lunedì 31 maggio 2010

L’accordo con la Porto Romano: una (brutta) scelta politica

Nel consiglio comunale del 28 maggio la maggioranza ha confermato la delibera sull’accordo di programma con la Porto Romano, incurante del ricorso a TAR sulla sua legittimità atteso per luglio. Chi ha voluto assistere al voto, (diciottesimo punto all’ordine del giorno) a cui la minoranza non ha partecipato, ha dovuto attendere ben oltre la mezzanotte.

L’attuale darsena è stata regalata alla Porto Romano (“come se si regalasse l’intera villa con giardino a chi costruisse il secondo piano”, ha affermato il consigliere del PD Mucciola), ottenendo in cambio solo le infrastrutture che serviranno alla Porto Romano (come l’ingresso all’area dall’Aurelia) e peggiorando di molto i termini della concessione del 1997 grazie alle nuove concessioni edili. Il mancato coinvolgimento della cittadinanza e dell’opposizione ha reso impossibile migliorare i termini dell’accordo con il privato. Venanzo Bianchi ha difeso le (sue) scelte presentando una ricostruzione dei fatti mai sentita prima: la darsena non sarebbe mai appartenuta al comune di S. Marinella ma al ministero, da cui la porto Romano avrebbe attenuto i diritti sul demanio. Questo sarebbe stato il motivo per cui la convenzione tra Comune e d’Amelio del 1997 sarebbe stata bocciata da Co.Re.Co. Da qui l’inutilità dei successivi ricorsi. Le obiezioni a questa revisionistica narrazione sono sorte spontanee: il consigliere Rocchi ha obiettato che la bocciatura del Co.Re.Co si dovette al fatto che l’ampliamento previsto dalla concessione non fosse contemplato dal piano regionale dei porti e fosse sprovvisto della VIA. Spuntò fuori un decreto Dini che sottraeva il porto alla competenza regionale. I successivi ricorsi furono poi respinti per varie ragioni, tra cui l’assenza i piani urbanistici per l’espansione, bypassati dall’ultimo accordo di programma. Il tentativo di giustificare le scelte come obbligate non può ingannare chi conosce davvero i fatti. Il consigliere di maggioranza La Rosa ha infine difeso l’accordo sul piano politico, rivendicandolo come parte del suo programma elettorale. La scelta è davvero tutta politica e solo l’ipocrisia, intollerabile ed offensiva per i molti che da anni seguono l’intricata vertenza, può spacciare come la migliore possibile.

martedì 25 maggio 2010

Peduzzi (FdS): “Gli interessi privati nella sanità il vero problema della Regione Lazio”

“Il sequestro conservativo delle sei cliniche "San Raffaele" del gruppo Tosinvest Sanità degli Angelucci, disposto dalla Corte dei conti per tutelare le casse del servizio sanitario regionale dai possibili danni erariali, rafforza il sospetto che gli interessi che ruotano intorno alla sanità privata pesano sulle casse della Regione Lazio sia in termini economici ed occupazionali che sulla qualità dei servizi offerti”. E' quanto afferma il capogruppo regionale della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi.

“Si parla tanto di piano di rientro dal deficit attraverso misure che andrebbero a gravare sulle tasche dei cittadini e sull'offerta dei ricoveri. Il provvedimento emesso dalla Corte dei Conti, invece, evidenzia come la strada del risanamento passi in primo luogo attraverso il controllo delle prestazioni offerte dal settore privato e l'avvio di un processo di ripubblicizzazione dei servizi”, conclude.

