giovedì 29 aprile 2010

Bilancio? No, si, forse...

Domani ci sarà un consiglio comunale importante.
L'amministrazione infatti sarà in aula per approvare il bilancio di previsione per il 2010.
Con una serie di gravi irregolarità che metteranno a serio rischio l'Amministrazione Comunale.
Infatti nessuno dei termini di legge è stato rispettato. Dall'approvazione in Giunta alla consegna dei documenti questa amministrazione dimostra ancora una volta la propria incapacità nel gestire la città.
Rifondazione Comunista appoggia la decisione della minoranza di ricorrere al Prefetto e al Ministro degli Interni contro questo ennesimo atto illeggittimo e concorda sul fatto che il consiglio comunale di domani debba essere annullato per mancato rispetto dei termini di legge.
Con conseguenti dimissioni di questa giunta incapace.

sabato 24 aprile 2010

Multiservizi? Multi guai

Pare che continuino i guai per la Multiservizi, carrozzone politico che Tidei creò per lasciarlo come maledizione alle amministrazioni successive.
Pare che il Presidente attuale stia dimettendosi (o si sia dimesso), perchè impossibilitato (auto o indotto?) alla gestione di tale ingestibile "cosa".
Perché? Ma a cosa serve la Multiservizi se tutti i servizi sono affidati all'esterno? Acqua, immondizia, recupero crediti, ecc.ecc.
A che cosa serve uno strumento clientelare se non ha soldi?
Infatti pare che il declino attuale della Multiservizi sia dovuto al declino dell' Illustrissimo Dott. Achille Ricci (come si chiama il Presidente attuale della Multiservizi?) il quale sembra ormai contare in città come il famoso due di picche, e sembra (ma va?) essere inviso ai giovani exfascdem rampanti della giunta Bacheca.
Quindi siamo alla resa dei conti: fine dei giochi per la famiglia (politica) Ricci e ritorno in quota della Multiservizi.
Chi ci rimetterà? Mah, i soliti lavoratori della stessa e noi cittadini che paghiamo e paghiamo.
Ma che ci importa a noi piace. Alle prossime elezioni tutti con Bacheca!!! Avanti c'è posto

mercoledì 21 aprile 2010

25 Aprile Festa della Liberazione

Contro ogni revisionismo, ora e sempre antifascismo!
La Federazione della Sinistra di Santa Marinella invita tutti i cittadini a partecipare il giorno 25 aprile alle ore 9.30 presso il monumento ai caduti alla commemorazione del 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo.
In un momento come questo caratterizzato dalla vittoria di una destra che parla di storia condivisa tentando di accumunare partigiani e repubblichini e che torna a diffondere nella società idee e pratiche xenofobe troppo simili al passato, bisogna che tutti i cittadini democratici si schierino a difesa della nostra Repubblica la cui Costituzione affonda le proprie radici nella Resistenza.
Per questo manifestare è un obbligo oltre che un diritto!
Ora e sempre resistenza.

venerdì 16 aprile 2010

REGIONALI 2010 E IL TRIONFALISMO FUORILUOGO DI BACHECA

Il nostro sindaco ha voluto leggere nei recenti risultati elettorali una entusiastica approvazione all’operato della sua giunta. Alle elezioni comunali del 2008 la PDL aveva preso 4203 voti; alle elezioni regionali del 2010 la Polverini ha preso 4772 voti, di cui 500 dell’UdC. Per il PDL si ritorna esattamente ai voti del 2008, su un totale di 14.310 elettori a S. Marinella.

La Bonino ha preso 3395 voti. Sono 1337 voti di scarto con la Polverini. Gli elettori che a S. Marinella non hanno votato sono 5803. Il partito dell’astensione a S. Marinella è di gran lunga vincente.

Rispetto alle ultime elezioni europee il PD perde 200 voti (passa da 1625 a 1494), l’IdV un’ottantina (da 524 a 469), la Federazione della sinistra 38 voti (da 267 a 229), Sinistra e Libertà più di 200 voti (da 482 a 205).

