lunedì 30 novembre 2009

Uniti e autonomi dal PD per una vera alternativa


di Dino Greco e Cosimo Rossi

su Liberazione del 30/11/2009

Intervista al Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero

Due coordinate luminescenti: "Invertire la coazione a ripetere le divisioni, rottamando il circuito che per 15 anni ha macinato la sinistra fino a provocarne la completa inattendibilità, e riposizionare esplicitamente il proprio baricentro nel conflitto sociale, che è un punto di riferimento decisivo". Per Paolo Ferrero è attraverso questi due assi che dal prossimo sabato mattina deve incamminarsi la Federazione della sinistra, in quanto "principale bacino di coltura" attraverso cui dare consistenza a quella "massa critica" intesa a "mettere insieme tutti quanti sono disponibili a realizzare una sinistra autonoma, indipendente e strategicamente alternativa rispetto al Pd".
E in quest'ottica il segretario del Prc considera "estremamente positiva" la partecipazione nel pomeriggio al No B day in cui si producono "spazi virtuali e forme di aggregazione che costruiscono coscienza". Ovvero "lo spazio pubblico" di opposizione alla destra che è anche spazio abitato da frammenti di progetto di alternativa.


Il "No B day" del prossimo sabato pomeriggio, può intendersi come una sorta di corollario, e insieme di verifica di piazza, dell'avvio del processo di Federazione della Sinistra e della sua sfida alla sinistra moderata del Pd?

Silvio Berlusconi è tendenzialmente un fascista, in quanto ha una concezione fascista del potere. Contro questo atteggiamento occorre realizzare una grande mobilitazione democratica. Per questo il 5 dicembre siamo in piazza con il No B day. E in questo senso sbaglia il Pd a non cogliere l'opportunità e la necessità di questa battaglia diretta nei confronti di Berlusconi in persona, per ciò che egli incarna simbolicamente. Così come, allo stesso tempo, bisogna far crescere i conflitti sociali sui punti di fondo, dalle questioni del lavoro in avanti, in quanto la forza del premier è quella di riuscire puntualmente a cambiare il terreno di discussione e far discutere di sé anziché dei problemi del paese. Invece dovrebbe rispondere riguardo ai problemi del paese rispetto ai quali non è in grado di produrre nessuna soluzione.


D'altra parte Berlusconi preferisce delineare scenari da "guerra civile", che sarebbe frutto del complotto della magistratura insieme a parte dei suoi stessi alleati. In quest'ottica pensi che la minaccia di elezioni anticipate sia concreta o solo virtuale?

Francamente penso che si tratti più che altro di una minaccia. Non mi sembra che Berlusconi abbia veramente la forza per realizzare una tale spallata: non è d'accordola Lega che vuole finire l'iter dei decreti sul federalismo fiscale, non è schierata in quest'ottica la grande stampa e nemmeno Confindustria. Senza contare che sciogliere le camere è comunque una prerogativa del capo dello stato. Penso però che Berlusconi possa andare alle elezioni nel caso in cui si trovi davvero con le spalle al muro: per rivincerle e avere una maggioranza tale da mettere mano a ogni cosa, Costituzione compresa. Di conseguenza No B day e ripresa delle lotte sociali sono tutti interventi per arginare il tentativo berlusconiano di far saltare il banco e arrivare alle elezioni, così da poter poi cambiare la Costituzione col pugno di ferro, liquidare gli avversari e normalizzare gli alleati…


E nell'eventualità in cui il cavaliere provocasse le elezioni, le forze di opposizione, nelle loro differenti articolazioni, in che modo dovrebbero comportarsi per contrastare il disegno berlusconiano?

Sulla base del rischio di una torsione autoritaria connaturata al tentativo berlusconiano, noi sosteniamo anche l'esigenza di un accordo democratico tra tutte le forze di opposizione fondato sulla difesa della Costituzione: un accordo che permetta di battere Berlusconi e di modificare la legge elettorale, nel senso di un superamento del bipolarismo con una legge elettorale alla tedesca di matrice proporzionale.


Il No B day è nato soprattutto attraverso il tam tam sul web a cui hanno aderito la Federazione della Sinistra e l'Idv. Ad oggi si profila giorno dopo giorno come una grande manifestazione. Rifondazione come pensa di capitalizzare la relazione con questo universo di forze in gran parte nuove e giovanili?

