martedì 11 ottobre 2011

Conclusa la settimana di comemmorazione trentennale alluvione.

(Riceviamo e pubblichiamo)


Le associazioni e gli enti organizzatori della settimana di commemorazione del trentennale dell'alluvione del 1981 esprimono la loro soddisfazione per l'esito complessivo dell' iniziativa. Si ringraziano i cittadini che hanno partecipato e l'amministrazione comunale per il suo sostegno e patrocinio.

La settimana ha costituito un momento di riflessione per l'intera comunità: per coloro che hanno vissuto quella tragica esperienza e la ricordano e anche per coloro che ancora non erano nati o non abitavano a S. Marinella.

Le escursioni hanno visto la partecipazione attenta e interessata degli studenti (e ancora e' previsto un incontro con le scuole, sempre in tema della sicurezza, a cura della Protezione Civile ProPyrgi).

Il suggestivo spettacolo di sabato 1 ottobre curato dall'ass. "Le voci" ha commosso e coinvolto il pubblico con la forza delle immagini, dei suoni, la profondità delle parole e testimonianze raccontate. Le grandi alluvioni della storia italiana (Vajont, Firenze...) sono state collegata a quella di S. Marinella, più piccola ma certo non meno tragica.
Il convegno di domenica 2 ottobre ha invece illustrato come i fossi che solcano il nostro territorio, con cui noi conviviamo, siano essenzialmente percepiti come realtà malsane e sporche (discariche o fogne a cielo aperto), spazi sottratti all'urbanizzazione, corpi estranei da ignorare, tombare o chiudere tra alti argini di cemento. La loro pericolosità è percepita ma poco si fa per attenuare il rischio
.
Per prima cosa bisognerebbe comprendere che la presenza dei fossi non può essere semplicemente dimenticata perchè essi sono una componente costitutiva del nostro territorio: e' necessario invece conoscerne la natura, sapere dove scorrono, qual'è il loro alveo potenziale in caso di piena, quali specie vi possono vivere. Preservarne la naturalità, cioè eliminare restringimenti ed ostruzioni al loro corso, lasciare degli spazi di esondazione controllata e la foce sgombra, sarebbe l'approccio migliore per la sicurezza di beni e persone. Sappiamo ormai che creare canali di cemento tra argini artificiali (sui quali si addossano magazzini, palazzine, attività artigianali) e' proprio la strada migliore per aumentare il fattore di rischio: l'acqua che scorre in rettilineo aumenta la sua velocità e l'impermeabilità delle aree adiacenti alle rive non fa che espandere la superficie interessata alla possibile esondazione per via del mancato assorbimento del terreno. Dragare e cementificare il letto del fosso ne uccide infine le forme di vita.
I fossi nostrani, sebbene per larga parte tombati, presentano ancora possibilità di intervento per il recupero della loro naturalità, sia a monte che nella foce, persino rispetto l'habitat faunistico naturale e la pulizia delle loro acque, mentre andranno evitate deviazioni, restringimenti o peggio urbanizzazioni alla foce.

Sappiamo che il rischio non può mai essere del tutto annullato ma può indubbiamente essere attenuato; recuperando il fosso come parte integrante della vita e del panorama urbano, prevedendo parchi o piste ciclabili lungo i suoi argini e persino attività escursionistiche di risalita si potrebbero inoltre sfruttare i finanziamenti europei per le Zps (Zone a protezione speciale) e trovare in questo modo risorse per lavorare sulla bonifica ed il recupero dei fossi.

Tutto questo richiede un'idea di pianificazione del territorio e di gestione trasparente e condivisa, di partecipazione attiva della cittadinanza e di comunione di intenti da parte delle Istituzioni, delegate a tutelare e migliorare la qualità della vita di chi abita il nostro paese, ma è proprio questa idea di pianificazione a trovare scarsa eco nell'amministrazione della città. Per questo il comitato promotore rilancia il progetto "FossiPartecipati", già avviato dalla Provincia di Roma, che prevede la costruzione di tavoli tecnici con enti e le associazioni produttive che operano nel nostro territorio per la Riqualificazione Fluviale ed il rispetto delle normative vigenti.

Comitato 2 ottobre

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