I voti della destra non sono, quindi, aumentati; casomai l’astensione ha colpito e penalizzato più duramente il centrosinistra, più certi partiti (indubbiamente poco meritevoli, vista la pessima prova data nel corso della gestione Marrazzo) che altri. La fiducia invece riscossa dalla candidatura Bonino recupera, almeno aritmeticamente, parte dei voti persi dai partiti che la sostengono (le due liste Bonino e Pannella-Bonino prendono a S. Marinella 500 voti).

Ricordo che la Bonino supera a Civitavecchia la Polverini (12.385 contro 11.785) e la stessa cosa succede a Roma. Candidature credibili possono, nel Lazio ma anche in Italia, battere la destra che non stravince, come i media sembrano far credere (il PDL perde, rispetto alle europee, tre milioni di voti, il PD un milione). La Lega nord perde rispetto alle europee 200.000 voti e 100.000 rispetto alle politiche del 2008. Vero è che nel Lazio il PDL non si è presentato, ma 3 milioni di voti rimangono comunque tanti.

Il voto clientelare continua ad essere una risposta alla disoccupazione parziale e fragile; lo scontento e quasi il disgusto per la politica dilagano. Non riesco ad prendermela più di tanto con coloro che faticano a vedere una differenza tra le amministrazioni di centro destra e centro sinistra: basterebbe ricordare nella nostra regione le scelte energetiche di Marrazzo, lo scandalo di Malagrotta e dei cinque inceneritori (assai più grave dello scandalo sessuale che ha colpito l’ex Presidente), le politiche sulla sanità di Montino e la faccenda RiRei.

E necessario che la sinistra, specie un certo “centro sinistra”, si convinca che la clientela e il piccolo favore personale non possono raggiungere la maggioranza dell’elettorato, per il semplice fatto che il piccolo favore fatto ad uno ne scontenta, come minimo, altri. E’ ora di parlare dei diritti di tutti ed a tutti negati: il diritto al lavoro, ad un fisco equo, ad un territorio sano e non inquinato, all’acqua pubblica, alla riduzione delle discariche, all’abiura di inceneritori, centrali nucleare e nuovi gruppi da convertire a carbone a Civitavecchia.

Elisabetta Gallo

giovedì 15 aprile 2010

Il nostro no a carbone e inceneritori

Il Circolo Prc di Santa Marinella esprime nuovamente la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di riconversione a carbone di uno o più gruppi della centrale Tirreno Power di Tvs e all'utilizzo della centrale di Tvn per incenerire rifiuti.
Nessuna di queste ipotesi può essere accettata in un territorio compromesso come il nostro e sottomesso con la complicità delle Amministrazioni comunali, compresa la nostra, alle logiche speculative di Enel & Co., i quali con la promessa di centrali "pulite" continuano ad uccidere direttamente nei loro cantieri e indirettamente con le malattie causate dalla gestione delle centrali stesse.
Nel caso di Tvn palese è la disattenzione di tutte le misure di sicurezza ambientale promesse (come dimostrato dall'iniziativa svolta ad inizio marzo presso la biblioteca comunale di Santa Marinella) fattore che non può che moltiplicare i pericoli nell'ipotesi di utilizzo della centrale stessa per incenerire i rifuiti provenienti da Roma.
Solo la raccolta "veramente" differenziata e l'utilizzo di fonti di energia alternativa rappresentano la soluzione ai problemi del nostro comprensorio.

mercoledì 14 aprile 2010

Lungo Mare? No, trincea!

Fate una passeggiata sul lungomare G. Marconi, ora più che mai frequentato da persone che fanno jogging, o passeggiano approfittando delle belle giornate.
Non fate caso al marciapiede inaugurato lo scorso anno e già pieno di avvallamenti, pezzi saltati ecc. ecc.
Non fate caso alle pensiline in acciaio i cui fili, PER CAPITOLATO in acciaio, arruginiscono macchiando il pavimento e le panchine sottostanti.
Non fate caso all'incuria in cui versa la banchina stradale.
Non fate caso all'Orto botanico in attesa di sistemazione.
Non fate caso a nulla.
Siete a Santa Marinella.
E' normale.

