mercoledì 23 dicembre 2009

PROTESTA RIREI. PEDUZZI: “LAVORATORE COLTO DA MALORE”

“Questo pomeriggio un operatore del centro ‘Alessandro Boggi’ di Santa Severa, che insieme ad altri venti colleghi manifestava sul tetto della struttura, ha avuto un malore e al momento è ricoverato in ospedale per ulteriori accertamenti”. A darne notizia è il portavoce del gruppo federato di Prc, Pdci, Socialismo 2000 in Consiglio regionale Ivano Peduzzi. “I lavoratori della Rirei sono allo stremo delle forze e l’episodio di oggi - dice Peduzzi - aggrava ulteriormente la situazione.
Cresce di giorno in giorno l’esasperazione di fronte a una Giunta regionale incapace di esercitare il controllo sulla gestione dei centri, sorda alle richieste dei lavoratori, attenta solo a non scontentare le cooperative coinvolte nell’affare dei centri di riabilitazione”. Poi Peduzzi aggiunge: “Gli stipendi non vengono pagati da mesi, delle tredicesime non c’è traccia e il rischio di licenziamenti massicci è sempre più reale. Senza niente in tasca e in assenza di prospettive per il futuro, gli operatori Rirei - che comunque continuano a garantire il servizio - non escludono nuove ed estreme forme di protesta. Montino - conclude l’esponente della Federazione della sinistra - dovrà assumersi prima o poi le sue responsabilità e spiegare come mai i soldi che la Regione ha già dato al Consorzio non sono serviti a pagare i lavoratori. Spieghi anche come può fare una famiglia senza entrate da quattro mesi a sopravvivere”.

Roma, 21 dicembre 2009

RIECCOCI!

Dopo la riuscita manifestazione al Brancaccio del 5 dicembre scorso, dove si è dato l’avvio alla fase costituente, la Federazione della Sinistra, muove i primi passi.
Nei giorni scorsi, infatti, si sono tenute le prime due riunioni degli organismi che ci guideranno fino al congresso costitutivo che si terrà alla fine del 2010: il Consiglio Nazionale e il Coordinamento Nazionale.
Per il Portavoce nazionale, come è noto, si è deciso, fino al congresso, di fare una rotazione tra i quattro soggetti promotori della Federazione stessa (Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Associazione Lavoro e Solidarietà), a partire da Rifondazione Comunista con il compagno Paolo Ferrero. Quali sono le prime decisioni prese?
Intanto, come bussola politica e organizzativa, occorre partire dai due testi che la Federazione ha assunto: il Manifesto politico e lo Statuto provvisorio. Sono scaricabili dal sito di Rifondazione Comunista (www.rifondazione.it) e sono stati inviati a tutte le Federazioni del Partito.

Per quanto riguarda l’iniziativa politica, le proposte che avanziamo sono le seguenti:

- organizzare in ogni Provincia e Comune iniziative di presentazione della Federazione coinvolgendo, oltre alle quattro forze promotrici, anche soggetti politici, movimenti o personalità; promuovere nei territori attivi di iscritti e simpatizzanti. Particolare attenzione deve essere prestata alle vertenze di lotta contro i licenziamenti, per la difesa della scuola pubblica e i beni comuni a partire dall’acqua: tutte le nostre iniziative devono dare voce a queste mobilitazioni.

- a livello nazionale si sta approntando, con il coinvolgimento anche di altre forze politiche, comitati e movimenti, una importante campagna referendaria che partirà verso la fine di gennaio. I temi sui quali raccoglieremo le firme sono: no al ritorno del nucleare, no alla privatizzazione dell’acqua, abrogazione della legge 30.

- per quanto riguarda le elezioni regionali l’impegno che si assume, a prescindere dalla collocazione che la Federazione della Sinistra sceglierà – se fare o meno l’accordo con il centro sinistra –, è quello di presentarci assieme ovunque, dunque in tutte e 13 le regioni dove si vota.

Per quanto riguarda l’organizzazione le proposte che avanziamo sono le seguenti:

- a livello nazionale si costituiscono quattro gruppi di lavoro della Federazione: organizzazione, comunicazione, enti locali, campagne di massa.

- entro gennaio sarà a disposizione sui territori la tessera della Federazione della Sinistra. Sulle tessere dei partiti promotori della Federazione che, come è noto, danno diritto di far parte automaticamente alla Federazione stessa, oltre al simbolo della rispettiva forza politica ci sarà il simbolo della Federazione.

- entro gennaio si dà l’indicazione affinché in tutti i capoluoghi di Provincia, a partire da quelli di Regione, si costituiscano, come fatto a livello nazionale, il Consiglio, il Coordinamento e il/la portavoce.

- entro la prima metà di gennaio sarà attivo il sito della Federazione della Sinistra.

Si parte, dunque. I segnali che abbiamo dai territori sono incoraggianti, lo abbiamo visto con la straordinaria partecipazione del 5 dicembre, lo vediamo in tutte le iniziative locali dove la Federazione si presenta. Ce la faremo anche stavolta perché il nostro Partito è sempre riuscito, anche nei momenti più difficili a rialzare la testa e a ripartire!
Buon lavoro a tutti noi!

mercoledì 16 dicembre 2009

CORRIDOIO TIRRENICO. PRC: “SCONCERTANTI PAROLE DI PARRONCINI”

“La Provincia di Viterbo ha dimostrato di essere dalla parte dei cittadini e di uno sviluppo sostenibile del territorio, Parroncini no”. Così il portavoce del gruppo federato Prc, Pdci e Socialismo 2000 alla Pisana, Ivano Peduzzi, e il consigliere del Prc alla Provincia, Riccardo Fortuna, commentano le parole dell’assessore regionale, all’indomani del voto unanime del Consiglio provinciale di Viterbo sul documento contrario al corridoio tirrenico settentrionale.
“Troviamo sconcertanti le dichiarazioni dell’assessore. Da un viterbese ci saremmo aspettati maggiore attenzione verso il proprio territorio. Parroncini - dicono Peduzzi e Fortuna - giustifica l’autostrada tirrenica in nome di uno sviluppo che non esiste. Gli avvenimenti economici mondiali dimostrano, infatti, che il modello di sviluppo socio-economico che divora il territorio e inquina non ha futuro. Non può essere considerato progresso la trasformazione distruttiva del territorio perché se crescono i costi ambientali, l’economia è sempre in perdita”. Poi aggiungono: “l’autostrada tirrenica stravolgerà agricoltura e attività turistiche, passerà dentro due centri abitati e comporterà un aumento del carico inquinante attuale pari al 90 per cento: entro il 2030, infatti, è previsto un incremento dei veicoli in transito da 17 mila a 42 mila e della velocità massima di percorrenza da 90 a 130 km/h. Quella che avrebbe dovuto essere un’opera di collegamento – concludono – diventerà un’opera di separazione dei territori con danni ambientali irrimediabili”.

domenica 13 dicembre 2009

RIREI. PEDUZZI: “AFFIDARE SERVIZIO ALLA ASL"


“L’occupazione da parte dei lavoratori del centro ex Anni Verdi di Santa Severa è l’ennesima dimostrazione del fallimento della gestione del consorzio Rirei. Arrivati a questo punto, non ci sono più scuse: la Regione deve impegnarsi per affidare il servizio alla Asl Rm F, internalizzando operatori e strutture”. Lo dichiara in una nota il portavoce del gruppo federato Prc, Pdci, Socialismo 2000 in Consiglio regionale, Ivano Peduzzi. “I lavoratori sono esasperati – aggiunge-. Non solo gli stipendi non vengono pagati, ma la maggior parte di loro sono a rischio licenziamento. Nei centri Rirei dislocati su tutto il territorio regionale sono 214 i posti che da gennaio verranno tagliati; solo nel centro di Santa Severa su 110 dipendenti, la metà andrà a casa. Una situazione insostenibile per i lavoratori, come per gli utenti disabili e i loro familiari”. “ E’ chiaro - prosegue - che se la Regione intende continuare ad ignorare il caso Rirei, in particolare la vicenda della struttura di Santa Severa, dovrà farsi carico delle conseguenze, perché con 7/8 operatori per turno sarà impossibile dare assistenza a circa 60 utenti disabili”.

Poi Peduzzi conclude: “Ci meravigliano le dichiarazioni di solidarietà dell’onorevole Tidei che è stato sindaco di Santa Marinella dal 2005 al 2008. Non ci risulta, infatti, che in quel periodo abbia fatto molto per i dipendenti Rirei che oggi pagano sulla loro pelle il disinteresse delle istituzioni per la sorte dei centri ex Anni Verdi. Peraltro, Tidei è del Pd, il partito che alla guida della Regione trascina da anni questa vicenda senza ammettere che affidare al consorzio Rirei la gestione dei servizi di riabilitazione è stato un totale fallimento”.

Il Ponte ... Stretto


E il Ponte rimase stretto...

Mentre il Governo nazionale si accinge a sperperare miliardi di ? per il Ponte sullo Stretto, a Santa Marinella l'Amministrazione comunale non riesce neanche a completare il Ponte di via Lazio.
Dopo una chiusura per lavori, protrattasi ben oltre il tempo stabilito e una prima annunciata, poi (il giorno prima) rimandata, "risolutiva" inaugurazione, l'agognato ponte torna più stretto e più pericoloso di prima.
Un avvallamento gigantesco e seminascosto ha causato nel primo giorno di apertura più di un problema (anche serio) agli sventurati automobilisti transitati per via Lazio, con la conseguente nuova parzializzazione della sede stradale.
Ci domandiamo come il Direttore dei Lavori abbia potuto consentirne l'apertura, e come nessuno dei nostri inaugurandi amministratori abbia controllato lo stato di avanzamento dei lavori prima e la loro completa
conclusione poi. Sarà per la paura di farsi vedere a Valdambrini??
Ci domandiamo inoltre come mai tutta questa fretta nell'inaugurare un'opera priva di collaudi. Non sarà che questa amministrazione avverte il "pressing" che opinione pubblica e opposizione stanno esercitado sul problema della viabilità nel quartiere?
Per il centrodestra santamarinellese: dal Ponte sullo Stretto al Ponte
Stretto Stretto.

Circolo Prc Santa Marinella




mercoledì 9 dicembre 2009

Resistere, resistere, resistere

Tempi duri per i lavoratori.
Alla crisi dei posti di lavoro, ormai cronica e senza spiragli, si aggiungono incredibili decisioni del Governo, che lungi dall'introdurre norme che garantiscano la sussistenza di migliaia di persone, quali il salario sociale e l'estensione della Cassa Integrazione a tutte le aziende in crisi, continua a colpire le risorse dei lavoratori.
Infatti nella finanziaria uscita dalla Commissione Bilancio è uscito il classico coniglio dal cilindro. Come?
Sotto forma di scippo del Fondo Tfr, il trattamento fine rapporto dei lavoratori in bilancio all'INPS - pari a 3,1 miliardi -che andrà a coprire un terzo della manovra 2010, fino a quando (si spera) rientreranno i soldi del rinvio IRPEF di novembre 2009 (ossia luglio 2010) e i soldi dello scudo fiscale.
Chi lo ha deciso? Semplice il Governo, senza chiedere ai lavoratori PROPRIETARI di quei soldi.
Il Tfr non va toccato, sono altri i posti dove andare a pescare: evasione fiscale, tassazione delle rendite, reintroduzione della tassa patrimoniale e altri i modi per investire le (poche) risorse; altro che Ponte sullo Stretto o centrali nucleari, bisogna sviluppare energie alternative e rafforzare le infrastrutture di base.
Ma questo Governo con le "Grandi Opere" paga il balzello ai poteri forti e alle grandi lobby che oramai governano l'Italia, rovesciando fiumi di denaro nelle mani della mafia, vantandosi di combatterla mentre toglie in realtà le risorse a chi quella battaglia la fa sul campo, ossia MAGISTRATI e FORZE DELL'ORDINE, costretti a pagare di tasca propria benzina e quant'altro.
Resistere resistere resistere

mercoledì 2 dicembre 2009

Contro la crisi, noi la risposta

Contro la crisi Rifondazione c'è.
Giovedì 3 dicembre al Parco Kennedy saremo in piazza a distribuire pane a prezzi calmierati, per dimostrare che si può fare qualcosa di concreto contro la crisi.

