giovedì 30 dicembre 2010

La Federazione della sinistra dalla parte dei pastori sardi

Il 28/12/20210 al porto di Civitavecchia è stato commesso un grave reato costituzionale da parte delle forze dell’ordine nei confronti di circa 200 pastori sardi arrivati in mattinata per protestare pacificamente contro il governo a causa del disagio che provano. L’accoglienza è stata delle migliori: sequestrati loro i pulmann per andare a Roma e costretti a non uscire dal porto senza un preciso motivo. Trattati come criminali, bloccati per ore dentro il porto senza possibilità di uscita. La delegazione, pacifica e composta da padri di famiglia con al seguito mogli e ragazzi, aveva preparato un volantino, che alleghiamo, con il quale intendeva scusarsi dei disagi che la manifestazione avrebbe inevitabilmente creato, spiegando civilmente i motivi della protesta, come si può leggere nello stesso.

La federazione della sinistra è al fianco dei pastori nella lotta per un futuro migliore e più dignitoso.

Volantino del MPS agli Automobilisti Romani


Cittadini e Automobilisti,
chiediamo scusa per il disagio che Vi stiamo arrecando. Ma siamo costretti a scendere in piazza, perché la pastorizia vive da anni una situazione insostenibile, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone.
La politica regionale, nazionale ed europea non si preoccupa dei nostri problemi e per questo oggi siamo qui a manifestare a Roma perché riteniamo che sia importante portarvi a conoscenza del nostro dramma e per chiedere la Vostra piena solidarietà. Ormai tutto quello che viene prodotto dalla terra non ha nessun valore, siano essi beni di natura animale o vegetale anche se si tratta di prodotti indispensabili per la Vostra esistenza.
E il consumatore paga tutto più caro.
Da oltre 20 anni ci hanno imposto di investire per adempiere a tutte quelle normative che l’Unione Europea imponeva, mentre lo stato e la Regione non hanno adottato misure per tutelare le nostre produzioni in sede europea, accettando, senza mai contestare, miseri contributi in cambio della rinunzia alla produzione.
Tutti gli sforzi e i sacrifici che agricoltori e allevatori hanno fatto con i loro investimenti sono stati vani ed anzi hanno causato disagi economici e in molti casi il fallimento delle aziende.
Attorno ai pastori e agricoltori si e sviluppata una burocrazia parassitaria che tutto consuma e niente produce, divorando montagne di soldi pubblici spesi solo per alimentare il loro famelico mantenimento. Una burocrazia mostruosa che a niente serve e niente produce. Tutto in nome di pastori e agricoltori che sono stati presentati all’opinione pubblica come costosi assistiti.
I pastori e gli agricoltori sono le vere vittime di una politica ignava e cialtrona che tutto fa all’infuori di creare sviluppo.
Per questo oggi siamo qui a manifestare nostro malgrado creando purtroppo disagio a persone che non hanno niente contro di noi e nessuna colpa della nostra drammatica situazione.
Per tutto questo chiediamo scusa e la Vostra comprensione per ciò che facciamo, nella speranza che decine di migliaia di famiglie di pastori e di agricoltori non finiscano sul lastrico, mettendo in ginocchio una parte importante dell’economia e della tutela dell’ambiente.
Per questo chiediamo la Vostra solidarietà alla nostra lotta. Che è anche Vostra.





martedì 28 dicembre 2010

Approvato bilancio 2011 regione Lazio

“La premiata ditta Polverini-Cetica colpisce ancora e sforna un bilancio di previsione per il 2011 che si dimentica dei problemi del Lazio e tiene uniti gli appetiti della coalizione di maggioranza”. Lo affermano in una nota congiunta Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, consiglieri della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio.

“Il bilancio perde di vista le necessità della regione. E' avvilente leggere, ancora oggi, del finanziamento di “interventi sperimentali” per la riduzione dei rifiuti, in assenza di una vera politica di sostegno alla raccolta differenziata. Evidentemente la Polverini preferisce ancora le pratiche “monnezzare” dei padroni delle discariche e dei costruttori di termovalorizzatori”.

“E' indecente -affermano i consiglieri- verificare l'attacco ai pendolari e l'inversione di linea sulla mobilità sostenibile, attraverso il depotenziamento del trasporto pubblico sia su gomma che su rotaia. Per non parlare dell’estromissione della crisi sociale dalle disposizioni contenute nella legge di bilancio e finanziaria: mancano i soldi per il sostegno all’occupazione, alle famiglie colpite dalla crisi e ai cittadini bisognosi di assistenza continuata”.

“Vengono respinti -continuano- i nostri emendamenti per la riduzione delle liste di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie e per esentare dal pagamento dei ticket i cassintegrati, disoccupati, i lavoratori in mobilità ed i loro familiari (come già previsto in Lombardia). Inoltre, per assestare il colpo decisivo, la Regione riduce i contributi per i lavoratori socialmente utili”.

