giovedì 22 dicembre 2011

Vitalizi Peduzzi (FdS): “Una vergogna, sono disgustato”

“Sono disgustato da quanto accaduto oggi in Commissione bilancio. Con un sub emendamento alle nostre proposte di abolizione del vitalizio, teso a recuperare circa 7 milioni di euro, si impedirà in aula la discussione e la possibilità di approvazione della nostra norma taglia vitalizi”. E’ quanto dichiara il capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi.

“In commissione - prosegue - la maggioranza compatta vota a favore di un aumento dei costi che estende gli scandalosi privilegi dei consiglieri anche agli assessori esterni, e se ne infischia della domanda di moralizzazione da parte dei cittadini. Stanno preparando una nuova truffa e un nuovo inganno quando affermano che abrogheranno i vitalizi dalla prossima legislatura, perché nel contempo li ripristineranno con una nuova legge”.

“Questo bilancio, più che un piano ‘salva Lazio’ è fatto di tagli ai servizi, nuove tasse e salvaguardia degli immorali nuovi privilegi del ceto politico. Dal canto nostro - conclude Peduzzi - continueremo la battaglia chiamando i cittadini a rivendicare che cessi lo scandalo di sperpero di denaro pubblico”.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

lunedì 19 dicembre 2011

Non c’è alternativa: il servizio deve essere pubblico

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai dipendenti in stato di agitazione della struttura ex Anni Verdi del centro Boggi di Santa Severa costretti a lavorare in un eterna situazione di emergenza.

Infatti il 2 dicembre si è svolto nei pressi della struttura di Santa Severa un sit-in di protesta da parte dei lavoratori ed indetto dalle OO.SS. a causa dei continui ritardi nel pagamento degli stipendi, degli arretrati, delle ferie e dei recuperi festivi oltre che per il mancato rispetto delle relazioni sindacali da parte del consorzio Unisan che gestisce la struttura. Resta inoltre poco chiaro il futuro delle strutture gestite dal consorzio.

Non capiamo infatti come sia possibile che un consorzio incaricato direttamente dalla regione nel luglio scorso tramite un “mandato speciale” per tutto l’anno 2011, il che ci fa ipotizzare anche l’accreditamento necessario per svolgere tale servizio, continui a non rispettare la data per il pagamento degli stipendi.

Vorremmo che il consorzio Unisan chiarisse una volta per tutte questi ed altri dubbi: ad esempio le incongruenze emerse dall’ispezione della commissione parlamentare del 23 novembre scorso riguardo le cure mediche erogate ai pazienti disabili psichici ricoverati nella struttura rispetto a quanto previsto dalla normativa sanitaria vigente.

Noi faremo la nostra parte tramite il gruppo regionale di Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra interpellando la Presidente ed Assessore alla Sanità Polverini nelle sedi opportune per capire se l’accreditamento sia stato realmente effettuato e soprattutto che cosa vorrà fare la Regione Lazio all’indomani di un ispezione della commissione parlamentare che ha rilevato quelle forti incongruenze.

Viene quindi certificata l’inaffidabilità della gestione privata di questo servizio nevralgico per i cittadini e quindi chiediamo ora più che mai che questo venga gestito direttamente dal pubblico e quindi affidato alle ASL di competenza.

