sabato 22 dicembre 2007

Via Lazio e i muri feriti

I comunistacci di Rifondazione sono svegli anche sotto natale e invece delle ciance sul toto sindaco evidenziano un paio di problemini che i profeti della grande politica non riescono a vedere dall'alto dei loro scranni, intenti come sono a parlare di cose "alte" (ossia quanti piani per ogni palazzina):

Dopo aver gridato Via Tidei da Santa Marinella ... adesso Via Lazio ce lo ricorda

Tra gli "effetti collaterali" dei lavori per la costruzione del centro commerciale a Valdambrini ne dobbiamo segnalare un altro comunicatoci dagli abitanti del rione stesso.
Infatti a causa del passaggio ininterrotto per mesi di autocarri carichi di terra che provenivano dal sito in questione, dove i lavori proseguono nonostante la contrarietà della Regione Lazio che ancora attende la valutazione di impatto ambientale, la sede stradale di Via Lazio risulta impercorribile nel primo tratto con il cedimento della carreggiata e della banchina.
Ora chi pagherà per il ripristino della strada?
Al privato i benefici e al pubblico i costi, un altro regalo postumo alla cittadinanza dell'ex giunta dell'ex tutto Avv. Tidei.
Rifondazione chiede che la strada sia ripristinata dalla ditta che sta eseguendo i lavori e chiede all'amministrazione di intervenire per bloccare i lavori sul centro commerciale fino a quando non saranno presentati alla Regione i documenti necessari.


Al muro i fasci

Il circolo Prc di Santa Marinella invita il Commissario Prefettizio Dott. Gianni a provvedere quanto prima, meglio ancora se immediatamente, a far cancellare dai muri della nostra cittadina tutte le scritte razziste e xenofobe che ci fanno vergognare di essere concittadini degli autori di tale scempio.

Nel caso il nostro invito non fosse recepito, provvederemo quanto prima noi stessi a ripulire la nostra città dalle espressioni di questi personaggi nazifascisti sconfitti dalla storia e dalla nostra civiltà.

Cordiali saluti.


venerdì 21 dicembre 2007

Giovanni insiste, e resiste

I complici dell'ex sindaco si stanno muovendo.
Sono alcuni personaggi e alcune famiglie che hanno avuto un occhio di privilegio dalla precedente amministrazione, alcuni faccendieri legati all'edilizia e ad altre iniziative connotate da interessi specifici. Cercano di renderlo di nuovo spendibile sul territorio evocando le mirabilie realizzate e descrivendo Santa Marinella come la “Città dei Cittadini”. Ma il cittadino medio di santa marinella, per quanto tradizionalmente poco interessato alla politica, non è stupido. La prepotenza e la volgarità del soggetto ha definitivamente interrotto il primo illusorio afflato e il rammarico di averlo votato, per i cittadini, si è ormai tradotto in vero e proprio rifiuto del soggetto. E allora bisogna stare ancora più attenti perché il Nostro, non sentendosi più amato, sta costringendo alcuni suoi soci a realizzare liste civetta per abbassare il quorum e poter vincere con pochi voti. Sappiamo chi e perché è interessato a reinsediare chi, invece, la città ha mandato rumorosamente a casa.
Volenti o nolenti dovremmo sopportarlo ancora?
L’appello che rivolgo ai miei concittadini punta sul non ripetere l’orrore. Occhio alle liste, occhio a chi si presenta, quali interessi porta, quale onestà gli si possa riconoscere e soprattutto accertarsi che il votato non faccia della politica il suo commercio.