Appuntamento alle 9.30

Il 5 Dicembre insieme per un futuro migliore

lunedì 30 novembre 2009

Uniti e autonomi dal PD per una vera alternativa


di Dino Greco e Cosimo Rossi

su Liberazione del 30/11/2009

Intervista al Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero

Due coordinate luminescenti: "Invertire la coazione a ripetere le divisioni, rottamando il circuito che per 15 anni ha macinato la sinistra fino a provocarne la completa inattendibilità, e riposizionare esplicitamente il proprio baricentro nel conflitto sociale, che è un punto di riferimento decisivo". Per Paolo Ferrero è attraverso questi due assi che dal prossimo sabato mattina deve incamminarsi la Federazione della sinistra, in quanto "principale bacino di coltura" attraverso cui dare consistenza a quella "massa critica" intesa a "mettere insieme tutti quanti sono disponibili a realizzare una sinistra autonoma, indipendente e strategicamente alternativa rispetto al Pd".
E in quest'ottica il segretario del Prc considera "estremamente positiva" la partecipazione nel pomeriggio al No B day in cui si producono "spazi virtuali e forme di aggregazione che costruiscono coscienza". Ovvero "lo spazio pubblico" di opposizione alla destra che è anche spazio abitato da frammenti di progetto di alternativa.


Il "No B day" del prossimo sabato pomeriggio, può intendersi come una sorta di corollario, e insieme di verifica di piazza, dell'avvio del processo di Federazione della Sinistra e della sua sfida alla sinistra moderata del Pd?

Silvio Berlusconi è tendenzialmente un fascista, in quanto ha una concezione fascista del potere. Contro questo atteggiamento occorre realizzare una grande mobilitazione democratica. Per questo il 5 dicembre siamo in piazza con il No B day. E in questo senso sbaglia il Pd a non cogliere l'opportunità e la necessità di questa battaglia diretta nei confronti di Berlusconi in persona, per ciò che egli incarna simbolicamente. Così come, allo stesso tempo, bisogna far crescere i conflitti sociali sui punti di fondo, dalle questioni del lavoro in avanti, in quanto la forza del premier è quella di riuscire puntualmente a cambiare il terreno di discussione e far discutere di sé anziché dei problemi del paese. Invece dovrebbe rispondere riguardo ai problemi del paese rispetto ai quali non è in grado di produrre nessuna soluzione.


D'altra parte Berlusconi preferisce delineare scenari da "guerra civile", che sarebbe frutto del complotto della magistratura insieme a parte dei suoi stessi alleati. In quest'ottica pensi che la minaccia di elezioni anticipate sia concreta o solo virtuale?

Francamente penso che si tratti più che altro di una minaccia. Non mi sembra che Berlusconi abbia veramente la forza per realizzare una tale spallata: non è d'accordola Lega che vuole finire l'iter dei decreti sul federalismo fiscale, non è schierata in quest'ottica la grande stampa e nemmeno Confindustria. Senza contare che sciogliere le camere è comunque una prerogativa del capo dello stato. Penso però che Berlusconi possa andare alle elezioni nel caso in cui si trovi davvero con le spalle al muro: per rivincerle e avere una maggioranza tale da mettere mano a ogni cosa, Costituzione compresa. Di conseguenza No B day e ripresa delle lotte sociali sono tutti interventi per arginare il tentativo berlusconiano di far saltare il banco e arrivare alle elezioni, così da poter poi cambiare la Costituzione col pugno di ferro, liquidare gli avversari e normalizzare gli alleati…


E nell'eventualità in cui il cavaliere provocasse le elezioni, le forze di opposizione, nelle loro differenti articolazioni, in che modo dovrebbero comportarsi per contrastare il disegno berlusconiano?

Sulla base del rischio di una torsione autoritaria connaturata al tentativo berlusconiano, noi sosteniamo anche l'esigenza di un accordo democratico tra tutte le forze di opposizione fondato sulla difesa della Costituzione: un accordo che permetta di battere Berlusconi e di modificare la legge elettorale, nel senso di un superamento del bipolarismo con una legge elettorale alla tedesca di matrice proporzionale.


Il No B day è nato soprattutto attraverso il tam tam sul web a cui hanno aderito la Federazione della Sinistra e l'Idv. Ad oggi si profila giorno dopo giorno come una grande manifestazione. Rifondazione come pensa di capitalizzare la relazione con questo universo di forze in gran parte nuove e giovanili?

Secondo me intanto va segnato punto estremamente positivo: cioè il fatto che come Federazione di sinistra abbiamo avuto la prontezza e l'intelligenza di riconoscere questo protagonismo del popolo della rete e di aderire immediatamente alla manifestazione senz'altra pretesa. Le altre forze che hanno aderito, e non senza polemiche, lo han fatto tutte 10, 15 giorni dopo. Sono dunque molto felice di questa prontezza del partito nel mettersi subito in relazione con un fenomeno nato al di fuori di esso. Questa volta siamo arrivati in tempo e in forze all'appuntamento.


Di qui, come proseguire?

Penso che intanto ci sia il tema relativo a come si sta dentro la rete, producendo spazi virtuali e forme di aggregazione che costruiscano coscienza. Oggi, inoltre, nessuno è più in grado di fare da catalizzatore dell'opposizione in quanto tale: il che significa che dobbiamo concepire e realizzare sempre di più l'opposizione come una rete di relazioni tra soggetti politici e sociali, associazioni, aggregazioni spontanee. E' questa una evoluzione che dobbiamo avere della nozione di internità ai movimenti che abbiamo attuato a Genova.


Luigi De Magistris, intervistato da Liberazione, definisce il Prc come fondamentale per la costruzione di un'alternativa al berlusconismo. Pensi che da parte dell'Idv ci sia un effettivo accostamento ai temi sociali?

Nella semplificazione dello scontro del basso contro l'alto, che caratterizza la situazione italiana, l'Idv tende a coprire qualsiasi cosa si muova dal basso. In questo senso abbiamo oggettive convergenze o se volete una concorrenza sullo stesso terreno. Detto questo la cultura, le pratiche politiche e gli obiettivi dell'Idv sono molto differenti dai nostri: si presenta come forma di populismo di sinistra, a differenza di quello di destra proprio di Berlusconi. La possibile convergenza sulla pratica non toglie quindi una prospettiva strategica completamente diversa.


Pensi che quello dell'Idv verso le tematiche sociali sia uno spostamento strutturale?

Questo lo vedremo. Perché quando Di Pietro è stato al governo con Prodi ha rappresentato la destra: dalle questioni ambientali, a quelle del lavoro, ai diritti civili e il boicottaggio della commissione di inchiesta sul G8 di Genova. In Europa, poi, stanno nel gruppo liberal-democratico, che è a destra della Cdu. Al momento non è una collocazione stabile. Ma di sicuro oggi stanno facendo l'opposizione con caratteristiche diverse. Quindi noi ci troviamo con elementi di convergenza e, laddove si può, sono per fare le cose insieme, perché penso che questa opposizione vada rafforzata.


Questo mentre il Pd al momento si distingue per un immobilismo quasi supino…

Sì, ad oggi indubbiamente è così. Il profilo politico del Pd sui nodi di fondo continua ad essere completamente irrisolto e non ha una iniziativa tale da mettere in difficoltà l'azione del governo di destra.


Il governo risulta assolutamente incapace di contrastare gli effetti della crisi, reagendo anzi in modo repressivo. D'altra parte, il problema dell'unificazione delle lotte continua a non trovare risposta adeguata. Avendo più volte sostenuto che una svolta politica è davvero possibile solo marciando sul solco e al fianco dei movimenti sociali, cosa pensi di questo deficit di unità della lotte?

A me pare che ci sia un deficit su due piani. Uno è quello sindacale. La Cgil pur avendo fato alcune cose buone non ha una pratica neanche lontanamente prossima alla necessità. Per cui hai la gente colpita che è furibonda, mentre quelli che non sono immediatamente colpiti formano solo opinione pubblica. Una situazione così chiede la costruzione di un movimento politico di massa. Chiede cioè l'attivazione di un tessuto militante quotidiano, città per città, territorio per territorio, che determini una condizione diversa nell'agenda sociale delle persone, nella loro quotidianità e nella loro vita.


Tuttavia non ti pare evidente l'affanno della Cgil riguardo alla definizione e l'attuazione di una piattaforma unitaria?

La piattaforma ci sarebbe. Ma, per questioni di malriposto rispetto verso il potere e di relazioni politiche, non si produce una connessione tra quella piattaforma e l'azione concreta.


Perché? Per una sorta di deferenza verso il centrosinistra politico?

No, più precisamente per relazioni con Confindustria e per relazioni col Pd perché a Corso d'Italia pensano che il governo sia il nemico e che quindi gli alleati siano la Confindustria e il Pd quindi Epifani parla come un commentatore politico, in tv o sui giornali, ma non c'è una consequenzialità nell'azione politica. A questo si aggiunge il problema politico: mi sembra cioè che tra Pd e Pdl siamo al bon ton : anziché porsi di fronte al fatto che c'è un governo di destra che realizza una politica classista, siamo appunto al duello in punta di fioretto. Quindi non c'è l'opposizione politica. E quella di Di Pietro è un'opposizione urlata, non ha un impianto di ragionamento alternativo. Ciò rende tutto complicato, in quanto fa sì che le lotte tendano a rimanere separate, venendo a mancare un orizzonte sia di lotta che di prospettiva. Ed è qui che entriamo in ballo noi.


E in che modo?

Innestando sul disagio generato dalla crisi e sul lavoro sociale anche una massa critica sul piano politico: una massa critica che renda credibile un progetto di alternativa e di rovesciamento del liberismo, ma anche le parole d'ordine di lotta che permettano di unificare le forze e incidere nell'organizzazione del conflitto. La Federazione della sinistra è il bacino di coltura questa massa critica.


Cioè?

La federazione è l'idea di mettere insieme tutti quanti sono disponibili a realizzare una sinistra autonoma, indipendente e strategicamente alternativa rispetto al Pd, cioè alla sinistra moderata e social liberista: nella consapevolezza che non solo il liberismo è fallimentare e dispotico ma anche che la socialdemocrazia è defunta. Si tratta perciò del tentativo rottamare una volta per tutte l'automatismo che per 15 anni ha macinato ininterrottamente la sinistra fino a provocarne l'assoluta inattendibilità. In altre parole, la Federazione secondo me si sviluppa lungo due assi, che esplicitano due precise intenzioni: e cioè farla finita una volta per tutte con la coazione a ripetere divisioni successive fino a quella dell'atomo e riposizionare chiaramente il proprio baricentro nel conflitto di classe, che è un punto decisivo ed è ora di smettere di sminuirlo. Vogliamo provare a realizzare la Federazione attraverso queste due coordinate.


In questo senso è plausibile anche riannodare il rapporto con la sinistra diffusa, dei comitati, nonché con l'astensionismo cresciuto nell'ultimo decennio anche come atteggiamento punitivo verso le sinistre?

