martedì 31 maggio 2011

Ora si può (e si deve) cambiare rotta

Evviva! Come non esultare per il vento che è cambiato? Ora soffia decisamente a sinistra con una forza tale da riaprire il cielo. Tale da travolgere anche il governo ed offrire importanti spazi alla domanda di un reale cambiamento.

Che questa sia la sua chiara direzione ce lo dimostrano in primis, come sgargianti “galletti segnavento” i nuovi sindaci di Milano, Napoli e Cagliari, il loro inequivocabile profilo, la riconoscibilità della proposta di governo ed il carattere delle campagne elettorali che li hanno portati alla vittoria. Essi non nascono certo nei laboratori degli apprendisti stregoni del centro sinistra che da anni sfornano proposte indistinte e candidati sbiaditi, nell’inutile rincorsa di un presunto centro moderato. Democrazia, solidarietà, legalità, giustizia sociale, accoglienza, beni comuni, ecologia: sono queste le parole chiave, i contenuti riconoscibili, chiari, alla base del loro successo e del nostro successo. Potranno dire ciò che vogliono ma sono proprio questi i pezzi del nostro Dna, i contenuti del patrimonio genetico di una sinistra che si voleva “superata dalla storia” e quindi bistrattata, censurata ed esclusa dai luoghi della rappresentanza da un bipolarismo del “pensiero unico”.
Se la direzione di questo vento nuovo appare chiara a tutti, non si può ancora dire altrettanto del contesto politico e sociale e delle prospettive generali. Non è certo cambiata d’incanto questa Italia socialmente disgregata, culturalmente ed eticamente degradata da almeno due terribili decenni di liberismo incontrastato e di Berlusconismo. Così come è innegabile la varietà e la diversità dei molteplici fattori che hanno generato questa spinta. Hanno inciso certamente l’impresentabilità dei “mostri” oggi al comando, la loro disgregazione interna, la crisi dello stesso blocco sociale che li ha espressi.
Ma come non riconoscere che è fondamentale, dentro questo dato, il peso della collera della crescente povertà, di chi subisce l’ingiustizia dilagante, la privazione del lavoro e dei suoi diritti, la negazione di futuro e del presente stesso? C’è dentro l’indignazione per le discriminazioni ed i soprusi di ogni tipo, il saccheggio dei beni comuni, lo spreco e la distruzione delle risorse naturali e dell’ambiente. C’è la consapevolezza, anche di chi non è morso così forte dalla crisi, che questo modello di economia e di società debba necessariamente imboccare una vera alternativa.
E allora, se questo è il vento, non si tratta semplicemente di cambiare il timoniere, come già avvenuto infruttuosamente nel passato, ma di lavorare per invertire decisamente rotta! Altro che le ricette, riproposte proprio in questi giorni, da Emma Marcegaglia ad una platea plaudente, larga e trasversale! Proprio le medesime ricette velenose che ci hanno condotto in questa “macelleria sociale” e che sappiamo essere care da sempre a larga parte dello stesso fronte del centrosinistra che ha sostenuto in queste elezioni i nostri stessi candidati vittoriosi. Tagli alle tasse per le imprese ed alla spesa sociale, privatizzazioni e grandi infrastrutture.
No. Oggi è necessario più che mai il coraggio di un netto cambiamento, di dare avvio ad una vera “alternativa di società” che, in vista dell’imminente e inesorabile cacciata del sultano da palazzo Chigi, questi nuovi sindaci possono iniziare a far vivere nei loro rispettivi territori. Stoppando, per fare qualche esempio, grandi infrastrutture speculative, privatizzazioni, poli logistici, centri commerciali, inceneritori di rifiuti, inutili consumi di territorio. Puntando invece su una nuova economia basata sulla conoscenza, la sostenibilità, la qualità e soprattutto sulla giustizia e l’equità sociale. Un cambiamento che, per essere tale, faccia leva sul conflitto sociale e sulla partecipazione. Perché non basta e non funziona l’affidarsi a nuovi timonieri, magari esperti e illuminati. Bisogna farlo ricorrendo a un modo nuovo di “navigare”. Un modo basato appunto sulla socializzazione delle conoscenze e sulla più larga partecipazione.
Anche questo ci dicono i risultati di ieri, scaturiti non a caso da coinvolgenti percorsi partecipativi in cui, tanto Pisapia quanto De Magistris e Zedda, non sono apparsi come leader carismatici o nuovi messia ma quali garanti dell’unica vera pratica del cambiamento: quella democrazia che chiama in causa la società e la spinta innovatrice dei suoi conflitti.
Ma siccome, avrebbe detto Seneca, «non c’è buon vento per marinaio che non conosce la rotta», c’è una bussola pronta ad indicarla. Sono i referendum sull’acqua e il nucleare. La loro vittoria, che non possiamo mancare, può affermare l’indisponibilità dei beni comuni e la necessità di ricostruire attorno ad essi una comunità partecipante che se ne prende cura collettivamente con scienza e con coscienza, per garantirne i benefici per tutti e per ognuno. Che poi tradotto in due parole vuol dire: bene comune. Senza dimenticare il quesito sul legittimo impedimento per dare voce a quell’indignazione nei confronti dell’arroganza del potere che è componente essenziale dell’ondata di Milano e Napoli. C’è da ricostruire la res pubblica. L’esatto contrario del neoliberismo in salsa italiana, con i suoi insopportabili privilegi, le sue cricche corrotte, la sua prepotenza nel cancellare diritti, la sua volontà famelica di accaparrarsi i beni comuni.
Per chi come noi della Federazione della Sinistra, da posizioni minoritarie e scomode, da tempo indica e lavora in quella direzione si riaprono pertanto spazi politici ed ambizioni nuove. Nuove responsabilità di lavorare ad un’ampia ed unitaria sinistra d’alternativa, capace di progettare e praticare quella diversa rotta economica e sociale, opposta al berlusconismo ma anche alle sirene della Marcegaglia ed ai ricatti di Marchionne. Si offrono inedite opportunità di praticare questa rotta con una diversa idea partecipata di “navigazione” che il vento nuovo ci consente.