martedì 13 aprile 2010

Comitato politico nazionale 11 Aprile 2010 - Il documento approvato

Sabato 10 e domenica 11 si è riunito a Roma il Comitato Politico Nazionale del Prc, convocato per esaminare l’esito delle elezioni amministrative e la conseguente iniziativa politica da intraprendere per il prossimo futuro. Il parlamentino del Prc ha approvato a larga maggioranza (con 87 voti a favore e 16 astenuti) il documento proposto dalla segreteria nazionale riportato qui di seguito e che, sulla base delle valutazioni relative alla fase politica, indica quattro “punti fondamentali” di intervento e impegno: unità della forze di sinistra e costruzione in quest’ambito della Federazione della sinistra, azione comune di tutte le opposizioni contro il governo dando seguito alla manifestazione del 13 marzo, alleanza elettorale per battere Berlusconi e ricostruire un sistema proporzionale, consolidamento del partito.

Documento finale
Comitato politico nazionale PRC
10 - 11 Aprile 2010

Il risultato elettorale delle amministrative

Le elezioni regionali del 28 e 29 marzo ci consegnano un risultato politico segnato in primo luogo dal consistente aumento dell’astensione. Questo dato ci parla di un distacco tra paese reale e sistema istituzionale che è il frutto di almeno due processi. In primo luogo la decisa riduzione del numero dei votanti che è cominciata in Italia con l’introduzione dei sistemi elettorali bipolari. La tanto magnificata “semplificazione politica” ha portato in realtà ad un distacco tra paese reale ed istituzioni che è il primo fattore di corruzione della democrazia repubblicana così come è stata costruita in seguito alla lotta di Liberazione. Su questa dinamica di medio periodo se ne è innestata un’altra legata direttamente alle politiche messe in campo dal governo. Di fronte ad una crisi economica che coinvolge direttamente milioni di famiglie e che ha modificato l’orizzonte esistenziale del paese aggravando pesantemente l’incertezza sociale e la paura nel futuro, la politica nel suo complesso non ha dato alcuna risposta. Non l’ha data il governo, non l’ha dato sin’ora l’opposizione. Di fronte ad un universo della politica che ha “parlato d’altro” è aumentata la solitudine delle persone e la sfiducia che la politica possa essere uno strumento efficace attraverso cui far fronte all’incertezza della crisi.


Rafforzamento della destra e del suo progetto politico e sociale

In questo contesto, nonostante la perdita di voti che ha caratterizzato il risultato del Popolo delle Libertà ma non della Lega Nord, il governo ne esce rafforzato così come l’asse politico tra Lega e Berlusconi. Questo rafforzamento – certo non privo di contraddizioni – oltre a garantire la prosecuzione del governo, determinerà un salto di qualità nella modifica degli assetti democratici e sociali del paese. Tutte le dinamiche sin qui messe in campo dall’esecutivo verranno potenziate ed accelerate. Da un lato ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza democratica – caratterizzata pesantemente dall’attacco alla libertà di informazione – in cui nelle proposte dell’esecutivo, l’attacco all’indipendenza della magistratura si salda ad una proposta di presidenzialismo senza vincoli e di federalismo egoista. E’ del tutto evidente che l’obiettivo di legislatura del governo Bossi Berlusconi è quello di scardinare l’impianto costituzionale del Paese demolendo sia sul piano istituzionale sia sociale il bilanciamento dei poteri proprio della lettera e dello spirito costituzionale.

Questa offensiva sul piano democratico si salda infatti con una offensiva sul piano sociale che punta a smantellare l’intero impianto di diritti e garanzie sociali al fine di poter scaricare sugli strati popolari i costi di una crisi economica che non sarà breve. Sotto attacco vi è il sindacato di classe, il diritto alla contrattazione collettiva e il welfare così come l’abbiamo conosciuto. Il complesso di queste misure vedrà una decisa accelerazione nei prossimi mesi in virtù di un contemporaneo processo di riduzione della spesa sociale già più volte annunciata – a partire dall’ulteriore attacco alle pensioni – dell’ulteriore precarizzazione del lavoro e dell’attuazione del federalismo. Un attacco complessivo che, mettendo in discussione i diritti, mina alla radice ogni elemento di solidarietà sociale.