Ovviamente si. Il progetto della Federazione nasce da quattro forze che lo hanno promosso ma non è per nulla chiuso a queste quattro forze. I promotori vogliono essere coloro che rendono possibile un processo, che lo promuovono, con l'obiettivo di allargare con la logica del figliol prodigo.


Con quali regole?

Un meccanismo molto banale: nessuna forza può avere più del 50 per cento e ogni decisione deve essere assunta a maggioranza di due terzi. Appunto perché l'idea è quella di lavorare ad allargare. Sabato parte il percorso costituente attraverso cui ci si potrà tesserare alla federazione, oppure ai partiti, o potranno aderire gruppi o associazioni in quanto tali: per arrivare allo svolgimento di un congresso costitutivo nel 2010 in cui varrà il principio "una testa un voto".


Dunque il Prc, come gli altri soggetti, continueranno tutti a vivere delle proprie libere elaborazioni e legittime aspirazioni al di là di quanto realizzeranno nel territorio comune della federazione.

Ovviamente, come abbiamo detto a Chianciano Rifondazione vive per l'oggi e per il domani. La questione a me pare abbastanza semplice. E' evidente, per esempio, che la federazione dovrà assolvere al ruolo istituzionale, che ci si propone di andare insieme alle elezioni. Questo esalta il ruolo del nostro partito che avrà molto più da fare sul piano delle relazioni sociali e della costruzione di cultura politica adeguata alla prospettiva della rifondazione comunista. La Federazione è la costruzione di uno spazio pubblico di dibattito e azione politica: tu non è che ti dilegui nello spazio pubblico, lo abiti.

martedì 17 novembre 2009

Eutelia, come licenziare 9.000 persone senza che nessuno se ne accorga

di Lavoratori/lavoratrici ex Eutelia

su altre testate del 16/11/2009

Un disperato appello dei lavoratori e delle lavoratrici

E' iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN:
AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega.
Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.
Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti.
Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l'ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.
Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi.
Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane ( Roma - Siena_Montepaschi -- Milano -- Torino -- Ivrea -- Bari -- Napoli - Arezzo - ) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.
NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.

==> Dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti

Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTO DOCUMENTO ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio *

* Altrimenti questa azienda morirà *

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. -- ex Eutelia

* GRAZIE *

21 NOVEMBRE - SPESA COLLETTIVA CONTRO LA CRISI


Sabato 21 Novembre 2009 - dalle 10.00 per tutta la giornata - Distribuzione/Presentazione dei prodotti dei Gruppi di Acquisto Popolari - Creazione della Rap - No Berlusconi Day - Alle 18.00 gran Buffet con assaggio prodotti distribuiti - Prima fare:::Poi parlare

Il Circolo di Santa Marinella aderisce con forza ad un'iniziativa essenziale. Ancora una volta contro la crisi i Comunisti ci sono!!

L'otto per mille destinato allo Stato finisce a parrocchie e monasteri

ROMA - Pontificia Università Gregoriana in Roma, 459 mila euro. Fondo librario della Compagnia di Gesù, 500 mila euro. Diocesi di Cassano allo Ionio, 1 milione 146 mila euro. Confraternita di Santa Maria della Purità, Gallipoli, 369 mila euro. L'elenco è lungo 17 pagine e porta in calce la firma del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Non si tratta di uno dei tanti decreti, ma quello che ripartisce per il 2009 i 43 milioni 969 mila 406 euro che gli italiani hanno destinato allo Stato in quota 8 per mille dell'Irpef. Basta sfogliarlo per scoprire che confraternite, monasteri, congregazioni e parrocchie assorbono la quota prevalente di quanto i contribuenti avevano devoluto a finalità umanitarie o per scopi di assistenza e sussidi al volontariato.

E invece? Succede che i 10 milioni 586 mila euro assegnati al capitolo "Beni culturali" sono finalizzati in realtà a restauri e interventi in favore di 26 immobili ecclesiastici. Opere che avrebbero tutte le carte in regola per usufruire della quota dell'8 per mille destinata alla Chiesa cattolica, col suo apposito fondo "edilizia di culto". Come se non bastasse, la medesima destinazione (chiese e parrocchie) hanno anche gli altri 19 milioni destinati alle aree terremotate del centro Italia (14 per l'Abruzzo).

"L'atto del governo n. 121" è stato predisposto ai primi di settembre da un presidente Berlusconi reduce dall'incidente diplomatico del 28 agosto con la Segreteria di Stato Vaticano. Sullo sfondo, la (mancata) Perdonanza dopo il caso Giornale-Boffo. Il documento, poi trasmesso alla Camera il 23 settembre, conferma intanto che i soldi vanno allo Stato ma entrano di diritto nella piena discrezionalità del capo del governo, per quanto attiene al loro utilizzo. È un atto "sottoposto a parere parlamentare" delle sole commissioni Bilancio. Quella della Camera lo ha già espresso, "positivo", il 27 ottobre, quella del Senato lo farà nei prossimi giorni. Eppure, anche la maggioranza di centrodestra della commissione Bilancio di Montecitorio ha lamentato le finalità distorte e ha condizionato il parere finale a una serie di modifiche, contestando carenze e incongruenze del decreto.

Tra le più sorprendenti, quella che riguarda la "Fame nel mondo", "alla quale nel decreto vengono attribuite risorse finanziarie alquanto modeste, a fronte di richieste di finanziamento di importo limitato che avrebbero potuto essere integralmente accolte". Insomma: governo ingeneroso verso i bisognosi. In effetti, ultima pagina, al capitolo "Fame nel mondo", sono solo dieci le onlus e associazioni finanziate per 814 mila euro, pari al 2 per cento del totale.
Tutto il resto? A chi sono andate le quote parte dell'Irpef che gli italiani hanno devoluto allo Stato? La parte del leone quest'anno la fanno gli "interventi per il sisma in Abruzzo". Sono 32 e assorbono 14 milioni 692 mila euro. Ma il condizionale è d'obbligo. A parte la preponderanza anche qui di parrocchie e monasteri (la quasi totalità) tra l'Aquila, Pescara e Teramo, tuttavia altro non quadra. E a rivelarlo è proprio la commissione parlamentare presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti: "Le richieste di finanziamento relative all'Abruzzo risultano presentate in data antecedente al sisma dell'aprile 2009 ed appare quindi opportuna una puntuale verifica e un coordinamento con gli interventi previsti dopo il sisma".

L'ammonimento è chiaro: quei beni finanziati in Abruzzo non sarebbero stati danneggiati dal terremoto del 6 aprile, non quanto altri almeno. Perché dunque si dirotta lì un quinto dell'intera quota dell'8x1000? Il sisma del dicembre 2008 in Emilia garantisce a 9 tra parrocchie e monasteri del Parmense altri 4 milioni, mentre 11 milioni sono parcellizzati per i danni delle restanti calamità in tutta Italia.

Ma ecco il punto. Oltre 10 milioni finiscono ad appannaggio dei Beni culturali. Ventisei tra consolidamenti e restauri, quasi tutti per diocesi, chiese, parrocchie, monasteri. Solo per restare alle cifre più consistenti, ecco il milione 314 mila euro per la cattedrale dell'Assunta di Gravina di Puglia, il milione 167 mila euro per il restauro degli affreschi della chiesa dei Santi Severino e Sossio di Napoli, oppure i 987 mila euro per il restauro di Santa Maria ad Nives di Casaluce (Caserta), i 579 mila euro per San Lorenzo Martire in Molini di Triora o i 413 mila euro per la "valorizzazione della chiesa San Giovanni in Avezzano". E poi, la Pontificia Università Gregoriana e la Compagnia di Gesù. Anche su questo capitolo le bacchettate del Parlamento: la priorità dovevano essere "progetti presentati da enti territoriali", non ecclesiastici. Ci sarebbe anche il capitolo "Assistenza ai rifugiati", al quale però, per il 2009, il decreto firmato dal premier Berlusconi destina 2,6 milioni, poco più del 5 per cento del totale. E quasi tutto (2,3 milioni) va al solo Consiglio italiano per i rifugiati. Concentrazione "non opportuna", censura infine la commissione Bilancio: "Altri progetti non finanziati risultavano meritevoli di attenzione".

da: Repubblica.it

mercoledì 11 novembre 2009

Cena di sottoscrizione

Venerdì 13 novembre si svolgerà presso il nostro Circolo una cena di sottoscrizione con a seguire proiezione di un film.
Il ricavato sarà utilizzato per l'attività del Circolo.
La sottoscrizione "volontaria" sarà di 10 euri.
Per info e adesioni scriveteci tramite i commenti o su facebook

martedì 10 novembre 2009

Rifondazione, la sfida dell'esistenza. A partire dai conflitti sociali

di Ettore Colombo

Rifondazione comunista c'è per l'oggi e ci sarà per il domani. Potrebbe sembrare un'affermazione scontata, ma così non è. Le pesantissime difficoltà economiche causate da una gestione dissennata, nel passato, del partito come, soprattutto, del giornale, unita alle ultime (e negative) tornate elettorali (Politiche ed Europee), non permettevano fino a ieri nè, a dir la verità, permettono pure oggi di ritenere l'obiettivo acquisito. Non a caso, il responsabile Organizzazione del Prc, Claudio Grassi, nella sua relazione introduttiva al seminario sulla forma partito che si è aperto ieri a Caserta, nella bella e confortevole cornice dell'hotel Vanvitelli, parla apertamente di una fase, quella che il Prc sta vivendo, che, parafrasando il titolo di una vecchia conferenza d'organizzazione (Chianciano 1997, Dalla Resistenza al Progetto ), si può dire "Dalla battaglia contro lo scioglimento alla sfida dell'esistenza" . Si tratta, dunque, di riflettere su quello che sono, oggi, nelle condizioni date (assenza dal Parlamento italiano come dall'Europarlamento, forza negli Enti locali ancora buona ma a rischio), presenza, forza, le radici e (si spera) le ali del progetto Prc. Un seminario non è una Conferenza d'organizzazione (ma l'anno prossimo si farà) e tantomeno un congresso, ma il livello dell'impegno e dello sforzo che il partito ci mette dentro, a Caserta, è quasi lo stesso. Grassi, naturalmente, batte e ribatte su un punto nevralgico, quello del tesseramento: «chiedere soldi in cambio di un'idea», come dirà poi Sergio Boccadutri, che del Prc è il tesoriere, non è impresa da ogni giorno, ormai. Il tesseramento resterà aperto tino alla fine dell'anno,ma le difficoltà ci sono, è inutile negarle. Il dato del 2007, l'ultimo disponibile, dice 87.826, «dato pi o meno costante, dal 1999 al 2007, con il picco più alto nel 98 spiega Grassi ma nel 2008 il calo è forte, gli iscritti scendono a 71 mila. Ormai siamo solo a 37.729 iscritti, il 53% del 2008. Altri 10/12 mila iscritti sono un obiettivo alla nostra portata, ma serve uno sforzo eccezionale . Una lettera a firma Paolo Ferrero raggiungerà tutti gli iscritti, vecchi e nuovi, un'intera settimana (quella dal 7 aI 13 dicembre) sarà dedicata al tesseramento, alla presenza di tutti i dirigenti e banchetti in tutte le città. Grassi lancia anche un'idea che farà discutere, trasformare i circoli per un anno, e in via sperimentale in Case dei Diritti solidali, aperti ai Gap, alle Brigate di solidarietà attiva, con sportelli sociali, fiscali, per la casa. Certo, la tessera costa (40 euro quella normale, 20 per le fasce deboli), ma bisogna farla pagare anche di più : 50 euro per chi può , magari tramite Rid bancario e dunque rateizzandola, 500 euro (sic) per i dirigenti. Insomma, lo sforzo non solo ci deve essere, ma richiede grandi sacrifici. La politica, del resto, se fatta per passione , e anche per professione, come spiega in un intervento ricco di spunti il tesoriere Sergio Boccadutri, «è necessaria», se si vogliono difendere e sollevare sul serio i proletari , vecchi e nuovi. Dopo aver richiamato al dovere dell'autofinanziamento, Boccadutri insiste su riduzione dei costi (personale e direzione sono già stati sforbiciati del 50%), tesseramento e (necessari) costi della politica, per i quali chiede «trasparenza ma serietà, il che vuoi dire che il finanziamento pubblico non è solo utile, è giusto». Non poteva mancare, al seminario, il capitolo giornale, e cioè Liberazione. Mauro Belisario traccia il quadro dei conti, ormai noto, e delle vendite, ancora scarse, tra edicola (non male), diffusione (buona) e abbonamenti (troppo pochi); il direttore Dino Greco parla del rapporto partito-giornale. Gioie e dolori , vien da dire, con facile perifrasi, come pure lo sono quelli tra donne e partito (sul partito monosessuato» relaziona con la dovuta severità critica Imma Barbarossa), o quello tra migranti e partito ("Siamo impegnati al fianco dei migranti, ma siamo ancora un partito bianco", sferza Stefano Galieni). Siamo ancora e solo al cahier des doleances? Non proprio, anche se «un patrimonio fatto di coerenza, innanzitutto», qualità storica , dentro Rifondazione, è stato dilapidato, ammonisce Grassi, tra governo Prodi e Sinistra Arcobaleno. Però , vi sono anche i segnali positivi: la gestione unitaria interna, sancita all'ultimo Cpn, e che ben funziona, l'avvio dei lavori della Federazione della Sinistra, che marcia abbastanza spedita, un partito presente in tutte le maggiori lotte della conflittualità sociale, come spiegano nelle loro rispettive relazioni Alessandro Giardiello (responsabile dell'Insediamento nei luoghi di lavoro) e Roberta Fantozzi, che organizza la Conferenza nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici. «Nel 2007, andati davanti alle fabbriche di Mirafiori chiosa Grassi ci chiedevano "cosa fate qui?" , oggi siamo presenti in tutte le lotte sociali». Morale, Rifondazione c'è, pur ammaccata, per l'oggi come per il domani. Tanto che pu permettersi il lusso di dar vita al bel Progetto Archivio (Linda Santilli): perché recuperare la Memoria serve a costruire il Futuro.