Giovanni Dani

mercoledì 19 dicembre 2007

Amarcord... quelle feste de l'Unità

di Pilade Cantini

su www.esserecomunisti.it

Sono praticamente cresciuto nelle feste de L’Unità. Una trentina d’anni fa, nel mio comune, su diciotto frazioni si organizzavano diciassette feste; tante quante le sezioni del Pci. E il mio babbo non se ne voleva perdere nemmeno una, anche perché lì pareva conoscere tutti e a tutti si permetteva di dare del “tu”, con estrema confidenza.
“Ma quante persone conosce babbo?”, domandavo sempre con orgoglio e stupore.
“Non li conosce mica! Ma se son qui è come se fossero i suoi migliori amici…”, mi rispondeva ogni volta la mia mamma con impareggiabile efficacia.
Ogni festa era uguale a quella precedentemente visitata e questo mi dava sempre una gran sicurezza.
In ogni festa de L’Unità c’erano gli stessi personaggi: alla cassa un signore solitamente magro, un po’ stempiato ma ben pettinato, con una camicia stirata e chiara tutt’al più rigata da tinte pastello; al braciere, ad arrostire pezzature varie di manzo e di maiale, un paio d’omoni corpulenti, rigorosamente con i baffi folti e la canottiera aderente; in cucina, a tramestare tra i tegami, tante massaie attempate che somigliavano tutte alle mie nonne e ciò dava ampie garanzie sulla qualità delle pietanze in preparazione; la voce degli altoparlanti pareva sempre la stessa, dizione autorevole e scandita propria del sindacalista consumato e tono leggermente arrotato dal quotidiano pacchetto di Marlboro.
In ogni festa, anche nella più sperduta frazione collinare, c’era sempre una cameriera bellina, una principessina gentile e dolce, che guardavo ingenuamente fissandola negli occhi chiari o nelle guance sporgenti, non essendo ancora in grado di fantasticare intorno ai suoi fianchi, resi ancor più pronunciati da un grembiule allacciato ben stretto.
In ogni festa de L’Unità si distinguevano per eleganza gli “attaccatori di coccarde”, spesso una coppia giovane, che girava guardinga tra gli stand con un cestello e un mazzo di adesivi marchiati da una grande “U” bianca su campo rosso; e si notava per vigore oratorio il compagno che stava alla ruota, a far girare i numeri della roulette proletaria e a dispensarti, quando usciva il tuo di numerini, salami, spalle, chili d’olio o addirittura biciclette fiammanti; si notava meno, perché silenziosa e piena di pensieri, la ragazza che gestiva la libreria, rigorosamente senza trucco, con i pantaloni larghi e i capelli lunghi e lisci, divisi sulla testa da una riga centrale. La compagna libraia aveva la capacità di stare zitta e seduta anche due o tre ore di seguito e perfino quando ti aggiravi tra i volumi, cambiando loro disposizione e ordine, lei continuava la lettura di un impegnativo testo dell’Einaudi; raramente ti accennava un sorriso ma allora capivi che anche lei sarebbe potuta essere bella come la cameriera dal grembiule stretto.
In ogni festa si aggirava sempre il Segretario di Federazione, lo si ricosceva dagli occhiali spessi e dal borsetto sulla spalla sinistra, che poteva portare tranquillamente, in quanto Segretario, senza rischiare battutine sull’evidente effeminatezza che quell’accessorio in pelle conferiva; e spesso, col dirigente occhialuto, camminava in qua e il là il senatore di turno o il compagno giornalista venuto dalla sede Rai di Firenze che di lì a poco avrebbe fatto il comizio.
In ogni festa de L’Unità, dopo il comizio, un’orchestra di ballo liscio apriva sempre le danze con Bandiera rossa, che senza quell’incipit il cachet se lo scordava, ma talvolta poteva capitare di trovare sul palco un giovane buffo e scalmanato, dalla lingua volgare e maligna al contrario del suo cognome: Benigni.
Ogni festa era davvero una festa per me, perché la mia mamma mi lasciava girovagare da solo, tra cespugli, bandiere e odore di salsicce arrostite. E io andavo libero, perché in ogni festa anche i ragazzi più grandi, anche quelli grandissimi di quattordici o quindici anni, che alla Casa del Popolo mi ignoravano e andavano sempre dietro alla pista di pattinaggio senza invitarmi, lì mi sorridevano o mi facevano una battuta complice sull’odiatissima Juventus; e allora mi sentivo il re del mondo, protetto da tutti, e libero anche di perdere l’orientamento, che tanto una mano forte e callosa mi avrebbe riportato nella giusta direzione.
In ogni festa poi, quando la luna era alta e cadeva il sereno e il clima si faceva più umido, mentre i più romantici si appartavano ad ammirare le stelle e più avvinazzati annunciavano alla notte l’imminente arrivo del socialismo, mi ritrovavo stanco e infreddolito e subito, come per magia, una bella maglia di cotone caldo calava ad avvolgermi le spalle. Io pensavo al bel gesto dell’omone coi baffi del braciere, che lui era invincibile ad ogni temperatura, e invece mi accorgevo che era stato il cassiere stempiato, perché nelle feste dell’Unità, un tempo, erano molto generose anche le persone magre.

martedì 18 dicembre 2007

La posizione del Partito (comunista)

Alcuni interventi pubblicati sulla stampa o su blog locali, mi costringono a dire la mia. In effetti le chiacchiere denotano l’esigenza elettorale di alcuni personaggi che ricominciano a blandire presunzione e fandonie per ammaliare il povero cittadino disinformato. Cerchiamo di far luce su alcune questioni che negli ultimi giorni hanno interessato la nostra comunità.