Massimo Rossi - Coordinatore Federazione della Sinistra

venerdì 27 maggio 2011

Gestione pubblica e accesso gratuito alla Perla del Tirreno

Rendere definitivamente pubblico il più bel tratto di litorale del territorio santamarinellese, restituendolo ai cittadini, potrebbe essere l’unico modo per far diventare lo stabilimento balneare “Perla del Tirreno” un volano per lo sviluppo economico e turistico di Santa Marinella. Dimezzare il costo del biglietto d’ingresso del 50%, come è stato deciso nell’ultimo Consiglio Comunale, costituisce una scelta parziale e poco significativa.

La proposta del capogruppo UDC Fronti, sulla gratuità dell’ingresso allo stabilimento più grande della passeggiata, è stata sostenuta da tutta la minoranza, presentando una mozione in Consiglio Comunale che prevedeva l’accesso libero e gratuito alla “Perla del Tirreno” e la gestione dell’affitto di ombrelloni e lettini affidato alla Multiservizi.

Questa crediamo che sia la strada da perseguire in futuro, e ci impegneremo per raggiungere questo importante traguardo.

Nel merito della scottante questione che riguarda la gara d’appalto per la gestione della spiaggia più ambita del litorale santamarinellese, si valuta positivamente che, per la prima volta, ad aggiudicarsi la gara sia stata una società – la AGF S.R.L.- i cui preposti risultino essere tutti giovani, anzi giovanissimi. La gestione degli ultimi 15 anni dello stabilimento comunale si è contraddistinta negativamente per la totale mancanza di migliorie e per l’abbandono al degrado delle infrastrutture (compromesse nell’agibilità da interventi maldestri); oltre che per una letterale “caccia” contro chi avesse osato varcare il confine dello stabilimento senza pagare il biglietto d’ingresso.

La società che oggi intende far ricorso al T.A.R. è quella che per 15 anni si è aggiudicata le gare d’appalto. La gestione della Perla è sempre stata ridotta ad una mera competizione economica, senza che il Comune esigesse mai un servizio od una miglioria dagli aggiudicatari. Almeno stavolta una società di giovani, versando nelle casse comunali un canone annuo di 166.000 euro, dichiara di apportare servizi, migliorie ed iniziative culturali, peraltro non richieste dal bando.

Auspichiamo che, in futuro, il Comune dimostri più coraggio e spirito di iniziativa per un vero rilancio turistico della nostra cittadina.

Giovani Comunisti della Federazione di Civitavecchia

venerdì 20 maggio 2011

La raccolta differenziata sta per partire?

