giovedì 22 dicembre 2011

Vitalizi Peduzzi (FdS): “Una vergogna, sono disgustato”

“Sono disgustato da quanto accaduto oggi in Commissione bilancio. Con un sub emendamento alle nostre proposte di abolizione del vitalizio, teso a recuperare circa 7 milioni di euro, si impedirà in aula la discussione e la possibilità di approvazione della nostra norma taglia vitalizi”. E’ quanto dichiara il capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi.

“In commissione - prosegue - la maggioranza compatta vota a favore di un aumento dei costi che estende gli scandalosi privilegi dei consiglieri anche agli assessori esterni, e se ne infischia della domanda di moralizzazione da parte dei cittadini. Stanno preparando una nuova truffa e un nuovo inganno quando affermano che abrogheranno i vitalizi dalla prossima legislatura, perché nel contempo li ripristineranno con una nuova legge”.

“Questo bilancio, più che un piano ‘salva Lazio’ è fatto di tagli ai servizi, nuove tasse e salvaguardia degli immorali nuovi privilegi del ceto politico. Dal canto nostro - conclude Peduzzi - continueremo la battaglia chiamando i cittadini a rivendicare che cessi lo scandalo di sperpero di denaro pubblico”.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

lunedì 19 dicembre 2011

Non c’è alternativa: il servizio deve essere pubblico

Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai dipendenti in stato di agitazione della struttura ex Anni Verdi del centro Boggi di Santa Severa costretti a lavorare in un eterna situazione di emergenza.

Infatti il 2 dicembre si è svolto nei pressi della struttura di Santa Severa un sit-in di protesta da parte dei lavoratori ed indetto dalle OO.SS. a causa dei continui ritardi nel pagamento degli stipendi, degli arretrati, delle ferie e dei recuperi festivi oltre che per il mancato rispetto delle relazioni sindacali da parte del consorzio Unisan che gestisce la struttura. Resta inoltre poco chiaro il futuro delle strutture gestite dal consorzio.

Non capiamo infatti come sia possibile che un consorzio incaricato direttamente dalla regione nel luglio scorso tramite un “mandato speciale” per tutto l’anno 2011, il che ci fa ipotizzare anche l’accreditamento necessario per svolgere tale servizio, continui a non rispettare la data per il pagamento degli stipendi.

Vorremmo che il consorzio Unisan chiarisse una volta per tutte questi ed altri dubbi: ad esempio le incongruenze emerse dall’ispezione della commissione parlamentare del 23 novembre scorso riguardo le cure mediche erogate ai pazienti disabili psichici ricoverati nella struttura rispetto a quanto previsto dalla normativa sanitaria vigente.

Noi faremo la nostra parte tramite il gruppo regionale di Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra interpellando la Presidente ed Assessore alla Sanità Polverini nelle sedi opportune per capire se l’accreditamento sia stato realmente effettuato e soprattutto che cosa vorrà fare la Regione Lazio all’indomani di un ispezione della commissione parlamentare che ha rilevato quelle forti incongruenze.

Viene quindi certificata l’inaffidabilità della gestione privata di questo servizio nevralgico per i cittadini e quindi chiediamo ora più che mai che questo venga gestito direttamente dal pubblico e quindi affidato alle ASL di competenza.

Circolo del PRC-FDS “Benedetti Michelangeli” di Santa Marinella

venerdì 16 dicembre 2011

Domenica tra la gente contro la manovra affossa famiglie

Il Partito della Rifondazione Comunista è all’opposizione del governo Monti e ripudia le politiche di sostegno alle manovre speculative e finanziarie delle maggiori banche europee e della BCE che hanno determinato la crisi attuale le cui conseguenze ricadranno sui cittadini italiani ed europei.
La manovra finanziaria che il governo italiano si appresta ad approvare in questi giorni in Parlamento è iniqua perché non tocca in maniera sostanziale i grandi redditi, i privilegi della chiesa e chi finora ha fatto il furbo; scaricando invece i costi della manovra per l’80% sui lavoratori dipendenti e sui pensionati introducendo nuove tasse, innalzando la soglia dell’età pensionabile a 70 anni, introducendo l’IMU, aumentando l’Iva e l’accise sulla benzina, tagliando fondamentali servizi e non affrontando in maniera credibile l’evasione fiscale.
Taglia inoltre fortemente i fondi destinati ai trasporti ed alla sanità pubblica, all’istruzione pubblica ed all’assistenza e non incentiva sufficientemente le imprese ad effettuare nuove assunzioni.
Noi invece diciamo forte e chiaro che la crisi non la paghiamo e che a pagare siano coloro i quali hanno sempre fatto i furbi e coloro che hanno permesso loro di farlo: chiediamo che venga fatta subito una patrimoniale sui grandi redditi (superiori al milione di euro), dimezzate del 50% le spese della casta politica parlamentare, dato un tetto massimo di € 5.000 alle pensioni , esteso l’Ici anche ai possedimenti della Chiesa non esclusivamente per scopi di culto, dimezzate le spese militari e richiamati i nostri soldati dall'estero, ed infine che si inizi con una seria ed efficace lotta all'evasione fiscale.
Per rivendicare tutti questi punti domenica 18 dicembre 2011 dalle ore 10.00 il Circolo del PRC Benedetti Michelangeli di S.Marinella allestirà un banchetto informativo in via Aurelia davanti all’Arena Lucciola presso il quale si potrà firmare la petizione popolare per richiedere l’introduzione immediata della patrimoniale per i patrimoni superiori al milione di euro.

Circolo del PRC Benedetti Michelangeli – Santa Marinella

giovedì 15 dicembre 2011

FERRERO «I COMUNISTI SONO ALL’OPPOSIZIONE DI MONTI»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«Bossi, nella disperata ricerca di rifarsi una verginità, dopo aver governato con gli amici dei camorristi e votato che Ruby fosse la nipote di Mubarak, accusa Berlusconi di governare con i comunisti. Si sbaglia. I comunisti sono all’opposizione del governo Monti, il governo dei banchieri che prosegue – purtroppo - le politiche antipopolari di Bossi e Berlusconi. I giovani non dimenticano la porcheria della Legge 30 come i pensionati non dimenticano gli scaloni di Maroni».

domenica 11 dicembre 2011

Prato del mare: storia di una truffa

Il circolo PRC–FdS “Benedetti Michelangeli” di Santa Marinella esprime soddisfazione per la mozione su Baia Serena presentata dal consigliere della lista civica “Un'altra città è possibile” Stefano Massera ed approvata all’unanimità al consiglio comunale del 30 novembre scorso, con la quale il consiglio comunale si impegna a fare il possibile affinchè il costruttore di Prato del Mare (Baia Serena Srl) rispetti ciò che fu concordato nel lontano 1991. Purtroppo, al di là degli enunciati, l’unica forma di autentica pressione che il Comune avrebbe potuto adottare su Baia Serena SrL, vale a dire la sua esclusione da ulteriori accordi con questa amministrazione fino all’adempimento dei suoi impegni pregressi, non è stata adottata.
Ricordiamo infatti che il Piano Integrato Prato del Mare prevedeva opere di urbanizzazione primaria (un depuratore, due parchi pubblici attrezzati) e secondaria (un edificio polifunzionale, un teatro all’aperto) mai realizzate dal costruttore.
Le opere di urbanizzazione primaria ricevettero il nulla osta solo da ENEL Sole e non da ATO 2. Sul collettore delle acque reflue infatti grava un’inchiesta della magistratura ed è attualmente sotto sequestro. Malgrado ciò, nel collaudo delle opere di urbanizzazione primaria previsto dalla convenzione urbanistica, avvenuto nel 2008 a cura di tecnici esterni incaricati dal Comune, si affermava che le opere erano state ultimate. Peccato che mancasse all’atto la firma del consorzio dei residenti di Prato del Mare, i quali diffidarono il Comune. Nel 2009 venne quindi effettuato un nuovo collaudo da parte dei tecnici dell’ufficio urbanistica, i quali sconfessarono quanto detto in precedenza ed ammisero che le opere di urbanizzazione primaria, comprensivo di verde attrezzato, non erano state completate né tantomeno quelle di urbanizzazione secondaria. Il Comune avrebbe quindi potuto incassare a pieno titolo la fideiussione bancaria, oppure rivalersi sui collaudatori precedenti. Nel frattempo, il 4 aprile 2011, il Comune ha ricevuto dalla banca la diffida a liberare l’imprenditore dal vincolo della polizza di fideiussione, scaduto sembra nel 2004.
Cosa fa la nostra amministrazione? Non risponde per mesi all’interrogazione su Baia Serena presentata a marzo del 2011 dalla minoranza e provvede a stipulare con lo stesso imprenditore, l’11 agosto del 2011, un secondo accordo di programma. A coloro che hanno gridato alla truffa si è risposto sciorinando le opere pubbliche che l’imprenditore, inadempiente a Prato del Mare, si appresterebbe a costruire sui terreni di Benigni.
Il nostro Comune, che vede nelle opere pubbliche una priorità e che rischia la bancarotte finanziaria, si è fatta truffare due volte: non ottenendo le opere pubbliche di cui ha un gran bisogno (ricordiamo l’insufficienza dei nostri depuratori e di quello di Prato del mare in particolare che, ogni estate, provoca sversamenti fognari a mare) e facendo scadere i termini per la riscossione della fideiussione bancaria.
L’unica carta che si sarebbe potuta realisticamente giocare per tutelare non solo i residenti di Prato del mare ma l’intera comunità era vincolare la stipula di nuovi accordi con Baia Serena SrL all’adempimento degli impegni a Prato del Mare, rimasti inevasi. Questo semplice ed elementare provvedimento, da noi caldeggiato, non è stato adottato. L’impegno preso all’unanimità dal consiglio comunale, grazie alla caparbietà dei consiglieri della lista “Un’altra città è possibile” è un riconoscimento tardivo di una serie di imperdonabili errori, che rischiano di essere reiterati nei futuri accordi di programma, a partire dalla lottizzazione Benigni.
Circolo del Prc-Fds “Benedetti Michelangeli” Santa Marinella

martedì 6 dicembre 2011

VIII CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Di seguito il documento approvato al Congresso nazionale del nostro Partito

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO


L’VIII Congresso di Rifondazione Comunista, che si è svolto a vent’anni dalla nascita della nostra impresa collettiva, approva la relazione del Segretario che considera un importante contributo ai nostri lavori, come considera positivo il dibattito che l’ha seguita.