Circolo del PRC-FDS “Benedetti Michelangeli” di Santa Marinella

venerdì 16 dicembre 2011

Domenica tra la gente contro la manovra affossa famiglie

Il Partito della Rifondazione Comunista è all’opposizione del governo Monti e ripudia le politiche di sostegno alle manovre speculative e finanziarie delle maggiori banche europee e della BCE che hanno determinato la crisi attuale le cui conseguenze ricadranno sui cittadini italiani ed europei.
La manovra finanziaria che il governo italiano si appresta ad approvare in questi giorni in Parlamento è iniqua perché non tocca in maniera sostanziale i grandi redditi, i privilegi della chiesa e chi finora ha fatto il furbo; scaricando invece i costi della manovra per l’80% sui lavoratori dipendenti e sui pensionati introducendo nuove tasse, innalzando la soglia dell’età pensionabile a 70 anni, introducendo l’IMU, aumentando l’Iva e l’accise sulla benzina, tagliando fondamentali servizi e non affrontando in maniera credibile l’evasione fiscale.
Taglia inoltre fortemente i fondi destinati ai trasporti ed alla sanità pubblica, all’istruzione pubblica ed all’assistenza e non incentiva sufficientemente le imprese ad effettuare nuove assunzioni.
Noi invece diciamo forte e chiaro che la crisi non la paghiamo e che a pagare siano coloro i quali hanno sempre fatto i furbi e coloro che hanno permesso loro di farlo: chiediamo che venga fatta subito una patrimoniale sui grandi redditi (superiori al milione di euro), dimezzate del 50% le spese della casta politica parlamentare, dato un tetto massimo di € 5.000 alle pensioni , esteso l’Ici anche ai possedimenti della Chiesa non esclusivamente per scopi di culto, dimezzate le spese militari e richiamati i nostri soldati dall'estero, ed infine che si inizi con una seria ed efficace lotta all'evasione fiscale.
Per rivendicare tutti questi punti domenica 18 dicembre 2011 dalle ore 10.00 il Circolo del PRC Benedetti Michelangeli di S.Marinella allestirà un banchetto informativo in via Aurelia davanti all’Arena Lucciola presso il quale si potrà firmare la petizione popolare per richiedere l’introduzione immediata della patrimoniale per i patrimoni superiori al milione di euro.

Circolo del PRC Benedetti Michelangeli – Santa Marinella

giovedì 15 dicembre 2011

FERRERO «I COMUNISTI SONO ALL’OPPOSIZIONE DI MONTI»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«Bossi, nella disperata ricerca di rifarsi una verginità, dopo aver governato con gli amici dei camorristi e votato che Ruby fosse la nipote di Mubarak, accusa Berlusconi di governare con i comunisti. Si sbaglia. I comunisti sono all’opposizione del governo Monti, il governo dei banchieri che prosegue – purtroppo - le politiche antipopolari di Bossi e Berlusconi. I giovani non dimenticano la porcheria della Legge 30 come i pensionati non dimenticano gli scaloni di Maroni».