Qualche tempo fa il Sindaco pregò il Circolo del PRC di informarsi meglio sulle attività di questa Amministrazione consultando "almeno" il portale ufficiale della stessa (http://www.santamarinella.rm.gov.it/).
Bene, lo abbiamo preso in parola e, visitando il sito del Comune, abbiamo scoperto un'area dedicata al "Porta a Porta".
Cliccandoci sopra appare una bella scritta rossa lampeggiante la quale, a caratteri cubitali, informa i cittadini visitatori che "Dal primo marzo 2011 la società GESAM srl svolgerà il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani (RSU)". Scorrendo la pagina si arriva alla parte informativa riguardante il "Servizo porta a porta"; scopriamo con gioia che lo stesso "avrà inizio il primo giugno per i Quartieri Fiori e Valdambrini. Seguiranno indicazioni dettagliate in merito a tempi e modalità di consegna delle nuove attrezzature e svolgimento del servizio".
Ora attendiamo con fiducia il 1° giugno nella consapevolezza che, fino ad oggi, nessuno dei cittadini interessati abbia ricevuto alcunchè o sia stato quantomeno avvisato.
A quanto ci risulta neanche gli operatori della GESAM (l'azienda che dal 1° marzo si occupa della raccolta dei rifiuti) ne sanno nulla!
Anzi questi ultimi lamentano già al secondo mese di lavoro un ritardo nel pagamento degli stipendi!
Quindi non possiamo fare altro che esortare questa Amministrazione ad imporre a GESAM il rispetto degli impegni presi con la cittadinanza e con i propri dipendenti.
Al Sindaco invece consigliamo di consultare almeno il sito del Comune per evitare di far figuracce di fronte la cittadinanza sul rispetto delle scadenze. L'importante è che lo faccia in tempo, perchè il primo giugno si avvicina!
Abbiamo lasciato AMA perchè disattendeva gli impegni contrattuali. Siamo passati a GESAM con un concorso tutt'altro che trasparente, sperando che questa facesse il suo dovere; ma se il buon giorno si vede dal mattino............


Circolo di Rifondazione Comunista-FdS "Benedetti Michelangeli"

Fraleone (Prc-FdS): “Domenica saremo in piazza a Montalto di Castro contro il nucleare”

“Il Prc/Fds del Lazio parteciperà con il massimo impegno alla manifestazione antinucleare del 22 maggio a Montalto di Castro. Dopo il risultato delle elezioni amministrative, che hanno indicato un complessivo spostamento a sinistra e quello straordinario del referendum consultivo della Sardegna, sul nucleare, si avvicina la possibilità di un successo dell'iniziativa referendaria su acqua, nucleare, processo breve, nelle elezioni di metà giugno. Questo evento costituirebbe una reale inversione di tendenza nello scenario politico del nostro paese, non solo perché lo ricollocherebbe sui contenuti piuttosto che sugli schieramenti privi d'identità, ma anche perché rilancerebbe la partecipazione dal basso alla politica. L'appuntamento del 22 maggio a Montalto è una delle tappe importanti nella mobilitazione per raggiungere tali obiettivi”. E’ quanto dichiara la segretaria Prc/Fds del Lazio, Loredana Fraleone.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

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Montalto di Castro, domenica catena umana per fermare il nucleare

In Ambiente
mercoledì 18 maggio 2011 - 14:20:28

MONTALTO DI CASTRO – (m) "Domenica 22 maggio una nuova catena umana antinucleare si terrà a Montalto di Castro, il sito dove era in costruzione la quinta centrale nucleare italiana, poi fermata dal referendum del 1987, e ora al centro del nuovo programma nucleare italiano che potrebbe ripartire dal vecchio progetto di costruire nell'alto Lazio ben due reattori.

Dopo lo straordinario successo dell'iniziativa a Borgo Sabotino (Lt) del mese scorso, i comitati del Lazio “Vota sì per fermare il nucleare” si mobilitano nell'ambito di una delle più grandi manifestazioni antinucleari del paese, che vedrà nel week end dieci catene umane per ribadire che i cittadini sono contrari al ritorno del nucleare, da Caorso a Nardò.

L'appuntamento è per domenica 22 maggio alle ore 10 alla foce del Fiora sul Lungomare Harmine di Montalto Marina, da dove partirà una lunga catena umana sulla spiaggia per preparare la vittoria dei sì ai referendum del 12 e 13 giugno e impedire il tentativo del Governo di cancellare il referendum sull’atomo con il decreto Omnibus.