martedì 3 novembre 2009

BACHECA E L'IMMOBILISMO DEI VETI INCROCIATI

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a qualcosa di già visto in passato (anche nella scorsa amministrazione): la moltiplicazione dei gruppi consiliari. La divisione in tre gruppi dell'attuale maggioranza è sintomatico dei diversi interessi privati (e rispettive clientele) che ognuno dei gruppi rappresenta. La compagine di Bacheca si è ritirata in quel di Tuscania per risolvere le sue beghe interne ed è tornata dal ritiro annunciando che ogni problema interno è stato risolto... nel senso che la divisione interna ha trovato la sua ufficializzazione. Il risultato, oggi come ieri,è che così si rischia l’immobilismo! Una maggioranza prigioniera degli stessi interessi privati che l’hanno formata e che condanna all'immobilismo anche la cittadinanza .

Circolo del PRC di S. Marinella "Benedetti Michelangeli"

venerdì 30 ottobre 2009

Marrazzo doveva dimettersi prima

Lo scandalo fatto di trans, cocaina e carabinieri corrotti che ha travolto Marrazzo riguarda la sua persona e a noi non deve interessare” spiega Ivano Peduzzi, capogruppo Prc alla Regione. Per il gruppo regionale di Rifondazione Comunista "Marrazzo avrebbe dovuto autosospendersi ben prima e per quanto fatto, e non fatto, in questi anni di governo". Partendo dalla questione dei rifiuti fino ad arrivare alla sanità, passando per l'emergenza abitativa e le politiche infrastrutturali, sono diversi i punti del programma elettorale 2005 dell'allora Unione non solo disattesi, "ma alcune volte letteralmente invertiti" spiega Peduzzi.

Rifiuti ed energia - Non basta che una Regione dica "no al nucleare" per potersi definire dalla parte dell'ambiente, soprattutto quando, da Malagrotta ad Albano, da Aprilia a Civitavecchia, l'unico motore a far girare gli ingranaggi della Regione Lazio è quelli degli interessi privati dell'imprenditore "alla vaccinara" Manlio Cerroni, del "libero editore" Carlo De Benedetti e della "onnipotente" Enel. Grazie alle puntate di Report sull'Oro di Roma, tutti sanno il ruolo dominante nel settore dell'incenerimento dei rifiuti e lo stretto rapporto con alcuni esponenti della Giunta Marrazzo della Co.ge.ma. di Manlio Cerroni. Ora, dopo Malagrotta, grazie alla Regione che ha rilasciato, in data 13 agosto, l'Autorizzazione Integrata Ambientale nonostante studi epidemiologici abbiano detto "no" alla combustione di rifiuti nella zona dei Castelli Romani, potrebbe a breve iniziare la cantierizzazione del gassificatore di Albano. Pochi, soprattutto i lettori di Repubblica e de L'Espresso , sono invece a conoscenza del peso nel settore energetico di Carlo De Benedetti. La "sostenibile" Sorgenia, società energetica del Gruppo Cir, è infatti riuscita, con le sue pressioni, a far cambiare idea a Marrazzo sulla centrale a turbogas che dovrebbe sorgere ad Aprilia (Latina), in località Campo di Carne. "Datemi un solo motivo perché questa centrale è pericolosa per la salute dei cittadini e io mi batterò con voi" disse l'allora candidato presidente Marrazzo intervenendo, in campagna elettorale, ad Aprilia. Ebbene, nonostante vi siano molte incognite sulla "sostenibilità" dell'impianto, soprattutto dovute alla regolarità della Valutazione di Impatto Ambientale, ormai scaduta, i cantieri della centrale sono ripresi nel totale disinteresse dell'organo preposto alla tutela dell'ambiente (e della salute dei cittadini): la Regione, appunto. Per non parlare della situazione della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, oggi in funzione nonostante non sia stata ancora rinnovata l'AIA, scaduta nel dicembre 2008, dove Marrazzo, dopo mesi di sostegno ai cittadini mobilitati contro il carbone, ha avuto un ruolo determinante nel facilitare i progetti della multinazionale Enel. Dopo aver scritto, a pagina 72 del suo programma elettorale, di voler "impedire la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord", a partire dal dicembre del 2007 ha iniziato una serie di incontri separati tra Enel e i Sindaci "resistenti" dei comuni attorno alla centrale per far si che una valanga di milioni di euro togliesse ogni perplessità sulla potenza inquinante dell'impianto.

Sanità - Dopo aver chiuso gli ospedali Forlanini e San Giacomo, a Roma, il commissario alla Sanità, Piero Marrazzo, ha fatto marcia indietro sulla struttura di via del Corso: per mesi il comitato "Salviamo il San Giacomo" si è infatti battuto per evitare la morte dell'unico ospedale del centro di Roma, ma i troppi interessi che si erano mossi intorno a una struttura di valore inestimabile a pochi passi da Piazza del Popolo, hanno portato la Regione Lazio a chiudere il nosocomio. Ma il gioco è saltato per "colpa" dei cittadini che hanno resistito, fino alle cariche, all'interno dell'ospedale chiuso precisamente un anno fa. Niente albergo di lusso, quindi. Ora o quell'edificio tornerà ad essere ospedale o, per legge, dovrebbe rientrare in possesso della proprietà, la famiglia Salviati. E allora ecco che il 15 ottobre, in piena discussione sul piano sanitario regionale, Marrazzo dichiarò che "il nuovo San Giacomo riaprirà trasformato in "un centro per assistere malati terminali, con residenze per anziani e con un centro di igiene mentale". La chiusura si è quindi trasformata, in un solo anno, in "riconversione". Tutto questo in uno scenario, quello del piano sanitario approvato la scorsa settimana, che ignora il fallimento delle politiche aziendalistiche e l'incompiutezza del processo riformatore iniziato negli anni settanta. "In particolare - spiega Peduzzi - il piano risulta deficitario sulla prevenzione primaria e sull'organizzazione sul territorio dei servizi socio-sanitari, che sono elementi qualificanti per ridurre la spesa". In sostanza "la nuova proposta di programmazione sanitaria continua a inseguire un modello che si è dimostrato inefficiente e dispendioso e che persino gli Stati Uniti stanno provando a superare". Il tutto, ovviamente, calato dall'alto essendo mancati reali processi di condivisione con utenti e operatori "che sono fondamentali per valutare i bisogni e trasformare i programmi in atti concreti".

Emergenza abitativa - Un piano edilizio e non un piano casa. Così l'assessore alla Casa, Mario Di Carlo, ha definito il Piano Casa del Lazio. Solo la pressione (e le manganellate subite fuori dalla Regione) della Rete romana per il diritto all'abitare ha fatto in modo che "qualcosa" da quella legge uscisse anche per le case popolari. Perché se i vertici regionali si sono mostrati molto interessati alla possibilità di una piano casa come quello fornito da Berlusconi, sono tutt'oggi "poco attenti" a quanto proposto "dal basso" con la legge d'iniziativa popolare sul diritto all'abitare: 100 mila case popolari in 8 anni, il recupero del patrimonio pubblico e privato inutilizzato, la difesa del territorio e dell'agro romano, la realizzazione delle case dove esistono servizi e trasporti pubblici.

Infrastrutture Due città e due paesi per descrivere tutta la politica regionale a riguardo: Roma e Latina, Cisterna e Valmontone. Quattro località che, nei progetti, dovrebbero essere unite dal Corridoio Intermodale: un bel modo di dire "autostrada" e "bretella". Autostrada Roma-Latina al posto dell'attuale Pontina e bretella per collegare la nuova "grande opera" con l'A1. "Assolutamente contrario al progetto" si disse, in campagna elettorale, Marrazzo che, con la sua Giunta, è in attesa dei finanziamenti del Cipe per un'inutile opera che costerà complessivamente ben 2,2 miliardi di euro, dei quali 1,4 (a fronte degli 850 previsti dall'allora Giunta Storace) per la sola Roma-Latina, voltando così le spalle ai cittadini che saranno coinvolti dall'esproprio della propria terra, casa, attività, al Wwf e a Italia Nostra e non considerando i pareri contrari della Sovrintendenza, dell'ente "Parchi Roma Natura", dei consigli comunali di Pomezia e Ardea e delle 12 mila firme raccolte in calce alla petizione popolare. Il tutto senza pensare minimamente alla messa in sicurezza della statale Pontina, una strada da 14 morti l'anno.

mercoledì 14 ottobre 2009

Contro il caro-vita Gruppi di acquisto popolari!!



Il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani di Santa Marinella organizzano per Giovedì 15 ottobre, dalle ore 9 alle 12.30, presso il Mercato del Parco Kennedy, il primo banchetto del GAP - Gruppi di Acquisto Popolare. E' un invito alla riflessione che parte da un gesto concreto: distribuiremo 100 kili di pane a 1 euro al kilo. Abbassare i prezzi per i beni di prima necessità è doveroso, eliminando gli intemediari tra produttore e negoziante è possibile.
Aderisci al Gap Alto Lazio.