Oggi, ancor più di ieri, possiamo dire che, se Rifondazione non esistesse, bisognerebbe inventarla. Vent’anni fa ci avevano spiegato che il capitalismo è il migliore dei mondi possibili e la fine della storia. A distanza di vent’anni vediamo che il capitalismo non è in grado di superare la propria crisi – che non è solo economica e finanziaria, ma anche ambientale e sociale -, moltiplica le guerre, mette in discussione la democrazia, radicalizza l’intreccio tra neoliberismo e patriarcato.

Oggi più di ieri l’alternativa è tra socialismo o barbarie. Oggi più di ieri serve l’impegno di riflessione e lavoro delle comuniste e dei comunisti per costruire un’alternativa di società,per quella “futura umanità” a cui abbiamo intitolato il nostro Congresso.

La risposta delle classi dominanti alla crisi segna in maniera particolarmente regressiva l’ Europa. L’Unione Europea ha incorporato nella propria Costituzione i dogmi del neoliberismo, erodendo progressivamente ciò che ha costituito la specificità del modello sociale europeo del dopoguerra, nell’intreccio tra diritti sociali e forme avanzate di democrazia.

Questa erosione progressiva ha conosciuto un vero e proprio salto di qualità dentro la crisi. Invece di rimettere in discussione le politiche che hanno prodotto la crisi, contrastando la speculazione finanziaria, redistribuendo la ricchezza, riconvertendo l’economia nel segno della sostenibilità ambientale e sociale, la risposta delle élites dominanti vede la riproposizione di quelle politiche in forma estremistica.

La riduzione a tappe accelerate di un debito pubblico che deriva dai salvataggi del sistema finanziario, la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, il neomercantilismo, producono concretamente la demolizione di ciò che resta del sistema di welfare e dei diritti del lavoro e la messa in mora della democrazia per come l’abbiamo conosciuta. Ne sono un esempio la vicenda greca ed italiana. In entrambi i casi si è usata la speculazione come “vincolo esterno” per impedire il pronunciamento democratico delle popolazioni - attraverso il referendum in Grecia e le elezioni in Italia - e per insediare governi diretta espressione delle tecnocrazie finanziarie europee.

La fine del governo Berlusconi, che abbiamo salutato positivamente, per il portato di profonda regressione sociale, civile e democratica che esso ha segnato per il nostro paese nella lunga stagione del berlusconismo, non ha visto – a differenza di quanto avevamo continuato a proporre fino alla fine – il necessario passaggio democratico delle elezioni anticipate. La responsabilità del Presidente della Repubblica, che ha operato al limite della correttezza costituzionale, e il grave errore del Partito Democratico hanno portato all’esito del governo Monti, ad un quadro che ha ed avrà pesanti effetti negativi sul piano sociale e politico.

Il governo Monti è un governo costituente. Gli inaccettabili interventi annunciati sulle pensioni, sul mercato del lavoro, sull’Iva e sull’Ici, rappresentano un nuovo micidiale attacco alle condizioni di lavoro e di vita delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e delle donne. Mentre gli scenari che si aprono sul versante delle privatizzazioni di quel che resta dell’industria pubblica, dei servizi locali, della stessa riproduzione sociale, se da un lato sono coerenti con gli interessi delle banche e del sistema industriale tedesco, dall’altro prefigurano il rilancio della sussidiarietà e degli interessi delle grandi agenzie che operano per la privatizzazione del welfare, a partire dalla Compagnia delle Opere. È un disegno costituente, in cui questo governo punterà, nella concretezza del proprio agire, a un nuovo equilibrio dei ceti dominanti, base materiale per la costruzione di un nuovo “campo” del Centro.

Questa operazione, che ha l’obiettivo di una profonda ristrutturazione del panorama sociale e politico del nostro Paese, se da un lato consente alla destra populista ed in particolar modo alla Lega Nord di rigenerarsi in vista delle prossime elezioni, è destinata, dall’altro, ad aprire una contraddizione reale tra il popolo della sinistra: tra le proprie rappresentanze sociali, a partire dalla Cgil e dagli stessi elettori del Partito Democratico.


La nostra proposta politica

Come abbiamo scritto nel documento congressuale, il nostro progetto di fondo, la nostra ragion d’essere è l’alternativa di società. Su questa strada sono indispensabili la costituzione della più ampia opposizione sociale al governo Monti, del movimento antiliberista in Italia ed in Europa e di luoghi di connessione permanente tra i diversi movimenti, ed è urgente un salto di qualità nella costruzione di un polo politico della sinistra di alternativa.

La nostra risposta alla crisi costituente, all’azione costituente del governo Monti, è l’opposizione costituente: per un diverso modello sociale, per una sinistra in grado di avere la massa critica necessaria per contrastare le politiche neoliberiste, e per il superamento del sistema bipolare-maggioritario in direzione del modello proporzionale.

Proponiamo di dare vita in gennaio agli stati generali dell’opposizione costruendo un vero e proprio fronte unitario. Proponiamo di promuovere unitariamente una manifestazione nazionale contro il governo Monti e le politiche neoliberiste dell’Unione Europea.

L’opposizione che vogliamo costruire, tiene insieme gli obiettivi di fondo di un progetto di trasformazione sociale, con la concretezza dell’individuazione, qui ed ora, delle scelte immediate, degli obiettivi praticabili.

Continuiamo ad indicare nella modifica del ruolo della BCE il primo obiettivo necessario. La BCE deve acquistare direttamente i titoli degli Stati. Solo la miopia di chi è accecato dai dogmi del neoliberismo, e più concretamente il blocco di interessi delle banche tedesche, impedisce di vedere che questa è la sola via possibile per bloccare la speculazione e la stessa deflagrazione dell’Europa, come diciamo dall’esplosione della crisi greca.

In secondo luogo diciamo no alle privatizzazioni e proponiamo un rinnovato intervento pubblico in economia, per una riconversione sociale ed ambientale del nostro modello di sviluppo, per allargare la sfera dei beni comuni a partire dalla necessità che si dia immediatamente seguito al vittorioso referendum per l’acqua pubblica e contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Proponiamo di dimezzare le spese militari, di abbandonare la realizzazione del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val Susa, di tagliare i costi della politica e di usare queste risorse per un piano per il risparmio energetico, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, il riassetto idrogeologico del territorio. Creando così almeno mezzo milione di nuovi posti di lavoro e riaprendo la strada all’obiettivo della piena e buona occupazione.

Proponiamo una patrimoniale strutturale sulle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie, che produrrebbe un gettito annuo di 20 miliardi di euro, toccando soltanto il 5% più ricco della popolazione e consentendo di reperire le risorse per il reddito sociale per i disoccupati e per diminuire le tasse sul lavoro dipendente.

Ci opponiamo a ogni nuovo intervento peggiorativo sulle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti. Per garantire prestazioni pensionistiche dignitose ai lavoratori precari e alle giovani generazioni, proponiamo invece di imporre un tetto a 5.000 euro per le pensioni dei dirigenti e per ogni cumulo pensionistico, e di affrontare le gravi iniquità del sistema previdenziale, che scarica sui fondi in attivo del lavoro dipendente, dei parasubordinati e delle prestazioni temporanee, i passivi di tutti gli altri fondi, a cominciare da quello dei dirigenti. Proponiamo di istituire un fondo pubblico presso l’Inps per la previdenza integrativa.

Sono solo poche proposte di “un’altra manovra” per indicare che un’altra strada è possibile e che non c’è nessuna neutralità e oggettività “tecnica” nelle scelte che si fanno. Per demistificare ogni processo di naturalizzazione della crisi, come delle risposte regressive delle élites dominanti.

Nella lotta di opposizione alle politiche neoliberiste della Merkel e di Monti noi proponiamo di aggregare ed unire la sinistra. La sinistra non si può unire o costruire in astratto; è nella concreta azione di opposizione che si definisce la sinistra. L’appello che rivolgiamo alle forze politiche, sociali, culturali che si oppongono oggi – o che sceglieranno di opporsi domani – al governo, è quello di dar vita ad un processo costituente che punti a ricostruire un riferimento comune a sinistra. Avanziamo questa proposta a partire dalla Federazione della Sinistra, che su questi contenuti vogliamo rilanciare con forza. E la rivolgiamo in primo luogo alle compagne ed ai compagni di SEL, alle diverse formazioni politiche esistenti, la proponiamo a tutte le compagne ed i compagni che vogliono ricominciare ad incidere sui processi di fondo del nostro Paese. La costruzione di un polo della sinistra capace di avere sufficiente massa critica, per dimensioni, capacità di progetto e iniziativa, può incidere sulle contraddizioni del PD, dell’IDV e sull’intero quadro dei rapporti politici, e influire sulla stessa durata del governo Monti. La nostra iniziativa politica, entro le dinamiche che verranno concretamente determinandosi, deciderà della nostra scelta elettorale, che oggi come ieri, è scelta tattica.

Proponiamo a tutte le forze sociali, ai comitati, alle associazioni, di dare vita ad una Costituente dei beni comuni e del lavoro. Per sconfiggere le politiche neoliberiste e costruire l’alternativa non si può attendere che questa maturi sul piano delle relazioni politiche. È necessario organizzare dal basso la lotta e la proposta, dando vita ad una vera e propria costituente sociale, che sull’esempio dei comitati che hanno promosso il vittorioso referendum sull’acqua e i servizi pubblici locali, aggreghi, in una rete di relazioni stabili, quel tessuto sociale che vuole contrastare il neoliberismo e costruire l’alternativa.