“Nonostante il silenzio dei grandi media e il tentativo di confondere le idee da parte del Governo, i cittadini tornano a manifestare contro il ritorno del pericoloso nucleare - dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - Proprio da Montalto di Castro, luogo simbolo della vittoria antinucleare nel 1987, Domenica prossima si leverà un nuovo grido, pronti a vincere di nuovo la sfida contro l'atomo”.

“Invitiamo tutti i cittadini ad unirsi domenica prossima alla catena umana sul lungomare di Montalto e a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per decretare la vittoria dei sÌ - afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - Il nuovo programma nucleare italiano potrebbe ripartire proprio dal vecchio progetto di costruire i due reattori a Montalto, nonostante le scelte fatte sul territorio verso le rinnovabili e le produzioni tipiche e di qualità”.

Sin dai prossimi giorni i comitati antinucleare di Montalto di Castro e di Viterbo avvieranno la mobilitazione in vista della catena di domenica. Domani, giovedì 19 maggio, alle ore 17 un flash mob di fronte alla sede della Provincia a Viterbo in via Saffi dirà che “sto nucleare non s'ha da fare!” con una romanzata con Don Rodrigo e Don Abbondio. E sabato 21 maggio, dalle 10 un sit-in con volantinaggio si terrà sul Lungomare Harmine di Montalto, dove dalle 22 ci sarà anche musica No-Nuke al Cuba Libre.

L'iniziativa si inserisce anche nella più ampia mobilitazione europea del 22 maggio “Insieme contro il nucleare” che si terrà nel canton Argovia in Svizzera verso un futuro rinnovabile, e che vede coinvolte oltre 125 organizzazioni. Dalle catene umane organizzate in tutta Italia si leverà anche un grido di protesta “contro la disinformazione e la sordina messa all’appuntamento referendario”. Per avere maggiori informazioni sul programma della manifestazione: www.fermiamoilnucleare.it e http://www.facebook.com/home.php?sk=group_118151341594746.

Per la catena umana di domenica 22, i comitati hanno organizzato anche dei pullman che partiranno da Roma (appuntamento, ore 8 stazione metro Cipro), con prenotazione obbligatoria al 347 2310122”.

Comitato laziale “Vota sì per fermare il nucleare”

