giovedì 30 ottobre 2008

Hanno trovato l'infiltrato.....

C'è un video su Yuotube dove il fascista ci spiega che non è una "guardia".

La storia stragista del nostro paese ci insegna che i fascisti se non sono infiltrati, sono quantomeno collusi....

Voglio pubblicare un commento al video (che non pubblico perchè potrebbe sporcare il sito):

"ahah..siete PATETICI!!!
presi per il culo da tutti,presi a legnate da ragazze,vi fate tanto bulli a prendere a cinghiate 13enni...eppoi...che fate?!?scappate..a nascondervi dietro le guardie..ahah!!e vi mazzano pure loro!!ahah!!
siete solo degli ignoranti, (....) degli inutili provocatori ai servizi dei potenti!!!
non vi vogliamo!!
NON VI VOGLIAMO IN ITALIA!
siete davvero la vergogna,del passato,del presente e spero non del futuro!
andatevene via...
l'Italia é ANTIFASCISTA! "

E andate a rompere le palle a Casaaddams.... (ndr) che noi sui vostri blog ci schifiamo a poggiarci lo sguardo....

Al lupo al lupo...

Questo blog (al pari di molti altri) è preso d'assalto dagli insulti dei "fascisti" (per autodefinizione) che difendono il ragazzo del video nel post precedente come un serio militante del Blocco (cerebrale?), accusando la polizia di essere filocomunista....
Qualcuno promette querele.
Certo una bella querela per aver definito qualcuno "poliziotto" o "sbirro" ha dei seri fondamenti giuridici. Soprattutto per chi come il ragazzo del video con la polizia dimostra di saperci fare....
Preghiamo vivamente gli anonimi fascisti di evitare di rompere su questo blog andando ad esercitare il loro vocabolario nel posto a loro più adatto.....
W Stalin

Son di destra e son servi del padrone....

La storia è sempre quella...nei momenti del bisogno scende in piazza al servizio dello stato (con la s minuscola) il destrorso poliziotto camuffato.
Impunito come al solito e pronto a scatenare il proprio senso civile così come prevedono le direttive impartitegli dallo psiconano...