L’attacco alla democrazia formale e sostanziale del paese si salda al tentativo di imbavagliare l’informazione e alla produzione di culture reazionarie che vedono nel razzismo, nel patriarcato, nell’omofobia e nel darwinismo sociale i propri elementi caratterizzanti. Il risultato delle elezioni apre quindi la strada ad un tentativo di modificare negativamente e strutturalmente i rapporti di forza tra le classi, dentro un processo di gestione autoritaria della frantumazione del conflitto sociale e di imbarbarimento delle culture che regolano le relazioni sociali.


Assenza dell’opposizione

L’incapacità delle opposizioni di intercettare il crescente disagio sociale è segno della crisi strategica del centro sinistra, della debolezza della sinistra ed è all’origine dell’incapacità di utilizzare la scadenza elettorale per mettere in difficoltà il governo. Non solo, il risultato elettorale ha riaperto una conflitto interno al Partito democratico che invece di interrogarsi sui nodi del rapporto con la società vede riproporre dalla parte uscita sconfitta dal Congresso il tema del bipartitismo che già tanti danni ha fatto.

Il punto è che è mancata in questi due anni una seria e continuativa opposizione al governo Berlusconi. Ad una organicità di impianto dell’offensiva delle destre si è risposto in modo puntiforme senza costruire mai una risposta complessiva e una piattaforma complessivamente alternativa. A questo concorrono molti fattori, primo fra tutti una impostazione delle forze del centrosinistra che rimane sostanzialmente interna al paradigma neoliberista e quindi incapace di prospettare una coerente via di uscita a sinistra dalla crisi economica. Le diverse iniziative di mobilitazione promosse da Cgil, sindacati di base, forze della società civile o dalle stesse forze di opposizione sono rimaste episodi isolati che non hanno costituito un processo identificante di costruzione dell’alternativa.


Esigenza di un salto qualità a sinistra

A sinistra, in un difficilissimo contesto caratterizzato dalla censura mediatica, la Federazione ha visto una riduzione dei consensi – pur con risultati assai diversi da territorio a territorio – che segnala da un lato le difficoltà a far fronte alla dinamica del “voto utile” e dall’altro il diverso grado di radicamento e di efficacia del lavoro politico sui territori . Il risultato del voto, se da un lato ci permette la prosecuzione del nostro progetto politico, dall’altra ci pone la necessità di un deciso salto di qualità nell’iniziativa politica. La nostra azione, finalizzata alla costruzione di un polo di sinistra alternativa, autonomo dal centrosinistra, può e deve avere un salto di qualità. Abbiamo dinnanzi a noi alcuni anni prima di una nuova tornata elettorale generale, dobbiamo utilizzare bene questo tempo, per affinare e rafforzare il nostro lavoro e il nostro progetto politico.


I punti fondamentali su cui operare un salto di qualità sono i seguenti.


1 – Unità delle sinistre e costruzione della Federazione

In primo luogo proponiamo di lavorare da subito e con determinazione all’unità delle forze della sinistra di alternativa. Le elezioni così come la presenza nei conflitti sociali, evidenziano come il peso delle forze a sinistra del Pd non sia per nulla irrilevante anche se oggi è assai frammentato e privo di rappresentanza parlamentare. L’esperienza elettorale delle Marche di unità tra Federazione della Sinistra e Sel – che noi avremmo voluto praticare anche in Lombardia e in Campania – così come le positive esperienze di “biciclette” tra la Federazione della Sinistra e i Verdi e gli accordi realizzati con altre forze della sinistra antagonista, ci parlano in modo embrionale di una forte potenzialità per una sinistra autonoma dal centro sinistra. Proponiamo di aggregare questo campo di forze per unire la sinistra – dentro e fuori i partiti – imparando dai compagni e dalle compagne della Linke, del Front de Gauche, dell’America Latina che a partire dall’opposizione al neoliberismo hanno saputo costruire una sinistra plurale, federata, popolare.