Secondo me intanto va segnato punto estremamente positivo: cioè il fatto che come Federazione di sinistra abbiamo avuto la prontezza e l'intelligenza di riconoscere questo protagonismo del popolo della rete e di aderire immediatamente alla manifestazione senz'altra pretesa. Le altre forze che hanno aderito, e non senza polemiche, lo han fatto tutte 10, 15 giorni dopo. Sono dunque molto felice di questa prontezza del partito nel mettersi subito in relazione con un fenomeno nato al di fuori di esso. Questa volta siamo arrivati in tempo e in forze all'appuntamento.


Di qui, come proseguire?

Penso che intanto ci sia il tema relativo a come si sta dentro la rete, producendo spazi virtuali e forme di aggregazione che costruiscano coscienza. Oggi, inoltre, nessuno è più in grado di fare da catalizzatore dell'opposizione in quanto tale: il che significa che dobbiamo concepire e realizzare sempre di più l'opposizione come una rete di relazioni tra soggetti politici e sociali, associazioni, aggregazioni spontanee. E' questa una evoluzione che dobbiamo avere della nozione di internità ai movimenti che abbiamo attuato a Genova.


Luigi De Magistris, intervistato da Liberazione, definisce il Prc come fondamentale per la costruzione di un'alternativa al berlusconismo. Pensi che da parte dell'Idv ci sia un effettivo accostamento ai temi sociali?

Nella semplificazione dello scontro del basso contro l'alto, che caratterizza la situazione italiana, l'Idv tende a coprire qualsiasi cosa si muova dal basso. In questo senso abbiamo oggettive convergenze o se volete una concorrenza sullo stesso terreno. Detto questo la cultura, le pratiche politiche e gli obiettivi dell'Idv sono molto differenti dai nostri: si presenta come forma di populismo di sinistra, a differenza di quello di destra proprio di Berlusconi. La possibile convergenza sulla pratica non toglie quindi una prospettiva strategica completamente diversa.


Pensi che quello dell'Idv verso le tematiche sociali sia uno spostamento strutturale?

Questo lo vedremo. Perché quando Di Pietro è stato al governo con Prodi ha rappresentato la destra: dalle questioni ambientali, a quelle del lavoro, ai diritti civili e il boicottaggio della commissione di inchiesta sul G8 di Genova. In Europa, poi, stanno nel gruppo liberal-democratico, che è a destra della Cdu. Al momento non è una collocazione stabile. Ma di sicuro oggi stanno facendo l'opposizione con caratteristiche diverse. Quindi noi ci troviamo con elementi di convergenza e, laddove si può, sono per fare le cose insieme, perché penso che questa opposizione vada rafforzata.


Questo mentre il Pd al momento si distingue per un immobilismo quasi supino…

Sì, ad oggi indubbiamente è così. Il profilo politico del Pd sui nodi di fondo continua ad essere completamente irrisolto e non ha una iniziativa tale da mettere in difficoltà l'azione del governo di destra.


Il governo risulta assolutamente incapace di contrastare gli effetti della crisi, reagendo anzi in modo repressivo. D'altra parte, il problema dell'unificazione delle lotte continua a non trovare risposta adeguata. Avendo più volte sostenuto che una svolta politica è davvero possibile solo marciando sul solco e al fianco dei movimenti sociali, cosa pensi di questo deficit di unità della lotte?

A me pare che ci sia un deficit su due piani. Uno è quello sindacale. La Cgil pur avendo fato alcune cose buone non ha una pratica neanche lontanamente prossima alla necessità. Per cui hai la gente colpita che è furibonda, mentre quelli che non sono immediatamente colpiti formano solo opinione pubblica. Una situazione così chiede la costruzione di un movimento politico di massa. Chiede cioè l'attivazione di un tessuto militante quotidiano, città per città, territorio per territorio, che determini una condizione diversa nell'agenda sociale delle persone, nella loro quotidianità e nella loro vita.


Tuttavia non ti pare evidente l'affanno della Cgil riguardo alla definizione e l'attuazione di una piattaforma unitaria?

La piattaforma ci sarebbe. Ma, per questioni di malriposto rispetto verso il potere e di relazioni politiche, non si produce una connessione tra quella piattaforma e l'azione concreta.


Perché? Per una sorta di deferenza verso il centrosinistra politico?