In questo contesto lavoriamo per il rilancio del Partito della Rifondazione Comunista. Sappiamo di essere insufficienti, sappiamo di essere necessari. Solo il rafforzamento di Rifondazione può permetterci di far procedere il progetto politico che abbiamo delineato, per uscire a sinistra dalla crisi. Lo facciamo in una prospettiva europea al cui centro vi è il rafforzamento del Partito della Sinistra Europea, perché l’attacco contro i lavoratori parte dalle politiche europee ed è a quel livello che dobbiamo essere in grado di rispondere, per una rifondazione democratica e sociale dell’Europa che rovesci i principi liberisti, classisti e anti-democratici dei Trattati di Maastricht e Lisbona.

Dobbiamo tradurre in pratica gli obiettivi che ci siamo dati con il documento congressuale.

Costruire un partito capace di fare una analisi critica del capitalismo oggi, per contrastare ogni naturalizzazione dei processi in atto nel senso comune di massa, per trasformare il disagio e la sofferenza sociale in soggettività conflittuale; un partito capace di avere un progetto di trasformazione, sviluppando la ricerca sulla “rifondazione comunista” che abbiamo ripreso a partire da questo Congresso, dopo il tempo della resistenza.

Un partito capace di investire su di sé attraverso la formazione e l’autoformazione, di operare per lo sviluppo delle lotte attraverso l’inchiesta e il radicamento nei luoghi di lavoro; capace di cambiare la propria pelle diventando costruttore di legame sociale, di mutualismo e autorganizzazione, per spezzare la solitudine che è condizione materiale ed esistenziale nella crisi. Sono questi i temi che dovranno essere al centro anche della prossima Conferenza di organizzazione, occasione di una riflessione complessiva sul nostro riassetto, che si deve porre l’obiettivo di valorizzare le peculiarità e le risorse dei territori.

Un partito capace di vedere i propri limiti, dando seguito all’impegno di realizzare un’inchiesta sulla propria costituzione materiale, sulla propria composizione sociale e sulla perdurante profondissima asimmetria della composizione di genere che lo segna; capace di mettere concretamente a tema il superamento del patriarcato. Anche per questo proponiamo di realizzare la Conferenza delle donne comuniste.

Un partito che valorizzi le giovani e i giovani, portatori di un nuovo drammatico intreccio tra condizione sociale e generazionale ed attori del protagonismo di massa che sta segnando in Europa e nel mondo la lotta contro il neoliberismo.

Il nostro Congresso si è svolto a partire da un documento largamente unitario. È dunque sulla base di un concreto passo in avanti che si pone oggi il tema urgente del superamento del correnti e di qualsiasi loro cristallizzazione. Come abbiamo ripetutamente affermato, questo obiettivo nulla ha a che vedere con la riduzione degli spazi di pluralismo, della dialettica tra diverse aree culturali e posizioni politiche, che è il sale della democrazia e la condizione per il pieno sviluppo delle intelligenze critiche di ognuno di noi e del nostro corpo collettivo.

Riaffermando l’assunzione delle proposte contenute nel documento congressuale, oggi chiediamo a tutte e tutti noi lo sforzo di farle vivere concretamente e quotidianamente nei nostri comportamenti, in un nuovo vincolo di reciproca fiducia e lealtà.

Approvato dall’assemblea dei delegati al’VIIIl Congresso

4.12.2011

sabato 12 novembre 2011

Per Pietro Cangini

Venerdì 11 novembre alle ore 15.00 sono stati celebrati a S. Marinella i funerali di Pietro Cangini, storico, leale ed onesto militante nel PCI, a cui ha donato gran parte della sua vita. Pietro Cangini era molto malato e da moltissimi anni non prendeva più parte attiva alla vita politica, ma finchè la salute glielo ha consentito egli si è speso moltissimo per le istituzioni di S. Marinella, ricoprendo la carica di consigliere comunale, di assessore e di Vice Sindaco per varie legislature, dalla Giunta Vergati a quella di De Fraia. Per questo tanti cittadini, compagni e militanti di partito erano presenti alla cerimonia funebre, officiata dal parroco della chiesa del Carmelo a cui ha voluto lasciare un ricordo con un intervento anche l'On. Pietro Tidei. Spiace e ci vergognamo per loro, che l'attuale amministrazione comunale di S. Marinella non abbia sentito il dovere di essere presente con nessuno dei suoi rappresentanti. Eppure alcuni di loro, negli anni passati, sono stati avversari politici di Pietro Cangini e con lui si sono seduti dalla parte opposta dei banchi del consiglio comunale per quasi vent'anni. Non sarebbe stata una buona occasione per parlare ai giovani amministratori che siedono in consiglio di chi era Pietro Cangini e con che passione siedeva in quei banchi? Come è possibile che, anche in queste situazioni, manchi da parte di questa giunta un minimo di decoro istituzionale? Nessuno vuole utilizzare una circostanza luttuosa per polemizzare, ma il feretro avrebbe meritato di essere accompagnato dai vigili urbani, i quali avrebbero garantito anche la viabilità, in nome di quell'Istituzione che Pietro Cangini ha sempre onorato.

Circolo del PRC-FdS "Benedetti Michelangeli"

venerdì 11 novembre 2011

Berlusconi, berluscones e la conquista del consenso

C'è il fallimento di Berlusconi, disperatamente attaccato al potere (con tutti quei processi in corso!) e quello dei berluscones, grandi e piccoli, anzi piccolissimi. Tutti costoro continuano a parlare del paese che non c'è, degli italiani che riempiono i ristoranti, della crisi non esiste e non morde, dei risparmi delle famiglie che si accrescono, del potere d'acquisto che non conosce flessioni. Il paese che non c'è appunto, da cui Berlusconi è ormai separato da un baratro profondo. Bacheca parla di largo consenso al suo operato, di una S. Marinella felice, soddisfatta, grata ai suoi amministratori.... un'altra favola del paese che non c'è. Quello che invece c'è è la forsennata conquista dei consensi grazie ai favori personali, alle clientele, alle regalie, all’appoggio agli amici. Tidei ha fatto scuola ed è il più grande ispiratore del sindaco Bacheca, il suo faro illuminante. Di Tidei sono: i 14 piani integrati, l'invenzione dell'"edilizia concordata", la creazione della Multiservizi srl, fuori dal controllo del consiglio comunale, il direttore generale profumatamente pagato ed assolutamente inutile, la cessione del servizio idrico comunale ad ACEA, la moltiplicazione degli approdi-posti barca lungo la costa (senza piano particolareggiato della costa naturalmente), ed infine la grande idea di vendere gli immobili comunali. Solo su una cosa l'allievo supera il maestro: la questione della “Porto Romano”. Lì Tidei aveva cercato di far versare a D'Amelio il dovuto nelle casse comunali mentre la Giunta Bacheca ha regalato tutto il porto e quello che c'è intorno a D'Amelio, con il permesso di costruirci sopra, gratis.

Ricordiamo nel 2008 Bacheca, Venanzo Bianchi, Grimaldi ed altri illustri rappresentanti del PDL in fila nella sede del PRC, in mezzo alle bandiere rosse, per firmare il ricorso contro il Project Financing. Ricordiamo l'opposizione dura che abbiamo fatto alla politica di Tidei con il "Tavolo del lunedì", da tutti riconosciuto come il cuore dell'opposizione, mentre Marongiu e Maggi, attuale capogruppo del PDL, sostenevano "il faraone" fino a quando più allettanti promesse hanno giustificato il loro ennesimo - ma, siamo certi, non ultimo - trasformismo.
Ricordiamo al PDL, che governa la città come se avesse il consenso assoluto, che i suoi voti alle ultime amministrative sono stati 4200, quindi meno di un terzo dell'elettorato, da cui oggi dovremmo scorporare Fli, e che il consenso al PdL è in pauroso calo in Italia, come hanno dimostrato le ultime elezioni amministrative, per non parlare della cocente sconfitta subita con i Referendum. Siamo profondamente convinti che la politica "alla Bacheca" ma anche "alla Moscherini" o "alla Polverini", la difesa a spada tratta degli interessi dei costruttori e dell'esternalizzazione dei servizi sempre e comunque, il disprezzo per l'ambiente, l'allergia verso la raccolta differenziata, il fastidio verso la partecipazione dei cittadini ai consigli (ma proprio il fastidio verso lo stesso consiglio comunale), verso le commissioni consiliari e le interrogazioni, l'aver ridotto lo Statuto comunale a carta straccia, corrispondano in piccolo alle pratica del ricorso di fiducia in parlamento e allo svuotamento del senso dell'assemblea elettiva, al mercato dei parlamentari, al disprezzo della Costituzione.

Il berlusconismo non è ancora al capolinea ma è iniziata la lunga parabola del suo tramonto, così come è ormai largamente diffusa nella società civile l'indignazione verso le pratiche clientelari e cementificatorie su cui la giunta Bacheca punta per accrescere il suo consenso. Siamo davvero fieri di essere, convintamente, espressione di un'altra cultura.

Circolo del PRc-FdS "Benedetti Michelangeli"

Ciao Pietro

Il Circolo Prc di Santa Marinella ricorda con affetto e saluta a pugno chiuso il Compagno Pietro Cangini, di anni 75, venuto a mancare il giorno 10 novembre scorso.

Di lui i compagni ed i cittadini ne hanno potuto apprezzare la profonda correttezza, lealtà e stima oltre alle riprovate capacità politiche ed amministrative nella sua lunga carriera di militante politico ricoprendo più volte incarichi di segretario nel Circolo locale del PCI, nonché vicesindaco e consigliere comunale.

Alla sua famiglia le nostre più sentite condoglianze e dimostrazioni di affetto in questo momento di tristezza.