Roma, 25 maggio 2010

lunedì 24 maggio 2010

Un successo la raccolta firme per il referendum sull'acqua pubblica

Il “Comitato cittadino in difesa dell’acqua pubblica” esprime la sua soddisfazione per il successo della raccolta firme per la campagna referendaria contro la privatizzazione della gestione dell’acqua. Più di cento persone si sono messe diligentemente in fila, la mattina di domenica 23 maggio in passeggiata, per firmare i tre moduli finalizzati all’abrogazione dei tre articoli di legge proposti dal referendum in difesa dell'acqua pubblica. Il Comitato informa che i moduli per le firme verranno messi da lunedì a disposizione dei cittadini presso l’ufficio elettorale del Comune di S. Marinella. Un secondo tavolino verrà organizzato dal Comitato probabilmente la prima settimana di giugno.


Comitato cittadino in difesa dell’acqua pubblica (Federazione della sinistra, Lista civica “Un’altra città è possibile”, Ass. “vivere meglio”, Comitato “Via Ortigara”, Cittadinanzattiva)

La maggioranza si autotutela, ma chi tutela i cittadini?

Nell’ultimo Consiglio comunale del 20 maggio sono stati riproposti i punti sull’accordo di programma con la Porto Romano, già approvati nel consiglio comunale del 28 dicembre 2009. La minoranza è ricorsa al TAR denunciando l’impossibilità di visionare gli atti ad uffici chiusi per le festività natalizie.

In attesa della sentenza del TAR (lunedì 24 maggio), il Sindaco ha spiegato che la maggioranza non intende annullare ma “confermare e modificare” le delibere già approvate, rivendicando il principio di autotutela nel caso in cui vizi formali venissero effettivamente riscontrati dal TAR. Inoltre, ha aggiunto il Sindaco, “garantire un più ampio dibattito risponderebbe alla finalità di trasparenza”… e di democrazia, aggiungiamo noi. Ma quando l’opposizione denunciava l’assenza di democrazia, calpestate nel consiglio-“colpo di teatro” del 28 dicembre, dov’era questa attenzione al dibattito? Come mai fu sdegnosamente respinta la proposta dell’opposizione di rimandare quel consiglio di sole due settimane, per permettere all’opposizione di visionare gli atti dell’accordo di programma con la Porto Romano? Dov’era la trasparenza quando si è deciso di rinunciare allo strumento della commissione consiliare sul porto (mai riunito nè convocato) per dirimere l’annosa questione della privatizzazione e la massiccia espansione di questo bene di proprietà collettiva? Si deliberò l’accordo di programma con una tale fretta che persino la Porto Romano volle modificare quanto deciso dal consiglio del 28 dicembre. La maggioranza si "autotutela" perchè consapevole delle storture procedurali in cui è incorsa.

Spesso ci si dimentica che l'attuale maggioranza rappresenta meno di un terzo degli elettori di S. Marinella; malgrado ciò il coinvolgimento dell’opposizione nelle “grandi opere” come il porto, fondamentali per la nostra comunità, è nullo. Questo non tutela affatto i cittadini ed i loro diritti.

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli” di S. Marinella

giovedì 20 maggio 2010

Federalismo, i no del centrosinistra

u Aprile online del 19/05/2010


L'Italia dei Valori ha votato il parere favorevole sul decreto attuativo del federalismo demaniale, il leader Antonio Di Pietro sostiene che il quadro di regole che traghetterà il passaggio dei beni dallo Stato alle Regioni è un'opportunità, non un costo per il Paese. Ma il resto del centrosinistra non la pensa alla stessa maniera, a cominciare dal Partito democratico che ha scelto in commissione bicamerale la strada dell'astensione. Il capogruppo alla Camera Dario Franceschini ha spiegato: "Il testo è stato migliorato ma non in modo totalmente soddisfacente". L'esponente del Pd ha comunque sottolineato che "è utile mantenere l'unico spazio di confronto sul merito che abbiamo in Parlamento". L'attuazione del federalismo "è un provvedimento importante e per questo manteniamo la nostra disponibilità al confronto. Sugli altri decreti valuteremo caso per caso".