“Nei prossimi giorni -concludono Peduzzi e Nobile- forniremo delle schede analitiche per far comprendere chiaramente le ragioni della nostra contrarietà a questo bilancio”.

lunedì 13 dicembre 2010

Consolidare il movimento sociale


di Paolo Ferrero

L'autunno è contrassegnato da una forte intensificazione dello scontro sociale. In particolare nelle ultime settimane la mobilitazione degli studenti medi e universitari ha assunto una dimensione, una continuità e una capacità di relazioni sociali che non si vedeva da decenni. Non si tratta di una protesta solo italiana. In molti paesi europei sta succedendo la stessa cosa e in larga parte dei casi si nota un significativo intreccio tra lotte studentesche e lotte dei lavoratori. Stiamo quindi parlando di un fenomeno generale, che ha ragioni materiali e che va ben al di là della contestazione dell'orrido Ddl Gelmini.
In ogni paese vi è una causa scatenante diversa ma il punto unificante del mondo giovanile e studentesco è la percezione chiara dell'assenza di prospettive. I giovani hanno chiaro che staranno - in larga maggioranza - peggio dei loro genitori. Non solo, sanno di non avere alcuna rete di garanzie a cui aggrapparsi e che quindi sono destinati a vivere come in guerra, sempre col timore di cadere in una imboscata. Inoltre, dopo anni di propaganda sul liberismo e sulla neutralità del mercato, i giovani hanno sotto gli occhi una cosa chiarissima: i soldi per salvare le banche non solo ci sono ma vengono in larga parte presi tagliando welfare e pubblica istruzione. Gli studenti si percepiscono quindi senza prospettive e capiscono che non vi è nulla di oggettivo o di naturale in quanto gli sta accadendo.
Il movimento studentesco di queste settimane è il primo vero movimento nato dentro la crisi capitalistica e che nella crisi si gioca la sua partita. E' un movimento collettivo perchè il problema è strutturale e riguarda il ruolo e la condizione giovanile, non questo o quell'individuo. E' un movimento politico perchè parte dalla contestazione specifica del Ddl Gelmini ma in realtà mette in discussione la propria condizione sociale.
La facilità con cui il movimento studentesco ha incontrato i metalmeccanici nasce proprio qui, dalla comune comprensione del ruolo sociale subalterno che le classi dirigenti hanno predisposto non solo per gli operai ma anche per i giovani. Ogni studente capisce immediatamente che vi è una relazione diretta, materiale, tra il taglio dei fondi per la scuola e l'università pubblica e la precarietà lavorativa come condizione strutturale, non contingente. Non a caso qualche ricercatore sociale faceva notare giustamente che questi studenti non hanno solo "sentimenti" ma anche - e forse soprattutto - "risentimenti". Gli studenti non si muovono solo in nome di una idealità ma in nome di una materialità. Non si muovono solo "per" ma si muovono "contro", si ribellano ad un peggioramento collettivo. Da questo punto di vista non si può non vedere come la questione studentesca e giovanile oggi in Italia - e in molti paesi europei - abbia tutte le caratteristiche di una contraddizione strutturale assimilabile a quella di classe.
Ci troviamo quindi dinnanzi ad un movimento che è espressione di una contraddizione strutturale. Da questo punto di vista è necessario operare per consolidare il movimento evitando che venga piegato ad obiettivi politicisti di corto respiro che non farebbero altro che decretarne la fine. Non dobbiamo ripetere gli errori fatti con il movimento di Genova, alla fine piegato tutto al tema dell'alternativa di governo. Consolidare il movimento vuol dire operare per approfondire la sua consapevolezza, per favorire la sua organizzazione in "istituzioni di movimento". Dal '68-'69 nacquero i consigli di fabbrica, i comitati di zona, così come da Genova nacquero i Social Forum. Oggi dobbiamo lavorare per favorire il potenziamento e l'allargamento di strutture di movimento che permettano di dare continuità e autonomia allo stesso. Che permettano di mettere al centro la ricostruzione di una soggettività sociale in grado di solidificare coscienza, progettualità e conflitto in forme non episodiche.
Per questo la mobilitazione del 14 dicembre è importantissima e dobbiamo lavorare ad una sua piena riuscita evitando accuratamente di legare i destini del movimento alla caduta o meno del governo. Il movimento ha un suo ruolo e una sua ragion d'essere che vanno al di là delle manovre di palazzo attorno a cui si gioca la crisi del governo Berlusconi. La costruzione di una rete di relazioni stabili che consolidi lo schieramento sociale che è andato in piazza il 16 ottobre e che sarà nuovamente in piazza il 14 dicembre è un obiettivo realistico e da perseguire con determinazione. Lo dobbiamo fare a livello nazionale come a livello territoriale e lo dobbiamo fare per rompere questa asfissiante centralità della politica-spettacolo per far tornare in campo la buona politica: quella che si nutre del protagonismo sociale e pone in modo chiaro il tema dell'alternativa a Berlusconi come al berlusconismo.

su Liberazione (12/12/2010)

mercoledì 1 dicembre 2010

Si è spento Nazzareno Tiengo

Erano le 22 circa di ieri martedì 30 novembre quando il cuore del compagno Nazzareno Tiengo ha smesso di battere. Lunga è stata la sua battaglia contro un male che lo affligeva da parecchio tempo. Di lui ricordiamo l'eterna militanza sindacale nella CGIL, in ultimo nello SPI. Con Nazzareno si spenge una delle personalità più sincere ed integre che il mondo sindacale e la CGIL abbia saputo offrire nella sua lunga storia al servizio dei cittadini del nostro comprensorio. Esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia ed ai suoi cari ed amici. Lo salutiamo con un addio ed un arrivederci a miglior vita dando appuntamento a tutti quanti lo abbiano conosciuto al funerale civile che si svolgerà nei pressi della sede della CGIL di Civitavecchia in via P.Togliatti alle ore 11.
Ciao Nazzareno.