martedì 27 novembre 2007

il cessosinistra

Che delusione!
Il Governo arranca, la Regione arranca, la Provincia boh?
Unica soddisfazione? Non poter fare peggio del centrodestra.... Magra eh?
Il centrosinistra dimostra che tirare a campare è sempre possibile, l'importante è sedersi intorno ad un tavolo e discutere. Magari su una bella poltrona.... da ministro, parlamentare, sottosegretario, dirigente, ecc.ecc.
Intanto il paese reale, quello che Veltroni vorrebbe guidare si comporta così:
1 morto al giorno sul lavoro;
infermieri assunti con contratti di imprese di pulizie;
medici della sanità PUBBLICA col contratto scaduto da 2 anni;
legge 30 più 30 che mai;
scalone trasformato in scalini (bisogna pure dire speriamo);
ecc.ecc.ecc.
Per fortuna che c'è Marrazzo, che non fa un c...o.
Per fortuna che c'è Gasbarra che non fa una mazza (non fa rima ma da l'idea)
Per fortuna che non c'è più Tidei!!

E i comunisti?
Al Governo è come se non ci fossero, schiacciati tra la borghesia plenipotenziaria delegata da Confindustria (maggiore azionista del PD e del PPL) e lo spauracchio di riconsegnare il paese a Berlusconi. Pochi colpi d'ala e molte fregature...
Alla Regione e alla Provincia idem con patate (fritte).
Unica speranza è il fai da te, ossia il kit del piccolo operaio comunista; adesso è in saldo perché sulla confezione c'è ancora falce e martello, che per il marketing non tira tanto.
Qui a Santa Marinella pare che invece tiri, visto che nel centrosinistra fa ancora paura..
Mettici poi la coerenza di quei ragazzi, l'attaccamento alle sedie della sezione più che alle poltrone, e il gioco è fatto.
E allora anche Gennaro Migliore sembra migliore, la battaglia sul protocollo sul welfare assume un tono da difesa della rivoluzione; e gli "strilli" del Cons. Luciani sembrano gli incitamenti di Lenin nell'ottobre rosso, ma alla Provincia non si muove nulla lo stesso, lì non basterebbe l'assedio a Stalingrado per compattare i comunisti....

Partito della Rifondazione Comunista: finché c'è vita c'è speranza!
E vivremo nella speranza di cambiare questo paese....

mercoledì 21 novembre 2007

Avanti Savoia!!

Non ricordo chi fece rientrare i Savoia nel 2002 (provate ad indovinare...)
però sono sicuro sarebbe il caso andasse in esilio al posto loro.
E' vero che probabilmente i danni li avrebbero potuti chiedere anche dall'estero ma finora....
E' pur vero che se la passano male, sono sempre in prima pagina ma più per le vicende giudiziarie che per gossip "reale", e all'interno del mondo monarchico italiano non sono nemmeno riconosciuti come i veri eredi della dinastia Savoia (e dovrebbero essere fieri di questo!).
Noi li schifiamo. Punto!
Intanto anche a Santa Marinella le "dinastie" politiche si muovono disordinatamente. Gli acquirenti ufficiali del P.D. promettono a destra e a manca (più a destra però), mentre i 200 gruppi dissidenti (da max 2 persone l'uno) del P.D. si confrontano con il centrosinistra "ufficiale".
Il re del centrodestra, con la spocchia di chi governa da secoli il mondo, ha aperto le consultazioni per raccogliere tutto ciò che si muove al fine di vincere le prossime elezioni; dai monarchici per dinastia agli autoproclamatisi candidati a Sindaco, dagli ex(s)fascisti di Alleanza Nazi-onale ai fascisti-ex (dal moschetto al doppiopetto) de la Destra, ecc. ecc.
Sono soprattutto questi ultimi la novità più intrigante (non gli ecc.ecc.!).
Non je bastavano i settecento partiti nazifascisti presenti in Italia (e molti di loro ne hanno girati un bel pò): ne hanno fondato uno nuovo (con i soldi del Berlusca, eh, eh), molto borghese, quindi presentabile, quindi che je permetta di mettersi al tavolo a mangiare qualcosa dopo anni di digiuno ideologico e mentale (sarà anche l'età? Vero Cosmo?).
E poi che ne sai di quello che se pò fa quando non li vede nessuno....
E a sinistra?
Qualcosa si muove.... Infatti dopo il ritorno dei comunisti (quelli di destra e quelli di sinistra) da Mosca, dove si erano recati per portare in Italia la salma di Lenin e da dove sono tornati con la foto autografata di Zyuganov, sono cominciate le riunioni per la futura lista.
Rifondazione e Comunisti Italiani si incontrano alle sei e mezzo del mattino e dopo ore passate a decidere dove andare si è scelto un sottoscala poco illuminato e umido che fa tanto Lotta Comunista e poco Concetto Marchesi.
Da li le orde comuniste sono partite alla conquista di Santa Marinella e purtroppo per loro hanno incontrato i Verdi, nella persona di sua eminenza Emidio, che o ce fa o ce è, ma ai comunisti piace così, e la SD la scheda di memoria (secure digital) che ricorda alla sinistra che bisogna lavorare per il proprio scioglimento (vedi PCI-PDS-DS), i quali hanno cominciato a dire che non si possono mangiare i bambini e i democristiani, anzi bisognerebbe allearcisi (con i democristiani chiaramente).
Il resto del centrosinistra è in analisi per superare il complesso del contadino-operaio (la paura della falce e del martello) e la società civile aspetta che qualcuno in politica ritorni ala civiltà.
Non c'è che dire, siamo alle solite, ma non disperiamo: oggi la vediamo così, ma al peggio non c'è mai fine!!!
Ora e sempre Resistenza e i Savoia nel tiramisù!