I funerali si terranno domani venerdì 11 novembre alle ore 15.00 presso la chiesa del Carmelo di Santa Marinella.

mercoledì 9 novembre 2011

Bacheca il palazzinaro


Dopo le proteste nate dall’approvazione in Agosto del Piano Integrato Benigni, il Sindaco aveva annunciato che la sua giunta si sarebbe fermata a quel Piano Integrato.
Ad ottobre leggiamo invece che i piani integrati e accordi di programma (Porto Romano) saranno il nuovo volano del lavoro, la risposta al problema della disoccupazione a S. Marinella, il grande rilancio occupazionale. Davvero una bella novità! Bacheca ripropone, pari pari, la politica palazzinara degli anni ’70. Veramente innovativo!
Se non altro i nostri amministratori non ci raccontano più la barzelletta che i Piani Integrati, vere e proprie lottizzazioni camuffate, servano a risanare i quartieri e a fornire servizi. L’argomento si sposta sul ricatto occupazionale, da sempre argomento forte della speculazione edilizia a S. Marinella.
Parliamo allora di questa occupazione, che dovrebbe nascere dall’indiscriminata cementificazione del territorio. Si tratta di un’occupazione “una tantum”: finita la palazzina finisce il lavoro, oppure si fa un’altra palazzina. E allora? Si deve continuare a costruire all’infinito in un territorio che infinito non è? Non esiste l’edilizia di recupero, di restauro, di mantenimento. Non esiste bio-edilizia. Non c’è nemmeno uno straccio di pianificazione urbana, né di piano di riassetto idrogeologico. Secondariamente sono anni che l’economia turistica è in calo ed ogni anno raggiunge picchi negativi: meno presenze, meno affitti, meno noleggi di ombrelloni, meno clienti ai ristoranti. E’ lavoro anche questo, ci pare. Dovremmo puntare a presenze turistiche tutto l’anno coordinando i servizi e i portali informativi, inserendo S. Marinella nei circuiti turistici e culturali provinciali (i Castelli medioevali, l’Etruria archeologica, i Monti della Tolfa..…). Da questo punto di vista la gestione comunale del castello sarebbe interessante per la creazione di posti di lavoro stabili. Si dovrebbero inoltre tenere pulite le spiagge, che giacciono come cadaveri per 9 mesi all’anno, anche quando la stagione climatica ne permetterebbe la fruizione fino a novembre. Forse si sarebbe dovuto salvare quello che è stato un vettore economico in passato: la floricoltura, oggi agricoltura biologica o agriturismo. Anche questo sarebbe lavoro che chiama lavoro, non “una tantum” ma volano di qualità della vita di tutti. Invece da S. Marinella si scappa a gambe levate. Solo il punteruolo rosso pare trovarsi benissimo!
Vorremmo tanto che i nostri amministratori, invece di ispirarsi ai palazzinari anni Settanta, prendessero a modello sindaci come Angelo Vassallo, assassinato ad Acciaroli nel Cilento, che ha arricchito tutti i suoi concittadini puntando decisamente sul recupero paesaggistico ed ambientale. I valori immobiliari del Comune di Acciaroli si incrementano mentre quello dei nostri immobili precipitano verso il basso e le case subiscono deprezzamenti. Non pretendiamo che Bacheca abbia il coraggio di Vassallo ma almeno una briciola di quello spirito davvero innovativo.

martedì 8 novembre 2011

Piano Integrato Benigni: una truffa.

Bacheca difende ad oltranza il piano integrato Benigni e ne sciorina gli innumerevoli vantaggi per la collettività. Il ponte sulla ferrovia “si farà”, ci rassicura. Stiamo parlando del ponte che permetterà di raggiungere le 19 palazzine che la mega lottizzazione prevede. Diremmo che senza la megalottizzazione del ponte non si avvertiva alcun bisogno, infatti l’opera non è tra quelle previste dal piano triennale delle opere (che invece annoverava: la riqualificazione del Lungomare Capolinaro, la realizzazione del sottopasso di Via Rucellai ed i parcheggi adiacenti la stazione FF.SS, l’ampliamento di Via delle Colonie, il consolidamento del dissesto idrogeologico di Via Colfiorito e Via Marche, la ristrutturazione della Biblioteca Comunale, gli interventi presso il Cimitero Comunale, la mensa alla Scuola Vignacce e riqualificazione edilizia scolastica). La gentile concessione del costruttore dei 1875 mq per l’edilizia popolare è addirittura ridicola: si tratta di un piccolo lotto su un terreno comunale di quasi 4 ettari che questa amministrazione poteva interamente destinare ad edilizia popolare, e che invece sarà occupato da 27.000 mq di edilizia privata più 11.000 di commerciale. Tutta questa cubatura non è prevista nel nostro piano regolatore, già largamente sovradimensionato. Il costruttore non fa che restituirci una piccola parte di ciò che era già nostro e si guarda bene dal costruirci sopra case popolari, case che il Comune avrebbe dovuto pretendere in un momento di crisi come quello attuale, anche solo per calmierare i prezzi delle case e degli affitti. Del recupero del quartiere Alibrandi, di cui il Sindaco parla, in realtà nella convenzione non vi è traccia, salvo la trasformazione di un attuale campetto di calcio in parcheggio (veramente un gran recupero!). C’è infine nella convenzione il parco attrezzato ed il centro polivalente “che”, assicura Bacheca ”si faranno perché il costruttore l’ha messo nero su bianco”. Intanto aspettiamo ancora che lo stesso costruttore completi le opere promesse “nero su bianco” a Prato del Mare e mai realizzate, o che la maggioranza risponda alle nostre domande e all’interrogazione in proposito, presentata i primi di marzo 2011 e rimasta inevasa. Il costruttore Alibrandi cerca di blandire la pubblica opinione aggiungendo postille al progetto che dovrebbero risultare accattivanti (bioarchitettura, case per giovani coppie, cioè “case buco”….) ma che non cambiano la sostanza: le opere pubbliche attese dalla collettività in questa lottizzazione, camuffata in piano integrato, non ci sono. Quello a cui assistiamo è in realtà la nascita di un quartiere ex novo, non previsto dal piano regolatore, circondato da quartieri da riqualificare sui cui graverà nuova pressione demografica e nuovi disagi, dovuti alla carenza dei servizi e della viabilità.

Circolo PRC-FdS "Benedetti Michelangeli"

lunedì 7 novembre 2011

Bacheca salva gli immobili comunali da se stesso.

La giunta delibera la vendita di due immobili per pareggiare il bilancio ma poi cambia idea. Forse gli immobili verranno risparmiati. Prima il Sindaco se la prende con la minoranza e poi fa esattamente quello che i consiglieri di minoranza ed il nostro partito hanno chiesto: vedere se il recupero dell'evasione (Bucalssi) o altri voci di bilancio mai attivate possano evitare la iattura. In questo balletto è davvero patetico prendersela con chi ha votato contro la vendita degli immobili mentre tutti la maggioranza votava compattamente a favore. Ed è grazie all'ondata di sdegno sollevatasi che Bacheca e gli assessori troveranno (forse) altre soluzioni. Poi magari vorranno i complimenti per aver fatto quello che da tempo avrebbero dovuto fare o per aver schivato la sciagura da loro stessi provocata.

Sembrava che dopo le ultime batoste, da cui la maggioranza era uscita con le ossa rotte, l’atteggiamento fosse più umile invece pare che il Sindaco abbia nuovamente ritrovato la sua spocchia, che non è mai una buona consigliera.

Elenchiamo i buchi nell’acqua dell’attuale amministrazione: 1) le “grandi opere” sono tutte ferme: dal ponte dei carabinieri, al lungomare Marconi fino al cimitero; 2) la questione “Porto Romano” si è impantanata inesorabilmente; 3) i risanamento dei quartieri è ad un punto morto; 4) si continuano ad aprire voragini, a demolire villette ed annessi parchi e giardini per costruire orribili palazzine-formicaio, senza uno straccio di servizio aggiuntivo; 5) i buchi in bilancio mettono a rischio il patrimonio immobiliare; 6) la trasparenza finanziaria della Multiservizi srl è diventata un tabù; 7) la grande evasione non viene combattuta mentre si spremono come limoni i contribuenti onesti, vittime del pressappochismo dell’ufficio tributi comunale; 8) la raccolta differenziata spinta non è mai partita; 9) il passaggio alla GESAM si è rivelato un completo fallimento sul piano della pulizia ed il decoro della città; 10) le compensazione ENEL non sono servite ad alcun intervento di risanamento ambientale; 11) il patrimonio arboreo è devastato; 12) il quartiere Quartaccia aspetta risposte convincenti.

Di che cosa vogliamo parlare?

Circolo PRC-FdS “Benedetti Michelangeli”

mercoledì 2 novembre 2011

IL PRC VERSO L'VIII CONGRESSO

Il giorno sabato 5 novembre 2011, si terrà presso il Circolo del PRC "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella (Via Volta, n. 1) l'VIII Congresso del Partito della Rifondazione Comunista. L'appuntamento non sarà un momento rituale ma cercherà di essere un vero momento di confronto e aggregazione. La grave crisi del welfare europeo, la crescente disoccupazione e l'assenza di opportunità e prospettive per i giovani dimostrano quanto inadeguata sia un'economia basata esclusivamente sugli interessi della speculazione finanziaria. L'attuale modello di sviluppo presenta costi insostenibili, sia sociali che ambientali. Percorsi alternativi di uscita dalla crisi sono possibili ed il congresso intende discuterne. Gli iscritti sarranno chiamati e votare i documenti sulla linea nazionale, a rinnovare le cariche dirigenti del Circolo e ad eleggere i delegati al congresso provinciale PRC (Civitavecchia e provincia nord di Roma). I lavori inizieranno alle ore 16.00 con la relazione del Segretario uscente e si chiuderanno alle ore 19.30.

