domenica 28 febbraio 2010

Che fine fanno le ceneri dell’ENEL?

La lista “Un’altra città è possibile” invita alla visione il giorno 2 marzo, alle ore 17,00, presso la Biblioteca Civica di S. Marinella, dei documenti-video già consegnati alla Procura della Repubblica sulla vera gestione di rifiuti e ceneri della centrale di Torre Valdaliga Nord. I documenti, già presentati all’aula Pucci di Civitavecchia, intendono mostrare la verità sullo smaltimento delle ceneri e sulla discarica abusiva che circonda il cantiere della centrale. L’appuntamento vuole essere un’occasione per parlare di osservatorio ambientale, di inceneritori e discariche, presenti e future, nel nostro comprensorio.

Lista Civica “Un’altra città è possibile"

sabato 27 febbraio 2010

Ex-167 e Multiservizi: è iniziata la campagna elettorale (o clientelare?)

campagna elettorale

1) Oggi (27 febbraio) presso la sala parrocchiale di Santa Severa l'Ass. Grimaldi darà il via (che tempismo) all'operazione Ex-167, che provvederà a trasformare in una ennesima speculazione (a favore di qualche amico?) un'area destinata ad edilizia economica e popolare.
Come già accaduto nella stessa area le case "popolari" si trasformeranno in villette ambite e vendute a prezzi di mercato a pochi eletti (e conoscenti).
E le case popolari? C'è sempre la stazione.... Ora più popolata che mai dopo che la ordinanza antisgombero ha liberato santa marinella dalle (migliaia di) bidonville senza premurarsi di dove sarebbero andati a dormire quelle persone (occhio non vede cuore non duole).

2) Ecco che, guarda caso, sulle pagine dei quotidiani appare un fatidico annuncio che promette posti di lavoro.
La Santa Marinella servizi assume operai specializzati... mentre non ha i soldi per pagare quelli che già ha, ai quali i contratti saranno rinnovati solo per due mesi.
Al concorso si sa si presenteranno in pochi, visto che probabilmente quei posti sono stati già assegnati...

3) Per la serie si attaccano a tutto: giovedì sera sua Eccellenza il signor sindaco si presentava prima del Consiglio comunale ad un torneo di burraco!!!
Per omaggiare le presenti con una rosa, inviatare tutti ad una cena elettorale per sostenere Lollobrigida e promettere (guarda caso) una bella sede per giocare a Burraco tutti insieme in allegria...

Meno male che c'è chi risolve i problemi....

Apologia di fascismo

“E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
Così recita la nostra Costituzione, repubblicana ed antifascista.
Eppure il 12/2/2010 la giunta attualmente in carica nel Comune di S. Marinella ha deliberato di intitolare una parte del parco di via A.Saffi/Via Etruria a Giorgio Almirante, il quale ha dedicato una vita intera all’apologia e alla ricostruzione del partito fascista. Militante nelle organizzazioni giovanili fasciste, caporedattore e giornalista di regime, volontario in Africa nel 1940, capomanipolo a Salò, clandestino dopo l’aprile del ’45 per un anno e mezzo, Almirante si schierò contro il trattato di Osimo nel ’78 e fu accusato di ricostruzione del partito fascista nel ’79. Pende sulla sua figura l’onta di aver collaborato alla "Rivista in difesa della razza” nel ’38, di aver collaborato con la repressione nazista della Resistenza partigiana, di aver favoreggiato agli autori della strage di Peteano nel 1972.
I simboli non sono neutri, né casuali; essi vogliono parlare e veicolare messaggi. Ecco perché l’indifferenza non può essere la giusta risposta a questo tipo di messaggio. Cosa, infatti, significa titolare ad Almirante un parco giochi per bambini? Cosa intende comunicare la giunta Bacheca ai suoi concittadini, alle famiglie? Cosa, esattamente, si vorrebbe innalzare ad esempio, celebrando Almirante? Forse la coerenza, la pervicacia con cui egli ha perseguito e promosso, rivendicato la simbologia, l’ideologia, l’etica fascista? Perché allora non intitoliamo strade e piazze ai repubblichini di Salò? alla X MAS? ai colonizzatori dell’Africa Orientale? Ai giudici dei tribunali speciali? Ai capò dei campi di concentramento? Agli assassini di Matteotti e Gramsci? Perché non celebriamo la dittatura, la censura, la persecuzione degli oppositori politici?
Come si può rispettare la Costituzione repubblicana, incarnare le istituzioni democratiche e pluraliste, difendere i diritti di tutti i cittadini quando si opta per gesti simbolici dove tutto questo viene sbeffeggiato e provocatoriamente deriso?
Ma forse il messaggio che la nostra giunta vuole comunicare è un altro: la celebrazione del potere! Chi è al potere impone e non propone, ordina e non discute, parla ma non ascolta, si gratifica nell’esercizio nell’esibizione muscolare, imponendo a tutti i simboli (o gli uomini-simbolo) contro cui si sono battute tutte le forze dell’arco costituzionale. Se poi è proprio la Costituzione antifascista quella che si vuole rinnegare, non possiamo da cittadini che dichiararci, se non indignati, per lo meno molto preoccupati.

mercoledì 17 febbraio 2010

Sicurezza in via della Libertà: sì... No.... Forse.