lunedì 19 novembre 2007

Ciao Mario



Sabato è stata una bella giornata; abbiamo ricordato Mario, eravamo in tanti, tanti i momenti di tristezza ma la serenità, rafforzata dalle parole del figlio Andrea, della consapevolezza che Mario ci ha lasciato nella maniera migliore, dopo una vita lunga e piacevole.
Adesso resta il ricordo e lo stimolo a lottare per una città migliore, per la necessità di un Partito Comunista in Italia, e per tutti coloro che si trovano in difficoltà.
Grazie a tutti, grazie ancora Mario.

A proposito di politica (!) sul blog di Adolf(o) Degni, linkato qui a lato è partito il toto sindaco. Chiediamo a gran voce che Giovanni Dani sia inserito tra i papabili!!

mercoledì 14 novembre 2007

Sabato insieme a Mario

Sabato prossimo 17 novembre alle ore 17 ricorderemo Mario Benedetti Michelangeli ad un mese dalla scomparsa presso il Circolo di Rifondazione Comunista in via Castronovo 9.
Siete tutti invitati, compagni e amici, per salutare Mario in quella che sicuramente è stata un pò la seconda casa di Mario, ci saranno i famigliari e ci saremo noi, ormai "famigliari" acquisiti...
A sabato.

giovedì 8 novembre 2007

Rivoluzione!

Dai Soviet alla guerra fredda, da Kubrick a Stalin, da Cuba a Roma. Passando per il comunismo.

Tutto il potere ai Soviet! Magari. Non ci sono più i soviet, non c'è più quella spinta propulsiva che faceva muovere le coscienze, che supportava i bisogni dei proletari e che indirizzava i rivoluzionari su una via impervia ma abbastanza certa della vittoria, della propria prevalenza sui poteri spietati che la contrastavano con durezza, con ogni mezzo.

In certi momenti, in questi quasi vent'anni che ci separano dalla caduta del muro di Berlino e dallo sfasciarsi dell'apparato statale e burocratico sovietico e dei suoi paesi satelliti, in alcuni attimi abbiamo ripensato al precario equilibrio che vi era tra le due superpotenze mondiali. Al perché questo equilibrio sussisteva e ci siamo detti: beh, forse non era poi così male. Guardando quanto è accaduto dopo, anche il più serioso dei detrattori del socialismo reale, ci lasci dire che alle guerre calde di questi anni, al dominio mondiale di una nuova scuola reazionaria guidata dagli Stati Uniti e, significativamente, da George W. Bush (icona della destra planetaria), preferivamo il cardiopalma della guerra fredda.