DIRETTORE GENERALE: LA GIUNTA NON RINNOVA IL CONTRATTO

La giunta ha deciso di rinunciare alla costosissima quanto inutile figura del supermanger, “licenziato” con ben 15 mesi di preavviso, dando in questo modo ragione a quanti sostenevano che la spesa non solo ingente ed inutile ma anche illegale, dato che il nostro comune non supera i 15.000.
Le numerose interrogazioni e gli interventi in consiglio comunale della lista “Un’altra città è possibile” non erano riuscite a mettere in discussione l’assunzione di un direttore generale senza concorso, per un comune non solo piccolo ma in cui molti dei servizi sono esternalizzati (es. multiservizi), per cui i cittadini pagano già dignitosi stipendi a consigli di amministrazione e direttori vari. Ma quello che non riuscì alla lista civica è riuscito alla UIL che ha presentato il ricorso alla corte dei conti, proprio sulla famosa questione dei 15.000 abitanti. La cattiva coscienza della presente amministrazione l’ha fatta recedere dalla pessima scelta, difesa con tanta spocchia in consiglio comunale.
Il pressappochismo dei nostri amministratori si commenta un po’ da sé, se non fosse sempre pantalone a pagarne i danni, visto che stipendi e liquidazione sono costati ca. 180.000 di pubblico denaro, trasferito nelle tasche di un “amico degli amici”.

Il Circolo del PRC “Benedetti Michelangeli”e PdCI di S. Marinella

venerdì 9 ottobre 2009

Ciao Antonio

Compagni, ci ha lasciato Antonio Bargiacchi, storico compagno iscritto al nostro Circolo. Aveva 75 anni e da sempre era un comunista. Tutti noi lo ricordiamo alle nostre Feste con il suo Apetto a scarrozzare materiale e a farci compagnia fino che a potuto.
Domani alle 15 ci saranno i funerali.

martedì 6 ottobre 2009

Santa Marinella, Itaglia

Un nuovo inverno si avvicina per la nostra città. Un inverno fatto di inciuci e accordicchi tra giunta e imprenditori edili (che differenza c'è?).
Nuove lottizzazioni dalle quali ottenere qualche briciola di urbanizzazioni postume (che in paesi civili dovrebbero essere preventive...): giudici, quartaccia, perazzeta, via Calabria, Cementificio, ecc. ecc. In crescendo...
C'è da aver paura per una cittadina di 18.000 abitanti (quando je pare a Lorsignori) con case vuote per una capienza di 70.000. C'è da aver paura per noi, per chi ha la malaugurata idea di avventurarsi per via Valdambrini (in attesa, poi, della cambiale - uffici comunali) per spiccare il volo tra via Elcetina e la Fornacetta. Il volo, si, perché in auto non è aria...
C'è il Porto e il suo eterno-etereo ampliamento, il cui progetto come un'araba fenice risorge ad ogni primavera per poi affogare nel nulla delle nostre estati.
Ci siamo noi e le nostre coscienze. Addormentate in un paese, il nostro, metafora dell'Italia, con le scimmie cittadine che non vedono nono sentono e non parlano. Questuano.
Del resto chi corrompe guida il paese e se deve 750 milioni di euro si scende in piazza per difenderlo, non per farlo arrestare.
I grandi temi sono lo specchio delle nostre piccolezze.
C'è un filo conduttore che annebbia le menti di chi vede sprofondare Santa Marinella insieme all'Italia.
Diventare ricchi con le buone o le cattive, fottendo gli altri, l'ambiente e se stessi.
Perché come dicono in Inghilterra (in prima serata) se a Berlusconi gli dici fottiti, lui ci fa un pensierino.
Ma poi ci ripensa, ci sono ancora metà italiani non ancora appecoronati.
Sotto a chi tocca....

venerdì 2 ottobre 2009

Tutti a Roma!


Il Circolo PRC Mario B. Michelangeli di Santa Marinella aderisce con convinzione alla manifestazione nazionale del 3 ottobre proposta dal Coordinamento Precari Scuola di Roma. In particolare, Rifondazione Comunista condivide integralmente la piattaforma rivendicativa dei precari in quanto, oltre a richiedere la salvaguardia dei posti di lavoro e dei livelli occupazionali nel settore, pone questioni generali essenziali per la difesa della scuola pubblica e della sua qualità contro gli attacchi del governo delle destre.
Il PRC, inoltre, apprezza lo spirito unitario che anima l'iniziativa dei precari grazie al quale il rispetto dell'autonomia del movimento si coniuga positivamente con l'esigenza di coinvolgere in un rapporto di collaborazione forze sindacali e politiche, senza artificiose preclusioni.
La manifestazione del 3 ottobre rappresenta una tappa importante, in continuità con il percorso di lotta che già vede diversi appuntamenti in calendario organizzati dalla Cgil e dal sindacalismo di base, che può contribuire a dare respiro all'iniziativa, nell'ottica di sviluppare, rafforzare e far durare nel tempo il movimento di lotta contro le scellerate politiche del governo.
In tal senso, il PRC è impegnato a tutti i livelli, nazionale e territoriali, per dare sostegno attivo alla riuscita della manifestazione del 3 ottobre e invita tutte e tutti ad aderire.
Confermiamo anche l'adesione di Rifondazione comunista alla manifestazione nazionale per la liberta' di stampa indetta per lo stesso giorno a Piazza del Popolo a Roma.
L'appuntamento per tutti coloro volessero partecipare è per sabato 3 ottobre alle ore 13.30 presso la stazione di Santa Marinella, da dove in treno raggiungeremo Roma.

martedì 29 settembre 2009

Che fine hanno fatto?

Su segnalazione di alcuni partecipanti ci chiediamo che fine ha fatto il concorso per i vigili a tempo determinato che si è svolto (cominciato a svolgere) questa estate.
Dopo la prova scritta si sono perse le tracce di questa sfrontata operazione clientelare (pensiamo con grande dispiacere almeno delle due persone che hanno preso 30/30 e dei loro parenti....)
Almeno speriamo..
Vergogna?
Beh, forse era troppo sfacciata, ma non preoccupatevi, ciò che non entra dalla porta.... prima o poi entra dalla finestra!!!!!
Come al solito chiediamo trasparenza negli atti amministrativi, nei concorsi e nella vita pubblica della nostra città poichè purtroppo è costume dei nostri governanti utilizzare concorsi ad hoc per gli amici, i parenti, fidanzati, mogli mariti e amanti.

lunedì 21 settembre 2009

Lutto nazionale

Oggi in tutta Italia ci sono esposte nelle aziende e nelle case le bandiere italiane. A mezz'asta.
Tirate fuori dai cassetti dove vengono custodite fino ai prossimi mondiali o europei di calcio. Oppure le stesse che hanno ricordato i soldati uccisi a Nasiriya. Brutto lavoro per queste ultime.
Tutti oggi sono orgogliosi di essere italiani, di appartenere a questa nazione, di condividerne la storia, la lealtà, il rispetto degli impegni internazionali, la continua ricerca della legalità. Ovunque.
Oggi nessuna demagogia, tutti uniti.
Nelle aziende si ricordano i caduti di Kabul.
Quelle aziende che uccidono o avvelenano i loro dipendenti per 1000 euro al mese.
Sulle finestre delle case di chi evade tasse e distrugge il paese ci sono le bandiere italiane a ricordare quei poveri ragazzi.
Oggi sono tutti Italiani. Quando gli pare.
Noi siamo vicini alle famiglie di quei ragazzi e li ricordiamo a modo nostro.
Accomunandoli alle migliaia di vittime civili di quella assurda guerra anticostituzionale.
A chi era a scuola o ad un matrimonio, a chi era per strada o dentro casa. E non sa perché é morto.
I nostri soldati sono morti facendo il loro dovere. Il loro mestiere.
Li accomuniamo ai caduti sul lavoro per i quali nessun lutto è proclamato.
Li accomuniamo alle forze dell'ordine che da decenni muoiono nella lotta contro le mafie.
Ai civili che la mafia ha assassinato. A quelli che qualcuno vuole dimenticare.
Questo paese farlocco abbocca alle sirene dei potenti che da queste morti traggono nuova linfa e con queste morti coprono la loro incapacità.
Questi morti risolvono problemi, distolgono l'attenzione.
Non la nostra.
Via dall'Afghanistan. Ora.

venerdì 18 settembre 2009

Ferrero: "Ritiriamo subito le truppe. Nulla giustifica la loro presenza in Afghanistan"

di Paolo Ferrero

su Prc del 18/09/2009

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se

Alle famiglie delle vittime dell'attentato che ha subito un mezzo militare dell'Esercito italiano a Kabul va tutta la nostra piena solidarietà, il nostro profondo cordoglio e un abbraccio forte, però non possiamo esimerci dal notare come la presenza del contingente militare italiano in Afghanistan è frutto e figlia di una scelta politica e strategica, oltre che militare, assurda e sbagliata.

Le truppe italiane vanno ritirate subito. Peraltro, anche la giustificazione della loro presenza con la necessità di garantire lo svolgimennto di elezioni libere e democratiche, in Afghanistan, è stata del tutto vana e inutile, come dimostrano ed hanno denunciato i colossali brogli subiti dalle opposizioni al governo Karzai, denunce fatte da tutti gli osservatori internazionali, da quelli dell'Onu a quelli dell'Unione Europea. Il governo Karzai è un governo fantoccio, succube alla politica statunitense, e odiato dai suoi stessi cittadini.
L'amministrazione Obama, se vuole davvero dare il segno del cambiamento, dall'era Bush, anche in politica estera, sgomberi l'Afghanistan dalle sue truppe, convinca gli alleati occidentali a fare lo stesso e garantisca all'Onu la possibilità di dare il via a una vera, seria e reale conferenza di pace, che va fatta con tutti, anche con i nemici talebani. L'Italia assecondi questo progetto, e torni ad avere un filo di credibilità internazionale, ordinando l'immediato rientro a casa dei nostri soldati.