Dopo un sopralluogo dei tecnici ASL, l'attuale maggioranza era pronta, in autunno, all'esborso di un lauto affitto ed a paralizzare un quartiere pur di trasferire gli uffici, e i lavoratori che vi operano, dalla palazzina di Via della Libertà a Valdambrini.
Ma di tutta questa urgenza, cos'è rimasto? Il Sindaco e l'amministrazione tutta non hanno mai risposto alle richieste ed alle preoccupazioni dei lavoratori; inoltre è comparsa la scorsa settimana una relazione dei Vigili del Fuoco riguardo un presunto sopralluogo del 5/1/2010, il quale dichiara l'assoluta sicurezza dello stabile.
Qual è la verità? Quali eventuali interventi di consolidamento sono stati fatti o si potrebbero fare? I cittadini e soprattutto i dipendenti comunali gradirebbero la massima chiarezza su questioni che riguardano la sicurezza, che debbono essere certe e non presunte.

Il Circolo PRC "Benedetti Michelangeli"

giovedì 11 febbraio 2010

Roma: scontri fra lavoratori e polizia. Ferito il consigliere Peduzzi

Giovedì 11 Febbraio 2010

ROMA - Ieri 2mila persone hanno tenuto un presidio del Comitato romano contro la Crisi in Piazza SS. Apostoli di fronte alla Prefettura di Roma. All'iniziativa supportato da numerose associazioni, sindacati e partiti erano presenti numerose associazioni in rappresentazione delle fasce sociali più deboli, come quella dei precari dell'Eutelia, dei disoccupati, dei cassaintegrati, degli sfrattati, dei sindacati e dei partiti, tra cui Rifondazione con il consigliere regionale Ivano Peduzzi.
Nonostante la manifestazione si stesse svolgendo pacificamente, la Polizia ha violentemente caricato i manifestanti. Durante lo scontro sono rimasti feriti due lavoratori dell’Eutelia e Ivano Peduzzi, consigliere regionale della Federazione della Sinistra.
L'azione repressiva della Polizia nei confronti di persone, tra le quali donne e bambini, esasperati dalle condizioni in cui versano, ha sollevato un coro di critiche.

"Condanno con forza la carica a freddo della polizia contro le circa 2000 persone, uomini, donne e bambini, - ha dichiarato Paolo Ferrero, portavoce della FdS - che davanti alla Prefettura di Roma chiedevano risposte concrete ai loro reali problemi (la perdita della casa o del lavoro) e hanno ricevuto solo manganellate. Esprimo solidarietà ai feriti, fra i quali il consigliere regionale del Prc Ivano Peduzzi. È questa la risposta che il governo offre a chi paga colpe non sue - ha precisato Ferrero -, un atto repressivo inaudito, inaccettabile per la Federazione della Sinistra. Il governo, incapace di affrontare le mille emergenze sociali, ricorre al metodo antico del manganello, per dare l’ennesimo colpo ad una parvenza di democrazia."

lunedì 8 febbraio 2010

Salò bussa al parlamento

Liberamente tratto da “L’oca al passo” di Antonio Tabucchi (Feltrinelli)

Se i saloini erano bravi ragazzi, i campi fascisti per le minoranze slave della Venezia Giulia erano dunque colonie di vacanza?I cantastorie italiani sono molto bravi, e sanno come preparare piatti deliziosi a partire dai magri ingredienti della storia patria…