Mettere al centro la democrazia partecipata contro ogni forma di plebiscitarismo è la condizione per costruire una alternativa sul piano sociale, politico e culturale. Oggi nessuna forma in cui si organizza l’attività politica è esaustiva della stessa: partiti, sindacati, comitati, associazioni, aggregazioni sulla rete, sono tutte forme parziali e non esiste una palingenesi a portata di mano. Occorre quindi tessere e federare, cucire legami politici nel pieno rispetto della dignità di ognuno e di ogni esperienza. Proponiamo quindi a tutta la sinistra di aprire un percorso di confronto e di unità che sappia ricostruire la speranza e il senso della lotta.

In questo quadro di lavoro per l’unità delle forze della sinistra di alternativa, autonoma dal Pd, decisivo è un salto di qualità nel processo di costruzione della federazione della Sinistra. Ad oggi in molti territori la federazione ancora non esiste e generalmente stenta a presentarsi con un profilo unitario di proposta politica. Così come solo in poche situazioni la Federazione ha saputo sin’ora aprirsi ai soggetti presenti sui territori. Non si può rimanere in mezzo al guado ma si tratta al contrario di accelerare questo processo costruendo in ogni territorio le strutture unitarie con la più grande attenzione a coinvolgere e rendere protagonisti del processo tutti i soggetti politici, sociali e associativi disponibili. Si tratta quindi di dar corso immediatamente a quanto deciso e previsto dai documenti politici e organizzativi della Federazione, dando vita ad un vero processo costituente che ci permetta di arrivare entro i tempi previsti al Congresso di varo definitivo della Federazione come soggetto autonomo dal centrosinistra e che persegue l’obiettivo strategico di fuoriuscita dal bipolarismo. Costruire la Federazione e costruirla come spazio politico aperto della sinistra è un punto decisivo su cui dobbiamo essere impegnati sin dalle prossime settimane. Si da mandato alla Direzione Nazionale di fare in tempi rapidi una valutazione del processo di costruzione della Federazione della Sinistra.


2 – Impegno unitario contro le destre sul piano sociale (dar seguito a 13 marzo)

In secondo luogo occorre fare un salto di qualità nell’azione politica al fine di sconfiggere questa incivile azione governativa. Le destre non si sconfiggono oggi nel cielo delle alchimie politiche ma nella società. Non si sconfiggono agitando il tema dell’alternativa di governo ma operando concretamente per fermare l’offensiva messa in atto del governo per scaricare i costi della crisi sugli strati popolari. Senza la consapevole costruzione di un movimento di opposizione non si sedimenteranno nuove adesioni e passioni, non si romperà la solitudine con cui vengono vissuti i drammi occupazionali e il disagio sociale, non si riconquisteranno energie per il cambiamento. In questi due anni l’opposizione non ha vissuto nella società. Le manifestazioni e gli scioperi fatti non sono sufficienti.

Per questo il cambio di passo è obbligatorio. Questo deve vedere l’impegno in prima persona del Partito della Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra, ampliando su tutto il territorio le iniziative sin ora intraprese di sostegno alle lotte, di coordinamento delle stesse, di costruzione dei comitati contro la crisi e di costruzione di quello che abbiamo chiamato il partito sociale.

Questo nostro impegno in prima persona, che va rafforzato ed esteso e deve caratterizzare l’iniziativa politica di tutto il partito, non è però sufficiente. Proponiamo pertanto a tutte le forze che hanno promosso l’iniziativa del 13 marzo e a tutte le forze sociali e politiche disponibili di dare seguito a quell’appuntamento, di concordare alcuni obiettivi chiari sulla redistribuzione del reddito e del lavoro, sulla lotta alla precarietà, sulle politiche economiche e ambientali, sui diritti civili, per determinare una mobilitazione duratura nel paese. Proponiamo una prima mobilitazione unitaria di tutte le forze di opposizione contro la manomissione dell’articolo 18 e dei diritti del lavoro. Proponiamo inoltre un impegno comune ed unitario di tutta l’opposizione per costruire una campagna referendaria. Innanzitutto proponiamo che tutte le forze di opposizione sostengano i referendum contro la privatizzazione dell’acqua pubblica promosso dai Comitati. Proponiamo inoltre alle forze sociali e politiche di promuovere unitariamente referendum contro il nucleare, contro la precarietà, legge 30, per la democrazia sui luoghi di lavoro.

