Dopo le proteste nate dall’approvazione in Agosto del Piano Integrato Benigni, il Sindaco aveva annunciato che la sua giunta si sarebbe fermata a quel Piano Integrato.
Ad ottobre leggiamo invece che i piani integrati e accordi di programma (Porto Romano) saranno il nuovo volano del lavoro, la risposta al problema della disoccupazione a S. Marinella, il grande rilancio occupazionale. Davvero una bella novità! Bacheca ripropone, pari pari, la politica palazzinara degli anni ’70. Veramente innovativo!
Se non altro i nostri amministratori non ci raccontano più la barzelletta che i Piani Integrati, vere e proprie lottizzazioni camuffate, servano a risanare i quartieri e a fornire servizi. L’argomento si sposta sul ricatto occupazionale, da sempre argomento forte della speculazione edilizia a S. Marinella.
Parliamo allora di questa occupazione, che dovrebbe nascere dall’indiscriminata cementificazione del territorio. Si tratta di un’occupazione “una tantum”: finita la palazzina finisce il lavoro, oppure si fa un’altra palazzina. E allora? Si deve continuare a costruire all’infinito in un territorio che infinito non è? Non esiste l’edilizia di recupero, di restauro, di mantenimento. Non esiste bio-edilizia. Non c’è nemmeno uno straccio di pianificazione urbana, né di piano di riassetto idrogeologico. Secondariamente sono anni che l’economia turistica è in calo ed ogni anno raggiunge picchi negativi: meno presenze, meno affitti, meno noleggi di ombrelloni, meno clienti ai ristoranti. E’ lavoro anche questo, ci pare. Dovremmo puntare a presenze turistiche tutto l’anno coordinando i servizi e i portali informativi, inserendo S. Marinella nei circuiti turistici e culturali provinciali (i Castelli medioevali, l’Etruria archeologica, i Monti della Tolfa..…). Da questo punto di vista la gestione comunale del castello sarebbe interessante per la creazione di posti di lavoro stabili. Si dovrebbero inoltre tenere pulite le spiagge, che giacciono come cadaveri per 9 mesi all’anno, anche quando la stagione climatica ne permetterebbe la fruizione fino a novembre. Forse si sarebbe dovuto salvare quello che è stato un vettore economico in passato: la floricoltura, oggi agricoltura biologica o agriturismo. Anche questo sarebbe lavoro che chiama lavoro, non “una tantum” ma volano di qualità della vita di tutti. Invece da S. Marinella si scappa a gambe levate. Solo il punteruolo rosso pare trovarsi benissimo!
Vorremmo tanto che i nostri amministratori, invece di ispirarsi ai palazzinari anni Settanta, prendessero a modello sindaci come Angelo Vassallo, assassinato ad Acciaroli nel Cilento, che ha arricchito tutti i suoi concittadini puntando decisamente sul recupero paesaggistico ed ambientale. I valori immobiliari del Comune di Acciaroli si incrementano mentre quello dei nostri immobili precipitano verso il basso e le case subiscono deprezzamenti. Non pretendiamo che Bacheca abbia il coraggio di Vassallo ma almeno una briciola di quello spirito davvero innovativo.
Ad ottobre leggiamo invece che i piani integrati e accordi di programma (Porto Romano) saranno il nuovo volano del lavoro, la risposta al problema della disoccupazione a S. Marinella, il grande rilancio occupazionale. Davvero una bella novità! Bacheca ripropone, pari pari, la politica palazzinara degli anni ’70. Veramente innovativo!
Se non altro i nostri amministratori non ci raccontano più la barzelletta che i Piani Integrati, vere e proprie lottizzazioni camuffate, servano a risanare i quartieri e a fornire servizi. L’argomento si sposta sul ricatto occupazionale, da sempre argomento forte della speculazione edilizia a S. Marinella.
Parliamo allora di questa occupazione, che dovrebbe nascere dall’indiscriminata cementificazione del territorio. Si tratta di un’occupazione “una tantum”: finita la palazzina finisce il lavoro, oppure si fa un’altra palazzina. E allora? Si deve continuare a costruire all’infinito in un territorio che infinito non è? Non esiste l’edilizia di recupero, di restauro, di mantenimento. Non esiste bio-edilizia. Non c’è nemmeno uno straccio di pianificazione urbana, né di piano di riassetto idrogeologico. Secondariamente sono anni che l’economia turistica è in calo ed ogni anno raggiunge picchi negativi: meno presenze, meno affitti, meno noleggi di ombrelloni, meno clienti ai ristoranti. E’ lavoro anche questo, ci pare. Dovremmo puntare a presenze turistiche tutto l’anno coordinando i servizi e i portali informativi, inserendo S. Marinella nei circuiti turistici e culturali provinciali (i Castelli medioevali, l’Etruria archeologica, i Monti della Tolfa..…). Da questo punto di vista la gestione comunale del castello sarebbe interessante per la creazione di posti di lavoro stabili. Si dovrebbero inoltre tenere pulite le spiagge, che giacciono come cadaveri per 9 mesi all’anno, anche quando la stagione climatica ne permetterebbe la fruizione fino a novembre. Forse si sarebbe dovuto salvare quello che è stato un vettore economico in passato: la floricoltura, oggi agricoltura biologica o agriturismo. Anche questo sarebbe lavoro che chiama lavoro, non “una tantum” ma volano di qualità della vita di tutti. Invece da S. Marinella si scappa a gambe levate. Solo il punteruolo rosso pare trovarsi benissimo!
Vorremmo tanto che i nostri amministratori, invece di ispirarsi ai palazzinari anni Settanta, prendessero a modello sindaci come Angelo Vassallo, assassinato ad Acciaroli nel Cilento, che ha arricchito tutti i suoi concittadini puntando decisamente sul recupero paesaggistico ed ambientale. I valori immobiliari del Comune di Acciaroli si incrementano mentre quello dei nostri immobili precipitano verso il basso e le case subiscono deprezzamenti. Non pretendiamo che Bacheca abbia il coraggio di Vassallo ma almeno una briciola di quello spirito davvero innovativo.
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