Nei primi giorni del 2006, per fare gli auguri all’Italia, è approdata in Senato una proposta di legge voluta dalla destra che equipara partigiani e repubblichini, perché considerati “militari belligeranti”. La proposta è stata bocciata ma questo fatto positivo non cambia la gravità del disegno. Naturalmente nell’equiparazione sarebbero stati compresi anche i sopravvissuti delle famigerate bande Koch e Carità e altre bandette assassine e torturatrici che davano una mano ai nazisti nei loro eccidi al di sotto della linea gotica. Dalla sinistra ferita, specie da molti esponenti Ds, si sono levate esclamazioni di indignazione. L’Italia è un paese privo di coerenza politica, visto che questa legge non è altro che la logica conclusione di un percorso iniziato qualche anno fa proprio da un esponente Ds, l’onorevole Luciano Violante. A lui si deve in un incontro con l’onorevole Gianfranco Fini, il conio del gentile sintagma “ragazzi di Salò” per denominare i militi repubblichini. Se si abbassa l’età, le responsabilità diminuiscono, e poco importa se molti dei saloini, soprattutto i caporioni, erano vecchi fascisti incarogniti come il maresciallo Graziani. Inoltre la parola “ragazzi” è portatrice di tenerezza e di affetto: si dice dei calciatori della nazionale, dei militari italiani in Iraq al seguito di Bush; un lessico che richiama sempre la mamma e che ha qualcosa di giocoso (perché i ragazzi giocano, anche I ragazzi della via Paal facevano la guerra fra di loro, ma era una guerra per gioco). L’Italia ha giocato tanto nel secolo scorso. Pensate, “i nostri ragazzi” andarono in Libia, in Abissinia, in Albania, tentarono di spezzare le reni alla Grecia sul bagnasciuga, e altre missioni di questo tipo. Eventualmente in Abissinia e in Libia fu lanciato qualche gas asfissiante, fu bombardata Tripoli, furono usati i lanciafiamme nei villaggi fatti di capanne di paglia, ma questo faceva parte del gioco. E poi erano ragazzi. Insomma, per il suo irrefrenabile spirito giovanilistico che tutto il mondo le invidia, l’Italia non ha da chiedere scusa a nessuno, e infatti non l’ha mai fatto. E dunque non deve chiedere scusa neanche a quella parte dell’Italia che i repubblichini, a fianco dei nazisti invasori, deturparono con eccidi osceni. Anche perché le torture, i rastrellamenti, i massacri, le complicità con le SS venivano da un profondo ideale che “i ragazzi” nutrivano e un ideale, si sa, è pur sempre un ideale. Per capire bene l’ideale dei repubblichini bisognerebbe dunque pensare che essi fecero quelle scelte “credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria”. Parole, queste, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il quale solennemente dichiarò; “Abbiamo sempre presente, nel nostro operare quotidiano, l’importanza del valore dell’unità d’Italia. Questa unità che sentiamo essenziale per noi, quell’unità che oggi, a mezzo secolo di distanza, dobbiamo pur dirlo, era il sentimento che animò molti dei giovani che allora fecero scelte diverse e che le fecero credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria”. Ecco: si trattava di “ragazzi” che avevano sbagliato, ma in buona fede. Ah, la buona fede! Ma il mondo è pieno di buona fede, lo è sempre stato. Quando l’inquisizione mandava gli “eretici” sul rogo, lo faceva in buona fede e per la buona Fede, quella vera. E quanto ai “ragazzi” delle SS che commettevano eccidi nel nostro paese, quanto agli addetti ai forni crematori, molti dei quali volontari, non lo facevano forse in buona fede? Il loro, in fondo, non era un ideale? E’ vero, quell’ideale prevedeva un repulisti dalla faccia della Terra di razze considerate inferiori, soprattutto Ebrei, e voleva la dominazione assoluta della razza ariana. Ma non si può negare che fosse un ideale.
La vita è un ideale per tutti, facciamoci avanti.

giovedì 4 febbraio 2010

Silenzio sulla petizione

Ad una settimana dalla consegna di una petizione popolare di 648 firme per migliorare la viabilità e la vivibilità del quartiere Valdambrini, non c’è stata nessuna risposta e nessuna presa di posizione da parte dell’Amministrazione Bacheca, nonostante lo Statuto del Comune preveda la legittimità di petizioni o istanze popolari. Evidentemente sindaco e assessori sono troppo occupati a rispondere a ben altre istanze, come hanno dimostrato negli ultimi mesi.
Per tutelare gli interessi dei proprietari di Poggio Bellavista hanno approvato una lottizzazione, prima del pronunciamento del Consiglio di Stato. Quattro ettari di case sulle colline.
Per accelerare le pratiche alla Porto Romano sull’ampliamento del porto, hanno rinunciato alle procedure ordinarie al fine di avviare le procedure più veloci e spedite dell’accordo di programma, trattando sugli appartamenti da costruire nell’area portuale.
Per favorire la società costruttrice del centro commerciale di via Valdambrini (che improvvisamente si era accorta di non saper dove collocare tubi delle acque chiare) le hanno permesso di sventrare il cortile della scuola, senza chiedere né ottenere nulla in cambio, a parte uno spicchio di 35 mq all’entrata della scuola. In compenso è sparito il parcheggio pubblico previsto dietro la scuola. Non è finita qui, visto che è stato emesso un bando farsa per reperire uffici comunali in affitto; in realtà tutti sanno che il contratto sarà stipulato con la società costruttrice del centro commerciale, per sua fortuna. Che ne avrebbe fatto se no di "1200 metri quadrati" di uffici invenduti?
Proseguendo nell’elenco dei soggetti beneficiati dal buon cuore amministrativo di Bacheca e i suoi, non possiamo dimenticare la società proprietaria di Poggio Principe. Avrebbe già in mano una convenzione, che però evidentemente ritiene poco favorevole alla realizzazione dei suoi profitti. Così la maggioranza a quanto sappiamo ne porterà a breve in Consiglio comunale un’altra, in cambio della quale il costruttore promette addirittura la costruzione di una strada di collegamento. E’ ovvio che un imprenditore edile se propone una cosa del genere è perché gli conviene. Lui deve tutelare il suo conto in banca. La maggioranza Bacheca invece quali interessi starebbe tutelando?

La minoranza consiliare