Un impegno unitario in questa direzione permetterebbe di sbloccare l’attuale situazione. Ci permetterebbe di ricostruire quel clima che da Genova nel 2001, passando per la mobilitazione della Cgil sull’articolo 18, per il movimento antirazzista a contro la guerra, costruì le condizioni per sconfiggere il governo Berlusconi nelle elezioni del 2006. Per poter sconfiggere Berlusconi nelle urne – obiettivo che tutti quanti condividiamo – dobbiamo prima metterlo in crisi nel suo rapporto con la società, Dobbiamo cioè costruire l’opposizione.


3- Alleanza elettorale contro destre per difesa democrazia e proporzionale

In terzo luogo avanziamo a tutte le forze disponibili la proposta di alleanza elettorale contro Berlusconi sulla base della difesa della democrazia, della Costituzione e della ricostruzione di un sistema elettorale proporzionale.

Si tratta di indicare con chiarezza la necessità di sconfiggere Berlusconi sul piano sociale come su quello istituzionale, denunciando come l’attuale assetto istituzionale bipolare sia funzionale alla derubricazione dall’agenda politica del tema dell’alternativa ed alla gestione delle politiche economiche all’interno delle compatibilità dettate dai poteri forti. La proposta di alleanza finalizzata alla sconfitta di Berlusconi si deve quindi intrecciare ad una campagna di massa contro il bipolarismo per porre le basi di un superamento della Seconda repubblica.


4- Consolidamento Rifondazione comunista

Ultimo ma non meno importante, al fine di realizzare il nostro progetto politico è necessario operare per il consolidamento di Rifondazione Comunista. Nell’ultimo anno l’attività politica del Partito è ripresa e ha determinato sia un consolidamento organizzativo sia una significativa produzione di esperienze di presenza nella costruzione del conflitto e della solidarietà sociale. Si tratta però di fare un salto di qualità che permetta da un lato di generalizzare le buone pratiche sociali, dall’altro di mettere mano agli elementi di debolezza per rilanciare il progetto della rifondazione comunista e per rendere il nostro partito più efficace nella costruzione di una uscita dal capitalismo in crisi.

a) In particolare, si tratta di migliorare la qualità del nostro lavoro politico nell’ambito della costruzione di un nuovo movimento operaio generalizzando le pratiche di costruzione di un efficace lavoro di massa. Occorre operare – in un quadro unitario – per diventare punto di riferimento della riorganizzazione del conflitto sociale sviluppando e rendendo patrimonio di tutto il partito le pratiche sociali di solidarietà e conflitto.

b) In secondo luogo si tratta di curare il nostro funzionamento organizzativo ed in particolare gli aspetti della nostra comunicazione con l’esterno. E’ del tutto evidente che l’oscuramento mediatico che subiamo è destinato a durare. Si tratta di fare quindi un deciso salto di qualità nella nostra capacità di comunicare e di rendere protagonisti nella costruzione della nostra iniziativa politica coloro con cui veniamo in contatto. A tal fine, oltre ad impegnare il partito in un serio lavoro di promozione del giornale e della rivista si tratta di potenziare decisamente il settore della comunicazione interattiva.

c) In terzo luogo si tratta di riaprire una discussione sul terreno della rifondazione comunista mettendo a valore le relazioni che abbiamo con il mondo dell’intellettualità interessato a questa prospettiva. Il significativo aumento del lavoro politico non ha corrisposto ad una capacità nella produzione di una nuova narrazione, di un nuovo immaginario di cosa vuol dire la proposta della rifondazione comunista oggi. Anche su questo terreno dobbiamo compiere un deciso salto di qualità che ci permetta di dispiegare a pieno il nostro progetto politico.

