Nel consiglio comunale del 28 maggio la maggioranza ha confermato la delibera sull’accordo di programma con la Porto Romano, incurante del ricorso a TAR sulla sua legittimità atteso per luglio. Chi ha voluto assistere al voto, (diciottesimo punto all’ordine del giorno) a cui la minoranza non ha partecipato, ha dovuto attendere ben oltre la mezzanotte.
L’attuale darsena è stata regalata alla Porto Romano (“come se si regalasse l’intera villa con giardino a chi costruisse il secondo piano”, ha affermato il consigliere del PD Mucciola), ottenendo in cambio solo le infrastrutture che serviranno alla Porto Romano (come l’ingresso all’area dall’Aurelia) e peggiorando di molto i termini della concessione del 1997 grazie alle nuove concessioni edili. Il mancato coinvolgimento della cittadinanza e dell’opposizione ha reso impossibile migliorare i termini dell’accordo con il privato. Venanzo Bianchi ha difeso le (sue) scelte presentando una ricostruzione dei fatti mai sentita prima: la darsena non sarebbe mai appartenuta al comune di S. Marinella ma al ministero, da cui la porto Romano avrebbe attenuto i diritti sul demanio. Questo sarebbe stato il motivo per cui la convenzione tra Comune e d’Amelio del 1997 sarebbe stata bocciata da Co.Re.Co. Da qui l’inutilità dei successivi ricorsi. Le obiezioni a questa revisionistica narrazione sono sorte spontanee: il consigliere Rocchi ha obiettato che la bocciatura del Co.Re.Co si dovette al fatto che l’ampliamento previsto dalla concessione non fosse contemplato dal piano regionale dei porti e fosse sprovvisto della VIA. Spuntò fuori un decreto Dini che sottraeva il porto alla competenza regionale. I successivi ricorsi furono poi respinti per varie ragioni, tra cui l’assenza i piani urbanistici per l’espansione, bypassati dall’ultimo accordo di programma. Il tentativo di giustificare le scelte come obbligate non può ingannare chi conosce davvero i fatti. Il consigliere di maggioranza La Rosa ha infine difeso l’accordo sul piano politico, rivendicandolo come parte del suo programma elettorale. La scelta è davvero tutta politica e solo l’ipocrisia, intollerabile ed offensiva per i molti che da anni seguono l’intricata vertenza, può spacciare come la migliore possibile.
lunedì 31 maggio 2010
L’accordo con la Porto Romano: una (brutta) scelta politica
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