mercoledì 16 settembre 2009

Comitato pol. nazionale - 13 Settembre 2009 - Intervento di Claudio Grassi

Condivido la relazione del segretario e credo che questo comitato politico nazionale sia un appuntamento molto importante, al punto che penso sarebbe un peccato non valorizzarne la portata e, spero, anche gli esiti e i risultati conclusivi.
Credo che ci siano due opportunità da cogliere in questi nostri lavori del Cpn. Abbiamo attraversato mesi difficilissimi dal congresso di Chianciano ad oggi, mesi durante i quali sono state avanzate molte critiche al gruppo dirigente. Non vorrei che ci dimenticassimo, però, che non è stato un anno normale per Rifondazione comunista. Abbiamo subito una scissione logorante, a tappe, speriamo finalmente conclusa; abbiamo affrontato una condizione del giornale difficilissima (al punto che se non avesimo messo mano tempestivamente ai guasti della gestione precedente il partito sarebbe stato semplicemente affossato dalla voragine economica); abbiamo, infine, proprio in questi giorni avviato il risanamento delle finanze del partito, che negli ultimi anni aveva conosciuto una crescita a dismisura dell’apparato centrale con costi non più sostenibili. E anche su questo ultimo punto, con il consenso di tutte le parti coinvolte, siamo in dirittura d’arrivo, speriamo martedì di firmare in Regione un accordo proficuo che ci consenta di reggere e di rilanciarci.
Quali sono le due opportunità di cui parlavo?
In questo Cpn si decide l’allargamento della segreteria, e cioè si dà gambe alla nostra proposta di una gestione unitaria del partito. Non vorrei che, dopo averci provato per tanto tempo, adesso che è il risultato è a un passo, sottovalutassimo l’importanza dell’obiettivo. Finalmente si chiude un’epoca devastante, quella della gestione maggioritaria, per la quale con il 51% si prendeva tutto svilendo il ruolo delle minoranze e la stessa dialettica interna; un’epoca che ha visto la moltiplicazione e la cristalizzazione delle correnti organizzate, che oggi invece cerchiamo di ridurre e diluire fino a farle scomparire, lasciando al loro posto una dialettica serena e costruttiva tra componenti e aree politico-culturali.
La chiusura di quell’epoca significa tornare a prima di Venezia, mettere in pratica i deliberati di Carrara, mettere il partito nelle condizioni di lavorare alla costruzione di un’ampia maggioranza allo scopo di continuare a esistere. La sfida dell’esistenza è ancora tutta da conquistare: io non so quale percezione abbiate voi, ma io ho l’impressione di un partito che ha bisogno di ossigeno, di unità massima, di risorse. Dobbiamo imparare a tenere insieme le differenze e io spero che questa maggioranza si consolidi e diventi maggioranza politica a tutti gli effetti.
Auspico anche che nessuno esca dalla maggioranza che a Chianciano ha retto il partito. E a quei compagni che lo stanno facendo voglio dire che non c’è nessuna svolta a destra, l’impianto di Chianciano è confermato e contemporaneamente arricchito. Oltre a questo mi chiedo: veramente qualcuno pensa che il nostro partito abbia un impianto troppo moderato rispetto alla fase che attraversiamo? Parlando con le persone normali, in carne ed ossa, ci viene detto che siamo troppo di destra o troppo moderati? Le critiche che io sento è che facciamo continue scissioni e che ogni due anni ci dividiamo! E allora cogliamola questa possibilità, questa opportunità e proviamo a tenere il partito più unito!
La seconda opportunità è la Federazione della sinistra d’alternativa. Perché è importante? Perché finalmente dopo tanto tempo lancia un messaggio di unità. In campagna elettorale non ho sentito un compagno o un elettore che abbia detto che l’unità era una cosa sbagliata. Tutti ci chiedevano di non dividerci! La federazione certo non risolve interamente il problema ma almeno determina un’inversione di tendenza netta rispetto agli ultimi anni, attiva un processo di riunificazione e di costruzione di una massa critica.
Anche perché i nostri competitori di Sinistra e libertà esistono e non vanno sottovalutati, anche se sono un cartello elettorale che non sta funzionando e perde pezzi e noi, viceversa, abbiamo attivato un processo di consolidamento e di allargamento. Ecco, anche in questo non capisco alcuni compagni. Patta non va bene perché non conta niente, la Rete dei comunisti non va bene. Ma cosa crediamo di essere? Noi abbiamo bisogno di tutti! Dobbiamo fare massa critica perché questo è il nostro vero problema, e il non riuscire a farlo mina la nostra credibilità perchè le persone capiscono che non siamo in grado di realizzare le cose che declamiamo perché siamo deboli!
Dobbiamo quindi valorizzare questi due risultati: la gestione unitaria del partito e la federazione, la quale, come dicevo, indica un’inversione di tendenza significativa. Con queste risorse dobbiamo dedicarci alle lotte sociali. Vorrà pur dire qualcosa se un anno e mezzo fa davanti ai cancelli della Fiat ci fischiavano e oggi invece facciamo il giro di tutte le fabbriche occupate e gli operai ci apprezzano!
Esiste il piano della lotta sociale ed esiste il piano della lotta politica. Per questo è importante il 19 settembre partecipare alla grande manifestazione contro Berlusconi e per la libertà di stampa. Ci sarà tantissima gente e noi dobbiamo farci vedere, con la nostra organizzazione, con le nostre bandiere. Così anche il 17 ottobre contro il pacchetto sicurezza. Dobbiamo stare in campo con una proposta politica: quella della legislatura costituente è una proposta ancora un po’ grezza che va precisata. Noi non proponiamo un governo, ma una legislazione costituente che faccia solo la legge elettorale proporzionale e la legge sul conflitto di interessi.
Infine, vi ricordo che è in corso la campagna del tesseramento. Come segreteria nazionale vi proponiamo di utilizzare questi mesi fino a dicembre per rafforzare il partito e sostenere il quotidiano Liberazione.

(per leggere il documento approvato al cpn vai su www.esserecomunisti.it)

martedì 8 settembre 2009

Ci siamo

Si torna a lavoro.
Il 7 settembre si è riunito il Direttivo di Circolo per dare slancio all'attività del Partito a Santa Marinella.
Molte le questioni da affrontare, chiari gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo: raccolta firme per la proposta di legge regionale sui rifiuti (per contrastare la politica degli inceneritori con la politica della raccolta differenziata); una seria opposizione alla Giunta Bacheca con un progetto alternativo e chiaro; un nuovo slancio per chiudere il tesseramento del 2009.
Molto altro c'è da fare e pianificare, Porticciolo, Cementificio, e quindi nuovo Piano Regolatore, Ama, Gap, ecc.
Per questo è indispensabile che ci sia Rifondazione Comunista.
Per questo è importante iscriversi!

mercoledì 2 settembre 2009

La decimazione dei precari

di Francesco Piccioni

su il manifesto del 01/09/2009

Oggi riaprono le scuole. Forse, non tutte, vedremo... Una sola cosa è sicura: ci saranno molti meno docenti e Ata (impiegati e bidelli) e tante classi sovraffollate in più. Difficile persino avere le cifre esatte. Vengono avanzate stime che oscillano tra i 42.000 e i 110.000 insegnanti in meno, da oggi (per gli Ata si va dai 10 ai 15.000). Tutte persone che da anni - in molti casi più di dieci - lavorano con contratti annuali di supplenza. Non stiamo parlando di «giovani» in attesa di trovare la propria strada nella vita, ma di persone spesso già oltre la metà della vita lavorativa media.
Una popolazione che, conoscendo tempi e movenze della politica, non ha neppure atteso il tradizionale suono della campanella per cominciare a organizzare proteste in tutta Italia. Le richieste sono chiare. Le ragioni in difesa di una scuola pubblica di qualità, anche. Forse proprio per questo il governo sembra procedere come un panzer verso lo smantellamento di un'istituzione incaricata di formare cittadini «in grado di leggere, scrivere e far di conto». Cento volte meglio avere sudditi ignoranti ipnotizzati dalle televisioni e una classe dirigente plasmata dalle scuole cattoliche o dalle università private.
Dappertutto, anche ieri, le proteste sono state «presidiate» da ingenti forze di polizia in assetto antisommossa. Una presenza sproporzionata e intimidatoria, a fronte di pacifiche insegnanti, maestre d'asilo, ecc. «Gli agenti non avevano un atteggiamento minaccioso - spiegano per esempio da Catania - ma certo erano così tanti che...». In questa città il sit-in si è trasformato in un corteo dopo che dal provveditorato era stato negato l'ingresso per svolgere un'assemblea.
A Napoli l'iniziativa più clamorosa della giornata. Una cinquantina di precari sono entrati nell'Ufficio scolastico provinciale (Usp, l'ex Provveditorato) nel mentre si stavano completando le procedure di nomina e di immissione in ruolo. Anche qui un numero esagerato di agenti ha cercato di far allontanare i manifestanti, che si sono trattenuti comunque fino alle 17, chiedendo un incontro con il prefetto. Lo stesso direttore dell'ufficio ha espresso comprensione per la protesta, escludendo qualsiasi ipotesi di denuncia nei confronti degli insegnanti. A Benevento, dove da sabato sette docenti - tutte donne - si sono issate sul tetto del Usp, si è avuta una grande manifestazione di solidarietà da parte di altri lavoratori della scuola, famiglie, ecc. Lo striscione agganciato alla balaustra - «Arrampichiamoci tutti» - è già diventato un'indicazione per il movimento di lotta raccolto nel Comitato precari della scuola. Oggi si replica dove già ci si è mossi, mentre entra in gioco anche il «grosso». A Milano è annunciato un presidio sotto l'Usp, con tanto di incatenamento simbolico. Altre iniziative prenderanno corpo in Sardegna. a Bergamo e in cento altre città.
Dal ministero nessun segnale. Non si dice di un'eventuale «retromarcia«, ma persino di instaurare una qualche forma di confronto con i precari e sindacati. Tra questi, peraltro, soltato quelli «di base» (RdB-Cub, Cobas, Sdl) e la Flc Cgil si sono immediatamente schierati al fianco dei precari. «Finora - denuncia Mimmo Pantaleo, segretario dell'Flc - non ci sono state risposte concrete da parte del ministro Gelmini, che invece si diletta a parlar d'altro».
Tra le risposte «concrete», sul fronte governativo (e non solo, purtroppo) viene dato un qualche credito ai cosiddetti «contratti di disponibilità» (vedi ancora qui di fianco). I precari ne parlano malissimo perché li vedono come una sorta di job on call su scala nazionale («uno scambio tra un minimo di salario e un massimo di sfruttamento»). Ma anche perché hanno imparato a diffidare di questo governo quando giura d'aver introdotto e finanziato «nuovi ammortizzatori sociali» di cui i diretti interessati, di solito, non riescono a vedere gli effetti pratici. Per esempio, denunciano da più parti, «non riceviamo più lo stipendio dal 30 giugno (data di scadenza delle supplenze annuali, ndr), ma l'Inps non ha spedito finora nessuna indennità di disoccupazione». Ovvero un ammortizzatore già regolato da leggi esistenti - un diritto, insomma - non un'idea ancor vaga.

giovedì 27 agosto 2009

Campagna raccolta firme per una nuova legge regionale di iniziativa popolare sulla raccolta dei rifiuti.

La lista "Un'altra città è possibile" invita i cittadini residenti a firmare a sostegno di una nuova proposta di legge regionale di iniziativa popolare sulla raccolta dei rifiuti, presso il gazebo allestito in passeggiata, sabato 29 agosto, dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
Ricordiamo che il piano regionale in vigore prevede la costruzione nel Lazio di cinque inceneritori, nessun impianto di riciclaggio (attualmente il materiale riciclato viene portato in altre regioni) e di compostaggio. La nuova proposta di legge, promossa dalla campagna "Non bruciamoci il futuro", punta invece sui centri di riciclaggio nella nostra regione, scommettendo sulla raccolta differenziata che renderebbe superflua la costruzione di un così alto numero di inceneritori, altamente nocivi alla salute.
Documentazione ed ulteriori informazioni saranno disponibili a chi ne facesse richiesta. I cittadini residenti che intendano firmare a sostegno di un nuovo piano regionale sui rifiuti sono invitati a presentarsi con un documento.
Si prega di dare massima diffusione al presente comunicato.

Un'altra città è possibile

lunedì 17 agosto 2009

Il Comune “ostaggio” della Porto Romano

In merito all’ampliamento del porto, il Partito della Rifondazione Comunista ritiene che sia la conferenza dei servizi e non certo la “Porto Romano” a dover definire i termini del progetto portuale più idoneo per S. Marinella, già aggredita dalla speculazione edilizia, con enormi problemi di viabilità, priva di strutture interne che supportino il massiccio ampliamento proposto.

Il PRC ritiene che i diritti della collettività siano debolmente difesi da questa amministrazione, a parole interessata alla conferenza di servizi ma, a quanto pare, non in grado non solo di rispondere mezzo stampa alle accuse di D'Amelio ma persino di far rispettare alla Porto Romano le graduatorie, tariffe, accessi al mare dei residenti. Se la presenta amministrazione lascia carta bianca a D'Amelio e non coinvolge i cittadini in merito a scelte così importanti, anche l'ampliamento del porto rischia di trasformarsi in un'enorme speculazione edilizia.