Davide Zoggia, responsabile del partito agli Enti locali racconta che "il Pd ha lavorato per migliorare il federalismo demaniale ma, purtroppo, la proposta della maggioranza è assolutamente inadeguata, non tiene conto né della crisi e, quindi, del risanamento dei conti, né degli enti locali, ai quali non da l'effettiva possibilità di governare. E' dunque un decreto del tutto inadeguato e, soprattutto, non è collocato in un quadro complessivo e coerente. Il concetto federalista della Lega continua ad essere imperniato sulla 'concessione' agli enti locali e non su una effettiva autonomia e responsabilizzazione".

Molto più duri i partiti della sinistra "extraparlamentare". A cominciare dai Verdi del presidente Angelo Bonelli, che ha attaccato Di Pietro per la scelta di appoggiare il provvedimento, che considera solo il primo passaggio verso processi di speculazione e cementificazione selvaggi: "Sono inaudite sciocchezze quelle dette da Di Pietro per cui siccome i beni del demanio rendono poco allora meglio venderli. Non viene in mente all'onorevole Di Pietro che invece di regalare il patrimonio di Stato ai poteri forti si poteva fare una riforma per far pagare i giusti canoni per le concessione demaniali e le sorgenti idriche?".

Bonelli ha aggiunto: "Quello che non deve e non può sfuggire agli italiani e di cui Di Pietro è consapevole, è che grazie al federalismo demaniale i beni che verranno venduti otterranno (contestualmente alla delibera di alienazione, secondo quanto previsto dal federalismo demaniale) la variante urbanistica. Per cui i terreni agricoli (circa 1 milione di ettari) saranno venduti a prezzo agricolo e poi si potrà cementificare: i conti correnti dei grandi costruttori saranno centuplicati da un'incredibile speculazione economica mentre assisteremo alla cementificazione di decine di migliaia di ettari agricoli".

Il presidente dei Verdi ha spiegato nel dettaglio: "Il Federalismo demaniale non è nient'altro che una mega svendita dei beni di stato consentendo una speculazione senza precedenti. I comuni, infatti nell'80% dei casi saranno costretti alla vendita non solo per ripianare il debito, come espressamente previsto dal ministro Calderoli, ma anche perché i deficit di comuni, province e regioni non consentono di sostenere i costi di manutenzione e gestione dei beni. Le sorgenti di acqua minerale e termale potranno essere trasferite ed essere messe nel patrimonio disponibile e sottoposti a piano di alienazione, ovvero venduti, in barba alla battaglia contro la privatizzazione dell'acqua - spiega il leader ecologista -. Le spiagge continueranno a far del patrimonio indisponibile dello Stato e quindi non potranno essere vendute ma potranno essere sottoposte a processi di valorizzazione: ma il divieto di vendita sarà però surrettiziamente superato perché potranno essere fatti canoni per 99 anni come già chiesto da Confindustria".

Sulla stessa linea Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: "Il Federalismo demaniale che il governo sta varando in realtà apre la strada alla privatizzazione dei beni pubblici, dalle spiagge in avanti. Si tratta di una misura molto negativa ed è gravissima la posizione dell'Italia dei Valori che regge il moccolo al governo su questo tema". Ferrero sostiene che "sul Federalismo si sta facendo una enorme opera di mistificazione perché viene presentata come il toccasana di tutte le questioni mentre significa semplicemente un taglio della spesa sociale e un aumento delle privatizzazioni. L'esatto contrario di cosa servirebbe per uscire dalla crisi e l'esatto opposto all'obiettivo della campagna referendaria per l'acqua pubblica".

Proprio Ferrero ha passato oggi il testimone di portavoce della Federazione della sinistra - che riunisce Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo2000, Lavoro e solidarietà e associazioni della sinistra - a Cesare Salvi, che è successo a Ferrero seguendo il criterio di rotazione deciso lo scorso dicembre dall`assemblea costituente della Federazione. Salvi è stato eletto dal Consiglio nazionale della Federazione. Salvi ha dichiarato nel giorno del suo insediamento che "è necessario costruire un`alternativa, un`altra idea della società, che riparta dalla centralità del lavoro e dei lavoratori. La Federazione della Sinistra intende concorrere a questa grande funzione storica e nazionale. Non ci sono altre strade per chi ancora crede negli ideali e nelle ragioni di un cambiamento profondo della società. Dobbiamo operare - ha concluso il neoportavoce - per una più ampia unità rivolta a tutte le forze della sinistra disponibili a battaglie comuni, dobbiamo creare le condizioni per una coalizione democratica che ci liberi dal governo Berlusconi - Bossi".