No, più precisamente per relazioni con Confindustria e per relazioni col Pd perché a Corso d'Italia pensano che il governo sia il nemico e che quindi gli alleati siano la Confindustria e il Pd quindi Epifani parla come un commentatore politico, in tv o sui giornali, ma non c'è una consequenzialità nell'azione politica. A questo si aggiunge il problema politico: mi sembra cioè che tra Pd e Pdl siamo al bon ton : anziché porsi di fronte al fatto che c'è un governo di destra che realizza una politica classista, siamo appunto al duello in punta di fioretto. Quindi non c'è l'opposizione politica. E quella di Di Pietro è un'opposizione urlata, non ha un impianto di ragionamento alternativo. Ciò rende tutto complicato, in quanto fa sì che le lotte tendano a rimanere separate, venendo a mancare un orizzonte sia di lotta che di prospettiva. Ed è qui che entriamo in ballo noi.


E in che modo?

Innestando sul disagio generato dalla crisi e sul lavoro sociale anche una massa critica sul piano politico: una massa critica che renda credibile un progetto di alternativa e di rovesciamento del liberismo, ma anche le parole d'ordine di lotta che permettano di unificare le forze e incidere nell'organizzazione del conflitto. La Federazione della sinistra è il bacino di coltura questa massa critica.


Cioè?

La federazione è l'idea di mettere insieme tutti quanti sono disponibili a realizzare una sinistra autonoma, indipendente e strategicamente alternativa rispetto al Pd, cioè alla sinistra moderata e social liberista: nella consapevolezza che non solo il liberismo è fallimentare e dispotico ma anche che la socialdemocrazia è defunta. Si tratta perciò del tentativo rottamare una volta per tutte l'automatismo che per 15 anni ha macinato ininterrottamente la sinistra fino a provocarne l'assoluta inattendibilità. In altre parole, la Federazione secondo me si sviluppa lungo due assi, che esplicitano due precise intenzioni: e cioè farla finita una volta per tutte con la coazione a ripetere divisioni successive fino a quella dell'atomo e riposizionare chiaramente il proprio baricentro nel conflitto di classe, che è un punto decisivo ed è ora di smettere di sminuirlo. Vogliamo provare a realizzare la Federazione attraverso queste due coordinate.


In questo senso è plausibile anche riannodare il rapporto con la sinistra diffusa, dei comitati, nonché con l'astensionismo cresciuto nell'ultimo decennio anche come atteggiamento punitivo verso le sinistre?

Ovviamente si. Il progetto della Federazione nasce da quattro forze che lo hanno promosso ma non è per nulla chiuso a queste quattro forze. I promotori vogliono essere coloro che rendono possibile un processo, che lo promuovono, con l'obiettivo di allargare con la logica del figliol prodigo.


Con quali regole?

Un meccanismo molto banale: nessuna forza può avere più del 50 per cento e ogni decisione deve essere assunta a maggioranza di due terzi. Appunto perché l'idea è quella di lavorare ad allargare. Sabato parte il percorso costituente attraverso cui ci si potrà tesserare alla federazione, oppure ai partiti, o potranno aderire gruppi o associazioni in quanto tali: per arrivare allo svolgimento di un congresso costitutivo nel 2010 in cui varrà il principio "una testa un voto".


Dunque il Prc, come gli altri soggetti, continueranno tutti a vivere delle proprie libere elaborazioni e legittime aspirazioni al di là di quanto realizzeranno nel territorio comune della federazione.

Ovviamente, come abbiamo detto a Chianciano Rifondazione vive per l'oggi e per il domani. La questione a me pare abbastanza semplice. E' evidente, per esempio, che la federazione dovrà assolvere al ruolo istituzionale, che ci si propone di andare insieme alle elezioni. Questo esalta il ruolo del nostro partito che avrà molto più da fare sul piano delle relazioni sociali e della costruzione di cultura politica adeguata alla prospettiva della rifondazione comunista. La Federazione è la costruzione di uno spazio pubblico di dibattito e azione politica: tu non è che ti dilegui nello spazio pubblico, lo abiti.

martedì 17 novembre 2009

Eutelia, come licenziare 9.000 persone senza che nessuno se ne accorga

di Lavoratori/lavoratrici ex Eutelia

su altre testate del 16/11/2009

Un disperato appello dei lavoratori e delle lavoratrici

E' iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN:
AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega.
Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.
Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti.
Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l'ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.
Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.
Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane ( Roma - Siena_Montepaschi -- Milano -- Torino -- Ivrea -- Bari -- Napoli - Arezzo - ) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.
NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

==> Dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti

Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTO DOCUMENTO ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio *

* Altrimenti questa azienda morirà *

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. -- ex Eutelia

* GRAZIE *

21 NOVEMBRE - SPESA COLLETTIVA CONTRO LA CRISI


Sabato 21 Novembre 2009 - dalle 10.00 per tutta la giornata - Distribuzione/Presentazione dei prodotti dei Gruppi di Acquisto Popolari - Creazione della Rap - No Berlusconi Day - Alle 18.00 gran Buffet con assaggio prodotti distribuiti - Prima fare:::Poi parlare

Il Circolo di Santa Marinella aderisce con forza ad un'iniziativa essenziale. Ancora una volta contro la crisi i Comunisti ci sono!!

L'otto per mille destinato allo Stato finisce a parrocchie e monasteri

ROMA - Pontificia Università Gregoriana in Roma, 459 mila euro. Fondo librario della Compagnia di Gesù, 500 mila euro. Diocesi di Cassano allo Ionio, 1 milione 146 mila euro. Confraternita di Santa Maria della Purità, Gallipoli, 369 mila euro. L'elenco è lungo 17 pagine e porta in calce la firma del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Non si tratta di uno dei tanti decreti, ma quello che ripartisce per il 2009 i 43 milioni 969 mila 406 euro che gli italiani hanno destinato allo Stato in quota 8 per mille dell'Irpef. Basta sfogliarlo per scoprire che confraternite, monasteri, congregazioni e parrocchie assorbono la quota prevalente di quanto i contribuenti avevano devoluto a finalità umanitarie o per scopi di assistenza e sussidi al volontariato.

E invece? Succede che i 10 milioni 586 mila euro assegnati al capitolo "Beni culturali" sono finalizzati in realtà a restauri e interventi in favore di 26 immobili ecclesiastici. Opere che avrebbero tutte le carte in regola per usufruire della quota dell'8 per mille destinata alla Chiesa cattolica, col suo apposito fondo "edilizia di culto". Come se non bastasse, la medesima destinazione (chiese e parrocchie) hanno anche gli altri 19 milioni destinati alle aree terremotate del centro Italia (14 per l'Abruzzo).

"L'atto del governo n. 121" è stato predisposto ai primi di settembre da un presidente Berlusconi reduce dall'incidente diplomatico del 28 agosto con la Segreteria di Stato Vaticano. Sullo sfondo, la (mancata) Perdonanza dopo il caso Giornale-Boffo. Il documento, poi trasmesso alla Camera il 23 settembre, conferma intanto che i soldi vanno allo Stato ma entrano di diritto nella piena discrezionalità del capo del governo, per quanto attiene al loro utilizzo. È un atto "sottoposto a parere parlamentare" delle sole commissioni Bilancio. Quella della Camera lo ha già espresso, "positivo", il 27 ottobre, quella del Senato lo farà nei prossimi giorni. Eppure, anche la maggioranza di centrodestra della commissione Bilancio di Montecitorio ha lamentato le finalità distorte e ha condizionato il parere finale a una serie di modifiche, contestando carenze e incongruenze del decreto.

Tra le più sorprendenti, quella che riguarda la "Fame nel mondo", "alla quale nel decreto vengono attribuite risorse finanziarie alquanto modeste, a fronte di richieste di finanziamento di importo limitato che avrebbero potuto essere integralmente accolte". Insomma: governo ingeneroso verso i bisognosi. In effetti, ultima pagina, al capitolo "Fame nel mondo", sono solo dieci le onlus e associazioni finanziate per 814 mila euro, pari al 2 per cento del totale.
Tutto il resto? A chi sono andate le quote parte dell'Irpef che gli italiani hanno devoluto allo Stato? La parte del leone quest'anno la fanno gli "interventi per il sisma in Abruzzo". Sono 32 e assorbono 14 milioni 692 mila euro. Ma il condizionale è d'obbligo. A parte la preponderanza anche qui di parrocchie e monasteri (la quasi totalità) tra l'Aquila, Pescara e Teramo, tuttavia altro non quadra. E a rivelarlo è proprio la commissione parlamentare presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti: "Le richieste di finanziamento relative all'Abruzzo risultano presentate in data antecedente al sisma dell'aprile 2009 ed appare quindi opportuna una puntuale verifica e un coordinamento con gli interventi previsti dopo il sisma".