Contro gli studenti la violenza dei fascisti
di Marco Sferini
Curzio Maltese non è un comunista, non è un "pericoloso sovversivo". E' un attento giornalista de "la Repubblica" che ha fornito una dettagliata descrizione alla televisione online del suo giornale in merito agli scontri che si sono generati a Roma, in piazza Navona, mentre era in corso il corteo degli studenti e il presidio davanti al Senato della Repubblica contro il decreto Gelmini.
Dunque, Maltese parla dell'arrivo dei giovani del "Blocco studentesco" tutti identificabili per la branditura di mazze di legno o ferro fasciate da strisce tricolori, altri per le magliette con sopra il logo dell'associazione neofascista. La radio in streaming sul loro sito è "Radio Bandiera nera". Per carità... Noi potremmo chiamare la nostra "Radio Bandiera rossa". Ma poi scorri altri link, come quello a "Casa Pound" o ad un altro sito dal nome roboante: "La testa di ferro". Lo apri e scopri il solito mercatino di biografie cameratesche come quella su Nicola Bombacci, cappellini con la croce celtica e il più raffinato calendario "Un fascio di mesi" per soli dieci euro.
Insomma, la galassia neofascista giovanile spopola su questi siti internet e ora si ritrova anche davanti ad un corteo e a una manifestazione studentesca dove non c'è una sola bandiera colorata di rosso, dove non c'è una falce e martello a vedersi, dove si canta "Ma il cielo è sempre più blu" proprio davanti a quel Senato dove il senatore Cossiga sta esibendo la sua oratoria nel ripetere più o meno le cose dette ai giornali poche ore prima e invocando la fermezza di polizia e di ogni apparato dello Stato contro questa marea di proteste che proprio non piace all'ex presidente picconatore della Repubblica.
Quello che sappiamo, anche dalla testimonianza dal vivo di Maltese, è che i giovani armati di spranghe e bastoni hanno iniziato a provocare gli studenti al grido: "Duce, duce!". Un gruppo di studenti di Roma Tre e insegnanti va a protestare dalla polizia ma non riceve alcuna protezione, dice il giornalista de "la Repubblica". "Gli incidenti sono stati provocati. Non vengono dalla manifestazione studentesca. Sono stati provocati ad arte. La polizia ha sistematicamente manganellato gli studenti senza armi e ignorato gli altri. La scena mi ha ricordato per certi versi momenti peggiori del G8. Spero che sia un errore dei funzionari che hanno fatto molto male il loro lavoro.".
Abbiamo virgolettato perchè è l'esatta trascrizione delle parole pronunciate da Curzio Maltese all'emittente del suo giornale. Ci sembra un copione visto, rivisto e rivisto ancora. Non solo a Genova nel 2001, ma anni e anni prima: anche in quei tempi in cui il senatore Cossiga era ministro dell'Interno e moriva ad una manifestazione radicale, per un proiettile vagante, la giovane Giorgiana Masi.
La storia del nostro Paese ci mostra, come del resto per molti altri Stati, un potere che cade nel panico quando deve fronteggiare un movimento di massa, da nord a sud della penisola, che si estende in lunghezza e in costanza temporale, che non molla la presa, che non decresce con i colpi di bastone - da qualunque parte provengano - ma che reagisce democraticamente, senza scendere sul terreno della cieca violenza, del sopruso, dell'abuso di potere più volte perpetrato a scapito dei più elementari e fondamentali articoli della nostra Costituzione.
Gli studenti che sono stati picchiati dai fascisti a piazza Navona non avevano bastoni, ma sono stati picchiati. I fascisti che avevano quei bastoni, non sono stati fermati, ma a più di una persona è sembrato che agissero indisturbatamente. Non è certo facile arginare la violenza quando è generale, quando, per l'appunto, degenera e si espande senza controllo, senza barriera, travolgendo cose, persone, tavolini di bar, insegne, sedie, negozi. Sopra le teste volano legni, pezzi di vetro, magari anche pietre. Un poliziotto, lo si vede bene in una foto del Corriere della Sera.it, prende in testa un mezzo bastone e si piega in una smorfia di dolore.
I giovani "anti-Gelmini", neanche a dirlo, sono l'oggetto della provocazione fascista, sono lì per loro, non per protestare contro il ministro della Pubblica Istruzione. Gli sfottò, la tensione... l'adrenalina sale, gli animi si scaldano e quando poi senti che già due ragazzi sono stati bastonati da quelli con le spranghe tricolori, allora è sempre più difficile contenere la rabbia e non reagire.
I fascisti fanno bene il loro mestiere: dai tempi di Almirante, quando il fucilatore di partigiani guidava personalmente gli studenti del Fuan a manganellare i comunisti e i socialisti nelle università, non è poi passata molta acqua sotto i ponti. Anzi. Forse la stagnazione politica di questi anni ha fatto crescere erbacce da fiume che ora creano un ingorgo ancora maggiore al passaggio delle semplici norme della convinvenza civile.
Cantavano negli anni '70...: "Se non li conoscete, guardateli un minuto, li riconoscerete dal tipo di saluto. Lo si esegue a braccio teso, mano aperta e dita dritte, stando a quello che si è appreso dalle regole prescritte, è un saluto singolare, fatto con la mano destra, come in scuola elementare si usa far con la mestra per avere il suo permesso, d'assentarsi e andare al cesso...". "Ora li riconoscete, 'sti fascisti, 'ste carogne, se ne tornino alle fogne con gli amici che han laggiù.".
La canzoncina di Fausto Amodei continuava con altre identificazioni curiose del "tipo" di fascista che si incontrava in quegli anni. Ora molti sono giovani borgatari, sottoproletari e anche giovani "per bene", qualunquisti sia della prima che dell'ultim'ora. Sono a tratti idealisti e a tratti spirituali, identitariamente nazionalisti e anche un po' comunitari. Li ha cresciuti un culturame che ha sostituito le meticolosità della sinistra nell'analizzare la crisi sociale e nel non riuscire più a penentrarne il tessuto di vita. Oggi la grande folla degli studenti che invade le piazze e le vie d'Italia ha la possibilità di ricreare una sensazione comune, una forza socialmente attiva che non si disperde nel niente dopo la fine di un corteo.
Se il movimento "anti-Gelmini" non vuole perdersi dietro alle provocazioni fasciste, è necessario che non accetti nessun contatto con i fascisti, dichiarati o meno che siano. E' comprensibile la domanda di "neutralità" della lotta che gli studenti ci chiedono: non vogliono essere eterodiretti, non vogliono che nessuna egemonia politica gli dica come e dove si devono muovere. Ciò è più che giusto e sacrosanto.
Però i ragazzi e le ragazze del movimento studentesco devono riconoscere chi lotta accanto a loro e vivere questa lotta per ciò che è: una battagia comune, che può e che deve essere sposata anche da chi ha una precisa connotazione politica come noi comunisti.
Questo esula dalla gestione di una piazza che le forze dell'ordine devono attuare nell'interesse collettivo, evitando sul nascere qualunque provocazione. Quando si è un fienile non si dovrebbe mai tenere in mano il cerino acceso. La prevenzione in questi casi è una misura di salute pubblica, di concretizzazione della fruizione dei diritti costituzionali di manifestazione del dissenso e di protesta.
Al compagno Yassir Goretz, arrestato dalla polizia e in attesa di un processo per direttissima a Roma per gli episodi che abbiamo descritto, esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Siamo certi che tutta la comunità democratica e antifascista romana sarà vicina a Yassir che da sempre è schierato con i valori dell'uguaglianza, della pace e della solidarietà sociale e tra i popoli.

