiesto cosa si intendesse fare con la Bucalossi non riscossa, se si intendesse per lo meno rendere noti i nomi degli imprenditori evasori o si perpetrasse la protezione della loro intoccabilità ed anonimato. L’opposizione ha chiesto cosa si intendesse fare per fronteggiare le eventuali emergenze: la manutenzioni straordinarie delle scuole, la messa in sicurezza degli edifici, i cantieri bloccati (lungomare, sottopasso via Rucellai). E’ stato fatto presente che il problema non sono le grandi opere straordinarie ma è proprio l’ordinario che è uscito dal controllo e che l’alienazione dei beni sarà un sacrificio del tutto inutile. Qualcuno vocifera che i debiti del Comune (cause perse, assicurazioni…) lo abbiano già costretto ad ipotecare i suoi beni.
Tutto questo è stato drammaticamente illustrato da un’opposizione che da sempre ha visto ignorate le proprie proposte, suggerimenti, allarmi. Dal Sindaco, dal vicesindaco, dagli assessori nemmeno una parola. Ad un Venanzo Bianchi, particolarmente impacciato ed impreciso, l’ingrato compito di dichiarare un fallimento. Nessuno ha sentito il dovere di dimettersi, di fare autocritica, di assumersi la responsabilità di un tale disastro. Maggi ha spacciato per “presa di responsabilità” lo scaricare sulla collettività i costi del pressappochismo e della sciatteria dimostrata da questa giunta, la prima a portarci sull’orlo del fallimento in cinquant’anni di storia.
I santamarinellesi, che ancora aspettano il bilancio consuntivo del 2010 (insieme ad altri 22 Comuni in Italia), sono dal 1 ottobre più poveri e con nuove ipoteche sulle loro spalle.
Circolo del PRC-FdS "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella

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