Il Cpn chiede alle strutture del Partito di discutere questo documento e da mandato alla Direzione Nazionale di fare entro il mese di aprile un piano di lavoro politico per i prossimi mesi.

lunedì 12 aprile 2010

Niente di buono

Finalmente il ponte di via Lazio è agibile.
Certo dobbiamo dire che la qualità dei lavori rispecchia la qualità di questa amministrazione, ossia approssimativa e posticcia, ma tant'è....
La cosa che colpisce è che questa Amministrazione sembra non perdere colpi, perché pur nell'ottica di una diminuizione di voti in assoluto, le percentuali non la puniscono.
E addirittura la quantità e la qualità delle preferenze la premiano.
Chiaramente sappiamo tutti che in tempi di crisi un'Amministrazione di democristiani e imbonitori-promettitori come questa ha gioco facile e per questo vigileremo su questa ennesima tornata di promesse elettorali.
Che c'entra questo col ponte di via Lazio?
C'entra che anche laddove la sofferenza civica è tanta, e il comprensorio Valdambrini-Via Lazio - Elcetina ne è un esempio, il centrodestra perde voti ma tiene, perché chi soffre ha scelto di non andare a votare.
Quindi schifo per chi governa ma nessuna fiducia per chi dovrebbe rappresentare l'alternativa.
Su questo vale la pena di meditare anche in vista delle prossime elezioni comunali, per non copmmetere l'errore di dire tutti insieme appassionatamente a prescindere da chi siamo e che cosa abbiamo fatto finora.
Fatti, non pugnette!

domenica 11 aprile 2010

Lazio: prima nomina. La sanità unisce Pd e Pdl

di Daniela Preziosi

su il manifesto del 10/04/2010

Arriva la prima nomina di Renata Polverini nel Lazio, è la più esplicita riedizione dei fasti di Francesco Storace, e il centrosinistra che dice? Prego si accomodi, esibisce «responsabilità istituzionale», ipotizza persino un voto favorevole. E il paradosso è che siccome il nominato in questione è Domenico Gramazio, notabilissimo della destra nera dai tempi del Msi e grande manovratore della sanità laziale, persino Storace in persona si imbufalisce e chiede - e ottiene - un incontro con Silvio Berlusconi in persona: qualcuno in campagna elettorale gli aveva fatto capire che quella poltrona spettava a uno dei suoi.
La vicenda: Lucio D'Ubaldo, cattolico Pd parrocchia Fioroni-Marini, braccio destro di Emma Bonino in campagna elettorale (con un finale di freddezza però) è presidente dell'Asp, l'agenzia regionale della sanità, 200 lavoratori, quasi la metà dirigenti e quasi la metà a contratto. Si tratta di un braccio operativo che fa da ufficio di statistica e programmazione: in pratica da lì escono i numeri su cui poi l'esecutivo decide i tagli, le convenzioni, gli accreditamenti. All'indomani della sconfitta del centrosinistra, D'Ubaldo si dimette dall'incarico. Fin qui niente di ché, solo prassi e buona creanza. Polverini fa sapere che l'incarico sarà, almeno fino a dicembre, di Gramazio, già presidente nell'era Storace, fra gli uomini-chiave di quella gestione della sanità, quella del buco milionario su cui in campagna elettorale si sono segnalati scontri epici tra schieramenti. «Non facciamo ritornare quelli», era il refrain di Emma Bonino.
Gramazio torna. Ma non ha i voti, perché nell'attuale cda dell'Asp il centrodestra è minoranza. Allora D'Ubaldo ipotizza un voto positivo «tecnico», il suo, «che non ha valore politico ma istituzionale, legato all'espletamento delle funzioni importanti che l'agenzia esercita in questa fase transitoria delicata». Nella scorsa tornata Gramazio, uscente, si era astenuto su D'Ubaldo. Fra i due, sono in molti a sostenerlo, c'è da anni in corso in minuetto amicale fatto di nomine (D'Ubaldo ha favorito l'attuale Gabriella Guasticchi, An, alla direzione Asp), l'altro stavolta assicurerebbe una transizione dolce ai collaboratori di D'Ubaldo.
Clamoroso, anche al netto dei boatos. La sanità dell'era Storace è un nube opaca con inchiesta ancora in corso. Punta di iceberg, il caso di Lady Asl, 80 milioni di furto ai danni dei cittadini e tre assessori arrestati, uno già condannato. Sull'inchiesta un consigliere uscente Pd, Alessio D'Amato, ha fatto persino un film. D'Amato non può credere che ora uno dei suoi dica sì a Gramazio: «Vergognoso. E non si evochino ragioni istituzionali: l'Asp è un'agenzia tecnica, mica una giunta o un parlamento». Fra i nuovi eletti Pd in regione scatta la riunione. E la rivolta. Attacca Enzo Foschi: «Qualcosa non quadra. Il Pd, dopo aver fatto una campagna elettorale sui temi della sanità dura e netta, non vota Gramazio, uno dei protagonisti della tragica gestione Storace. Chi lo fa, agirà per proprio tornaconto, ponendosi, dunque, fuori dal partito». Richiesta di espulsione, dunque. Esterino Montino, già reggente della regione del post-Marrazzo, suona ironico quando dice «apprezzo la sensibilità istituzionale di D'Ubaldo» e però «l'attuale cda non può risolvere un problema che è di competenza del consiglio regionale, non ancora insediato. Si attenda l'insediamento. Nel centrosinistra non ci possono essere fatti né atteggiamenti che diano la sensazione di inciucio».
D'Ubaldo, che è democristiano di lungo corso, replica. E rivela il «problema politico» che sta esplodendo nel Pd del dopo-Bonino: idee diverse di opposizione, una segreteria regionale sulla graticola, un'area centrista (fatta anche di ex Udc ed ex forzisti) attirata dalla sirena Pdl: «Ma quale inciucio. Se non mi fossi dimesso avrei dato la sensazione che volevo occupare abusivamente un posto, dopo la sconfitta. Su, cerchiamo di essere chiari: mi si chiede di favorire lo stallo dell'Asp e il suo commissariamento? Sarei contrario: il Pd è il partito del rigore e della responsabilità, tanto più nella sanità». Quanto alle garanzie ai suoi collaboratori, aggiunge, tutte balle: chi è a contratto sa che non sarà confermato, gli altri manterranno il lavoro ma saranno spostati. Beppe Fioroni, altro notabile della sanità laziale, lo difende «Si pone un problema politico nel Pd: quale opposizione vogliamo fare? Costruttiva e di rispetto istituzionale, visto l'importanza che riveste la salute dei cittadini, o i muro contro muro e del 'tanto peggio, tanto meglio». Il cda oggi si è riunito, e non sapendo che fare, è stato ricevuto da Polverini. E riaggiornato a lunedì.