domenica 11 dicembre 2011

Prato del mare: storia di una truffa

Il circolo PRC–FdS “Benedetti Michelangeli” di Santa Marinella esprime soddisfazione per la mozione su Baia Serena presentata dal consigliere della lista civica “Un'altra città è possibile” Stefano Massera ed approvata all’unanimità al consiglio comunale del 30 novembre scorso, con la quale il consiglio comunale si impegna a fare il possibile affinchè il costruttore di Prato del Mare (Baia Serena Srl) rispetti ciò che fu concordato nel lontano 1991. Purtroppo, al di là degli enunciati, l’unica forma di autentica pressione che il Comune avrebbe potuto adottare su Baia Serena SrL, vale a dire la sua esclusione da ulteriori accordi con questa amministrazione fino all’adempimento dei suoi impegni pregressi, non è stata adottata.
Ricordiamo infatti che il Piano Integrato Prato del Mare prevedeva opere di urbanizzazione primaria (un depuratore, due parchi pubblici attrezzati) e secondaria (un edificio polifunzionale, un teatro all’aperto) mai realizzate dal costruttore.
Le opere di urbanizzazione primaria ricevettero il nulla osta solo da ENEL Sole e non da ATO 2. Sul collettore delle acque reflue infatti grava un’inchiesta della magistratura ed è attualmente sotto sequestro. Malgrado ciò, nel collaudo delle opere di urbanizzazione primaria previsto dalla convenzione urbanistica, avvenuto nel 2008 a cura di tecnici esterni incaricati dal Comune, si affermava che le opere erano state ultimate. Peccato che mancasse all’atto la firma del consorzio dei residenti di Prato del Mare, i quali diffidarono il Comune. Nel 2009 venne quindi effettuato un nuovo collaudo da parte dei tecnici dell’ufficio urbanistica, i quali sconfessarono quanto detto in precedenza ed ammisero che le opere di urbanizzazione primaria, comprensivo di verde attrezzato, non erano state completate né tantomeno quelle di urbanizzazione secondaria. Il Comune avrebbe quindi potuto incassare a pieno titolo la fideiussione bancaria, oppure rivalersi sui collaudatori precedenti. Nel frattempo, il 4 aprile 2011, il Comune ha ricevuto dalla banca la diffida a liberare l’imprenditore dal vincolo della polizza di fideiussione, scaduto sembra nel 2004.
Cosa fa la nostra amministrazione? Non risponde per mesi all’interrogazione su Baia Serena presentata a marzo del 2011 dalla minoranza e provvede a stipulare con lo stesso imprenditore, l’11 agosto del 2011, un secondo accordo di programma. A coloro che hanno gridato alla truffa si è risposto sciorinando le opere pubbliche che l’imprenditore, inadempiente a Prato del Mare, si appresterebbe a costruire sui terreni di Benigni.
Il nostro Comune, che vede nelle opere pubbliche una priorità e che rischia la bancarotte finanziaria, si è fatta truffare due volte: non ottenendo le opere pubbliche di cui ha un gran bisogno (ricordiamo l’insufficienza dei nostri depuratori e di quello di Prato del mare in particolare che, ogni estate, provoca sversamenti fognari a mare) e facendo scadere i termini per la riscossione della fideiussione bancaria.
L’unica carta che si sarebbe potuta realisticamente giocare per tutelare non solo i residenti di Prato del mare ma l’intera comunità era vincolare la stipula di nuovi accordi con Baia Serena SrL all’adempimento degli impegni a Prato del Mare, rimasti inevasi. Questo semplice ed elementare provvedimento, da noi caldeggiato, non è stato adottato. L’impegno preso all’unanimità dal consiglio comunale, grazie alla caparbietà dei consiglieri della lista “Un’altra città è possibile” è un riconoscimento tardivo di una serie di imperdonabili errori, che rischiano di essere reiterati nei futuri accordi di programma, a partire dalla lottizzazione Benigni.
Circolo del Prc-Fds “Benedetti Michelangeli” Santa Marinella

martedì 6 dicembre 2011

VIII CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Di seguito il documento approvato al Congresso nazionale del nostro Partito

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO


L’VIII Congresso di Rifondazione Comunista, che si è svolto a vent’anni dalla nascita della nostra impresa collettiva, approva la relazione del Segretario che considera un importante contributo ai nostri lavori, come considera positivo il dibattito che l’ha seguita.

Oggi, ancor più di ieri, possiamo dire che, se Rifondazione non esistesse, bisognerebbe inventarla. Vent’anni fa ci avevano spiegato che il capitalismo è il migliore dei mondi possibili e la fine della storia. A distanza di vent’anni vediamo che il capitalismo non è in grado di superare la propria crisi – che non è solo economica e finanziaria, ma anche ambientale e sociale -, moltiplica le guerre, mette in discussione la democrazia, radicalizza l’intreccio tra neoliberismo e patriarcato.

Oggi più di ieri l’alternativa è tra socialismo o barbarie. Oggi più di ieri serve l’impegno di riflessione e lavoro delle comuniste e dei comunisti per costruire un’alternativa di società,per quella “futura umanità” a cui abbiamo intitolato il nostro Congresso.

La risposta delle classi dominanti alla crisi segna in maniera particolarmente regressiva l’ Europa. L’Unione Europea ha incorporato nella propria Costituzione i dogmi del neoliberismo, erodendo progressivamente ciò che ha costituito la specificità del modello sociale europeo del dopoguerra, nell’intreccio tra diritti sociali e forme avanzate di democrazia.