L'ammonimento è chiaro: quei beni finanziati in Abruzzo non sarebbero stati danneggiati dal terremoto del 6 aprile, non quanto altri almeno. Perché dunque si dirotta lì un quinto dell'intera quota dell'8x1000? Il sisma del dicembre 2008 in Emilia garantisce a 9 tra parrocchie e monasteri del Parmense altri 4 milioni, mentre 11 milioni sono parcellizzati per i danni delle restanti calamità in tutta Italia.

Ma ecco il punto. Oltre 10 milioni finiscono ad appannaggio dei Beni culturali. Ventisei tra consolidamenti e restauri, quasi tutti per diocesi, chiese, parrocchie, monasteri. Solo per restare alle cifre più consistenti, ecco il milione 314 mila euro per la cattedrale dell'Assunta di Gravina di Puglia, il milione 167 mila euro per il restauro degli affreschi della chiesa dei Santi Severino e Sossio di Napoli, oppure i 987 mila euro per il restauro di Santa Maria ad Nives di Casaluce (Caserta), i 579 mila euro per San Lorenzo Martire in Molini di Triora o i 413 mila euro per la "valorizzazione della chiesa San Giovanni in Avezzano". E poi, la Pontificia Università Gregoriana e la Compagnia di Gesù. Anche su questo capitolo le bacchettate del Parlamento: la priorità dovevano essere "progetti presentati da enti territoriali", non ecclesiastici. Ci sarebbe anche il capitolo "Assistenza ai rifugiati", al quale però, per il 2009, il decreto firmato dal premier Berlusconi destina 2,6 milioni, poco più del 5 per cento del totale. E quasi tutto (2,3 milioni) va al solo Consiglio italiano per i rifugiati. Concentrazione "non opportuna", censura infine la commissione Bilancio: "Altri progetti non finanziati risultavano meritevoli di attenzione".

da: Repubblica.it

mercoledì 11 novembre 2009

Cena di sottoscrizione

Venerdì 13 novembre si svolgerà presso il nostro Circolo una cena di sottoscrizione con a seguire proiezione di un film.
Il ricavato sarà utilizzato per l'attività del Circolo.
La sottoscrizione "volontaria" sarà di 10 euri.
Per info e adesioni scriveteci tramite i commenti o su facebook