Vi ricordate "Il Dottor Stranamore"? Kubrick fu geniale nel cogliere non tanto le paure dell'umanità per un conflitto atomico dagli esiti apocalittici, e verso il quale ci si è diretti per determinati episodi (la crisi dei missili a Cuba, ad esempio) particolarmente cruciali tra Usa e Urss. Kubrick intese benissimo lo spirito di quella guerra fredda: non un gioco, ovviamente, ma una ironica sorte storica, una nemesi contro gli uomini e le donne del pianeta in nome di un reciproco fronteggiarsi sul piano atomico, sui delicatissimi equilibri politici. Il dissenso di un paese amico di una delle parti poteva portare a reazioni a catena peggiori di quella della fissione nucleare.
Questa la parte, chiamiamola così, "nostalgica" che ci siamo sentiti di rievocare: come vedete non è un nostalgismo per la guerra o per la Russia che il primo maggio faceva bella mostra nelle sue parate dei propri cannoni, dei missili e delle proprie truppe. E' un amarcord, un ricordo di tempi in cui la spudoratezza non aveva ancora prevalso come fondamento generazionale dell'essere politici, del fare politica. Si mentiva, certo. Ma c'era un confine ben delineato anche per la menzogna. Oggi non è più così.
Il grave tempo in cui viviamo è dato dal fatto che un governo come quello americano tenta delle sortite come quelle dell'antrace e delle armi chimiche per impossessarsi di vaste aree del pianeta con il preciso scopo di impedire che il petrolio venga misurato in euro piuttosto che in dollari.

Alcuni studiosi come Noam Chomsky, indubbiamente schierati dalla parte del progressismo anarcoide, affermano però sulla base di approfondite analisi che il dominio imperiale statunitense ha terminato la sua scalata. Ora è in una fase di stallo; fase alla quale seguirà un progressivo declino economico, sociale e di egemonia militare.

Quest'anno ricorre il 90° della presa del Palazzo d'Inverno, della Rivoluzione d'Ottobre. Se qualcuno si aspetta da parte nostra un acritico incensamento per questo evento, o per altri, rimarrà deluso. Noi siamo tra coloro che non rimuovono con abili giochi dialettici o con nuovi schemi revisionistici la storia. Siamo i primi a sottolineare il valore positivo di quella rivoluzione, di quello che si venne chiamando l' "assalto al cielo". Ma siamo anche tra coloro che, grazie anche al fatto di essere nati molti, ma molti anni più tardi, hanno avuto modo di convivere per alcuni decenni con l'esperienza sovietica russa, assaporandone il fascino e la potenza, ma individuandone i limiti.

Nessuno nel 1924 avrebbe potuto presagire cosa sarebbe accaduto dopo la morte di Lenin. Nessuno avrebbe immaginato la torsione autoritaria dello stalinismo e la morte di lì a poco di ogni tentativo di fare dell'Unione Sovietica un esempio per i proletari di ogni paese. Si diede invece corso al "socialismo in un solo paese", contraddicendo quanto proprio Lenin aveva affermato in merito al carattere internazionale della rivoluzione. Le congiunture politico-economico-sociali non hanno aiutato i comunisti russi che lottavano per una successiva fase di espansione della ribellione proletaria al capitale.

Ma è pur vero che una certa esportazione dei valori del comunismo e del socialismo si è avuta: non si può far finta di niente e relegare nel solo stalinismo ogni cosa sia accaduta dopo il 1953, dopo la morte del georgiano di ferro. Quante popolazioni africane si sono sollevate in nome del socialismo e lo hanno fatto proprio perché accanto a loro c'era l'aiuto economico e militare sovietico... Il tutto giocato nello scenario della guerra fredda, certo. Ma pur sempre di evoluzione sociale si è trattato. Molte di queste rivolte si sono arenate nella corruzione del dopo presa del potere.

Il difficile per un rivoluzionario è sempre stato mantenere un continuismo tra il suo essere tale e il suo essere uomo di stato, di governo.

Cuba. Il primo territorio libero dell'America Latina, l'isola ribelle di Martì, l'isola della revolucion vittoriosa di Castro e Guevara. Cuba socialista non avrebbe probabilmente avuto un futuro con una economia pianificata senza la presenza del potere sovietico. Nulla va astratto dal suo contesto, ma proprio in quei contesti va ricercato il motivo delle scelte, degli errori e delle buone riforme operate per la popolazione, per evitare un secondo Batista, una riconversione bordellistica dell'isola caraibica secondo il volere di Washington.