Questa erosione progressiva ha conosciuto un vero e proprio salto di qualità dentro la crisi. Invece di rimettere in discussione le politiche che hanno prodotto la crisi, contrastando la speculazione finanziaria, redistribuendo la ricchezza, riconvertendo l’economia nel segno della sostenibilità ambientale e sociale, la risposta delle élites dominanti vede la riproposizione di quelle politiche in forma estremistica.

La riduzione a tappe accelerate di un debito pubblico che deriva dai salvataggi del sistema finanziario, la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, il neomercantilismo, producono concretamente la demolizione di ciò che resta del sistema di welfare e dei diritti del lavoro e la messa in mora della democrazia per come l’abbiamo conosciuta. Ne sono un esempio la vicenda greca ed italiana. In entrambi i casi si è usata la speculazione come “vincolo esterno” per impedire il pronunciamento democratico delle popolazioni - attraverso il referendum in Grecia e le elezioni in Italia - e per insediare governi diretta espressione delle tecnocrazie finanziarie europee.

La fine del governo Berlusconi, che abbiamo salutato positivamente, per il portato di profonda regressione sociale, civile e democratica che esso ha segnato per il nostro paese nella lunga stagione del berlusconismo, non ha visto – a differenza di quanto avevamo continuato a proporre fino alla fine – il necessario passaggio democratico delle elezioni anticipate. La responsabilità del Presidente della Repubblica, che ha operato al limite della correttezza costituzionale, e il grave errore del Partito Democratico hanno portato all’esito del governo Monti, ad un quadro che ha ed avrà pesanti effetti negativi sul piano sociale e politico.

Il governo Monti è un governo costituente. Gli inaccettabili interventi annunciati sulle pensioni, sul mercato del lavoro, sull’Iva e sull’Ici, rappresentano un nuovo micidiale attacco alle condizioni di lavoro e di vita delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e delle donne. Mentre gli scenari che si aprono sul versante delle privatizzazioni di quel che resta dell’industria pubblica, dei servizi locali, della stessa riproduzione sociale, se da un lato sono coerenti con gli interessi delle banche e del sistema industriale tedesco, dall’altro prefigurano il rilancio della sussidiarietà e degli interessi delle grandi agenzie che operano per la privatizzazione del welfare, a partire dalla Compagnia delle Opere. È un disegno costituente, in cui questo governo punterà, nella concretezza del proprio agire, a un nuovo equilibrio dei ceti dominanti, base materiale per la costruzione di un nuovo “campo” del Centro.

Questa operazione, che ha l’obiettivo di una profonda ristrutturazione del panorama sociale e politico del nostro Paese, se da un lato consente alla destra populista ed in particolar modo alla Lega Nord di rigenerarsi in vista delle prossime elezioni, è destinata, dall’altro, ad aprire una contraddizione reale tra il popolo della sinistra: tra le proprie rappresentanze sociali, a partire dalla Cgil e dagli stessi elettori del Partito Democratico.


La nostra proposta politica

Come abbiamo scritto nel documento congressuale, il nostro progetto di fondo, la nostra ragion d’essere è l’alternativa di società. Su questa strada sono indispensabili la costituzione della più ampia opposizione sociale al governo Monti, del movimento antiliberista in Italia ed in Europa e di luoghi di connessione permanente tra i diversi movimenti, ed è urgente un salto di qualità nella costruzione di un polo politico della sinistra di alternativa.

La nostra risposta alla crisi costituente, all’azione costituente del governo Monti, è l’opposizione costituente: per un diverso modello sociale, per una sinistra in grado di avere la massa critica necessaria per contrastare le politiche neoliberiste, e per il superamento del sistema bipolare-maggioritario in direzione del modello proporzionale.

Proponiamo di dare vita in gennaio agli stati generali dell’opposizione costruendo un vero e proprio fronte unitario. Proponiamo di promuovere unitariamente una manifestazione nazionale contro il governo Monti e le politiche neoliberiste dell’Unione Europea.

