martedì 30 novembre 2010

«Ma la fabbrica mica è nostra!»

di Federica Pitoni

Addio a Mario Monicelli, regista, intellettuale e compagno

«Come non è vostra? Chi ci lavora per più di quattordici ore al giorno tutti i giorni per tutta la vita? Chi ci butta il sangue e il sudore? E allora prendetela la fabbrica, è vostra!» Nel 1963 Mario Monicelli gira I compagni, film ambientato nella Torino di fine Ottocento. Vi prego, trovate quel film e guardatelo, o per lo meno andate a cercare il discorso dell’intellettuale – uno splendido Marcello Mastroianni – agli operai della fabbrica tessile. Guardatelo oggi.
E poi cominciate e pensare alla sua attualità. Pensate a Pomigliano. Anche per questo oggi io mi sento triste. Triste e sconvolta per la notizia della morte di Mario Monicelli. Un grande regista. Un compagno. Una mente lucida capace di scandagliare i difetti di questo nostro Paese e di farlo - cosa davvero rara e difficile - con quell’ironia che non troveremo in nessun altro cineasta italiano. La sua filmografia è gigantesca e veramente ha fatto la storia del cinema italiano. Chi non ricorda Guardie e ladri, I soliti ignoti, La grande guerra, L’armata Brancaleone, Amici miei, Il Marchese del Grillo. E ancora: La ragazza con la pistola, Romanzo popolare, Caro Michele, Speriamo che sia femmina. E Le due vite di Mattia Pascal, riduzione cinematografica dell’opera pirandelliana, con uno stupefacente Mastroianni. E poi ancora tanto, tanto altro cinema.
Ho citato solo i titoli più conosciuti e ho ricordato due dei suoi film che più amo e che forse sono molto meno ricordati: I compagni, appunto, e il Mattia Pascal. Ma nella mia mente in questo momento ci sono mille e mille fotogrammi dei suoi film: per esempio l’episodio di Boccaccio 70, un episodio che parlava di poveracci e che una miope distribuzione tagliò dalla copia del film per l’estero. Boccaccio 70 è un film a episodi del ’62. Vi lavorarono, oltre a Monicelli, Fellini (vi ricordate l’episodio del moralista Peppino De Filippo turbato dalle grazie di Anita Ekberg? Il più famoso dei quatto episodi, forse il manifesto del film), De Sica e Visconti. Bene, l’episodio di Monicelli, tratto da un racconto di Calvino, parlava di una coppia di operai alla disperata ricerca di casa. Quando la trovano, dopo mille avventure, non riescono praticamente più a vedersi a causa dei turni di lavoro che non li fanno mai incontrare.
La distribuzione italiana del film, evidentemente pensando che questo episodio che parlava di povertà avrebbe dato una brutta immagine del Paese, decise di tagliare l’episodio di Monicelli dalle copie destinate al mercato estero. La morale della favola? Ovviamente i tre colleghi autori degli altri episodi in segno di protesta non andarono al Festiva di Cannes e la cosa si seppe in tutto il mondo. E c’è un altro film, diciamo minore, certamente meno conosciuto dal grande pubblico, che mi viene in mente: Vogliamo i colonnelli. E’ una pellicola del ’73 con Ugo Tognazzi protagonista, una commedia che riecheggia in chiave ironica il tentativo di golpe Borghese del 1970. Penso che ricordare Monicelli voglia dire ricordare le sue opere.
Non c’è un modo migliore. E non credo che lui avrebbe apprezzato i fiumi di parole che riempiranno ora le pagine dei giornali. Lui che non voleva essere chiamato Maestro (i maestri stanno a scuola…). Lui che fino all’ultimo ha avuto la lucidità di richiamarci all’impegno («Viva voi, viva la vostra forza, viva la classe operaia, viva il lavoro. Dobbiamo costruire una Repubblica in cui ci sia giustizia, uguaglianza, e diritto al lavoro, che sono cose diverse dalla libertà», disse tempo fa rivolto ai giovani). Lui che parlando del suicidio del padre anni addietro disse: «La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena». Lui non avrebbe apprezzato tante parole. E allora ricordiamolo domani rivendendo un suo film. Ricordiamolo senza parole, ma con le sue immagini. Questo vuol dire ricordare un cineasta. Ciao Mario!