martedì 10 maggio 2011

Lavoro, ambiente, pace il futuro dell'Italia è questo

di Checchino Antonini

su Liberazione del 06/05/2011

Arriva la campagna sociale della Federazione della Sinistra

«Sappiamo dove prenderli e sappiamo dove metterli». Sta parlando di soldi Paolo Ferrero e della campagna sociale «di lunga durata», specifica, con cui la Federazione della sinistra prova a spiegare che dalla crisi si può uscire migliorando le condizioni di vita di chi è stato colpito, in questi anni, da tagli, licenziamenti, perdita del potere d'acquisto. Con una scelta di tempo azzeccata, Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione, lancia la campagna alla vigilia dello sciopero generale e 48 prima dell'assemblea annuale di Confindustria, ospitata sabato a Bergamo, e che sarà assediata dalla presenza «rumorosa», promette Ferrero, di chi ha in mente un'altra idea di uscita dalla crisi. Segnaliamo, sul sito di Liberazione, la lettera aperta al sindacato dei padroni scritta da Ezio Locatelli e Ugo Boghetta, portavoce, rispettivamente di Bergamo e della Lombardia della Fds: "La lumpen-borghesia italiana".
Parola chiave della campagna, sul piano comunicativo, è "futuro" declinata con i temi portanti - lavoro, ambiente, salario, reddito, pace, conoscenza, equità - che compongono una piattaforma che rappresenta un «passo avanti per la Federazione della sinistra che ha recepito gli obiettivi delle grandi mobilitazioni in corso, da Mirafiori agli studenti», dice Manuela Palermi del Pdci, intervenuta alla presentazione della campagna assieme a Gianni Vigilante di Socialismo 2000. Anche quest'ultimo sottolinea l'elemento innovativo della piattaforma, dentro un panorama istituzionale che nemmeno si interroga sulla natura della crisi e sulle vie d'uscita.
Sul piano dei contenuti è Roberta Fantozzi, della segreteria nazionale di Rifondazione comunista, a entrare nei dettagli. «Più che in altri Paesi dell'area Ocse - spiega - da noi la diseguaglianza è cresciuta maggiormente». Infatti, il crollo del monte salari è iniziato nel '76 e, trent'anni dopo pesava dieci punti in meno sul Pil: c'è da ringraziare le ristrutturazioni, l'erosione della contrattazione collettiva, la dilagante precarizzazione. Ma anche il fisco che, nel medesimo arco di tempo pesa del 12% in più sui salari più bassi che hanno perso più di 50mila euro negli ultimi 29 anni. Oggi il salario netto medio è di 1260 euro mensili. Su trenta Paesi Ocse siamo al 23° posto mentre "conquistiamo" il sesto posto per i livelli di disuguaglianza. I compensi dei cento manager più pagati potrebbero pagare i salari di 35mila lavoratori. Non così il monte profitti-rendite-grandi compensi che, negli ultimi quindici anni è schizzato del 75,4%. A scendere sono gli investimenti in rapporto ai profitti: meno 39%.
Ancora un po' di cifre, necessarie per comprendere il realismo della piattaforma con cui la Federazione proverà a rendersi visibile in strade, piazze e vertenze. Bankitalia rivela che il 10% più ricco possiede il 45% della ricchezza immobiliare e finanziaria. La metà della popolazione non arriva nemmeno al 10% di quella torta. E l'un per cento, i ricchissimi, detengono il 13% del patrimonio complessivo proprio la stessa porzione che deve spartirsi il 60% della popolazione. E, mentre ciascuno di loro, ogni giorno, fa i conti con la crisi, c'è chi - ad esempio Berlusconi, proprio lui - fa i conti. Punto. E il suo pallottoliere registra che dai 6 miliardi e mezzo che possedeva due anni fa è schizzato ai 9 dell'anno scorso.
«Basterebbe tassare dell'un per cento le famiglie con più di 800mila euro di reddito per ammucchiare un tesoretto di 18 miliardi», spiega Roberta Fantozzi. Se si recuperasse il 10% dell'evasione fiscale, se le rendite fossero tassate come nel resto d'Europa al 20% anziché al 12%, se si tassassero le transazioni dello 0, 05%. Tutti questi se fanno 40 miliardi capaci di far aumentare di 100 euro al mese i salari e le pensioni solo abbassando l'aliquota Irpef; di trovare 500 euro al mese per i disoccupati che sono 2 milioni 147mila persone in carne e ossa. E avanzerebbero 4 miliardi di euro per le politiche sociali oggi falcidiate dai tagli.
Insomma la soluzione c'è e non è nemmeno massimalista.
Difendere il lavoro che c'è è un altro obiettivo della piattaforma. A cominciare dal contrasto alle delocalizzazioni che costituiscono l'ingrediente principale dei ricatti padronali e sottraggono occupazione, diritti e contribuiscono all'emergenza ambientale quando fanno viaggiare le merci anche solo per essere assemblate. La Federazione della sinistra chiede che le imprese che fanno i bagagli restituiscano i contributi pubblici ricevuti e che si vincoli la destinazione d'uso delle aree che loro dismettono per impedire la speculazione finanziaria ed edilizia.
Un taglio agli sprechi e ai privilegi della politica, peraltro continuamente evocato dalla retorica populista, potrebbe agevolmente recuperare quei 2,2 miliardi sufficienti alla stabilizzazione di tutti i 240mila precari della pubblica amministrazione metà dei quali sono a rischio licenziamento per gli effetti dell'ultima finanziaria.
Per misurare l'internità di queste rivendicazioni alle mobilitazioni in corso è utile considerare la sovrapponibilità della piattaforma con quelle elaborate dalle campagne per il disarmo. Il taglio delle spese militari - un tesoro di 24,4 miliardi - dirotterebbe fondi sulla scuola pubblica penalizzata dai tagli e dal dirottamento di soldi verso l'istruzione privata. In soldoni la scuola ha perso 140mila posti di lavoro e l'emorragia ha colpito in pieno il sistema universitario. Così l'Italia, per spesa militare procapite, è al 3° posto nel mondo e al 5° in Europa mentre è al 21° nella classifica della spesa per la conoscenza.
Naturalmente, tutto ciò non può prescindere dal ripensamento delle politiche ambientali. Uscire dalla crisi significa uscire da questo modello di produzione energivoro, vorace di ambiente e beni comuni. La piattaforma, in questo caso, coincide con le battaglie referendarie per l'acqua e contro il nucleare e con le mobilitazioni dei territori contro le grandi opere.