L’opposizione che vogliamo costruire, tiene insieme gli obiettivi di fondo di un progetto di trasformazione sociale, con la concretezza dell’individuazione, qui ed ora, delle scelte immediate, degli obiettivi praticabili.

Continuiamo ad indicare nella modifica del ruolo della BCE il primo obiettivo necessario. La BCE deve acquistare direttamente i titoli degli Stati. Solo la miopia di chi è accecato dai dogmi del neoliberismo, e più concretamente il blocco di interessi delle banche tedesche, impedisce di vedere che questa è la sola via possibile per bloccare la speculazione e la stessa deflagrazione dell’Europa, come diciamo dall’esplosione della crisi greca.

In secondo luogo diciamo no alle privatizzazioni e proponiamo un rinnovato intervento pubblico in economia, per una riconversione sociale ed ambientale del nostro modello di sviluppo, per allargare la sfera dei beni comuni a partire dalla necessità che si dia immediatamente seguito al vittorioso referendum per l’acqua pubblica e contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Proponiamo di dimezzare le spese militari, di abbandonare la realizzazione del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val Susa, di tagliare i costi della politica e di usare queste risorse per un piano per il risparmio energetico, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, il riassetto idrogeologico del territorio. Creando così almeno mezzo milione di nuovi posti di lavoro e riaprendo la strada all’obiettivo della piena e buona occupazione.

Proponiamo una patrimoniale strutturale sulle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie, che produrrebbe un gettito annuo di 20 miliardi di euro, toccando soltanto il 5% più ricco della popolazione e consentendo di reperire le risorse per il reddito sociale per i disoccupati e per diminuire le tasse sul lavoro dipendente.

Ci opponiamo a ogni nuovo intervento peggiorativo sulle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti. Per garantire prestazioni pensionistiche dignitose ai lavoratori precari e alle giovani generazioni, proponiamo invece di imporre un tetto a 5.000 euro per le pensioni dei dirigenti e per ogni cumulo pensionistico, e di affrontare le gravi iniquità del sistema previdenziale, che scarica sui fondi in attivo del lavoro dipendente, dei parasubordinati e delle prestazioni temporanee, i passivi di tutti gli altri fondi, a cominciare da quello dei dirigenti. Proponiamo di istituire un fondo pubblico presso l’Inps per la previdenza integrativa.

Sono solo poche proposte di “un’altra manovra” per indicare che un’altra strada è possibile e che non c’è nessuna neutralità e oggettività “tecnica” nelle scelte che si fanno. Per demistificare ogni processo di naturalizzazione della crisi, come delle risposte regressive delle élites dominanti.

Nella lotta di opposizione alle politiche neoliberiste della Merkel e di Monti noi proponiamo di aggregare ed unire la sinistra. La sinistra non si può unire o costruire in astratto; è nella concreta azione di opposizione che si definisce la sinistra. L’appello che rivolgiamo alle forze politiche, sociali, culturali che si oppongono oggi – o che sceglieranno di opporsi domani – al governo, è quello di dar vita ad un processo costituente che punti a ricostruire un riferimento comune a sinistra. Avanziamo questa proposta a partire dalla Federazione della Sinistra, che su questi contenuti vogliamo rilanciare con forza. E la rivolgiamo in primo luogo alle compagne ed ai compagni di SEL, alle diverse formazioni politiche esistenti, la proponiamo a tutte le compagne ed i compagni che vogliono ricominciare ad incidere sui processi di fondo del nostro Paese. La costruzione di un polo della sinistra capace di avere sufficiente massa critica, per dimensioni, capacità di progetto e iniziativa, può incidere sulle contraddizioni del PD, dell’IDV e sull’intero quadro dei rapporti politici, e influire sulla stessa durata del governo Monti. La nostra iniziativa politica, entro le dinamiche che verranno concretamente determinandosi, deciderà della nostra scelta elettorale, che oggi come ieri, è scelta tattica.

