Martedì 2 marzo sono stati proiettati nella biblioteca civica di S. Marinella alcuni video e foto scattate all’interno della centrale ed del cantiere da alcuni dipendenti ENEL. I video sono stati girati, come ha spiegato la portavoce del Forum ambientalista Simona Ricotti, in forma rigorosamente anonima e consegnati al movimento No Coke che li ha girati alla Procura, la quale ha avviato un’inchiesta. L’anonimato è reso necessario dalla minaccia di licenziamento che grava su chi mostra immagini interne all’area cantieristica, sottratte oggi alla vista da un alto muro. L’area appare disseminata da rifiuti di tutti i generi (batterie esauste, metalli…..), su cui spiccano imballaggi bianchi siglati con la R (rifiuto pericoloso) e gli enormi cumuli di calce e cenerino, il residuo del carbone combusto, tossico e radioattivo. Nei documenti e nelle foto, la discarica giace a cielo aperto ma alcune ruspe lavorano per sotterrare parte dei rifiuti. L’interno della centrale è coperto da uno strato di diversi centimetri di ceneri. Tutte le assicurazioni di ENEL sul “carbone pulito”, su centrali ad alta tecnologia, sullo smaltimento delle ceneri con procedimenti pneumatici, evitando qualsiasi dispersione dell’ambiente e persino contatto con l’aria, sulla differenziazione ed il trasporto dei residui del cantiere e della combustione verso “centri altamente specializzati”, a quanto si evince sarebbero quindi letteralmente “andate in fumo”.
I due membri del consiglio comunale presenti, Giampiero Rossanese PDL e Paola Rocchi, capogruppo della lista "Un'altra città è possibile", si sono impegnati ad incontrare nuovamente la cittadinanza di S. Marinella tra due mesi per relazionare su quanto emerge dall’osservatorio ambientale, magari con la presenza del Dott. Damiano Gasparri, membro dell’Osservatorio per S. Marinella. Per il momento le tre centraline previste a S. Marinella per il monitoraggio della qualità dell’aria sono spente, così come a Civitavecchia.
Un'altra città è possibile
venerdì 5 marzo 2010
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