Dunque, quest'anno ricorre il 90° anno della Rivoluzione d'Ottobre. E noi la ricordiamo così, come un grande monumento di evoluzione sociale mondiale, così come ricordiamo la Rivoluzione francese. Tutte queste esperienze hanno dato molto e chiesto molto all'umanità. Assolverle o condannarle serve a poco. Grazie a loro, grazie all'Ottobre sovietico, anche in Italia i comunisti furono spinti a mosse politiche ad oggi irripetibili.
La sensazione che ricordo è quella, comunque, di "protezione" nel senso più nobile del termine. Sino a che ad Est c'era chi contrastava lo strapotere americano, eravamo certi che avremmo potuto far valere i diritti dei più deboli con una qualche speranza in più. Crollato quel mondo, che molti si ostinano a definire come il "vero" comunismo proprio per screditare la sincera lotta per l'uguaglianza che è ancora oggi necessaria, finita quell'esperienza, ci venne addosso anche qualche coccio del muro berlinese e ci fece male.

Dovemmo ricominciare a pensarci, a pensare, a criticarci e a criticare. La "rifondazione comunista" fu questo, è questo. Il capitalismo ha vinto una battaglia, parafrasiamo De Gaulle. Ma non ha affatto vinto la guerra. La guerra contro chi le guerre proprio non le sopporta. La guerra contro tutti coloro che erano a Roma il 20 ottobre, ci sono e resistono oggi contro l'ondata xenofoba montante (e montata). La guerra contro i comunisti, in poche parole. Quella guerra è ancora tutta da combattere perché, ci dice Ivan Della Mea: "Il diritto alla gioia è da inventare".

Marco Sferini

mercoledì 7 novembre 2007

Da Dario. Per Mario

Ciao Mario,
mi mancherai.
Ammiravo moltissimo la tua penna sferzante e la lucidità del tuo pensiero. E mi eri molto caro, nonostante ci siamo conosciuti e frequentati appena pochi anni.
Solo oggi apprendo che la prossima volta che scenderò a Santa Marinella non potremo fare una partita a scopa, non ti potrò più spiegare come mandare i messaggi col cellulare, non parleremo più della Roma, non commenteremo più una notizia. Mi sento triste, e più solo.
Non ti dimenticherò mai, grazie per quello che mi hai saputo insegnare. Eri l'esempio vivente che la politica può anche essere pulita. E bella.
Ciao Mario.
dario

sabato 3 novembre 2007

l'erba del vicino

Si è aperta la caccia.
Tornano tempi bui per chi è "diverso"; fa schifo vedere uomini di "sinistra" aprire le danze di una caccia all'uomo che disonora un paese come il nostro che dell'emigrazione fu campione indiscusso.
I rom e i romeni sono il primo passo della catena alimentare della sicurezza perduta; Veltroni, Amato, Rutelli & C. sono i guardaparco della Riserva Naturale Europa.
Ci sono problemi? E' innegabile: da anni (di centrodestra e di centrosinistra) le risorse per le forze dell'ordine calano drasticamente; ma non solo quelle. Sanità! Lavoro! Infrastrutture! Questa è la sicurezza che vogliamo!
A nessuno viene in mente che dietro questo allarme non trascurabile (la microcriminalità in generale, non quella straniera) c'è l'obiettivo, che si ripropone in ogni momento di difficoltà economica (che di questo allarme è concausa), di quietare la nostra crisi sociale con la paura.
Stanno, complice anche tanta sinistra, calmando la possibilità di una rivolta da sindrome della terza settimana con il manganello. Zitti tutti: se non mangiate la colpa è dello straniero, che picchia, deruba e sevizia la nostra gente.
E devo arrivare a sentire gente esasperata che mi dice che se un italiano violenta e uccide un'italiana lo può fare perché è ITALIANO e sta a casa sua.
Ma intanto il problema numero uno di questa gente si chiama mutuo-mangiare-gas-elettricità-benzina... Ma col cazzo che otterranno un decreto legge che blocchi l'aumento dei tassi dei mutui, o un prezzo sociale per pane e latte. C'è da pensare a Sposini aggredito sotto casa e derubato dell'orologio... Ah, no, quelli erano italiani, Così come a Erba, per il piccolo Tommy ecc. ecc.
Senza memoria non c'è futuro...