Circolo del PRC-FdS "Benedetti Michelangeli"

venerdì 28 ottobre 2011

Congresso di Circolo

Si svolgerà sabato 5 novembre alle ore 16.00 il Congresso del nostro Circolo, presso il Circolo stesso in via A.Volta 1.
Gli iscritti e i simpatizzanti sono invitati a partecipare

lunedì 17 ottobre 2011

Mezzo milione di indignati, ostaggio dei teppisti

Sono arrivati a Roma in mezzo milione, almeno. La dispersione in tanti rivoli, dovuta all’esito del corteo, rivelava ancora di più la portata dei manifestanti. Non doveva essere una festa.
L’indignazione, di per sé, non rimanda a dinamiche ludiche ma alla crudezza della crisi e della polverizzazione sociale che produce. Ma le messe in scena di guerriglia, le colonne spettrali di fumo, le carcasse annerite di automobili, spesso non di lusso, restate impigliate al passaggio di pezzi di corteo lasciano una domanda inevasa: di chi è un corteo? Domanda che diventa ancora più urlata se sotto le colonne di fumo nero si sente la gente che strilla “fascisti, smettetela, via dal corteo!” a giovanotti che si prendono molto sul serio mentre, avvolti dai cappucci d’ordinanza, danno fuoco a cassonetti di immondizia. Davvero è sufficiente etichettarli come infiltrati? Non doveva essere una festa ma doveva essere una presa di parola di massa tant’è che non s’era costruito un palco centrale per dare modo di attivare sei speak corner nella grande S.Giovanni dove improvvisare assemblee all’aperto e, magari, mettere le tende - qui e là, lungo il percorso, per discutere di come rendere permanente una mobilitazione che altrimenti sarebbe stata solo una passeggiata innocua tra i Fori o il grottesco carnevale del riot. Tra il nero del fumo sbuca un grappolo di palloncini colorati che regge una scritta “Il fine non giustifica i mezzi” e si “suicida” lontano, altissimo, nel faticoso tramonto romano.
Che fosse una babele di linguaggi s’era capito, già in fase di preparazione dall’articolazione del coordinamento nazionale - consapevole sia di non rappresentare l’intero corteo sia di non potere e volere fare “sintesi” - e dalla pluralità di voci che si sono udite per le strade di Roma finché il rumore delle cariche non s’è fatto colonna sonora dell’indignazione. Ma dentro la babele si riusciva a leggere che «finalmente - diceva Franco Russo - tutti conoscono il volto dei poteri forti: quello di Draghi e di Trichet, della Bce, oltre che del governo». Fino ad allora c’era chi marciava a ritmo di samba, chi urlava “vergogna”, chi “no alla violenza”, chi si acchittava il bavero nero come la felpa e il cappuccio, chi prometteva scioperi e chi rivendicava servizi e welfare per tutti e nessuna Tav. C’era, in strada, chi sogna “10, 100, 1000 Tahir”, chi lo ha scritto anche in arabo, chi portava la voce di territori martoriati o generazioni martoriate dalla macelleria sociale. C’erano precari di ogni tipo e di ogni età. «Ho 29 anni e sto in un call center come tutti quelli della mia generazione», dice l’aquilano Paolo e, quando gli chiedo della sua città si limita a dire che sarebbe «la stessa intervista di due anni fa». «Noi siamo operatori sociali e cooperative - spiega Roberto Latella del Social pride romano - quel pezzo di lavoro precario che opera tra i soggetti più colpiti dalla crisi, il nostro settore è alle prese con tagli del 50%». «L’indignazione c’è perché il profitto viene prima delle persone - dice Simona Ricotti, No Coke di Civitavecchia - noi abbiamo deciso che non deleghiamo più il nostro futuro». Lo avrebbe detto anche da un camion di S.Giovanni, Simona, se solo avesse potuto e non fosse rimasta incastrata tra il riot e la reazione delle polizie impazzite. Per la prima volta a memoria di manifestante i blindati con gli idranti si sono messi a scorazzare a cinquanta all’ora per la storica piazza finale delle grandi manifestazioni. Solo il coraggio di un prete di S.Giovanni, che apre i portoni ai fuggiaschi, riduce il rischio di un massacro “genovese”. Mentre i blocchi neri e quelli blu continuano a fronteggiarsi, il grosso del corteo riesce a svicolare verso il Circo Massimo, poi giù alla Piramide, poi verso il centro per tornare ai pullman. Gli studenti tornano verso la Sapienza da dove erano partiti in mattinata. Notizie di scaramucce si inseguono fino a sera, incerto il bilancio dei feriti mentre arrivano voci di rastrellamenti tra chi torna a casa con l’aria losca. Tutto da scrivere quello politico.
«Sto marciando verso Piazza Re di Roma non so nemmeno perché - dice Raffaella Bolini dell’Arci che ha preso parte al comitato promotore - il punto è che era una giornata per riprendersi le piazze, potente e bellissima, ma è stata colpita da pratiche di segno opposto ma convergenti nel togliere spazio a mezzo milione di persone. Ciascuno avrebbe potuto esprimersi nei modi che riteneva opportuni, ma una minoranza ha negato questa possibilità a decine di migliaia di manifestanti e anche la polizia ha perso la testa. Ma a casa non si torna». «Il punto è che mezzo milione di persone è sceso in piazza contro la Bce e il governo - dice anche Paolo Ferrero, segretario del Prc - ma la manifestazione è stata vittima sacrificale di qualche incappucciato e di una gestione assurda dell’ordine pubblico». Anche i giuristi democratici parleranno in serata di un corteo che «sembrava preso in ostaggio». «Servono questi gesti?» si domanda in piazza S.Giovanni, Paolo Beni presidente dell’Arci mentre i Cobas e il gruppo di contatto provano a stabilire un cordone per difendere il corteo dalle modalità da stadio.
«Non è che l’inizio - dice anche Alfio Nicotra, di Rifondazione comunista - ma dobbiamo capire insieme come possa davvero aprirsi lo spazio pubblico che tutta questa gente reclama».

Checchino Antonini

da Liberazione del 16/10/2011

martedì 11 ottobre 2011

Seminario gramsciano

Ricordiamo che venerdì Venerdì 14 ottobre dalle ore 17.30 alle 19.30 si terrà il III Incontro del seminario gramsciano:

Giuseppe Prestipino

Centralismo democratico, burocratico, personalistico

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”, Via A.Volta, n.1, S. Marinella (Roma).

Simpatizzanti e iscritti sono invitati a partecipare

Conclusa la settimana di comemmorazione trentennale alluvione.

(Riceviamo e pubblichiamo)


Le associazioni e gli enti organizzatori della settimana di commemorazione del trentennale dell'alluvione del 1981 esprimono la loro soddisfazione per l'esito complessivo dell' iniziativa. Si ringraziano i cittadini che hanno partecipato e l'amministrazione comunale per il suo sostegno e patrocinio.

La settimana ha costituito un momento di riflessione per l'intera comunità: per coloro che hanno vissuto quella tragica esperienza e la ricordano e anche per coloro che ancora non erano nati o non abitavano a S. Marinella.

Le escursioni hanno visto la partecipazione attenta e interessata degli studenti (e ancora e' previsto un incontro con le scuole, sempre in tema della sicurezza, a cura della Protezione Civile ProPyrgi).

Il suggestivo spettacolo di sabato 1 ottobre curato dall'ass. "Le voci" ha commosso e coinvolto il pubblico con la forza delle immagini, dei suoni, la profondità delle parole e testimonianze raccontate. Le grandi alluvioni della storia italiana (Vajont, Firenze...) sono state collegata a quella di S. Marinella, più piccola ma certo non meno tragica.
Il convegno di domenica 2 ottobre ha invece illustrato come i fossi che solcano il nostro territorio, con cui noi conviviamo, siano essenzialmente percepiti come realtà malsane e sporche (discariche o fogne a cielo aperto), spazi sottratti all'urbanizzazione, corpi estranei da ignorare, tombare o chiudere tra alti argini di cemento. La loro pericolosità è percepita ma poco si fa per attenuare il rischio
.
Per prima cosa bisognerebbe comprendere che la presenza dei fossi non può essere semplicemente dimenticata perchè essi sono una componente costitutiva del nostro territorio: e' necessario invece conoscerne la natura, sapere dove scorrono, qual'è il loro alveo potenziale in caso di piena, quali specie vi possono vivere. Preservarne la naturalità, cioè eliminare restringimenti ed ostruzioni al loro corso, lasciare degli spazi di esondazione controllata e la foce sgombra, sarebbe l'approccio migliore per la sicurezza di beni e persone. Sappiamo ormai che creare canali di cemento tra argini artificiali (sui quali si addossano magazzini, palazzine, attività artigianali) e' proprio la strada migliore per aumentare il fattore di rischio: l'acqua che scorre in rettilineo aumenta la sua velocità e l'impermeabilità delle aree adiacenti alle rive non fa che espandere la superficie interessata alla possibile esondazione per via del mancato assorbimento del terreno. Dragare e cementificare il letto del fosso ne uccide infine le forme di vita.
I fossi nostrani, sebbene per larga parte tombati, presentano ancora possibilità di intervento per il recupero della loro naturalità, sia a monte che nella foce, persino rispetto l'habitat faunistico naturale e la pulizia delle loro acque, mentre andranno evitate deviazioni, restringimenti o peggio urbanizzazioni alla foce.

Sappiamo che il rischio non può mai essere del tutto annullato ma può indubbiamente essere attenuato; recuperando il fosso come parte integrante della vita e del panorama urbano, prevedendo parchi o piste ciclabili lungo i suoi argini e persino attività escursionistiche di risalita si potrebbero inoltre sfruttare i finanziamenti europei per le Zps (Zone a protezione speciale) e trovare in questo modo risorse per lavorare sulla bonifica ed il recupero dei fossi.