Proponiamo a tutte le forze sociali, ai comitati, alle associazioni, di dare vita ad una Costituente dei beni comuni e del lavoro. Per sconfiggere le politiche neoliberiste e costruire l’alternativa non si può attendere che questa maturi sul piano delle relazioni politiche. È necessario organizzare dal basso la lotta e la proposta, dando vita ad una vera e propria costituente sociale, che sull’esempio dei comitati che hanno promosso il vittorioso referendum sull’acqua e i servizi pubblici locali, aggreghi, in una rete di relazioni stabili, quel tessuto sociale che vuole contrastare il neoliberismo e costruire l’alternativa.

In questo contesto lavoriamo per il rilancio del Partito della Rifondazione Comunista. Sappiamo di essere insufficienti, sappiamo di essere necessari. Solo il rafforzamento di Rifondazione può permetterci di far procedere il progetto politico che abbiamo delineato, per uscire a sinistra dalla crisi. Lo facciamo in una prospettiva europea al cui centro vi è il rafforzamento del Partito della Sinistra Europea, perché l’attacco contro i lavoratori parte dalle politiche europee ed è a quel livello che dobbiamo essere in grado di rispondere, per una rifondazione democratica e sociale dell’Europa che rovesci i principi liberisti, classisti e anti-democratici dei Trattati di Maastricht e Lisbona.

Dobbiamo tradurre in pratica gli obiettivi che ci siamo dati con il documento congressuale.

Costruire un partito capace di fare una analisi critica del capitalismo oggi, per contrastare ogni naturalizzazione dei processi in atto nel senso comune di massa, per trasformare il disagio e la sofferenza sociale in soggettività conflittuale; un partito capace di avere un progetto di trasformazione, sviluppando la ricerca sulla “rifondazione comunista” che abbiamo ripreso a partire da questo Congresso, dopo il tempo della resistenza.

Un partito capace di investire su di sé attraverso la formazione e l’autoformazione, di operare per lo sviluppo delle lotte attraverso l’inchiesta e il radicamento nei luoghi di lavoro; capace di cambiare la propria pelle diventando costruttore di legame sociale, di mutualismo e autorganizzazione, per spezzare la solitudine che è condizione materiale ed esistenziale nella crisi. Sono questi i temi che dovranno essere al centro anche della prossima Conferenza di organizzazione, occasione di una riflessione complessiva sul nostro riassetto, che si deve porre l’obiettivo di valorizzare le peculiarità e le risorse dei territori.

Un partito capace di vedere i propri limiti, dando seguito all’impegno di realizzare un’inchiesta sulla propria costituzione materiale, sulla propria composizione sociale e sulla perdurante profondissima asimmetria della composizione di genere che lo segna; capace di mettere concretamente a tema il superamento del patriarcato. Anche per questo proponiamo di realizzare la Conferenza delle donne comuniste.

Un partito che valorizzi le giovani e i giovani, portatori di un nuovo drammatico intreccio tra condizione sociale e generazionale ed attori del protagonismo di massa che sta segnando in Europa e nel mondo la lotta contro il neoliberismo.

Il nostro Congresso si è svolto a partire da un documento largamente unitario. È dunque sulla base di un concreto passo in avanti che si pone oggi il tema urgente del superamento del correnti e di qualsiasi loro cristallizzazione. Come abbiamo ripetutamente affermato, questo obiettivo nulla ha a che vedere con la riduzione degli spazi di pluralismo, della dialettica tra diverse aree culturali e posizioni politiche, che è il sale della democrazia e la condizione per il pieno sviluppo delle intelligenze critiche di ognuno di noi e del nostro corpo collettivo.

Riaffermando l’assunzione delle proposte contenute nel documento congressuale, oggi chiediamo a tutte e tutti noi lo sforzo di farle vivere concretamente e quotidianamente nei nostri comportamenti, in un nuovo vincolo di reciproca fiducia e lealtà.

Approvato dall’assemblea dei delegati al’VIIIl Congresso

4.12.2011