martedì 28 ottobre 2008

Moral suasion

Sarà.
Noi siamo garantisti fino al midollo, quindi un giudizio non è definitivo fino al terzo grado.
Ma siamo anche consapevoli che un eventuale abuso (di qualunque tipo), commesso da un qualsiasi amministratore, anche inconsapevole, è sintomo di incapacità (nel caso della buona fede) o malaffare (nel caso di chi sfrutta la propria posizione per far soldi).
In entrambi i casi quell'amministratore deve andare a casa. Anche se agisce nella sfera "privata", nel suo lato più umano.
Nel nostro Partito una cosa del genere non sarebbe mai accaduta, ne tollerata, ma come forse qualcuno si è accorto, nel nostro Partito siamo rimasti veramente in pochi....
Questa Amministrazione dimostra giorno dopo giorno che la sua diversità consiste nel credere che la moralità sia qualcosa da indossare in determinate occasioni, nel linguaggio politico, mentre la pratica è tutt'altra cosa.
An pensa in grande con i manifesti in ricordo di Falcone, mentre nei palazzi della Politica si allea con pluriinquisiti e pregiudicati. Pur di governare al massacro questo stato e ciò che rimane della sua socialità.
Quindi perché nel piccolo non tollerare clientele, favoritismi e così via?
Caro Sindaco il sistema lo conosci benissimo, e a sistemà sei pure bravo....
Tutti a casa. ormai è tardi.

P.S. solidarietà da parte nostra a chi è vittima delle insinuazioni del Podestà di S.Marinella che afferma "Una severa critica la rivolgo a chi oggi si erge moralista e invece dovrebbe soltanto tacere, poiché non ha le carte in regola per farlo". O abbiamo capito male e ce l'ha con se stesso?

Leone Trotsky

Comunicato sul Consiglio Comunale del 28 ottobre

Con la seduta del 28, finalmente tre importanti interrogazioni della minoranza approdano in un consiglio comunale di 12 punti, tra cui spicca il regolamento per i contributi alle associazioni sportive e le osservazioni su zone Espansione, leggi Quartaccia.

Poiché si comincerà con i soliti incomprensibili 40 minuti di ritardo, nonostante i lavori delle commissioni, si può presumere un’inevitabile protrarsi della seduta fino a notte fonda, un modo di procedere irrispettoso nei confronti dei cittadini e delle questioni stesse. Le tre interrogazioni in discussione ci sembrano molto importanti da un punto di vista sia amministrativo che strettamente politico: insieme alle altre forze di minoranza e ai capogruppo Fronti e Mucciola, abbiamo chiesto chiarimenti sulla grottesca vicenda degli spettacoli al castello e sulla sbarra che chiude l’accesso al porticciolo di Santa Marinella, come se quest’ultimo fosse ormai definitivamente roba privata della Porto Romano. Noi della lista “Un’altra città è possibile” abbiamo presentato inoltre un’ interrogazione sul servizio di pulizia dell’AMA e sulla raccolta differenziata, i cui atti amministrativi erano già del tutto avviati dalle precedenti amministrazioni. Come nel caso di via Ortigara, si trattava di fare gli ultimi passi di un’iniziativa finanziata per il 90% dalla Provincia. Esattamente come nel caso di via Ortigara, la maggioranza non cita nei suoi comunicati il lavoro degli altri e se ne prende tutto il merito, dimostrando una prassi di scarsa onestà intellettuale di cui se ne farebbe volentieri a meno.

In più la risposta scritta che abbiamo avuto dall’assessore Romitelli è interessante nella sua parte finale: i cittadini di Santa Marinella saranno felici di sapere che l’Ama fa funzionare ben 14 mezzi, tutti revisionati di recente e che i cassonetti vengono lavati con processo di sanificazione certificato. Dalle parole dell’assessore traspare una tranquilla soddisfazione sulla pulizia della città e sull’operato dell’AMA. Meno male.

In più l’interrogazione elude completamente una domanda dai noi posta, che riteniamo assolutamente importante per la salute dei cittadini: qual è la posizione dell’attuale maggioranza rispetto all’ ipotesi di utilizzare la centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord come inceneritore di rifiuti? Su questo punto abbiamo avuto silenzio totale.

E del resto abbiamo avuto silenzio totale anche sulla lettera aperta sui problemi della scuola che abbiamo inoltrato ai giornali e all’indirizzo email del sindaco. Evidentemente la maggioranza è celere nel rispondere solo quando c’è da elargire le solite trite accuse di “demagogia” rivolte alla minoranza, oltre che nel quotidiano esercizio del “faremo”, “abbiamo fatto”, esercizio svolto con puntualità dallo staff del sindaco, pagato con i soldi dei cittadini. Peccato che per ora di tutte le cose annunciate non si sia visto praticamente niente né di nuovo né di veramente risolutivo. Compresa via Ortigara, tanto sbandierata a suon di manifesti.


“UN’ALTRA CITTA’ E’ POSSIBILE”

PAOLA ROCCHI - GIOVANNI DANI


sabato 25 ottobre 2008

CHI PAGA LA CRISI?

«Noi la crisi non la paghiamo!» Questo slogan, che caratterizza le manifestazioni del movimento, mi pare rappresenti al meglio la piena politicità di questa stagione di lotte. La controriforma della Gelmini è stato l'elemento di innesco della protesta e il suo ritiro è l'obiettivo principale. Il movimento esprime però una capacità di "leggere la fase" che mette in discussione non solo il berlusconismo ma l'intera stagione neoliberista e l'egemonia dell'impresa sui disegni di riforma sociale. Un movimento di tutta la scuola, dagli studenti agli insegnanti ai genitori, dove la comunicazione politica passa in primo luogo all'interno stesso del movimento, tra i diversi soggetti e le diverse generazioni che lo compongono. Un movimento radicalmente non violento che nel suo "non ci rappresenta nessuno" pone - a noi in primo luogo - un problema di riforma dell'agire politico che parta dalla capacità di costruzione sociale, dalla critica della rappresentanza come forma separata della politica.
Non è un caso che le mobilitazioni nelle scuole, nelle università, negli enti pubblici di ricerca dilagano assumendo le forme di un movimento ampio e generalizzato che non solo si oppone ai disegni regressivi del governo Berlusconi, ma mette in discussione, nel complesso la passivizzazione e il conformismo.
Inoltre, oggi, in una fase in cui la produzione di conoscenza è diventata un nodo centrale dello sviluppo e delle contraddizioni capitalistiche, questo movimento mette in scena una grande capacità di lettura, di andare alla radice, di cogliere i nessi tra la gestione governativa della crisi e i tagli all'istruzione pubblica («noi la crisi non la paghiamo» appunto), tra i tagli occupazionali e i tagli alla qualità della conoscenza e alla qualità del futuro («non tagliateci il futuro»), tra l'impoverimento dei processi formativi e la riduzione degli spazi di agibilità democratica, tra recessione e repressione.
Il carattere espansivo di questo movimento sembra essere basato, dunque, sulla capacità di dare una risposta complessiva all'attacco sistemico (dalle elementari agli enti di ricerca) portato avanti da questo governo: la definitiva messa in discussione della funzione sociale della formazione e della ricerca pubblica.
L'impressione è che si stia configurando un processo ampio che unisce le generazioni attorno all'idea che il bene pubblico della conoscenza sia garantito a tutte e tutti. Genitori, studenti medi e universitari, dottorandi, ricercatori precari, lavoratori tecnici e amministrativi, docenti di ogni ordine e grado sono oggi uniti nella lotta contro l'obiettivo del governo di dismettere la struttura pubblica della formazione andando a ledere i principi basilari della nostra Costituzione repubblicana.
E' un movimento che nasce nelle scuole e nelle università ma parla alla società tutta, che occupa non solo le strade, ma le città. Il mondo è scosso dalla crisi dei mercati finanziari e da un modo capitalistico di produzione che dimostra di non essere compatibile con lo sviluppo umano e con l'aspirazione a una società democratica dove sviluppo economico e benessere sociale si muovano all'unisono. Il Governo Berlusconi invece di portare avanti una politica seria di sostegno alla domanda, aumentando da un lato il potere d'acquisto delle famiglie e allargando dall'altro gli spazi di accesso alla conoscenza, risorsa fondamentale per produrre uno sviluppo qualitativo delle società contemporanee, risponde alla crisi in modo regressivo, mostrando a pieno il suo volto reazionario. Il sistema bancario vacilla e il governo gli corre in soccorso mettendo a disposizione dei responsabili della crisi fiumi di risorse sottratte alle famiglie. Non si tagliano gli armamenti, non si bloccano progetti inutili e dannosi come la Tav o il ponte sullo Stretto di Messina, ma si riduce la spesa sociale e si massacrano ricerca e istruzione pubblica. Se il progetto del governo andrà in porto, a breve 85mila insegnanti e 45mila lavoratori tecnici e amministrativi delle scuole verranno mandati a casa. Con il taglio di circa 1.500 milioni di euro alle Università a cui si aggiunge il blocco sostanziale delle assunzioni, decine di migliaia di precari della ricerca dovranno abbandonare il paese o ancor peggio ripiegare su altre prospettive di lavoro, mentre 57mila lavoratori precari del comparto pubblico da qui a sei mesi non si vedranno rinnovati i contratti pur avendo maturato i requisiti per le stabilizzazioni previste nelle due passate leggi finanziarie.
E poi l'opzione scellerata offerta a scuole e università, atterrate dal taglio dei finanziamenti pubblici, di trasformarsi in fondazioni regalando di fatto ai privati la possibilità di gestire risorse e strutture pubbliche, condizionando pesantemente la formazione e la ricerca nel nostro paese. Per non parlare dello svuotamento del tempo pieno, che invece di essere esteso anche in quelle realtà, soprattutto meridionali, dove non è mai stato veramente applicato, viene ridotto o quantomeno svuotato di significato, mentre con la reintroduzione della "maestra unica" e del voto in condotta si ripropone un modello di scuola gerarchico e autoritario.
Questa è la società che ci propone la destra. Dove la scuola è ridotta a palestra di conformismo e la ricerca precarizzata, schiava dei capricci di un mercato instabile. L'altro aspetto della gestione governativa della recessione è l'autoritarismo repressivo: dall'esercito nelle città al 5 in condotta alla minaccia della polizia nelle università. Questo movimento però è troppo vasto e la minaccia dell'uso della forza non è in grado di fermarlo.
Da un lato, abbiamo un governo che ci propone classismo, stato di polizia, razzismo istituzionale, anche attraverso l'istituzione di classi separate per i cittadini migranti; dall'altro una intera articolazione sociale che denuda il re, mostrando tutta la vitalità democratica, la rabbia ma anche la gioia di una società che chiede di investire nella conoscenza come bene comune.
Dobbiamo operare in questo movimento, per la sua crescita e la sua vittoria. Dobbiamo lavorare a saldare concretamente la lotta per la conoscenza come bene comune con la lotta al carovita. Sono due aspetti della stessa medaglia, l'ha capito il movimento lo può capire la maggioranza del paese. Lo sbocco politico del movimento è la sua vittoria, cioè il ritiro del decreto Gelmini. A questo sbocco politico dobbiamo lavorare, sia dentro il movimento sia allargando il più possibile la mobilitazione contro il carovita. Al congresso avevamo scommesso sulla possibilità di dar vita ad un autunno caldo. Adesso la temperatura è già salita di un bel po', compito nostro trovare i nessi tra il disagio sociale diffuso e la lotta, tra la lotta contro il governo e quella contro Confindustria; nostro compito lavorare ad allargare il movimento. «La crisi noi non la paghiamo» deve diventare la nostra parola d'ordine, sin dalla mobilitazione del 25.

Paolo Ferrero

mercoledì 22 ottobre 2008

Mamme in piazza!!! Grazie Silvio...

Il Governo Berlusconi è il Governo dei miracoli. Lo sapevamo, dopo aver fatto sparire l'immondizia a Napoli (chissà dove ricomparirà...), i debiti delle banche, i suoi reati, adesso è riuscito nel miracolo che una volta morto (il più tardi possibile, chiaramente... del resto meglio tardi che mai) gli darà la santità.
Infatti per intercessione di Suor Maria Gelmini è riuscito a far manifestare le mamme, i papà e i bambini di Santa Marinella!!!!
Protesta legittima contro il D.L Gelmini che prevede tra l'altro il taglio di 87000 cattedre e la drastica riduzione del tempo pieno.
Un corteo partecipato (mentre l'amministrazione era in conclave al Castello di S.Severa dove il Sindaco e pochi altri facevano prove di ascetismo ed eremitaggio) dalla passeggiata fino in piazza Civitavecchia per dire No al primo passaggio della demolizione della scuola pubblica.
Il secondo passo sarà potenziare il settore privato (il loro) con finanziamenti alle scuole e a chi manderà i propri figli in quelle fabbriche del consenso.
Noi saremo in piazza cercando di sostenere questo movimento.
La scuola pubblica non si tocca! E il delegato Galletti torni dalle Suore!!!!

sabato 18 ottobre 2008

il Maresciallo Tito ci scrive

Ah che roba, ah che ridere
La destra difende la costituzione (antifascista e quindi contro di loro) perchè non ha principi a cui ispirarsi, come ad esempio il loro attaccamento alla causa del Tibet, solo perchè i cattivi di turno sono i cinesi Maoisti..........
Che bravi, che simpatici nell'essere così selettivi, quando nel mondo di Tibet ce ne sono a centinaia, ma a loro fa comodo così. Per quanto riguarda il Buon Alfredo, i regolamenti sono cose serie e delicate, che vanno studiate approfonditamente per non incappare in grossolani errori. Per concludere con lo pseudo Laureato, professore, assessore, cattolico accolito Pepine Galletti, si ricordi che l'era del super podestà dei balilla in Italia è finita a piazza Loreto molti anni orsono, e che la prossima volta che proverà a fare un blizze nelle scuole, si munisca di cesto di vimini per raccogliere le pomodorate e le denunzie che riceverà dalle varie mamme incazzate, professori sbigottiti, e presidi surclassati.....
Questa giunta è sbalorditiva e mi chiedo cosa ancora possa succedere? (...) (di qui in poi è intervenuta la censura stalinista, nds)

Il Maresciallo TITO

La Costituzione? La difende anche la Destra...

Tempi duri per noi comunisti....
In merito al regolamento sul decoro urbano presentato dal bravo ragazzo adibito a delegato all'arredo urbano e che stabilirà la impossibilità a distribuire qualsiasi tipo di volantino per evitare che finiscano in terra una volta letti, abbiamo registrato l'intervento della Destra a difesa del diritto a manifestare le proprie idee e a distribuire la propria stampa sancito dalla Costituzione Repubblicana figlia dell'antifascismo.
Che dire c'hanno preso sul tempo....
Speriamo che intervengano prima di noi anche su temi quali il razzismo, le classi per immigrati, ecc.ecc.
Eh, Eh...
Tornando nello specifico, siamo convinti della buona fede del De Antoniis, ma gli consigliamo comunque di studiare un pò di più, soprattutto la Legge dello Stato.
Anzi diamo un consiglio all'autonominatosi Assessore alla cultura On. Pino Galletti: invece di andare a rompere le scatole a scuola - rischiando di essere anche denunciato per varie violazioni - andasse a interrogare i suoi colleghi... lì si che ne vedrebbe delle belle!!!!

giovedì 9 ottobre 2008

Avanti popolo - Люди продолжают

Sabato 11 ottobre tutti in piazza contro i padroni e il governo!
Noi ci saremo. Appuntamento alla stazione di Santa Marinella alle ore 12.40. Partenza alle 12.48!!
Fate il biglietto.....
E per chi ci da per spariti...preparatevi all'inaugurazione della nuova sede!!!
Comunismo è libertà.... A Berlusco' .....Mortacci Tui

lunedì 6 ottobre 2008

Comunisti? Sempre....

Il significato della parola comunista è fortissimo. Se c'è qualcuno che si ribella è comunista. Se c'è qualcuno che "disturba" i poteri forti è comunista. Il nemico di Berlusconi? E' comunista...
Noi siamo comunisti, orgogliosi di combattere per la liberazione dell'uomo.
Orgogliosi di essere marchiati! Di denunciare le ingiustizie e combattere per creare un mondo migliore.
Comunista!!!
E l'11 ottobre tutti a Roma!!!