martedì 6 aprile 2010

Morte a TVN l’Amministrazione Comunale non risponde all’appello dei lavoratori

Il Partito della Rifondazione Comunista di Santa Marinella, presente allo sciopero indetto dalle OO.SS. dopo l’ennesima morte bianca a Torrevaldaliga Nord, ritiene inqualificabile l’assenza del Sindaco e di tutta l’Amministrazione Comunale nonostante la richiesta dei lavoratori, che hanno occupato questa mattina l’aula consiliare di Civitavecchia, di parlare con i cinque Sindaci firmatari dell’accordo con l’ENEL.

La questione della Centrale colpisce da vicino il nostro Comune sia dal punto di vista ambientale che occupazionale, è per questo che riteniamo indecoroso che questa Amministrazione si faccia pubblicità nel momento di riscuotere fior di danari dall’ENEL e invece totalmente assente al fianco alla protesta dei lavoratori.

Noi ci siamo e ci saremo in tutte le forme di protesta da qui in avanti, invitiamo l’Amministrazione a fare lo stesso.

Circolo PRC Benedetti Michelangeli Santa Marinella

domenica 4 aprile 2010

ennesima morte a Tvn

Il Circolo Prc Santa Marinella esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Sergio Capitani, operaio della ditta Guerrucci presso la Centrale Enel di Torrevaldaliga Nord.
Morto sul lavoro.
Le problematiche legate alla sicurezza evidenziate dai sindacati in seguito agli incidenti, anche mortali, già accaduti a Tvn non vengono risolte, e non si venga a parlare di fatalità, perché il ripetersi di questi incidenti non hanno nulla a che fare con la casualità.
Chiediamo una uniformità nei controlli su tutti i dipendenti e le aree a prescindere dalla appartenenza dei lavoratori all'Enel o a ditte esterne, soprattutto ora che il Cantiere volge a chiusura con il rischio di un allentamento dei controlli stessi.

Circolo Prc Santa Marinella