L’ultimo Consiglio comunale del 11 agosto 2009 ha approvato una ratifica di delibera sul versamento da parte della “Porto romano” di 30.000 euro all’avvocato del Comune, in merito all’accordo sulla nuova convenzione urbanistica stipulata dai due soggetti. Al di là della contraddizione che sia la controparte a pagare l’avvocato che cura gli interessi del Comune (come il consigliere d’opposizione Rocchi ha rilevato), rimane da spiegare che fine abbia fatto la vecchia convenzione. La Porto Romano si è appropriata della vecchia darsena senza avviare l’opera di ampliamento, come era stato pattuito con la giunta di Achille Ricci nel 1996, ma è riuscita lo stesso a vincere tutti i ricorsi dal Comune di S. Marinella sul mancato rispetto della vecchia convenzione.

Nel nuovo progetto di convenzione urbanistica presentato dalla Porto Romano, le richieste dell’imprenditore risultano accresciute con l’aumento della cubatura edificabile a “servizi turistici” (appartamenti).

L’opera faraonica, di cui non si conosce la Valutazione di Impatto Ambientale, coinvolgerà l’ultima spiaggia libera nel territorio comunale di S. Marinella, il corso e la foce di due fossi, l’area alle spalle e lo specchio acqueo davanti alle ville private. L’attuale maggioranza è convinta che l’ampliamento del porto costituirà un volano economico per il nostro paese e che la popolazione residente ne trarrà vantaggio.

Attualmente lo scontento dei residenti non potrebbe essere maggiore: la Porto Romano utilizza la vecchia darsena come una proprietà a proprio uso e consumo. Il PRC ha denunciato poche settimane fa l’abuso della sbarra all’ingresso del porto per cui i bagnati si vedono vietato l’accesso che la Capitaneria dichiara libero fino alle ore 22.00. L’associazione dei diportisti locali “Mare nostro” ha per l’ennesima volta denunciato, nel corso di una assemblea pubblica tenutasi l’11 luglio 2009, che la Porto Romano continua ad ignorare gli accordi con il Comune. Se aggiungiamo i proprietari delle ville, la lista degli scontenti è talmente lunga da far pensare che gli attuali amministratori siano rimasti gli unici a ritenere D’Amelio interlocutore votato al bene della collettività.

Il PRC continua dal 1996 a sostenere che in tutta la vicenda “porticciolo” la grande assente sia stata la Regione Lazio: da quando il “decreto Dini” sottrasse alla competenze regionali alcuni piccoli porti (tra cui il porto di S.Marinella), altre Regioni (Liguria e Toscana) hanno vinto il ricorso contro il decreto e sono rientrate in possesso delle loro competenze; cosa che la Regione Lazio ha annunciato pubblicamente di fare (mozione regionale, agosto 2006) senza mai, di fatto, procedere.

Il PRC ritiene che l’interesse della Porto Romano non sia mai stato l’ampliamento ma la lucrosa gestione dell’esistente a zero spese; la Regione Lazio e il Comune di S.Marinella dovrebbero mettere in atto gli strumenti amministrativi per riappropriarsi del porto impedendo una impresa privata, evidentemente molto ben ammanicata, di ricattare la collettività a proprio esclusivo vantaggio.

Il Circolo del PRC di S. Marinella “Benedetti Michelangeli”

giovedì 13 agosto 2009

Che succede al cementificio?

Circolo del PRC si domanda cosa stia accadendo nell'area del cementificio. Una pulizia di tale entità di solito nasconde finalità particolari.
Chiediamo a questa Amministrazione se ha avviato contatti con la proprietà della struttura (una nota ditta costruttrice di Roma) e se sì per fare cosa.
Riteniamo fondamentale che qualsiasi accordo che riguardi l'utilizzazione dell'area debba essere assolutamente trasparente e condiviso con la cittadinanza.
L'area è stata sempre considerata di grande pregio anche sotto l'aspetto architettonico e di archeologia industriale, quindi vorremmo sapere su questa Amministrazione intenda sacrificare tale bene sull'altare della speculazione oppure valorizzare l'area dal punto di vista culturale e turistico. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di trasformare il Cementificio in ulteriore cementificazione magari in cambio di qualche briciola per questa Amministrazione, tra le più inutili della storia e che ha regalato alla nostra città due delle estati più squallide.
Il Circolo del PRC di S. Marinella "Benedetti Michelangeli"

martedì 4 agosto 2009

Al Cementificio...

Che succede?
Di solito una pulizia di tale entità nasconde finalità particolari.
Noi chiediamo a questa Amministrazione se ha avviato contatti con la proprietà della struttura e se si per fare cosa.
Riteniamo fondamentale che qualsiasi accordo che riguardi l'utilizzazione dell'area deve essere assolutamente trasparente e condiviso con la cittadinanza.
Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di trasformare il Cementificio in ulteriore Cementificazione magari in cambio di qualche briciola per questa Amministrazione tra le più inutili della storia che ha regalato alla nostra città due delle estati più squallide della nostra storia.

venerdì 24 luglio 2009

Sabato al Porticciolo

L'estate imperversa sulla nostra città. Ma ci sentiamo di fare un appello a tutti.
Vigiliamo sulla nostra città.
Cominciamo dal Porticciolo affinché nei giorni di sabato e domenica le sbarre rimangano aperte in caso di disponibilità di parcheggi pubblici.
Proseguiamo conoscendo la nostra città per evitare che con la scusa dell'imminente entrata in vigore del Piano Casa regionale si compiano abusi sul nostro territorio.
Qualunque abuso o stortura vediate potete comunicarcela con un commento a questo post o via email all'indirizzo rifmar@inwind.it.
Facciamoci sentire e vedere per dimostrare che il caldo non addormenta le nostre coscienze.

martedì 21 luglio 2009

Nel nome di Carlo Giuliani

di Alessandra Fava

su il manifesto del 21/07/2009

Era il 20 luglio 2001. Alle 17,25 un colpo sparato da un defender colpisce mortalmente Carlo. Com ogni anno quel tragico anniversario viene ricordato dai genitori e dagli amici, ancora in cerca di giustizia

«Se cercate Carlo guardate il mare» ha detto Haidi Giuliani ieri in occasione della manifestazione che ogni anno si tiene a piazza Alimonda per ricordare quel 20 luglio 2001 quando alle 17,25 e non a e 27, come ha sottolineato il padre Giuliano Giuliani, venne sparato il primo colpo che uccise Carlo dal defender durante il G8 genovese. È stato Gogo, un compagno di scuola di Carlo a leggere un componimento che Carlo scrisse anni fa alla famiglia in cui c'è la sentenza a morte di un uomo con tanto di lettera alla moglie, condanna in latino e motivazioni delle colpe in francese. «Carlo aveva una grande facilità di scrittura e scriveva queste cose a noi, chiuso in una stanza per pochi minuti. Purtroppo quello che sembrava uno scherzo è stata una tragica profezia. Quale corpo fu più esposto del suo?», commenta Haidi. La condanna in latino prevede infatti che il corpo sia esposto appunto al pubblico ludibrio.
Il Comitato ha scelto di concentrarsi nuovamente in piazza Alimonda dove d'altra parte il 20 di ogni mese c'è un appuntamento fisso. Accanto alla cancellata della piazza c'erano ieri fogli stesi come panni con i perché di un'inchiesta affossata e archiviata. Ad esempio «perché il nome di Raffone che dicono essere l'altro occupante della jeep compare solo sabato mattina alle 12,30?» oppure «perché dei vari occupanti della jeep interrogano solo l'autista Cavataio e Placanica?» o ancora «perché il generale Desideri e Truglio decidono di parlare di un politraumatizzato mentre il 118 arrivato già da un quarto d'ora ha già dato conto del foto di un proiettile sotto l'occhio sinistro?».
Tra la folla ci sono i portavoce del Genoa social forum di allora, Vittorio Agnoletto e Alfio Nicotra e anche il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero: «Sono tornato come quasi tutti gli anni perché penso che c'è un valore della memoria. Non ricordare è uccidere due volte - dice Ferrero - È un dovere morale e politico. Se lo stato protegge pezzi dei suoi, è bene che si continui a chiedere giustizia». Sulle responsabilità degli alti vertici al potere torna anche Vittorio Agnoletto: «Sono le verità che fanno paura a questo stato. Hanno paura della Diaz e di Bolzaneto anche se è stata acquisita la verità in sede giudiziaria. Su Carlo non si vuole cercare la verità. L'unica speranza è che dalla Corte europea arrivi l'ingiunzione a riaprire il processo. Placanica probabilmente non è il responsabile. Il vero responsabile è coperto».
Tra la folla centinaia di persone arrivate dal Veneto, dalla Toscana, dal Piemonte e dalla Lombardia. Antonella, milanese, insegnante commenta che «era un manifestante che manifestava in modo pacifico» e che «ricordare è prendere coscienza dei fatti avvenuti per capirne l'importanza. Spiegare il proprio punto di vista senza temere ritorsioni». Giuliano Giuliani gira con una maglietta dei carcerati di Rebibbia «beato chi crede nella giustizia perché verrà giustiziato»: «A questo punto speriamo che sia favorevole la sentenza della Corte europea, che ci restituisca la giustizia che in Italia ci è stata negata», commenta.
Il giornalista Lorenzo Guadagnucci, una delle vittime del pestaggio alla Diaz (oggi modera un dibattito nel circolo Arci di San Fruttuoso prima della fiaccolata alla scuola) torna a ribadire che «quello che abbiamo visto 20 e 21 luglio sono incompatibili con una democrazia», poi guardando la folla «siamo consapevoli che siamo una minoranza. Non credo che debbano esserci decine di migliaia di persone. La gente che è qui ha molto da dire. Che siano tanti o pochi è irrilevante».
Ad ascoltare e guardare ci sono anche dei ragazzi che sicuramente al G8 2001 non c'erano. «Avevo 12 anni - ammette Chiara - mia mamma mi ha portato un dvd a casa. Ho capito che ci sono stati dei soprusi e che alla fine non hanno dato la colpa al carabiniere e poi sono qui per solidarietà». Dalla Toscana arriva anche uno cuoco bergamasco, Danilo, 18 anni: «Mi dà fastidio che sia passata la storia che stava attaccando i carabinieri. Hanno manipolatole le notizie. Stava resistendo a un'ingiustizia». In piazza anche due nigeriane portate da Francesca, genovese: «Erano davanti alla tv ho spiegato che cosa andavo a fare e hanno sentito la necessità di venire, anche se otto anni fa non erano neppure in Italia. Chissà perché non fanno altrettanto i genovesi». Tommaso un toscano adottato da Genova ricorda il panico, la paura e i lacrimogeni di sabato 21 luglio 2001 in corso Italia «fu traumatico erano luoghi che conoscevo. Genova era già la città del cuore. Rimane una ferita aperta». Sotto a tante parole le note di Renato Franchi & l'Orchestrina del Suonatore Jones, Alessio Lega con «Cantacronache di ieri e di oggi», Marika, Pier e Fabio con «Bricchi, Gotti e Lambicchi» e Marco Rovelli col suo gruppo «libertAria».


domenica 19 luglio 2009

LiberiAmo il Porto. Parte 2


Il circolo Prc Santa Marinella comunica alla cittadinanza che grazie all'intervento dei suoi militanti finalmente la legge è stata ristabilita al Porticciolo e le odiose sbarre sono state riaperte.
Infatti in seguito alla nostra protesta dell 11 luglio scorso e ai successivi interventi presso la delegazione della Capitaneria di Porto è stato ottenuto sabato 18 luglio il primo risultato ossia il rispetto della Ordinanza della Capitaneria di Porto di Civitavecchia n° 132/2008 che dice testualmente che "le sbarre rimarranno aperte in caso di disponibilità di parcheggi non riservati".
Ringraziamo la Capitaneria di Porto per il rapido intervento e la invitiamo a continuare a controllare che la Porto Romano rispetti le ordinanze.
Invitiamo inoltre la cittadinanza a vigilare sul corretto operato della società concessionaria e a pretendere il rispetto dell'ordinanza 132 del 2008 perchè parcheggiare al porticciolo rimane un diritto per tutti noi. Se le sbarre rimarrano abbassate in caso di presenza di parcheggi liberi è dovere di ogni cittadino protestare e chiedere il rispetto della legge.