Al via il congresso della Federazione della Sinistra

Oggi, mercoledì 19 maggio, il Consiglio nazionale della Federazione della Sinistra, ha dato il via al percorso congressuale definendone le tappe. E’ stata dunque una riunione importante perché è stato stabilito di procedere con la Federazione rispettando i tempi prestabiliti.
Il fatto rilevante, la novità politica, si registra finalmente una operazione unitaria che mette in moto una inversione di tendenza rispetto alla frammentazione che si è determinata negli ultimi 20 anni. E’ certo allo stesso tempo questo un processo difficile e quindi è normale che ci siano punti di vista diversi , come quello di Gianpaolo Patta di Lavoro e Solidarietà, che pur confermando interesse e internità rispetto alla Federazione, ha sostenuto che sarebbe stato migliore un percorso congressuale più lungo nei tempi.
Nel corso del dibattito è stato nuovamente sottolineato il fatto che occorre lavorare anche per una più ampia unità a sinistra, per trovare convergenze con Sinistra e libertà e con i partiti e i movimenti a sinistra del Pd ed è stata confermata la disponibilità a costruire un fronte comune per battere le destre, a partire da un accordo su alcune questioni democratiche: legge elettorale, difesa della Costituzione, legge sul conflitto di interessi.
Per quanto riguarda le decisioni operative, così come previsto dagli accordi sulla rotazione della carica di portavoce, sarà Cesare Salvi, presidente di Socialismo 2000, a rappresentare la Federazione in questo incarico. E’ stato inoltre deciso di istituire due commissioni congressuali, la commissione politica e quella per il regolamento, così come di dare avvio al tesseramento, con la distribuzione delle tessere a tutti i territori e di concludere il percorso congressuale entro il 2010.
La discussione è stata introdotta da Paolo Ferrero, segretario del Prc e portavoce fino ad oggi, e conclusa dal nuovo portavoce Cesare Salvi.

mercoledì 19 maggio 2010

Raccolta firme referendum acqua pubblica

Il COMITATO CITTADINO invita la cittadinanza a sottoscrivere i tre referendum in difesa dell’acqua pubblica DOMENICA 23 MAGGIO, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, in passeggiata. Data l’importanza, anche sul versante della democrazia, di considerare l’acqua (come l’aria e la cultura) un BENE COMUNE INALIENABILE, preghiamo di dare la massima diffusione al presente comunicato presso i residenti di S. Marinella. Si ricorda di presentarsi ai tavolini muniti di un documento d’identità.
INTERVENITE NUMEROSI!!!!!


Federazione della Sinistra, Un’altra città è possibile, CITTADINANZATTIVA, Comitati Via Ortigara, Ass. “Vivere meglio”

lunedì 17 maggio 2010

Comunicato Un'altracittà è possibile

I consiglieri di minoranza della lista UN'ALTRA CITTA' E' POSSIBILE invitano simpatizzanti e sostenitori della lista e tutti i cittadini al CONSIGLIO COMUNALE del giorno 20 MAGGIO 2010, alle ore 17.00, nella sala della biblioteca comunale. Il consiglio è di cruciale importanza perchè in esso si ridiscute l'accordo di programma con la PORTO ROMANO, annullando di fatto le delibere del Consiglio Comunale del 28 dicembre 2009.

