Importante successo dell’assemblea pubblica sui Piani Integrati di Intervento (PII) organizzata dalla lista civica “Un’altra città è possibile”, sabato 22 gennaio, presso la sala Flaminia.
Il pubblico, davvero numeroso e partecipe, ha seguito con viva attenzione le relazioni dei consiglieri Stefano Massera e Paola Rocchi, ma soprattutto quella del Prof. Giovanni Caudo, docente presso la facoltà di architettura di Roma Tre. La relazione di Caudo non si è limitata a spiegare in cosa consista l' innovativo strumento urbanistico dei Piani Integrati, dal punto di vista legislativo e tecnico, ma è entrato nel merito dei cinque PI in via di approvazione, fra i 14 piani recepiti nel 2007 dalla giunta Tidei ed “adottati” dall’odierna maggioranza. I cinque piani integrati analizzati nel dettaglio sono stati Baia Serena e Baia Serena- Galoppatoio, Sporting 2000, in zona “Prato del Mare”; Benigni e in zona Alibrandi, Riccucci, in zona Quartaccia, in base a quanto prevede una delibera di giunta dell'ottobre 2010.
Il Prof. Caudo ha spiegato che le amministrazioni delle grandi città si stanno avvalendo ampiamente dei Piani Integrati, i quali consentono incrementi anche considerevoli delle cubature, rispetto a quanto previsto dai Piani Regolatori Generali, in cambio di opere pubbliche a spese dei privati. Il successo di tale strumento si deve soprattutto al fatto che le Pubbliche amministrazioni, sempre più a corto di risorse finanziarie, demandano al privato parte delle infrastrutture necessarie. Non si parla naturalmente di opere urbanizzazione primaria e secondaria (come strade, fognature, marciapiedi o ponti) ma di vere e proprie strutture di servizio da costruire ex novo come scuole, uffici pubblici e sale teatro. Il “contratto” tra la pubblica Amministrazione e soggetti privati si fonda sul “vantaggio economico” ricavato dal privato rispetto a quanto previsto dal Piano regolatore. Se il Piano Integrato prevede solo un aumento della cubatura, il vantaggio si calcolerà su questo aumento e sarà già di una certa consistenza, ma se il Piano Integrato prevede il cambiamento di destinazione di un’area (che passa ad es. da agricola ad edificabile) il beneficio del privato rispetto al Piano Regolatore sarà molto più consistente. Una Pubblica Amministrazione che abbia a cuore l’interesse collettivo sarà particolarmente battagliera e scrupolosa nel calcolare questo vantaggio, cercando di strappare al privato una percentuale sui benefici finanziari che va da un minimo del 30% fino al 50 o 60%. Inoltre il bando con cui una Pubblica Amministrazione offre ai privati la possibilità di proporre i Piani Integrati dovrebbe essere molto chiaro sulla formulazione degli obiettivi che il pubblico vuole conseguire, di quali opere cioè avrebbe esattamente bisogno, con quali caratteristiche e dove.
Sul caso specifico di S. Marinella, Caudo ha notato che il testo del bando sui Piani Integrati del 2007 consiste in un modello standard in cui manca pressoché totalmente una formulazione chiara sia degli obiettivi specifici adatti per S. Marinella, che delle esigenze che l’amministrazione si propone in termini di standards urbanistici.
Riguardo al caso specifico dei 5 piani integrati approvati con delibera di Giunta tre mesi fa, da un punto di vista squisitamente tecnico e del tutto esterno, il prof. Caudo ha individuato diverse anomalie. Intanto il vantaggio del costruttore non viene calcolato in base al criterio sopra esposto. Sono anzi presentate cifre incoerenti e poco credibili ad uno sguardo più attento. Altra anomalia è che opere di urbanizzazione primaria e secondaria (come il ponte per Alibrandi) sono considerate "opere di mecenatismo" e calcolate come tali, mentre aree adiacenti alla ferrovia o all’autostrada “di rispetto” per legge, vengono “generosamente” adibite a giardino e fatte passare per aree a servizio. Secondo un calcolo davvero molto approssimato, considerando praticamente al minimo sia il beneficio economico del privato, che una richiesta della Pubblica Amministrazione assai modesta e davvero insoddisfacente(30%), solo sui cinque Piani Integrati presi in esame, il Comune di S. Marinella incamera 3milioni e 350mila euro in meno, soldi sottratti alla collettività per generosa concessione ai privati da parte della Giunta Bacheca che ha votato al delibera.
A quanti milioni di euro questa amministrazione intende rinunciare, visto che i 14 piani integrati prevedono, nel loro insieme, una colata di cemento superiore ai 220mila mc.? L’ultima ma fondamentale osservazione di Caudo è che S. Marinella, arrivata ormai a 18.000 abitanti, non ha urbanisticamente superato la tipologia dell’aggregato di case e quartierini “assemblati” ma non collegati, male serviti e poverissimi di quelle infrastrutture che farebbero finalmente di S. Marinella una cittadina e dei suoi abitanti una comunità. Bisognerebbe quindi, per lo meno, affiancare ai Piani Integrati una revisione generale del Piano regolatore per avere almeno un’idea di come utilizzare in maniera proficua i Piani Integrati
A tutti è risultato estremamente chiaro come questa maggioranza non stia affatto difendendo gli interessi della collettività, ma abbia passivamente accolto le richieste dei costruttori, senza nemmeno una contrattazione di mera circostanza. I consiglieri di minoranza si ripromettono di attivare tutte le iniziative politiche del caso per riaprire e modificare l’iter sui Piani Integrati, di rivedere i termini delle delibere di giunta, di continuare ad informare e coinvolgere la cittadinanza su quello che sta accadendo.
Lista Civica "Un'altra città è possibile"
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