Partito della Rifondazione Comunista
Circolo Mario Benedetti Michelangeli
Santa Marinella

sabato 18 luglio 2009

Per un nuovo inizio: costruiamo la Federazione della Sinistra di Alternativa

di Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi, Vittorio Agnoletto, Margherita Hack, Lidia Menapace e altre/i

Cari compagni e compagne,

la crisi sta mostrando una volta di più il volto distruttivo del capitalismo e delle politiche liberiste. Parimenti mostra il fallimento delle politiche socialdemocratiche in tutta Europa e del centrosinistra in Italia.

Nella debolezza dell’opposizione e della sinistra, la crisi sociale si impasta con la crisi della politica, producendo guerre tra i poveri che si esprimono in separatezza dalla politica, in astensione, quando non in consenso alle destre razziste.

Abbiamo quindi dinnanzi un compito tanto grande quanto necessario, quello di costruire una efficace opposizione sociale, politica e culturale, in grado di proporre e rendere credibile una uscita da sinistra dalla crisi, lungo una strada contrapposta alle ricette della destra e alternativa al liberismo temperato proposto dal centrosinistra.

A tal fine è assolutamente necessario costruire un punto di riferimento politico della sinistra di alternativa, che abbia massa critica e programmi tali da risultare credibile per tutti coloro che stanno subendo e pagando la crisi e che si ponga l’obiettivo di aggregare tutte le forze politiche, sociali, culturali e morali che come noi sentono questa urgenza.

Riteniamo che gli elementi fondanti di questo processo di aggregazione siano principalmente quattro:

> In primo luogo una rinnovata critica al capitalismo globalizzato e alla sua tendenza alla mercificazione di ogni cosa e relazione sociale. Occorre rimettere al centro la lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi decenni ha assunto caratteristiche barbariche e completamente inaccettabili: dalla disoccupazione strutturale nel mezzogiorno alla precarizzazione del lavoro alla sistematica compressione salariale il lavoro è tornato ad essere pura merce, variabile dipendente di un sistema che ha glorificato il profitto. Vogliamo ripartire dal lavoro nella piena consapevolezza che la lotta contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo o si connette strettamente alla lotta dello sfruttamento dell’uomo sulla donna, dell’uomo sulla natura oppure è incapace di proporre una uscita dallo stato di cose presente. Per questo per noi la lotta per la liberazione del lavoro si deve connettere alla lotta contro la distruzione dell’ambiente, per i beni pubblici a partire dall’acqua e lo sviluppo di un consumo critico, alla lotta contro il sessismo e il patriarcato, per l’autodeterminazione degli individui e delle comunità. Questa critica radicale agli assetti capitalistici implica una battaglia rigorosa per mantenere scuola, istruzione, conoscenza, ricerca e in generale i saperi al riparo dalla privatizzazione e dalla mercificazione:la lotta per la scuola pubblica è dunque prioritaria.

> In secondo luogo una forte opposizione al sistema bipolare che rappresenta la forma istituzionale con cui il pensiero unico ha cercato di sancire l’espulsione del tema dell’alternativa dalla politica. La battaglia contro il bipolarismo, che tende a produrre l'impermeabilità delle istituzioni nei confronti del conflitto, una alternanza tra simili e che nel concreto del caso italiano è il contesto in cui è nato e cresciuto il berlusconismo, è per noi un punto centrale. La costruzione di un movimento di massa per una uscita da sinistra dalla crisi ha quindi nella battaglia per il proporzionale, contro ogni tendenza autoritaria, contro le mafie e i loro intrecci con la politica, il suo corrispettivo sul piano istituzionale.

> In terzo luogo noi riteniamo che questo polo della sinistra di alternativa non possa essere costruito solo tra le forze politiche oggi esistenti ma debba coinvolgere a pieno titolo tutte le esperienze di sinistra che si muovono al di fuori dei partiti. In questi anni larga parte di chi si è battuto a sinistra lo ha fatto al di fuori dei partiti e la possibilità di costruire una sinistra di alternativa degna di questo nome è possibile solo dentro una rinnovata critica della politica che veda una interlocuzione paritaria tra tutti i soggetti coinvolti.

> In quarto luogo noi pensiamo che la sinistra di alternativa sia pienamente nel solco della storia del movimento operaio, del movimento socialista e comunista, del movimento femminista, GLBTQ e dei diritti civili, delle lotte ambientaliste, per la giustizia e la solidarietà, del movimento altermondialista. Nella lotta per la giustizia e la libertà delle generazioni che ci hanno preceduto, combattuta sotto le insegne delle bandiere rosse, della falce e del martello, noi riconosciamo la nostra storia e questa storia deve proseguire a partire da una rifondazione delle pratiche, delle teorie, delle forme organizzative.

La proposta che avanziamo trova la sua collocazione politica naturale nel contesto di tutte le forze della sinistra europea che si collocano a sinistra delle socialdemocrazie e che hanno ottenuto significativi consensi nelle ultime elezioni europee, come in Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Olanda e nei paesi nordici.

In Italia la costruzione di un polo della sinistra di alternativa si rivela difficile sia per le divisioni a sinistra, e per il rischio che esse si vengano ora cristallizzando, sia per la volontà delle forze politiche rappresentate in parlamento di imporre un sistema bipolare chiuso, attraverso meccanismi istituzionali (clausole di sbarramento a tutti i livelli, discriminazione dell’accesso al servizio televisivo e al finanziamento pubblico), che aggravano ulteriormente gli effetti di leggi elettorali che contrastano con il principio del pluralismo rappresentativo e con la garanzia del pari diritto dei cittadini alla partecipazione politica. Alla costruzione di un sistema bloccato, che assume i caratteri di un nuovo regime, Pd e IdV hanno mostrato di voler concorrere non meno dei partiti di centrodestra.

E’ necessario dunque un vero e proprio salto di qualità dell’iniziativa politica, ideale e sociale della sinistra di alternativa.

Proponiamo pertanto di dar vita a una Federazione unitaria che comprenda – oltre alle forze che hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista – tutti i soggetti politici, i movimenti e le persone che avvertono l’urgenza di affrontare insieme i compiti che ci sono davanti e che abbiamo prima indicato nelle linee generali.

Riteniamo indispensabile che la Federazione che proponiamo introduca profonde innovazioni nel modo di fare politica, a partire dai rapporti tra incarichi politici e incarichi istituzionali, per ricostruire una nuova etica pubblica, per consentire l’effettiva partecipazione di tutti gli aderenti alle decisioni e per ridare centralità alla pratica sociale.

Vogliamo discutere nel modo più diffuso e aperto della nostra proposta unitaria e a tal fine proponiamo quindi di vederci il 18 luglio alle ore 10.00 a Roma al Centro Congressi di via Frentani.

Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Cesare Salvi, Vittorio Agnoletto, Margherita Hack, Lidia Menapace, Bruno Amoroso, Elio Bonfanti, Benedetta Buccellato, Elena Canali, Omar Sheikh Esahaq, Valerio Evangelisti, Barbara Fois, Haidi Giuliani, Rita Lavaggi, Maria Rita Lodi, Maria Rosaria Marella, Ibrahima Niane, Nicola Nicolosi, Gian Paolo Patta, Tonino Perna, Rossano Rossi, Nadia Sabato, Bassam Saleh, Raffaele K. Salinari, Laura Stochino, Ermanno Testa, Vauro, Mario Vegetti, Massimo Villone

lunedì 13 luglio 2009

LiberiAmo il Porto

Sabato abbiamo "occupato" l'entrata del Porticciolo.
Eravamo pochi, eravamo pacifici, ma qualche risultato lo abbiamo ottenuto.
Ma partiamo dai fatti:
Alle 17.45 circa il Circolo Prc Santa Marinella utilizzando l'automobile proletaria (Pandavic 750) blocca l'accesso del Porto regolato da una sbarra alzata da un dipendente della Porto Romano.
La sbarra si alza solo se si ha una barca al Porto, oppure se si è abbastanza simpatici (come accaduto nei confronti di qualcuno che la barca non ce l'ha mai avuta, ma è solito giocare a carte con i pescatori...)
Primo risultato ottenuto: gli addetti della Porto Romano (per altro gentili e rispettosi) sono costretti ad alzare la sbarra laterale che rimane alzata permettendo così l'accesso al Porto a chiunque.
Dopo pochi minuti i compagni del Circolo srotolano uno striscione colorato con la scritta"LiberiAmo il Porto".
Secondo risultato ottenuto: la gente si è accorta che ci sono ancora i comunisti, e infatti tra facce sbigottite e sorrisi alieni qualcuno (pochi in verità, ma si sa questo è il paese dei ricatti) timidamente si avvicina e appoggia la nostra protesta.
Dopo qualche minuto la nostra protesta è rientrata, l'obiettivo di riportare l'attenzione sulla situazione del Porticciolo è stato parzialmente raggiunto (l'assenza della "solita" stampa di regime non va sottolineato più di tanto) , ma questo è stato il primo passo della nostra lotta per salvare il porticciolo e Santa Marinella da un ampliamento infausto per modi e per attori.

Ora il percorso prevede una pressione sulla Regione Lazio (nella cui maggioranza di centrosinistra non è più presente il nostro Partito, in seguito alla re immissione dei ticket sanitari) alla cui competenza sembra essere tornato il nostro Porticciolo "militare" grazie anche alla pressione esercitata dal nostro Partito e dalla cittadinanza di Santa Marinella.
Nella necessaria Conferenza dei servizi la Regione dovrà bocciare questo progetto faraonico e inutile, dannoso per l'ambiente e assolutamente non proficuo economicamente a medio lungo termine.
Ripetiamo che il Porticciolo deve tornare ai cittadini, perché la Porto Romano già ha lucrato abbastanza grazie all'incapacità delle Giunte susseguitesi nel tempo e il regime di impunità con cui agisce non è ulteriormente tollerabile.

DISOBBEDIENZA CIVILE
Il sabato e la domenica si abbassano le sbarre di entrata al Porto, ma se non trovate parcheggio all'esterno avete tutti i diritti di chiedere di poter parcheggiare dentro se i parcheggi a strisce bianche sono liberi.
Se vi bloccano insistete. Chi lo dice?
La stessa ordinanza.... leggete qua sotto

CAPITANERIA DI PORTO DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI CIVITAVECCHIA

Ordinanza n. 132 / 2008


O R D I N A


Articolo 1

Le sbarre di accesso al porto di Santa Marinella rimangono chiuse:

  • dal 1 ottobre al 30 aprile:

    • tutte le sere, dalle ore 22.00 alle ore 7.00 del mattino successivo;

  • dal 1 maggio al 30 settembre:

    • tutte le sere, dalle ore 22.00 alle ore 7.00 del mattino successivo

    • dalle ore 14.00 alle ore 22.00 nei giorni di Sabato, Domenica, festivi e prefestivi; le sbarre rimarranno aperte in caso di disponibilità di parcheggi non riservati.

Ulteriori periodi ed orari di chiusura in occasione di manifestazioni veliche o altri eventi con elevato afflusso veicolare e pedonale in ambito portuale, saranno appositamente disciplinati con specifico provvedimento.




Capito???????