Tutto questo richiede un'idea di pianificazione del territorio e di gestione trasparente e condivisa, di partecipazione attiva della cittadinanza e di comunione di intenti da parte delle Istituzioni, delegate a tutelare e migliorare la qualità della vita di chi abita il nostro paese, ma è proprio questa idea di pianificazione a trovare scarsa eco nell'amministrazione della città. Per questo il comitato promotore rilancia il progetto "FossiPartecipati", già avviato dalla Provincia di Roma, che prevede la costruzione di tavoli tecnici con enti e le associazioni produttive che operano nel nostro territorio per la Riqualificazione Fluviale ed il rispetto delle normative vigenti.

Comitato 2 ottobre

martedì 4 ottobre 2011

Bancarottieri fraudolenti

A seguito della verifica di bilancio per rientrare nel vincoli del patto di stabilità (D.L 267/2000, art. 193), il consiglio comunale del 30 settembre ha approvando la vendita di due importanti beni comunali: il parco ed il campetto di basket di Via Rucellai e la palazzina storica dell’ex anagrafe, in Via della Libertà, (zona Via Ulpiano).
Fino a pochi anni fa, a detta dello stesso Assessore Bianchi (relazione 29 maggio 2008), il nostro era uno dei comuni più ricchi del comprensorio: costituito da moltissime seconde case, con i servizi ai residenti ridotti all’osso, beneficiato da ben 7 milioni di euro da ENEL. Le uscite comunali sono per il 50% costituite da spese fisse e prevedibili (il personale, che ha usufruito di scatti di livello con la giunta Tidei e la Multiservizi, sempre fondata dall’ex sindaco), mentre i finanziamenti di Stato e Regione costituiscono solo il 10% delle entrate, che per il 90% sono comunali (ICI, tasse, concessioni demanio, cimitero…).
L’aumento dell’IRPEF nel 2008 avrebbe fatto affluire nelle casse del comune quel milione di euro ca. perso con l’ICI, devoluto interamente per il personale.
Come è stato possibile arrivare, in soli 4 anni al dissesto finanziario? Come è stato possibile impoverire l’intera comunità, decidendo di alienare parte dei suoi immobili?
I revisori dei conti, in questi tre anni, hanno puntualmente fatto notare come la spesa ordinaria non potesse basarsi sui milioni di compensazioni di ENEL, come l’evasione fiscale andasse combattuta con maggiore efficacia (i grandi evasori, non quelli che hanno sempre pagato, contro cui si sta accanendo Infotirrena, la società di recupero crediti del Comune), come le entrate non riscosse per anni (900mila euro di Bucalossi e i 600mila euro di diritto di superficie in zona 167) rischiassero di costituire una “gonfiatura” fittizia di entrata.
I revisori dei conti hanno anche puntato il dito sulle eccessive spese della Multiservizi . La delibera che obbliga la Srl a redigere piani industriali pubblici ed approvati dall’intero Consiglio è rimasta lettera morta. Altro mistero mai risolto è costituito dalle basse entrate della farmacia comunale.
Quanto poco sia stato tutelato l’interesse collettivo nei vari accordi urbanistici di programma, piani integrati, concessioni edilizie non sarà mai denunciato abbastanza: alla Portoromano è stata regalata la vecchia darsena (che gestita dal Comune poteva costituire una fonte interessante di entrate); ai grandi costruttori, in cambio di sblocchi edilizi imponenti, si chiede il minimo e nemmeno si verifica che portino a termine gli impegni presi. Spesso si tratta di milioni di euro sottratti alla collettività.
In questa situazione si è proceduto all’apertura dei cantieri per le “grandi opere”, finanziate dalla Regione Lazio. Alla chiusura dei rubinetti il tracollo: non potranno essere ultimate nemmeno le opere cominciate. Per poter pagare il lavoro che le imprese, anche locali, hanno già svolto, non si è trovato di meglio che alienare i beni pubblici. Il deficit di "spesa corrente" di "soli" 432mila euro verrà spalmato nei prossimi tre anni: 32mila euro fine 2011, 200mila 2012, 200mila 2013. Naturalmente ciò non basterà: sono infatti previsti aumenti di tasse, dei costi dei servizi, dei tributi…. una pioggia di rincari.
L’opposizione ha chiesto cosa si intendesse fare con la Bucalossi non riscossa, se si intendesse per lo meno rendere noti i nomi degli imprenditori evasori o si perpetrasse la protezione della loro intoccabilità ed anonimato. L’opposizione ha chiesto cosa si intendesse fare per fronteggiare le eventuali emergenze: la manutenzioni straordinarie delle scuole, la messa in sicurezza degli edifici, i cantieri bloccati (lungomare, sottopasso via Rucellai). E’ stato fatto presente che il problema non sono le grandi opere straordinarie ma è proprio l’ordinario che è uscito dal controllo e che l’alienazione dei beni sarà un sacrificio del tutto inutile. Qualcuno vocifera che i debiti del Comune (cause perse, assicurazioni…) lo abbiano già costretto ad ipotecare i suoi beni.
Tutto questo è stato drammaticamente illustrato da un’opposizione che da sempre ha visto ignorate le proprie proposte, suggerimenti, allarmi. Dal Sindaco, dal vicesindaco, dagli assessori nemmeno una parola. Ad un Venanzo Bianchi, particolarmente impacciato ed impreciso, l’ingrato compito di dichiarare un fallimento. Nessuno ha sentito il dovere di dimettersi, di fare autocritica, di assumersi la responsabilità di un tale disastro. Maggi ha spacciato per “presa di responsabilità” lo scaricare sulla collettività i costi del pressappochismo e della sciatteria dimostrata da questa giunta, la prima a portarci sull’orlo del fallimento in cinquant’anni di storia.
I santamarinellesi, che ancora aspettano il bilancio consuntivo del 2010 (insieme ad altri 22 Comuni in Italia), sono dal 1 ottobre più poveri e con nuove ipoteche sulle loro spalle.
Circolo del PRC-FdS "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella

giovedì 29 settembre 2011

Corso di formazione politica Introduzione a Gramsci: Gramsci e il partito

A causa di impegni concomitanti saremo costretti a spostare l'appuntamento di venerdì 30 settembre del corso di formazione che si svolge presso il nostro Circolo.

Di seguito il calendario aggiornato:


PRC Regione Lazio

PRC Federazione di Civitavecchia

Corso di formazione politica

Introduzione a Gramsci: Gramsci e il partito

II Incontro:

Venerdì 7 Ottobre - ore 17.30-19.30

Raul Mordenti

La” questione morale” nella costruzione del partito comunista

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”, Via A.Volta, n.1, S. Marinella (Roma).

III Incontro

Venerdì 14 ottobre – ore 17.30-19.30

Giuseppe Prestipino

Centralismo democratico, burocratico, personalistico

Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”, Via A.Volta, n.1, S. Marinella (Roma).

IV Incontro

Venerdì 21 ottobre – ore 17.30-19.30

Elisabetta Gallo

Partito borghese, partito rivoluzionario


Il 15 ottobre in piazza contro le manovre fotocopia

La Federazione della Sinistra è tra i promotori del coordinamento nazionale 15 ottobre , una struttura unitaria e plurale, che , raccogliendo l’appello lanciato dagli Indignados spagnoli, organizza nel nostro Paese la manifestazione europea contro le “manovre fotocopia” promulgate dai governi nazionali su ispirazione della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

Il Circolo del Prc di Santa Marinella aderisce a tale manifestazione e invita
ad inviare adesioni di singoli e collettive al link qui riportato http://15ottobre.wordpress.com/2011/09/24/appello-15-ottobre-2011;
Invitiamo le
altre forze presenti sul territorio ad indire riunioni locali del coordinamento per organizzare la partecipazione alla manifestazione del 15 ottobre che avrà inizio alle ore 14.00 in piazza della Repubblica a Roma per concludersi a piazza S. Giovanni.

Come Fds abbiamo già disposto un manifesto http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/wp-content/uploads/2011/09/15ottobre.pdf

Da sabato 1 ottobrerilanceremo la petizione sulla patrimoniale. (http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=5511)


Peduzzi-Nobile (FdS): “Fissate date del Consiglio straordinario”

COMUNICATO STAMPA

RIFIUTI

Il 12 ed il 13 ottobre si terrà il Consiglio straordinario sul piano rifiuti del Lazio. Una vittoria per il Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio che, dopo la partecipata manifestazione di questo pomeriggio, aveva deciso di occupare la Sala Etruschi fino a quando non fosse stata definita la data della seduta. Dopo oltre un’ora di occupazione è finalmente arrivata la comunicazione del Presidente Abbruzzese. Tutti i capigruppo presenti all’incontro hanno firmato un documento in cui si impegnano affinché le decisioni assunte oggi vengano rispettate dal Presidente del Consiglio regionale”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, consiglieri regionali della Federazione della Sinistra, presenti insieme al Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio nella sala Etruschi della Pisana.

mercoledì 21 settembre 2011

Corso di formazione su Gramsci

Segnaliamo di seguito un'importante iniziativa che si svolgerà presso il Circolo di Santa Marinella:

PRC Regione Lazio

PRC Federazione del di Civitavecchia

Corso di formazione politica

Introduzione a Gramsci: Gramsci e il partito

Venerdì 23 settembre – ore 17,30-19.30
Guido Liguori
Movimenti sociali e ruolo del partito in Gramsci (e oggi)

Venerdì 30 settembre – ore 17.30-19.30
Giuseppe Prestipino
Centralismo democratico, burocratico, personalistico

Venerdì 7 Ottobre - ore 17.30-19.30
Raul Mordenti
La” questione morale” nella costruzione del partito comunista

Venerdì 14 ottobre – ore 17.30-19.30
Elisabetta Gallo
Partito borghese, partito rivoluzionario

Il corso sulla concezione gramsciana del partito si rivolge agli iscritti al e non al PRC o alla FdS; anche a coloro che non hanno alcuna conoscenza di Gramsci. Lo scopo del corso è suggerire strumenti teorici per affrontare il problema della forma partito e della costruzione di un soggetto politico comunista oggi.
L’iscrizione al corso è di 5 €, per coprire spese di fotocopie per le dispense e rimborsi ai relatori. La sede del corso sarà il Circolo del Prc di S. Marinella sito in Via A.VOlta 1. Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Gli interessanti possono iscriversi contattando i seguenti recapiti: elisagallo@libero.it - cell. 330 674159

Elisabetta Gallo, responsabile formazione PRC Lazio

domenica 11 settembre 2011

PERCHE’ LA FDS NON ADERISCE ALLA RACCOLTA DELLE FIRME PER I REFERENDUM ELETTORALI PROMOSSI DA PRODI, DI PIETRO E VENDOLA

DICHIARAZIONE DELL’ON. CESARE SALVI

del Coordinamento nazionale della Federazione della Sinistra

Molti esponenti del Pd, Idv e Sel stanno raccogliendo firme per un referendum abrogativo della legge elettorale “Porcellum” (legge elettorale Calderoli) dichiarando, alcuni, che l’obiettivo è quello di uno stimolo al Parlamento per modificare l’attuale legge elettorale, altri, che l’obiettivo è di ripristinare la legge elettorale maggioritaria uninominale (legge Mattarella), applicata in Italia dal 1994 al 2001.