giovedì 5 maggio 2011

COMUNICATO STAMPA Megadiscarica Allumiere

Peduzzi (Prc-FdS): “Dare seguito alla richiesta di audizione da parte dei Sindaci”

“Dare seguito quanto prima alla richiesta di audizione in Commissione Ambiente da parte dei Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella, Tarquinia, Cerveteri, Ladispoli e Monte Romano sulla questione della megadiscarica di Allumiere e sulla modifica dell’Ambito Territoriale Ottimale del Piano Regionale Rifiuti approvato dalla Regione Lazio il 19 novembre 2010”. E’ quanto scrive Ivano Peduzzi, capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, in una lettera inviata al Presidente della V Commissione, Roberto Carlino.

“La delegazione richiedente – continua Peduzzi – sarà composta dai Sindaci dei Comuni, da due consiglieri di minoranza, dai Presidenti delle Università di Agraria, da due rappresentanti del Coordinamento territoriale “No Megadiscarica”, da un rappresentante delle Parti Sociali e da un rappresentante delle Associazioni Ambientaliste”.

“Il Gruppo Regionale della Federazione della Sinistra – conclude Peduzzi – nel continuare l’azione di contrasto al piano regionale rifiuti adottato a Dicembre 2010 dalla Giunta Regionale, ritiene che non sia possibile scaricare sui comuni limitrofi le inefficienze del ciclo dei rifiuti della città di Roma e dell’Ama e si dichiara in totale sintonia con le istanze presentate dai Sindaci contro l’ipotesi di realizzare una discarica nel territorio comunale di Allumiere”.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

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mercoledì 4 maggio 2011

Presentazione del libro “Ragazzi della Resistenza”

Domani, Giovedì 5 Maggio, alle 18:00, presso la Biblioteca Comunale di Santa Marinella si svolgerà la presentazione del libro “Ragazzi della Resistenza” di Primo De Lazzari, partigiano “Boccia” e vicepresidente dell’ANPI Roma-Lazio. Prefazione di Massimo Rendina, a cura dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Con la testimonianza della scrittrice Serena D’Arbela.

Vista l'importanza dell'evento e la sua vicinanza con la celebrazione del 25 aprile e del 1° maggio in questa città con Amministrazioni troppo inclini a "dimenticare" sarà necessario partecipare numerosi!!

Circolo Prc Santa Marinella

Cotral Peduzzi (Prc-FdS): “A quando il risanamento?”

Non ci appassiona il tema dello spoil sistem nelle aziende pubbliche né la modalità con cui la Polverini ha revocato il Cda della Cotral Spa nominando un gruppo di tecnici il cui mandato scadrà 31 luglio”. E’ quanto afferma il capogruppo della federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzi.

Quello che ci interessa, invece, è che le casse della Cotral continuano ad essere vuote mentre la Regione vanta un debito di oltre 420 milioni di euro nei confronti dell’Azienda; che sono a rischio i pagamenti degli stipendi e dei contributi, che tutto l’indotto attende da mesi la regolarizzazione dei pagamenti e che decine di corse sono ogni giorno a rischio a causa dell’indisponibilità di risorse per far fronte alle emergenze nella manutenzione dei bus”, afferma Peduzzi.

Di fronte a tale scenario – continua - riteniamo doveroso che la Regione Lazio dichiari apertamente quale progetto ha intenzione di mettere in campo per garantire il mantenimento del servizio di trasporto affidato a una società pubblica e definisca il quadro istituzionale del sistema del trasporto pubblico locale nel Lazio”.

L’unica strada da percorrere – dichiara ancora Peduzzi – è quella del risanamento, non attraverso l’aumento dei carichi di lavoro degli autisti e l’innalzamento delle tariffe, ma investendo le risorse necessarie per la ristrutturazione e la messa a norma dei depositi e per l’acquisto di nuovi bus in sostituzione di quelli vecchi che non rispondono più a nessun requisito per la regolare circolazione. Chiediamo, infine, alla giunta Polverini quando attiverà le procedure necessarie per l’affidamento “in house” del servizio alla propria azienda Cotral Spa e quando verranno formalizzati tutti gli adempimenti necessari a scongiurare la messa a gara del servizio”.

Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

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martedì 3 maggio 2011

Noi ci siamo!

Lo striscione del 1° maggio - Festa del Lavoro

e quello del 25 aprile - Festa della Liberazione