martedì 10 novembre 2009

Rifondazione, la sfida dell'esistenza. A partire dai conflitti sociali

di Ettore Colombo

Rifondazione comunista c'è per l'oggi e ci sarà per il domani. Potrebbe sembrare un'affermazione scontata, ma così non è. Le pesantissime difficoltà economiche causate da una gestione dissennata, nel passato, del partito come, soprattutto, del giornale, unita alle ultime (e negative) tornate elettorali (Politiche ed Europee), non permettevano fino a ieri nè, a dir la verità, permettono pure oggi di ritenere l'obiettivo acquisito. Non a caso, il responsabile Organizzazione del Prc, Claudio Grassi, nella sua relazione introduttiva al seminario sulla forma partito che si è aperto ieri a Caserta, nella bella e confortevole cornice dell'hotel Vanvitelli, parla apertamente di una fase, quella che il Prc sta vivendo, che, parafrasando il titolo di una vecchia conferenza d'organizzazione (Chianciano 1997, Dalla Resistenza al Progetto ), si può dire "Dalla battaglia contro lo scioglimento alla sfida dell'esistenza" . Si tratta, dunque, di riflettere su quello che sono, oggi, nelle condizioni date (assenza dal Parlamento italiano come dall'Europarlamento, forza negli Enti locali ancora buona ma a rischio), presenza, forza, le radici e (si spera) le ali del progetto Prc. Un seminario non è una Conferenza d'organizzazione (ma l'anno prossimo si farà) e tantomeno un congresso, ma il livello dell'impegno e dello sforzo che il partito ci mette dentro, a Caserta, è quasi lo stesso. Grassi, naturalmente, batte e ribatte su un punto nevralgico, quello del tesseramento: «chiedere soldi in cambio di un'idea», come dirà poi Sergio Boccadutri, che del Prc è il tesoriere, non è impresa da ogni giorno, ormai. Il tesseramento resterà aperto tino alla fine dell'anno,ma le difficoltà ci sono, è inutile negarle. Il dato del 2007, l'ultimo disponibile, dice 87.826, «dato pi o meno costante, dal 1999 al 2007, con il picco più alto nel 98 spiega Grassi ma nel 2008 il calo è forte, gli iscritti scendono a 71 mila. Ormai siamo solo a 37.729 iscritti, il 53% del 2008. Altri 10/12 mila iscritti sono un obiettivo alla nostra portata, ma serve uno sforzo eccezionale . Una lettera a firma Paolo Ferrero raggiungerà tutti gli iscritti, vecchi e nuovi, un'intera settimana (quella dal 7 aI 13 dicembre) sarà dedicata al tesseramento, alla presenza di tutti i dirigenti e banchetti in tutte le città. Grassi lancia anche un'idea che farà discutere, trasformare i circoli per un anno, e in via sperimentale in Case dei Diritti solidali, aperti ai Gap, alle Brigate di solidarietà attiva, con sportelli sociali, fiscali, per la casa. Certo, la tessera costa (40 euro quella normale, 20 per le fasce deboli), ma bisogna farla pagare anche di più : 50 euro per chi può , magari tramite Rid bancario e dunque rateizzandola, 500 euro (sic) per i dirigenti. Insomma, lo sforzo non solo ci deve essere, ma richiede grandi sacrifici. La politica, del resto, se fatta per passione , e anche per professione, come spiega in un intervento ricco di spunti il tesoriere Sergio Boccadutri, «è necessaria», se si vogliono difendere e sollevare sul serio i proletari , vecchi e nuovi. Dopo aver richiamato al dovere dell'autofinanziamento, Boccadutri insiste su riduzione dei costi (personale e direzione sono già stati sforbiciati del 50%), tesseramento e (necessari) costi della politica, per i quali chiede «trasparenza ma serietà, il che vuoi dire che il finanziamento pubblico non è solo utile, è giusto». Non poteva mancare, al seminario, il capitolo giornale, e cioè Liberazione. Mauro Belisario traccia il quadro dei conti, ormai noto, e delle vendite, ancora scarse, tra edicola (non male), diffusione (buona) e abbonamenti (troppo pochi); il direttore Dino Greco parla del rapporto partito-giornale. Gioie e dolori , vien da dire, con facile perifrasi, come pure lo sono quelli tra donne e partito (sul partito monosessuato» relaziona con la dovuta severità critica Imma Barbarossa), o quello tra migranti e partito ("Siamo impegnati al fianco dei migranti, ma siamo ancora un partito bianco", sferza Stefano Galieni). Siamo ancora e solo al cahier des doleances? Non proprio, anche se «un patrimonio fatto di coerenza, innanzitutto», qualità storica , dentro Rifondazione, è stato dilapidato, ammonisce Grassi, tra governo Prodi e Sinistra Arcobaleno. Però , vi sono anche i segnali positivi: la gestione unitaria interna, sancita all'ultimo Cpn, e che ben funziona, l'avvio dei lavori della Federazione della Sinistra, che marcia abbastanza spedita, un partito presente in tutte le maggiori lotte della conflittualità sociale, come spiegano nelle loro rispettive relazioni Alessandro Giardiello (responsabile dell'Insediamento nei luoghi di lavoro) e Roberta Fantozzi, che organizza la Conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici. «Nel 2007, andati davanti alle fabbriche di Mirafiori chiosa Grassi ci chiedevano "cosa fate qui?" , oggi siamo presenti in tutte le lotte sociali». Morale, Rifondazione c'è, pur ammaccata, per l'oggi come per il domani. Tanto che pu permettersi il lusso di dar vita al bel Progetto Archivio (Linda Santilli): perché recuperare la Memoria serve a costruire il Futuro.

martedì 3 novembre 2009

BACHECA E L'IMMOBILISMO DEI VETI INCROCIATI

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a qualcosa di già visto in passato (anche nella scorsa amministrazione): la moltiplicazione dei gruppi consiliari. La divisione in tre gruppi dell'attuale maggioranza è sintomatico dei diversi interessi privati (e rispettive clientele) che ognuno dei gruppi rappresenta. La compagine di Bacheca si è ritirata in quel di Tuscania per risolvere le sue beghe interne ed è tornata dal ritiro annunciando che ogni problema interno è stato risolto... nel senso che la divisione interna ha trovato la sua ufficializzazione. Il risultato, oggi come ieri,è che così si rischia l’immobilismo! Una maggioranza prigioniera degli stessi interessi privati che l’hanno formata e che condanna all'immobilismo anche la cittadinanza .

Circolo del PRC di S. Marinella "Benedetti Michelangeli"