La Federazione della Sinistra è contraria alla legge Calderoli, e propone un sistema elettorale di impianto proporzionale. Per questo aveva aderito ai referendum promossi da Passigli, in particolare per l’abolizione del premio di maggioranza.

Siamo invece contrari ai referendum promossi da Prodi, Veltroni, Vendola e Di Pietro, per le seguenti ragioni:

- In primo luogo il referendum è in contrasto con i principi fissati dalla Corte costituzionale sula ammissibilità dei referendum (vedi in allegato l’articolo di Cesare Salvi sul Riformista del 9/9/2011);

- Secondo, l’argomento dello stimolo al Parlamento non funziona. L’esperienza dei precedenti referendum elettorali dimostra infatti che entrò in vigore il risultato stesso del referendum, e non una legge diversa;

- Terzo, la legge Mattarella non ha affatto funzionato bene, e tutta l’esperienza della cosiddetta Seconda Repubblica dimostra che il sistema maggioritario (si basi sui collegi uninominali ovvero sul premio di maggioranza) ha determinato effetti profondamente negativi sulla qualità della democrazia, sul ruolo dei partiti, sull’etica della politica. Sistemi proporzionali come noi proponiamo garantiscono invece (si pensi alla Germania) stabilità dei governi, ruolo incisivo del parlamento, pluralismo politico.


lunedì 5 settembre 2011

COMUNICATO STAMPA Sciopero generale

Fraleone (Prc-Fds): “Partecipare in massa”

“Lo sciopero del 6 settembre, che vedrà in piazza la Cgil e i sindacati di base è il primo appuntamento rilevante di una lotta che ci vedrà impegnati con determinazione”. E’ quanto afferma la segretaria regionale del Prc/Fds Lazio, Loredana Fraleone.

“Il governo – prosegue - sta dando davvero uno spettacolo indecente, con la girandola di provvedimenti, che dovrebbe fronteggiare una crisi ben più profonda di quel che viene mostrato”. L’ambito di ricerca delle risorse ritenute necessarie è però sempre lo stesso: il lavoro dipendente, i contribuenti che pagano le tasse, le politiche sociali con i più deboli nella massima esposizione. Ai tanti danni già prodotti da questo governo, su istruzione, cultura, sanità, diritti sul lavoro, negati spudoratamente dai ministri competenti, se ne vogliono aggiungere altri, per garantire che la distribuzione della ricchezza rimanga intatta per i soliti noti”.

“E’ necessario trasformare la rabbia e la disperazione in lotta e proposte che facciano pagare, finalmente, chi in questi anni non ha fatto che arricchirsi a spese dei più, a partire dai grandi detentori di patrimoni, che unanimemente il governo vuole salvaguardare. Le manifestazioni di Roma rivestono ovviamente grande importanza, per questo – conclude - come regionale del Lazio, stiamo lavorando alla loro riuscita ed invitiamo tutti i soggetti colpiti dai provvedimenti iniqui ed insensati del governo a parteciparvi in massa”.

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Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

392 8001603

http://www.federazionesinistralazio.it/

domenica 14 agosto 2011

Lo scempio di Ferragosto

Nel Consiglio Comunale di Giovedì 11 agosto si è consumato uno dei più brutti episodi della storia di S. Marinella, di quelli che segnano una frattura profonda tra gestione politica e cittadini. Alle ore 4 del mattino, una sala consiliare ancora gremita ha assistito all’approvazione del Piano Integrato Benigni in zona Alibrandi da parte della maggioranza, con il voto contrario di Pepe (Fli) e dei consiglieri dell’UDC. I rappresentanti della lista “Un’altra città è possibile” e del PD hanno invece deciso di abbandonare l’aula, dichiarando la totale e piena responsabilità della maggioranza in merito a scelte così gravi e ingiustificabili.

Ma che cosa ha spinto tanti cittadini a trattenersi in consiglio fino alle 4 di mattina? E perché la delibera della maggioranza è stata così sofferta e difficile? C’è voluto stomaco, faccia tosta e una certa dose di cinismo per riuscire ad approvare la costruzione di 19 palazzine a ridosso del quartiere Alibrandi, mentre i suoi abitanti, inferociti, gridavano “venduti” e “dimissioni”. Il piano integrato trasforma magicamente una zona di PRG, prima agricola e poi bianca, in una zona espansione: 28.000 mq di residenziale (l’equivalente di ca.150 appartamenti, per 440 nuovi residenti), vengono concessi al costruttore in cambio di un ponte carrabile e pedonale sulla ferrovia all’altezza di Via Latina, un parco di 7000 mq, un locale polifunzionale di 80 mq, un terreno di 1800 mq per l’edilizia sociale (senza edificazioni), la trasformazione del campetto asfaltato di Alibrandi in parcheggio. L’assessore Grimaldi ha cercato di tirare a lungo la descrizione dei contenuti della delibera tra i fischi, sperando che la folla si disperdesse. Ma il pubblico ha ascoltato pazientemente anche l’interrogazione sui piani integrati presentata dalla minoranza, nella quale si chiedeva se il Comune avesse una chiara idea delle infrastrutture pubbliche prioritarie sulle quali vagliare i P.I., se ci fossero dei documenti che attestassero le motivazione della scelta di quei 14 P.I. su altri, se ci fossero garanzie in merito alle ricadute occupazionali sulle maestranze di Santa Marinella. Grimaldi ha sostanzialmente eluso la risposta sostenendo che le domande avrebbero dovuto essere rivolte all’amministrazione precedente, curatrice del bando. Grimaldi, che invece questi bandi li impone e vota a scatola chiusa, non ha saputo nemmeno spiegare le ragioni della priorità del piano Benigni sugli altri, visto che né ponte né parco compaiono nel piano triennale delle opere della sua giunta. L’opposizione ha fatto notare come il P.I, Benigni rappresenti una truffa per la collettività: il ponte, spacciato come opera di mecenatismo, è in realtà un’infrastruttura di urbanizzazione primaria necessaria al costruttore per raggiungere e vendere le case. Il parco e l’aula polivalente non compensano affatto il quartiere Alibrandi della grande pressione demografica e di traffico che si appresta a sostenere. Manca infatti al P.I. la VAS (valutazione ambientale strategica), manca un piano di realizzazione del ponte (tempi, costi esatti, espropri necessari, autorizzazioni delle ferrovie), per il quale si può aspettare fino alla realizzazione del 40% del residenziale. Manca anche il piano ACEA per le fognature del nuovo quartiere che, nel frattempo, si appresta a sversare le sue acque reflue sul fosso del Ponton del Castrato, già ridotto a fogna a cielo aperto ed attualmente unico sottopasso(-fogna) del quartiere Alibrandi. Un quartiere, quest’ultimo, sotto vincolo PAI (Piano assetto idrogeologico) per l’alto rischio idrogeologico, privo di strade e di servizi di qualunque genere, salvo il minuscolo campetto, presto trasformato in parcheggio. Il quartiere avrebbe bisogno di un risanamento e invece si appresta ad essere soffocato da ben due piani integrati. Se poi ACEA imponesse al Comune la costruzione di un nuovo depuratore, sconvolgendo completamente i piani edificatori, cosa si fa? Si ripaga il privato del disturbo e dell’investimento? Enormi sono i dubbi sui reali benefici economici del pubblico che, anche gonfiando i costi delle opere e sottostimando i profitti del privato, si trova a beneficiare di ca. 2,6 milioni di euro, ben al di sotto del “minimo sindacale” del 30% che al Comune dovrebbe spettare.

Questo insieme di storture, sviste, superficialità, ha spinto l’intera opposizione a presentare una mozione con la quale si è chiesto: a) il ritiro immediato della delibera sul P.I. Benigni; b) la costituzione di un tavolo di lavoro che mettesse a punto regole e criteri chiari e condivisi con la minoranza, con cui vagliare i 14 piani integrati, al fine di rendere trasparente le ragioni della loro scelta alla cittadinanza, velocizzando gli stessi iter di approvazione. I P.I. non sono uno strumento di pianificazione ordinaria ma sono strumenti eccezionali, ha detto Paola Rocchi, a cui andrebbero affiancate precise regole (come ha fatto il comune di Tarquinia) ed il PUGC (Piano urbanistico generale comunale), un nuovo strumento di pianificazione generale, obbligatorio nella recente normativa. Stefano Massera ha invece sottolineato come il consiglio si apprestasse a votare non solo il primo di 14 P.I. ma anche un metodo, optando per la massima tutela dell’interesse pubblico oppure dimostrarsi prono e passivo alla pressione degli interessi privati. Nessuno in maggioranza ha saputo giustificare le ragioni della fretta di questa deliberazione, alle 4 del mattino alla vigilia del ponte di ferragosto. Perché scelte importanti e strategiche vengono deliberate in sordina, nel massimo della sciatteria documentaria? In modo davvero patetico qualche conigliere di maggioranza ha proposto qualche timido emendamento migliorativo, quando alla minoranza è stato reso difficile persino l’accesso agli atti, impossibili da emendare.

