mercoledì 5 maggio 2010

La Grecia cade, l'Italia trema


La Grecia sta per crollare sotto i colpi di una crisi che si nascondeva dietro il rassicurante ombrello di un liberismo senza vincoli e controlli unito ad un assistenzialismo non controbilanciato da entrate sufficienti.
E così, mentre il precedente Governo contribuiva con la finanza creativa (vi ricorda qualcosa?) a nascondere ed alimentare una voragine creatasi nel tempo evitando di combattere corruzione e evasione fiscale (vi ricorda qualcuno?), le agenzie di rating, le banche, la finanza internazionale e gli stessi orgnaismi europei "vigilavano" consigliando l'acquisto di titoli del debito pubblico greco.
Ora le agenzie di rating, la finanza (speculatori?) internazionale, ecc. ecc. tutto ad un tratto si accorgono di aver vigilato male...
Chi pagherà tanta scellerataggine?
Per adesso i lavoratori, i pensionati e tutte le fasce deboli del popolo greco unitamente ai contribuenti (indovinate quali) del resto d'Europa.
A quale costo?
Al costo di una macelleria sociale senza precedenti in Europa.
Con questa scusa, la crisi greca, causata dall'assenza di regole e vigilanza sulla finanza greca e internazionale da parte degli organismi politici e finanziari greci europei e internazionali, gli stessi organismi politici e finanziari europei e internazionali faranno le prove generali di un generale abbattimento delle spese sociali e dei diritti dei lavoratori di tutta Europa.
Testeranno il clima in una piccola realtà per poi estendere tali misure anche agli altri paesi (Spagna, Portogallo in testa, l'Italia?), sperando in una opinione pubblica assuefatta ai sacrifici imposti per "salvare" le nazioni e l'Europa.
Per ora in Grecia c'è malcontento, pronto a trasformarsi in rivolta se le misure saranno quelle preannunciate.
I comunisti del KKE dall'alto del Partenone invitano i cittadini europei a svegliarsi e a mobilitarsi contro le misure previste da FMI e Europa.
Noi da che parte staremo? Per ora gli italiani guardano in tv, manon è detto che presto saranno guardati.
Noi comunisti stiamo con i lavoratori e i compagni greci. Contro queste misure.
I soldi li chiedessero a chi ha speculato finora, a quelle banche che sono state aiutate con i nostri soldi senza chiedere nulla in cambio.
Ai ricchi, agli evasori e ai corrotti. Oggi in Grecia, domani in Italia.

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