Dal sito www.esserecomunisti.it

ESSERE GENITORI A S. MARINELLA

Un gruppo di genitori residenti a S. Marinella ci ha chiesto di soffermarci a riflettere su ciò che il nostro paese offre ai piccoli cittadini di domani.

Cominciamo dalla scuola, che riveste un ruolo educativo fondamentale e dove i loro figli trascorrono gran parte del loro tempo: la scuola Centro è sprovvista di palestra, il cortile di cemento può essere utilizzato per giocare a pallacanestro solo se il tempo lo permette, i bagni sono in cattivissimo stato, i locali della mensa (adattati in classi seminterrate) sono angusti ed umide.

Alla scuola Pirgus in novembre è caduto un pannello dal soffitto per infiltrazioni nel locale della mensa, il quale era stato edificato in luglio.

La classe primavera (destinata a chi non è stato ammesso alla materna) è stata ricavata presso i locali al pian terreno dell’asilo nido in via Perugia, dove numerosi bambini sono stipati in pochi metri quadri di un locale dai soffitti bassi e poco illuminato.

Questa la triste realtà delle scuole dell’infanzia a S. Marinella.

I genitori aggiungono che le politiche per l’infanzia sono totalmente assenti nel Comune, che delega ai privati la gestione di servizi (centri estivi, parchi pubblici…) fruibili solo a pagamento.

Il parco Kennedy, ad esempio, è gestito da privati e manca completamente la supervisione ed il controllo comunale circa lo stato degli arredi. La parte a pagamento viene sempre rinnovata e quella pubblica quasi dimenticata: le altalene vanno riparate da anni, i giochi sono numericamente insufficienti per soddisfare l’utenza che in primavera-estate vi si riversa numerosa, in quanto il parco Kennedy rimane l’unico spazio fruibile.

Green park, e parco Maiorca versano in uno stato di abbandono e di degrado: i giochi sono lasciati cadere a pezzi per la scarsa manutenzione .

È qui, si domandano i genitori, che dovrebbero crescere i nostri figli, giocare, socializzare? Eppure basterebbe un po’ di manutenzione ordinaria per fare di questi bei parchi il vanto della città.

Indignazione e rabbia crescono nei cuori delle mamme e dei papà verso chi sembra non vedere e non investire sui suoi futuri cittadini.

Il Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”

giovedì 25 novembre 2010

CHIUSURA UFFICI VIA DELLA LIBERTA’: DISSERVIZI ED INCOGNITE

Gli uffici comunali di Via della Libertà sono chiusi da una settimana. I dipendenti comunali hanno ricevuto l’ordine di servizio relativo al trasferimento solo un giorno prima della chiusura (avvenuta il 18 novembre). E’ chiaro che il personale, con così stretto preavviso, non ha potuto provvedere al trasferimento della documentazione e all’organizzazione dei nuovi uffici. I servizi sociali sono tornati a Via Garibaldi dopo neanche un anno, mentre l’ufficio tributi e l’anagrafe sono stati trasferiti nella sede di Lungomare Marconi ma non tutti i loro archivi; ne consegue che qualsiasi pratica (carte d’identità,certificati,documenti....) è ferma da una settimana.

Molti sono i dubbi su questo raffazzonato modo di procedere dei nostri amministratori: non sapevano che lo sgombero di Via della Libertà fosse imminente? Eppure le segnalazioni di pericoli per la sede dell'anagrafe risalgono al 2009.

Possono servizi fondamentali per i cittadini, come il rilascio di certificati, subire una sospensione prolungata senza commettere illecito?

Come mai nessuno ha preventivato investimenti per ristrutturare la palazzina, di proprietà comunale? Eppure sembrava che la giunta fosse disposta a spendere quasi 200.000 euro l’anno senza la minima esitazione per trasferire la sede comunale a Valdambrini.

Come si può pensare di riorganizzare efficientemente un servizio da un giorno all’altro? Qualcuno ha verificato se la nuova sede a Capolinaro sia idonea ad ospitare l’anagrafe e gli altri uffici? O si corre nuovamente il rischio di un obbligo di sgombero?