VERDE PUBBLICO
Leggere il comunicato del 2005 sul blog Perlatirreno del vicesindaco decaduto da la misura della presunzione che ha caratterizzato l’attività amministrativa miseramente conclusa.
Parla di verde l’ex dell’ex, peccato che tutto quell’interesse durante i due anni di malagestione Tidei sono costati alla nostra cittadina più di 400 alberi d’alto fusto. 400!
E oggi? andate a vedere gli alberi tagliati nella zona di caspolinaro: uno scempio. Il nuovo regolamento del verde vieta la capitozzatura, eppure gli alberi di santa marinella vengono potati con modalità che tutto hanno tranne che la tutela delle alberature.
Però abbiamo dato in gestione a privati alcune aree verdi (orgoglio del nostro ex) rispondendo così più alla propria incapacità di gestirle che all’esigenza di tutelarle.
AMA e i suoi lavoratori.
L’AMA è inadempiente rispetto al contratto che lega la Società ed il Comune su una serie di servizi tra cui la spazzatura delle strade, la pulizia dei cassonetti, l’utilizzo di mezzi non idonei, ecc..
Non solo già dal 2003 la ASL e l’ispettorato del lavoro denunciavano gravi inosservanze delle normative sulla sicurezza del lavoro. I lavoratori sono costretti a non potersi cambiare eludendo una delle regole più importanti per la igiene e la sanità dei lavoratori e delle loro famiglie. Gli spogliatoi non sono a norma, i bagni non sono a norma, la società non provvede come di legge a lavare e disinfettare le divise da lavoro costringendo gli stessi operai a portarsele a casa (è vietato dalle norme sanitarie sulla sicurezza dei lavoratori e della sanità pubblica), i mezzi non solo non sono conformi a quanto dettato dal contratto ma hanno delle disfunzioni che mettono a repentaglio la vita dei lavoratori (sistemi di carico dei cassonetti rotti, sistemi acustici non funzionanti, ecc.). Non solo, il piazzale dove lavorano viene spesso livellato con il materiale di risulta della depurazione, che è a disposizione in quanto i fanghi di risulta sono accumulati e abbandonati nei pressi del depuratore.
E dopo di ché si è scesi a compromessi con l’AMA e gli abbiamo assegnato anche l’incarico della differenziata (che per l’AMA è un concetto astratto vista la “promiscuità” con cui spesso vengono trattati i rifiuti di S.Marinella) e anche il prossimo avvio della raccolta porta a porta della Provincia verrà assegnata all’AMA. Che tra le parti ci sia stato un do ut des?
Anche il Commissario Gianni, pur avendo ricevuto una lettera da parte del Prefetto che, vista la gravità delle inadempienze, lo invitava ad incontrare i rappresentanti sindacali, non ha provveduto ad affrontare l’argomento! Perché?
Nessun accordo tra le parti oltre il contratto di servizio. Prima di tutto la sicurezza dei lavoratori.
Facciamo rispettare i propri specifici ruoli.
Pretendiamo il lavoro a regola “d’arte”.
I fatti si fanno solo facendo rispettare le regole.
E poi questa multiservizi? sempre più umiliata, non doveva diventare un esempio imprenditoriale significativo sul territorio? Nessun servizio si è aggiunto solo gli oneri per il suo socio unico, il Sindaco, cioè noi. Precarietà che vive sulle promesse del signor potente di turno.