La Minoranza è ricorsa al TAR del Lazio per annulare il deliberato di quel Consiglio comunale, svoltosi tra Natale e Capodanno, per l'impossibilità della minoranza di accedere ad alcun atto amministrativo, dato che gli uffici erano chiusi per le festività. Non fu quindi rispettata alcuna norma di trasparenza e per protesta la minoranza abbandonò l'aula. In quel Consiglio si decise la completa cessione del porticciolo pubblico alla Porto Romano e le nuove opere di urbanizzazione da parte del privato (costruzioni residenziali) a scapito dei servizi e della viabilità, venuti meno nel contratto.

Nello stesso consiglio comunale si approverà anche il bilancio che presenta gravissimi tagli alla spesa pubblica.

Mi raccomando: non fate mancare il vostro appoggio!

Un'altra città è possibile

giovedì 13 maggio 2010

8 x MILLE: UNA SCELTA INFORMATA

SABATO 15 MAGGIO - ORE 18.00

CIRCOLO PRC - SANTA MARINELLA

8 x MILLE: UNA FIRMA INFORMATA


La Federazione della Sinistra di Santa Marinella organizza sabato 15 maggio alle ore 18 presso i locali del Circolo di Rifondazione Comunista in via A.Volta 1 un dibattito sulle modalità di ripartizione dell'8 x mille dell'IRPEF.
L'iniziativa vuole aiutare la cittadinanza a effettuare una scelta autonoma e consapevole al momento della dichiarazione dei redditi.
In tale occasione, infatti, i contribuenti sono chiamati a effettuare una scelta in merito alla destinazione dell'8 per mille del gettito IRPEF.
Non daremo indicazioni di scelta, daremo informazioni per una scelta consapevole, visto che lo Stato non lo fa, benchè sia parte in causa.

Partecipa Adele Orioli dell'UAAR

lunedì 10 maggio 2010

NASCE IL COMITATO CITTADINO IN DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA

Venerdì 7 maggio la lista civica “Un’altra città è possibile”, l’Associazione “Vivere meglio”, il comitato di Via Ortigara, “Cittadinanzattiva” e la Federazione della Sinistra hanno costituito anche a S. Marinella il comitato cittadino in difesa dell’acqua pubblica. Il comitato aderisce al Coordinamento Provinciale di Roma Nord (CPRN) per la campagna nazionale di promozione dei Referendum.

Il comitato intende diffondere informazioni sulla campagna in difesa dell’acqua pubblica e raccogliere firme a sostegno di tre referendum di iniziativa popolare per l’abrogazione di tre articoli di legge relativi alla privatizzazione della gestione del servizio idrico. Ricordiamo che in virtù delle recenti norme del 2008 i Comuni, che non abbiano ancora provveduto ad esternalizzare il servizio, dovranno affidare la gestione dall’acqua ai privati o a società miste pubblico-privato, in cui la quota del pubblico non dovrà superare il 40% entro il 2013 ed il 30% entro il 2015.

La campagna di raccolta firme durerà fino al 4 luglio.

giovedì 6 maggio 2010

GRECIA CHIAMA ITALIA

Il PRC di S. Marinella ha organizzato in passeggiata per giovedì 6 maggio, alle ore 17.00, una piccola dimostrazione di solidarietà ai lavoratori greci, colpiti dalle severissime misure economiche che il governo imporrà a lavoratori e pensionati per sanare il suo deficit.

Di fronte alle manifestazioni e ai violenti scontri che insanguinano Atene, gran parte dei media italiani ha assunto l’atteggiamento dello spettatore alla finestra che, in cuor suo, si compiace che “a noi questo non sia capitato”. L’opinione pubblica è anzi esortata a leggere la crisi greca come l’ennesima prova della salute dei conti pubblici italiani e della nostra economia, ormai in ripresa.