Per finire: che fine ha fatto la balzana idea di trasferire gli uffici comunali a Valdambrini? Ci si è forse accorti che la cifra che andava sborsata a TREDDI per gli affitti era improponibile? Nessuno lo ha ammesso : l’opposizione aveva ragione, ma i fatti lo hanno comunque dimostrato.

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli

mercoledì 24 novembre 2010

Ciocchetti e la monocultura del mattone

Mercoledì 17 novembre si è tenuta all’hotel “Le Najadi” di S. Marinella un’assemblea pubblica organizzata dall'UDC di S. Marinella. Tra i relatori Massimiliano Fronti e Mauro Trebiani, padroni di casa, l'On. Luciano Ciocchetti, in qualità di ospite d’onore, l'ing. Fiorini, il quale ha illustrato una delle più grosse lottizzazioni programmate sul nostro territorio alla Quartaccia. L’assemblea è stata dedicata al “Piano casa” della Giunta Polverini, attualmente al vaglio delle varie commissioni urbanistiche ed ambientali. I relatori hanno parlato della difficile situazione in cui vive il territorio di S. Marinella e delle difficoltà normative ed urbanistiche che lo sviluppo edilizio incontra in una prospettiva rovesciata, secondo la quale l'ambiente e un'urbanizzazione non invasiva sarebbero ostacoli e non opportunità (i famosi “lacci e lacciuoli”). I comuni denominatori di tutti gli interventi - tra questi quello di Ciocchetti si è davvero contraddistinto -sono stati l’economia basata sull’edilizia “condonata” e l'ipotesi di ridurre l'abusivismo liberalizzandolo. Si strumentalizzano le decine di richieste di condoni edilizi riguardanti piccoli e singoli casali e magazzini agricoli per giustificare la cementificazione delle ultime aree verdi presenti nei territori della Regione Lazio. Il pubblico ha ascoltato, non senza sconcerto, questa sorta di kermesse elettorale stile “le mani sulla città”.

Ciocchetti aveva già presentato la sua linea nell’audizione in commissione urbanistica regionale in assenza dell’assessore alla casa. Lo affermano Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, capogruppo e consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, i quali condividono il fuoco di sbarramento partito da tutte le associazioni e i comitati interpellati durante la seduta (dal Movimento per il diritto all’abitare a Legambiente al WWF) contro il progetto presentato dalla Giunta Polverini.

Il piano edilizio regionale, così come è stato presentato, serve solo a favorire i soliti costruttori. Nel suo dispositivo questa proposta cancella l’edilizia popolare, non prevede l’impatto di nuove densità edilizie sulla vivibilità dei territori, non tutela in alcun modo la piccola proprietà. Peduzzi e Nobile promuoveranno in tutta l’opposizione il recepimento degli emendamenti proposti da associazioni, comitati e movimenti.

Né il terremoto dell'Aquila né il dissesto idrogeologico di mezza Italia sembrano capaci di fermare le decisioni scellerate che il governo Berlusconi porta avanti, e che la solerte Polverini si appresta a ratificare. Il Piano casa di Berlusconi atterra nel Lazio e precipita su S. Marinella, territorio già martoriato dalla speculazione, grazie all’UDC ed ai suoi rappresentanti.

Circolo del PRC si S. Marinella "Benedetti Michelangeli"

giovedì 11 novembre 2010

INCONTRO DEI LAVORATORI RI.REI CON IL CONSIGLIERE REGIONALE PEDUZZI

Lunedì 15 novembre 2010, alle ore 14.30 presso la sede del Corcolo del PRC (Via A, Volta, n. 1) è convocata un'assemblea con i lavoratori della Ri.Rei, i familiari degli ospiti del Centro Boggi, i rappresentatti dell CGIL ed Ivano Peduzzi, consigliere d'opposizione del PRC e capogruppo della Federazione della Sinistra. Il consigliere Peduzzi comunicherà ai presenti le novità politiche, maturate nelle ultime due settimane, sulla nota vicenda. Con l'appuntamento il Circolo intende onorare l'impegno preso con lavoratori e famiglie ed invita cittadini ed interessati a partecipare.

Circolo del PRC

mercoledì 10 novembre 2010

GLI IMPEGNI DI PEDUZZI (FdS) E CGIL SULLA QUESTIONE RI.REI

Giovedì 28 ottobre, alle ore 14.30, presso la sede del Circolo del PRC di S. Marinella, si è tenuta un’assemblea pubblica dei lavoratori Ri.Rei del Centro Boggi con il Responsabile Sanità funzione pubblica di Civitavecchia della CGIL, la Responsabile Sanità privata Roma ovest della CGIL, il Segretario generale della Camera del Lavoro di Civitavecchia e con il Consigliere regionale e Capogruppo della Federazione della Sinistra Ivano Peduzzi.

L’atmosfera dell’assemblea si è fatta subito rovente data la rabbia e la delusione dei dipendenti del consorzio, quasi tutti in cassa integrazione oppure oberati da un carico di lavoro disumano. I lavoratori hanno lamentato la latitanza del sindacato sia sui licenziamenti (ben 167 su 550 dipendenti) che sulla mancata attivazione dei corsi di riqualificazione, previsti dall'accordo firmato da sindacati e Ri.Rei..

Essi hanno denunciato una carenza di personale tale da rendere il rapporto tra operatori e utenza (persone non autosufficienti, cronici ed autistici) abbondantemente fuori norma, evidenziando che la situazione è peggiorata drasticamente per loro, ma soprattutto per gli utenti verso i quali dimostrano un forte attaccamento.

La CGIL ha imputato la responsabilità del mancato rispetto dell’accordo alla politica regionale rivendicando la richiesta, rimasta lettera morta, da parte della CGIL di una perizia da parte della ASL, in modo che la Regione innalzasse gli standard numerici del personale da impiegare.

Il Consigliere Peduzzi ha rivendicato l’uscita del PRC dalla giunta Marrazzo anche in conseguenza della gestione fallimentare di “Anni verdi”. Da allora e negli ultimi due anni si deve registrare l’inefficienza del consorzio Ri.Rei (nato da una collaborazione tra la Lega delle Cooperative e Comunione e Liberazione). Né Regione Lazio né la ASL sembrano infatti essere in grado di effettuare controlli su come vengano utilizzati i finanziamenti regionali, mentre gestioni privatistiche continuano a speculare alle spalle di utenza e operatori. Per questo la Federazione della Sinistra era ed è favorevole ad un passaggio della struttura alla gestione diretta della ASL, meno dispendiosa e più efficiente.

Ma anche se l’accordo stipulato tra le parti non va in quella direzione, a parere di Peduzzi esso costituisce la base su cui rinnovare l’impegno della giunta Polverini.

Contemporaneamente all’assemblea stava avendo luogo un tavolo sindacati-Regione sulla sanità del Lazio. I sindacati nel Lazio sono unitariamente convinti che il risanamento economico non possa avvenire cancellando una struttura sanitaria dietro l’altra, licenziando personale in massa, innalzando sia i tickets che l’IRPEF. Una mobilitazione sindacale unitaria deve pretendere il rispetto dell’accordo in vigore. Il Consigliere Peduzzi si è quindi impegnato a chiedere un’audizione da parte della Commissione Sanità del Consiglio Regionale sulla questione Ri.Rei alla presenza del sindacato. Quella potrebbe essere la sede per decidere una ricognizione dell’utenza del Centro Boggi, impropriamente definito “struttura riabilitativa”.

Peduzzi ed i rappresentanti sindacali si sono impegnati con il lavoratori per un aggiornamento sulla situazione il 15 novembre. Per quanto riguarda il circolo territoriale del PRC, l’impegno è quello contribuire a tenere accesi i riflettori su una delle più importanti strutture sanitarie nel nostro territorio comunale, nonché tra i suoi più importanti serbatoi occupazionali.

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli” di S. Marinella

Peduzzi-Nobile (FdS): “Fuoco di sbarramento delle associazioni contro il piano casa”

“Questa mattina si è svolta l’audizione della commissione urbanistica alla presenza dell’assessore competente e in assenza dell’assessore alla casa. Assenza che, neanche tanto simbolicamente, testimonia quanto il piano presentato da Ciocchetti non prenda in minima considerazione il tema della casa e del diritto all’abitare”. Lo affermano in una nota congiunta Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, capogruppo e consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio.

“Non possiamo che condividere –continuano- il fuoco di sbarramento partito da tutte le associazioni e i comitati interpellati durante la seduta, dal Movimento per il diritto all’abitare a Legambiente al WWF, contro il progetto presentato dalla Giunta Polverini”.

“Questo piano, infatti, con le parole rimanda alla questione dell’emergenza abitativa –proseguono i consiglieri- ma nei fatti si presenta come un piano edilizio che serve solo a favorire i soliti costruttori. Nel suo dispositivo, questa proposta cancella l’edilizia popolare, non prevede l’impatto di nuove densità edilizie sulla vivibilità dei territori, non tutela in alcun modo la piccola proprietà”.

“Noi –concludono Peduzzi e Nobile- ci faremo promotori verso tutta l’opposizione di recepire gli emendamenti proposti da associazioni, comitati e movimenti, in quanto questa proposta di legge va respinta. Occorre costruire un percorso, in questa legislatura, che porti all’approvazione di un testo che realmente tuteli il diritto all’abitare ed il territorio”.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

http://www.federazionesinistralazio.it/

lunedì 8 novembre 2010

Risposta del PRC all'Avv. D'Amelio

Egregio Avvocato,

nella Sua lettera aperta a noi indirizzata ("La Voce", 26 ottobre 2010), Lei ci accusa di dire falsità ed afferma che il bene demaniale “porto” è regolato dal Codice della Navigazione mentre al Comune competerebbe solo l’aspetto urbanistico. A suo modo di vedere sarebbe stato proprio il Ministero dei Trasporti ad assegnare l’ampliamento della struttura alla Porto Romano Spa, “visto che la Cosvitur e l’Impregilo, per vari motivi, vennero meno”.

Noi contestiamo l’attuale accordo di programma proprio dal punto di vista urbanistico, assimilandolo ad una speculazione cementificatoria della costa. Contestiamo la forma dell’accordo di programma e la trattativa privata, che azzera gli accordi precedenti e dà vita ad una nuova concessione, senza ricorrere a gara pubblica.

Per quanto concerne la concessione demaniale, regolata a suo dire dal Ministero dei Trasporti, si dovette scomodare addirittura Dini con un Decreto Ministeriale (1997) per garantirla all’allora Società Porto Odescalchi, strappando la competenza alla Regione Lazio. Tutti i ricorsi che Lei cita, al TAR (novembre 2007) e al Consiglio di Stato (gennaio 2008), furono favorevoli alla Porto Romano con la motivazione che “il Comune non poteva sostituirsi alla Regione” nella competenza sul porto “mai rivendicata dalla Regione stessa”, mentre il ricorso dei consiglieri Bucciarelli e Dominici, all’opposizione della giunta Bordicchia, fu respinto con l’obiezione che consiglieri d’opposizione non avrebbero potuto appellarsi al TAR.

Come si può vedere nessun ricorso è stato respinto nel merito ma solo nella forma; per questo riteniamo che anche la concessione demaniale alla Porto Romano sia illegittima.

Lei stesso ammette che tutte le giunte, praticamente di ogni colore (da Ricci a Tidei, passando per Bordicchia), hanno impugnato la Concessione. Ciò dovrebbe indurLa a pensare che i cittadini di S. Marinella questa espansione non la vogliono, né gradiscono l’autoritaria gestione della Porto Romano (la quale chiude le sbarre a suo piacimento, vieta i parcheggi ai bagnanti, le manifestazioni, i mercatini...).

Lei ha trovato nell’assessore Venanzo Bianchi e nella giunta Bacheca un incondizionato appoggio, riuscendo ad ottenere l’insperato: la concessione perpetua della vecchia darsena, un bene di milioni di euro. Lei sarà sicuramente al corrente che i consiglieri d’opposizione, che rappresentano quasi il 70% degli elettori, intendono ricorrere in proposito alla Corte dei Conti per danno erariale.

Lei sorvola infine sugli aspetti paesaggistici, idrogeologici, urbanistici, ambientali… dove, immaginiamo, non sappia cosa dire.

Lei afferma di volerci incontrare nella nostra sede e noi saremmo davvero ben lieti di averLa con noi. Che ne dice se invitassimo al nostro incontro anche qualche cittadino e qualche rappresentante delle istituzioni, sia di maggioranza che di opposizione?

Forse così la questione potrebbe tornare a quel pubblico confronto al quale l’attuale maggioranza l’ha sottratta.

I “soci” del Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”

Gli impegni di Peduzzi (FDS) e CGIL sulla Ri.Rei.

Giovedì 28 ottobre, alle ore 14.30, presso la sede del Circolo del PRC di S. Marinella, si è tenuta un’assemblea pubblica dei lavoratori Ri.Rei del Centro Boggi con il Responsabile Sanità funzione pubblica di Civitavecchia della CGIL, la Responsabile Sanità privata Roma ovest della CGIL, il Segretario generale della Camera del Lavoro di Civitavecchia e con il Consigliere regionale e Capogruppo della Federazione della Sinistra Ivano Peduzzi.

L’atmosfera dell’assemblea si è fatta subito rovente data la rabbia e la delusione dei dipendenti del consorzio, quasi tutti in cassa integrazione oppure oberati da un carico di lavoro disumano. I lavoratori hanno lamentato la latitanza del sindacato sia sui licenziamenti (ben 167 su 550 dipendenti) che sulla mancata attivazione dei corsi di riqualificazione, previsti dall'accordo firmato da sindacati e Ri.Rei..

Essi hanno denunciato una carenza di personale tale da rendere il rapporto tra operatori e utenza (persone non autosufficienti, cronici ed autistici) abbondantemente fuori norma, evidenziando che la situazione è peggiorata drasticamente per loro, ma soprattutto per gli utenti verso i quali dimostrano un forte attaccamento.

La CGIL ha imputato la responsabilità del mancato rispetto dell’accordo alla politica regionale rivendicando la richiesta, rimasta lettera morta, da parte della CGIL di una perizia da parte della ASL, in modo che la Regione innalzasse gli standard numerici del personale da impiegare.

Il Consigliere Peduzzi ha rivendicato l’uscita del PRC dalla giunta Marrazzo anche in conseguenza della gestione fallimentare di “Anni verdi”. Da allora e negli ultimi due anni si deve registrare l’inefficienza del consorzio Ri.Rei (nato da una collaborazione tra la Lega delle Cooperative e Comunione e Liberazione). Né Regione Lazio né la ASL sembrano infatti essere in grado di effettuare controlli su come vengano utilizzati i finanziamenti regionali, mentre gestioni privatistiche continuano a speculare alle spalle di utenza e operatori. Per questo la Federazione della Sinistra era ed è favorevole ad un passaggio della struttura alla gestione diretta della ASL, meno dispendiosa e più efficiente.

Ma anche se l’accordo stipulato tra le parti non va in quella direzione, a parere di Peduzzi esso costituisce la base su cui rinnovare l’impegno della giunta Polverini.

Contemporaneamente all’assemblea stava avendo luogo un tavolo sindacati-Regione sulla sanità del Lazio. I sindacati nel Lazio sono unitariamente convinti che il risanamento economico non possa avvenire cancellando una struttura sanitaria dietro l’altra, licenziando personale in massa, innalzando sia i tickets che l’IRPEF. Una mobilitazione sindacale unitaria deve pretendere il rispetto dell’accordo in vigore. Il Consigliere Peduzzi si è quindi impegnato a chiedere un’audizione da parte della Commissione Sanità del Consiglio Regionale sulla questione Ri.Rei alla presenza del sindacato. Quella potrebbe essere la sede per decidere una ricognizione dell’utenza del Centro Boggi, impropriamente definito “struttura riabilitativa”.

Peduzzi ed i rappresentanti sindacali si sono impegnati con il lavoratori per un aggiornamento sulla situazione il 15 novembre. Per quanto riguarda il circolo territoriale del PRC, l’impegno è quello contribuire a tenere accesi i riflettori su una delle più importanti strutture sanitarie nel nostro territorio comunale, nonché tra i suoi più importanti serbatoi occupazionali.

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli” di S. Marinella