Parco degli Etruschi
L’idea del Parco degli Etruschi credo sia una naturale evoluzione di un’area ormai ad alta vocazione didattica e culturale ma si dimentica che esiste una proposta dei Verdi e di Rifondazione Comunista che intendeva tutelare tutta l’area residua ad alto interesse ambientale, che va dal Castello al confine con il comune di Cerveteri, con l’istituzione di un grande Parco Archeonaturalistico che potesse unire l’alta naturalità ed importanza ornitologica della Riserva Regionale di Macchiatonda con l’area archeologica di Pirgy e con un’area di rispetto marina prospiciente per le attività di educazione ambientale marina e di archeologia subacquea. Tale proposta, che permetterebbe di sviluppare tutta l’area secondo principi di sostenibilità e compatibilità ambientale, accettata come possibilità dalla Regione, fu rifiutata dal Sindaco per un non meglio precisato parco realizzato da americani!!??!!
Sarebbe bene puntare alla conservazione dell’ultimo tratto di costa salvato dalla speculazione edilizia, invece come previsto dal PUA approvato dalla precedente amministrazione, si prevede di trasformare la duna costiera in parcheggi e la spiaggia in stabilimenti balneari.
Se vogliamo realmente amministrare abbiamo bisogno di quegli strumenti di pianificazione che non ci sono e non si vogliono fare. Come il PRG a cui stanno lavorando i tecnici dal 1989 !!!!! A questo punto è logico che sono i costruttori e la loro lobby a non volerlo e ovviamente i loro politici di riferimento. Rifondazione, ha presentato una proposta ai Verdi, Sinistra Democratica e i Comunisti Italiani che spero possa essere ripresa anche dal programma elettorale del Tavolo del Lunedì, a cui Rifondazione vuole comunque far riferimento come unica novità di laboratorio politico nello sterile orizzonte santamarinellese:
una volta insediata, la nuova Amministrazione provvederà al blocco totale delle licenze edilizie fino ad approvazione, almeno in Consiglio, del nuovo PRG (per far scattare le norme di salvaguardia). Sono convinto che in quel caso tutti si adopererebbero affinché il Piano Regolatore Generale venisse presentato e approvato il prima possibile.
Le MULTE
Tidei si inventa la trappola e poi la fa diventare argomento elettorale invitando i cittadini a non pagare le contravvenzioni che però vanno pagate in maniera coatta e doppia ad una società che lui stesso ha incaricato. Il danno è fatto e ne paghiamo le conseguenze.
Ora ci casca solo il distratto.
La proposta quindi è di non far pagare la sovratassa a chi è incorso nella contravvenzione e non ha pagato nei giorni utili e di scrivere sopra la macchinetta “autovelox” e dipingerla a strisce rosse e bianche in modo da coprire il verde usato per meglio mimetizzarlo.
Si amministra per i cittadini con i cittadini e non contro i cittadini.
Se ci sono problemi di bilancio si fanno risparmi non trappole.

Giovanni Dani
Partito della Rifondazione Comunista

martedì 11 dicembre 2007

Working out

Se lavora e se fatica....
Per rimanere uccisi in una fabbrica in dismissione, con turni usuranti per davvero, straordinario a palla, misure di sicurezza farsesche.
E si che stiamo parlando di un colosso industriale, la Thyessen-Krupp, figuratevi che succede nelle piccole aziende artigianali, nei cantieri edili, ecc. ecc.
Gli operai cascano come le pigne, anche ieri e l'altro ieri, ma non hanno fatto notizia. C'era già la fabbrica torinese al centro dell'attenzione perché era impossibile da nascondere, perché i morti bruciati fanno tanto film.
Ricordiamoli tutti:
IERI:
operaio FS travolto dal treno
artigiano di fuochi artificiali in esplosione;
SEMPRE:
operaio travolto da un tubo caduto da 70 metri
muratore cade da impalcatura
carrellista travolto da mezzo di lavoro
carabiniere/poliziotto ucciso in sparatoria
prostituta derubata e sgozzata
ecc.ecc.
Il Lavoro Uccide non solo lentamente.
La Sinistra Unita non fa un cazzo.
Belle Parole, belle festa, fatti zero.
Prodi Vaffanculo.
Definitivamente

martedì 4 dicembre 2007

Il fattone T.

Fino ad ora i lungimiranti esponenti del centrosinistra santamarinellese ci hanno schiacciato l'ego comunista dietro lo spauracchio socialfascista rappresentato dal fattore T.
Quindi niente redistribuzione delle ricchezze perché il fattore T. sfrutterebbe l'iconoclastia antiproprietàprivatesca di questa affermazione quantomai estremistica...
Niente falce e martello (che invece spopola con ben 17 voti tra i nostri numerosissimi lettori. ndr) perché spaventerebbe a morte tutti i democristi che non pagano tasse, abusano d'ufficio in ufficio da secoli, chiedono favori piuttosto che diritti, ecc.ecc.
Niente parola "sinistra" perché escluderemmo qualche fascista che in fondo in fondo è di sinistra e non lo sa (mentre noi lo sappiamo), e poi pure i fattore T. è di sinistra (oltre che di destra, di centro e di centrodestrasinistra).
Niente di niente, un riepilogo in scala ridotta del Governo Confindustria-Ratzinger in cui qualche comunista si ostina a permanere per difendere il diritto a prenderlo nel posto per scelta.
Idea!
Visto che il centrosinistra sempre più cesso e meno sinistra vuole aprire a tutti vuole confrontarsi con tutti, dagli evasori cronici ai pachidermi gesuitici, perché non costituiamo una bella associazione "civile" e chiediamo un incontro per confrontarci con loro?
Come chiamarci e quale simbolo?
Presto detto: Associazione Pane e Mortazza e simbolo la faccia di Stalin ( o quella di Emidio, tanto è lo stesso, e nessuno sa che è stalinista...). Chi ci sta me lo comunichi.
Astenersi bolscevichi dichiarati, mandare parenti sconosciuti.

Yakov Mikhaylovich Sverdlov