La verità è che la grande industria del nostro paese è in ginocchio: sono in cassa integrazione, tra gli altri, i lavoratori FIAT di Termini Imerese (che chiuderà definitivamente nel 2011), l’ALCOA petrolchimica della Sardegna, i lavoratori di EUTELIA…. una lunga catena che attraversa tutta la penisola. La piccola impresa non naviga certo in acque migliori mentre il settore pubblico ha già licenziato tutto il personale precario (solo nella scuola 50.000 lavoratori ma sappiamo bene che tutta la pubblica amministrazione, anche a S. Marinella, fatica a rinnovare i contratti al personale precario, vitale per il funzionamento degli organici). Lo stesso accade per il settore dello spettacolo, della musica, del cinema, della ricerca. Finita la cassa integrazione per questi lavoratori non ci sono orizzonti, né futuro.

La crisi non ha finito di erodere lavoro vivo. Le banche e le finanziarie, ossigenate senza battere ciglio dai generosi contributi statali di tutti i governi del mondo, sono state salvate dal rischio della bancarotta dopo averla provocata. Questo ha arrestato la catena dei dissesti finanziari nei grandi istituti bancari ma ha reso le concessioni di prestiti e crediti estremamente difficili. In cambio degli aiuti (pagati da tutti i cittadini), alle banche non è stato chiesto nulla, né di dare un freno alle speculazioni finanziarie sulle economie più deboli, né di arrestate la fuga dei capitali all’estero (anzi, con lo scudo fiscale l’abbiamo condonata); tantomeno si è cercato di tassare i redditi finanziari. Il sostegno all’economia degli Stati europei è stato pagato con un drastico taglio della spesa sociale (sanità, scuole, pensioni). Se gli alti redditi si sono visti diminuire il carico fiscale nulla si fa per combatte il cancro dell’evasione (causa principale di ogni dissesto). Il grosso dell’entrata pubblica grava sul lavoro dipendente e sulla crescita di tasse indirette (IVA e Accise).

L’UE non ha nemmeno tentato di mettere in discussione un modello di sviluppo completamente basato sulla libera circolazione dei capitali, sul loro strapotrere economico e su un liberismo fatto di esternalizzazioni e paradisi fiscali. Il coro europeo si è però levato unanime per imporre al governo greco misure di lacrime e sangue sul suo welfare e sulla sua spesa pubblica, rafforzando ricette già collaudate come privatizzazioni e liberalizzazioni. Purtroppo queste misure rischiano di uccidere il malato e di affossare l’economia, diminuendo ulteriormente il potere d’acquisto dei cittadini greci. L’Europa monetaria non riesce a democratizzarsi, né economicamente né politicamente.

Il governo italiano ha già fatto propri i provvedimenti imposti alla Grecia. La forbice sociale nel nostro paese si allarga sempre più, cresce la corruzione e il ministro Maroni ha dovuto prorogare di due mesi le approvazioni dei bilanci delle amministrazioni locali, in grande difficoltà. Ma i termini del patto sociale che dovrebbero motivare la coesione di uno Stato nazionale o dell’Unione Europea sono assolutamente inesistenti, per i più. Per questo quello che accade in Grecia non deve lasciarci indifferenti e ci riguarda tutti.