Il consigliere Mucciola ha giustamente fatto notare che tale procedura si ritorcerà contro lo stesso costruttore che incorrerà a ricorsi e contenziosi, rendendo difficile l’ultimazione dell’opera. L’accordo di programma sul Porto, approvato con modalità analoghe, giace inoperoso nelle stanze della Regione. In ogni caso il terreno del signor Benigni si è magicamente rivalutato in una notte fino a 5 milioni di euro, e senza muovere un dito. Chi doveva invece difendere l’interesse collettivo ha dimostrato il massimo disprezzo per ogni forma di democrazia partecipata e di bene comune. Il PRC si impegna ad intraprenere qualsiasi iniziativa atta ad ostacolare l'esecuzione di tale delibera.

Circolo del PRC-FdS "Benedetti Michelangeli" di S. Marinella

mercoledì 10 agosto 2011

Dani risponde al vicepresidente della Multiservizi Mauro Bianchi

Con riferimento agli articoli usciti sulla stampa negli ultimi giorni non posso non replicare alle accuse rivolte non tanto alla giunta Tidei quanto al mio operato come assessore durante quella legislatura.

Addirittura il sig. Mauro Bianchi , non so bene quale carica ricopra, ironizza sulle mie “grandi idee” sul verde pubblico. Il regolamento del verde approvato, non è scaturito da elucubrazioni personali o consigli universitari di estrema complessità, ma da una ricerca tra i comuni litoranei, adriatici, toscani e liguri, che fanno del verde pubblico uno dei parametri del decoro urbano più importanti dal punto di vista della qualità della vita e dell’industria turistica, ho cercato di studiare come ogni buon amministratore dovrebbe fare, armato di grande umiltà. Non solo, il regolamento fu consegnato a tutti i consiglieri comunali tre mesi prima della sua approvazione per eventuali emendamenti che non sono stati presentati. Tranne uno dell’Arch. Marongiu che prevedeva la piantumazione di palme sulle aree da edificare (ancora non si sapeva del punteruolo), emendamento inserito ma mai applicato.

D’altronde il precedente regolamento aveva permesso in meno di due anni il taglio indiscriminato di oltre 250 alberi d’alto fusto in giardini privati o per recuperare aree alla edificazione. Ho sentito il dovere di trovare una soluzione. Si ricordano i cittadini che il solo comune impunito in Italia che pota gli alberi fuori stagione e a capitozza è Santa Marinella. Che a Poggio Principe si stava per sradicare un bosco di macchia mediterranea per far posto a 90.000 metri cubi e solo grazie ad una mia richiesta la Regione bloccò il taglio. E ricordo anche, con grande ironia, i consiglieri, anche quelli della mia giunta, che mi apostrofarono per la mia volontà di proteggere un tritone punteggiato, accertato nello studio della VIA, confondendolo con una lucertola. Tritone punteggiato che ha la priorità per gli investimenti europei sulla conservazione. A proposito di competenze…

Certo il regolamento del verde richiede un Ufficio apposito, con un agronomo che svolga la funzione non su “chiamata” ma stabile ed assunto. Possibilmente con una selezione seria. È un regolamento che ritiene il patrimonio arboreo come bene della comunità e da le indicazioni per valutarne il valore. Da le indicazioni per i trattamenti sanitari da effettuare durante le patologie epidemiche e le modalità, quelle si ad opera d’arte, per le potature. Offre allo stesso cittadino alcune modalità per salvaguardare le sue esigenze con quelle della conservazione del patrimonio arboreo.

Queste regole vengono applicate non nel college di Oxford o nei Giardini di Versailles, ma che tutti noi, facendo una gita fuori porta, riscontriamo nei piccoli comuni toscani, liguri e chi arriva un pochino più lontano in quelli adriatici.

Certo dovrebbe essere integrato con alcuni articoli per la gestione del punteruolo rosso, nuova emergenza, così da inquadrare una procedura di difesa comune sia per il patrimonio pubblico che quello privato. Ma viste le dichiarazioni non credo che ci sia speranza.

La volontà di far funzionare il regolamento anche qui è politica. D’altronde se lasciamo in mano la gestione del nostro patrimonio arboreo a Mauro Bianchi e ad una multiservizi priva di figure professionali competenti sarà difficile trovare qualcuno in grado di far funzionare un regolamento suggerito da esperienze decennali sulla difesa e sviluppo del verde come bene comune e richiamo turistico. Le risorse si trovano solo per organizzare cose che non hanno mai una durata maggiore alla stagione. Un patrimonio arboreo, verde, e inserito con SIC e ZPS nella carta natura 2000 della UE meriterebbe una considerazione a lungo termine. Tra queste palazzine si vive alla giornata (esemplificativo anche il caso dell’orto botanico a capolinaro) mentre Santa Marinella avrebbe necessità di amministratori che con umiltà sappiano riconoscere le proprie incapacità e sappiano, se non dimettersi, almeno cogliere altrove le soluzioni che da soli non trovano.

Giovanni Dani

martedì 9 agosto 2011

I minuetti del Partito Democratico

di Alberto Burgio

su il manifesto del 06/08/2011


Forse non è utile banalizzare le prese di posizione del più grande partito dell'opposizione ostinandosi a considerarle frutto di sciatteria o di svagatezza estiva. Forse bisognerebbe capire le ragioni dell'ennesimo lasciapassare graziosamente offerto al governo dal segretario democratico in occasione del dibattito parlamentare sulla (disastrosa) situazione economica e finanziaria del paese. Perché mai il Pd dovrebbe affondare il colpo mentre il cane affoga? Va bene rimboccarsi le maniche, ma chi glielo fa fare al buon Bersani di dirigerla lui la macelleria sociale? Siam mica qui a tirare nuovamente la volata al cavalier bunga-bunga!
Si dice: avanzi l'opposizione una proposta seria, non si limiti a critiche scontate. Ma una proposta implica un'analisi delle cause della crisi. E una proposta diversa (non nel dettaglio) dalla manovra del governo suppone una lettura diversa della genesi dello stato di cose: una rilettura dell'ultimo trentennio, che finalmente punti il dito sull'anarchia finanziaria (libertà di movimento dei capitali) ed economica (libertà di delocalizzare le produzioni); sulla fine dell'intervento pubblico in economia (che non significa far produrre allo Stato il panettone, ma assumere la direzione della politica industriale e costringere le imprese a investire in ricerca e innovazione); sulla svendita del patrimonio pubblico; sull'impoverimento strutturale del lavoro dipendente, dato in pasto al mercato non regolato della forza-lavoro, privato di tutele giuridiche e colpito dallo smantellamento del welfare. Nel Pd si fa strada questa prospettiva (auto)critica? L'on. Fassina accenna qualche riflessione sui guasti del neoliberismo, ma le contromisure che invoca ne confermano la logica: ipotizza un piano europeo di investimenti per l'occupazione, ma immagina di finanziarlo con altro debito. Non vi è traccia di una piattaforma redistributiva.
Nell'immediato (assunti il funzionamento della finanza globale e i vincoli posti dalla Bce) si potrebbe fare agevolmente una manovra diversa, che non deprima la domanda e riduca il tasso di iniquità del paese. Basterebbe imporre una patrimoniale (non una tantum); accentuare la progressività del prelievo (per poi fare sul serio contro l'evasione fiscale); tagliare le spese militari e gli sprechi (a cominciare dalle opere faraoniche e distruttive, tipo Ponte e Tav); riattivare il turn over nel pubblico impiego e stabilizzare il precariato. Ma certo, questo implica rompere il tabù del trentennio reaganiano e rassegnarsi al fatto che la politica democratica ha il compito primario di redistribuire risorse e opportunità: di produrre equità. Il dogma che equipara pubblico e privato, generalizzando la logica aziendale, non causa soltanto iniquità, nega in radice la democrazia. Per di più, come dimostra la crisi strutturale che sconvolge tutto il mondo capitalistico, ostacola la crescita perché impedisce la messa a valore della produttività generata dallo straordinario sviluppo delle forze produttive sociali. Vogliamo cominciare a discuterne a sinistra?
Dopodiché, anche qualora misure del genere venissero adottate, si tratterebbe di ridisegnare la logica generale del sistema. Nessun dio impone che i capitali possano muoversi senza limiti né regole né costi, decidendo del valore delle monete e dello stato di salute dei bilanci pubblici. Non è affatto vero che la politica sia impotente. Al contrario: Stati e organismi sovranazionali scelgono questo modello (entro il quale la politica è impotente) perché esso permette (anzi impone) politiche economiche che scaricano sul lavoro i costi della crisi, a vantaggio del capitale. Proprio come la guerra, la crisi è un flagello per alcuni e una manna per altri.
Ma di nuovo: per assumere questa prospettiva occorrerebbe abbandonare l'ideologia neoliberale: rifiutare il dogma della razionalità del mercato (massimizzare il profitto non serve a tutelare i diritti né la coesione sociale) e restituire alla politica la decisione su come utilizzare la ricchezza collettiva. Soprattutto, bisognerebbe uscire dalla logica (dalla retorica) dell'interesse generale e guardare in faccia le contrapposizioni reali, peraltro emerse con palmare evidenza nel braccio di ferro tra democratici e repubblicani in merito al default degli Stati Uniti. Insomma, per cambiare davvero l'agenda economica bisognerebbe ricominciare a ragionare in termini di classe. È pronto il gruppo dirigente del Pd a riesumare questa venerabile categoria del pensiero politico novecentesco? Se sì, potrà candidarsi a guidare un cambiamento degno di questo nome. Se no - se è ancora convinto che si tratti di un'inutile anticaglia - continui così. Lasci tranquille le maniche della camicia e vada pure avanti con i minuetti: un passo indietro tu, un passo avanti io...