Circolo PRC "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella

mercoledì 5 maggio 2010

La Grecia cade, l'Italia trema


La Grecia sta per crollare sotto i colpi di una crisi che si nascondeva dietro il rassicurante ombrello di un liberismo senza vincoli e controlli unito ad un assistenzialismo non controbilanciato da entrate sufficienti.
E così, mentre il precedente Governo contribuiva con la finanza creativa (vi ricorda qualcosa?) a nascondere ed alimentare una voragine creatasi nel tempo evitando di combattere corruzione e evasione fiscale (vi ricorda qualcuno?), le agenzie di rating, le banche, la finanza internazionale e gli stessi orgnaismi europei "vigilavano" consigliando l'acquisto di titoli del debito pubblico greco.
Ora le agenzie di rating, la finanza (speculatori?) internazionale, ecc. ecc. tutto ad un tratto si accorgono di aver vigilato male...
Chi pagherà tanta scellerataggine?
Per adesso i lavoratori, i pensionati e tutte le fasce deboli del popolo greco unitamente ai contribuenti (indovinate quali) del resto d'Europa.
A quale costo?
Al costo di una macelleria sociale senza precedenti in Europa.
Con questa scusa, la crisi greca, causata dall'assenza di regole e vigilanza sulla finanza greca e internazionale da parte degli organismi politici e finanziari greci europei e internazionali, gli stessi organismi politici e finanziari europei e internazionali faranno le prove generali di un generale abbattimento delle spese sociali e dei diritti dei lavoratori di tutta Europa.
Testeranno il clima in una piccola realtà per poi estendere tali misure anche agli altri paesi (Spagna, Portogallo in testa, l'Italia?), sperando in una opinione pubblica assuefatta ai sacrifici imposti per "salvare" le nazioni e l'Europa.
Per ora in Grecia c'è malcontento, pronto a trasformarsi in rivolta se le misure saranno quelle preannunciate.
I comunisti del KKE dall'alto del Partenone invitano i cittadini europei a svegliarsi e a mobilitarsi contro le misure previste da FMI e Europa.
Noi da che parte staremo? Per ora gli italiani guardano in tv, manon è detto che presto saranno guardati.
Noi comunisti stiamo con i lavoratori e i compagni greci. Contro queste misure.
I soldi li chiedessero a chi ha speculato finora, a quelle banche che sono state aiutate con i nostri soldi senza chiedere nulla in cambio.
Ai ricchi, agli evasori e ai corrotti. Oggi in Grecia, domani in Italia.

martedì 4 maggio 2010

SALVATI DA MARONI: UN’AMMINISTRAZIONE ALL’INSEGNA DEL RITARDO

La giunta Bacheca ha seriamente corso il rischio di scioglimento per non aver rispettato il termine del 30 aprile per approvazione del bilancio, termine prorogato da Maroni di due mesi. Ricordiamo che la giunta è stata diffidata dalla minoranza per non aver ancora consegnato la delibera di bilancio né all’opposizione né ai revisori dei conti.

Tutti siamo in attesa di capire come la maggioranza intenda reperire le risorse per rinnovare i contratti ai dipendenti della Multiservizi, in fibrillazione perché senza contratto e, da qualche giorno, senza presidente dopo le dimissioni di Bruno Ricci, evidentemente uscito insoddisfatto dal confronto con l’assessore Venanzo Bianchi.

Siamo inoltre ansiosi di sapere come la giunta intenda rispondere ai dieci dipendenti dell’archeodromo, già minacciati di licenziamento, grazie a cui vive il sito archeologico di Pirgy nonché il castello di S. Severa ed il museo.

Vorremmo anche sapere quando e se si recupererà almeno parte dell’evasione fiscale che attanaglia il nostro paese.

Siamo altresì curiosi di conoscere quali risorse il comune intenda stanziare per potenziare l’ufficio del verde e la lotta contro il punteruolo rosso, sostenendo anche i privati per la prevenzione e la cura delle piante superstiti (nonché per la rimozione di quelle malate).

Il ritardo di questa amministrazione è però un problema cronico e non riguarda solo il bilancio. Malgrado l’inaugurazione di piscine e di rotonde, non è dato sapere a che punto si trovino le grandi opere “prioritarie” la cui attuazione fu annunciata entro febbraio 2010 (“Messaggero” 20/10/09), come il progetto sulla sede comunale, il piano particolareggiato della costa, la risoluzione dei cronici problemi di viabilità a via Valdambrini o al “ponte dei carabinieri”. D’altronde siamo in ritardo anche nella raccolta differenziana, nella gara d’appalto per sostituire AMA e di un piano per l’estate che eviti le figuracce dell’anno scorso.

Non si riesce bene a capire in che cosa questa giunta sia tanto affaccendata, visto che è in ritardo su tutto!

Circolo PRC "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella